Ciao a tutti,
scusate se mi intrometto, consideratemi come un ragazzino inesperto e incuriosito che con una certa spontaneità fa una sua considerazione magari anche sciocca...
Da qualche tempo leggo le vostre diverse interpretazioni e sperimentazioni in merito al MEG con le varianti di cui io
naturalmente non saprei nemmeno argomentarne una piccola parte, però se posso vorrei darvi uno spunto di riflessione, o se vogliamo chiamarla così, una possibile variazione sul tema:
Supponiamo che che l'universo sia un'enorme distesa di acqua di cui l'acqua stessa rappresenta materia ed energia allo stesso tempo unite e vicendevoli in una sorta di dualità corpo/onda riveduta e corretta per il nostro esempio al fine di rappresentare una sorta di comportamento fra "l'essere e il potenziale di diventare".
In questa massa di acqua ogni forma vivente è una modulazione della stessa, modulazione che prende una forma distinta e precisa ma diversa da qualsiasi altra come accade per esempio per le onde del mare, mostrando quindi il suo stato distinto ma non "statico" di corpo ed energia allo stesso tempo.
In un simile quadro ogni "forma vivente" se così si vuole definire è tale perchè ha un carattere definito ma nello stesso
istante anche "dinamico" che si relaziona con "la parte di fluido" a lei circostante in un continuo scambio che possiamo
chiamare "energetico"; la vita si può quindi assimilare ad una continua composizione ed interazione come succede per il paesaggio disegnato dai flutti e le increspature di un bacino che ha dimensioni tendenti ad infinito come l'universo.
Supponiamo anche che in questo "mare" sia valida ed applicabile una sola e assoluta legge universale: la conservazione di se stesso! Attenzione non parlo di conservazione dell'energia o quant'altro....ripeto "la conservazione di se stesso". Lasciamo stare per ora tutte le considerazioni inerenti alle forze e alle teorie che si possono applicare ad una reale massa d'acqua, consideriamo la sua unica proprietà di esistere e di poter interagire con se stessa.
Un tale "sistema" per potersi "conservare" deve per forza di cose poter mantenere una sorta di "equilibrio" globale perchè all'interno di esso ogni "istante non si trasformi in un'attimo eterno" e quindi un singolo fenomeno non possa accellerare in una reazione a catena unilaterale tendente ad infinito. Immaginate per capire, di vedere sempre questo ipotetico mare....se una delle sue onde potesse prevalere per un tempo "x" senza essere smorzata sulle altre, essa potrebbe crescere a dismisura fino ad assorbire tutta la materia/energia esistente fino ad un teorico "overload" che la farebbe implodere su se stessa come farebbe un'enorme massa d'acqua schiacciata dal suo stesso peso! Capite?
Ciò rappresenterebbe la morte di ogni cosa, la fine di ogni "forma d'onda", come la linea piatta di un'elettrocardiogramma!
Ma se allora io "piccola goccia del mare" una fra miriadi infinite volessi "sfruttare" il fluido che mi circonda cosa dovrei
fare? Dovrei forse inanzitutto considerare che io stessa faccio parte del "sistema" sia in senso totale sia in modo locale
perchè a mia volta sono inserito in uno degli infiniti "sottosistemi" energia/materia all'interno di quello che è il tutto.
Altra cosa importante è come dovrei intendere il fattore "tempo", cioè non come elemento dimensionale ma come elemento "relazionale"; quindi via tutte le teorie che identificano il tempo come la 'quinta dimensione', il "tempo" acquista invece un fine semplificativo per calcolare le relazioni fra lo spazio interposto fra la pluralietà dell'esistere, si pone ovvero come un semplice "operatore matematico" al nostro servizio.
Tornando a noi, dal nostro punto di osservazione, quello di una goccia, l'onda di cui nell'istante "x" noi facciamo parte è a sua volta un "mare" in cui si applicano replicate le stesse leggi del tutto più grande, ma che allo stesso tempo ha sue caratteristiche uniche in ogni istante e quindi una sorta di "indipendenza" relativa; questo perchè agli occhi di questo ipotetico osservatore egli non riesce a spingersi oltre ad un determinato limite.
(Questa è la genialità sublime del "tutto" il suo essere e non essere nello stesso istante! Stupendo! Qualcuno ha preparato tutto e poi gli ha dato un semplice impulso e tutto continua ad espandersi senza fine autoalimentandosi...che sia il creatore??
)
Inutile quindi tentare di localizzare un'accumulo di energia/materia e mantenerlo oltre il tempo "x" per poi
sfruttarlo perchè questo tentativo verrebbe smorzato con la stessa intensità e modalità con cui è stato instaurato, questo con un meccanismo istantaneo e perfetto; da quì quello che tutti conosciamo e vediamo nei fenomeni fisici e non di ogni giorno, MEG compreso.
Ma se noi ora cambiassimo approccio, se invece di tentare l'impossibile cercando insistentemente di mandare in "crash" il sistema universo per i nostri "microscopici scopi" non tentassimo invece di assecondarlo e da questo trarne vantaggio?!?!
Torniamo al nostro esempio dell'acqua, essa ben rappresenta l'essenza di ciò che ci interessa, infatti come fluido in se
raccoglie tutte le caratteristiche conosciute e sconosciute di quella " energia" che noi tanto aneliamo e bramiamo; vi chiedo, se voi doveste utilizzare la forza dell'acqua per compiere un lavoro come vi comportereste: cerchereste di separarla in altri insiemi spendendo inutili forze o ne sfruttereste la sua energia intrinseca??
La cosa più semplice sarebbe sfruttare il suo naturale comportamento nel sistema semplicemente "inserendosi" in esso come si inserisce una resistenza in un circuito per trarre potenza dallo scorrere della corrente elettrica; una resistenza altro non è infondo che una sorta di "deviatore" di flusso, cioè devia e quindi trasforma un flusso energetico verso e per un'altro scopo e direzione.
Tutti i veri sistemi "eco" oggi esistenti usano infatti questo approccio, si "inseriscono" nel circuito energetico naturale
sfruttando flussi già esistenti ed auto-sostentati come: il sole, le mareee (appunto), il vento, ecc...
(Attenzione, la mia affermazione "auto-sostentati" potrebbe far credere che stò per andarmi a contraddire in seguito, in realtà io credo che l'universo visibile e non visibile si "sostenga" grazie all'impulso che continua a farlo espandere, questo suo infinito moto infatti gli permette di esistere se si fermasse anche un solo istante tutta la sua "meccanica" salterebbe)...
Questo metodo comporta naturalmente la non governabilità assoluta della fonte, ma l'unica opzione nel
miglioramento dei rendimenti di questa "resistenza" per così dire inserita nel flusso; il vantaggio però rimane nella quasi certezza di non compromettere in modo permanente l'equilibrio dell'intero "eco-sistema"!
Purtroppo il metodo più largamente usato attualmente dall'uomo è altamente nocivo perchè consiste nella pura trasformazione di una massa/energia in un'altra senza inserirsi in nessun ciclo e quindi inquinando non solo il nostro sistema ma tutto l'universo in modo propagato per effetto!
Altro metodo "sano" invece potrebbe esserci dato sempre dall'osservazione della natura stessa, più potente ma anche molto più pericoloso e bisognoso di grande saggezza e capacità nell'usarlo:
Creare una deformazione permanente nel "continuo" prelevando parte del flusso derivato per sfruttarlo e mantenere la deformazione stessa formando un loop controllato.
Esempi?
IL TORNADO
IL VORTICE
IL BUCO NERO...
Tutti fenomeni di deformazione semipermanente a grande potenziale intrinseco!
Tesla ci aveva già pensato con il Vortex, ma la natura da sempre utilizza questi medodi per ribilanciare i suoi equilibri anche ad enormi distanze e spostando enormi potenziali, noi sapremmo utilizzare un simile potenza senza fare immani casini??
Mah!!
Comunque....dopo questo delirio post-traumatico da inizio ferie volevo proporre:
Se si riproducesse nelle bobine del MEG un'effetto simile ad un "vortice", cioè se si facesse in modo e quindi se ne
studiasse la metodologia, di creare un campo elettromagnetico dove una parte dell'energia radiante ricavata fosse utilizzata per "deformare" in modo continuo i valori di intensità e vettore dello stesso tali che non si ripetessero mai uguali nello stesso punto, ovvero avessero una tendenza a "curvare" in modo infinito, prelevando poi dinamicamente una parte di flusso per utilizzarlo e nello stesso tempo così anche controllare tutto il fenomeno??!
Pensate a come funziona un vortice e a come si può interpretarlo matematicamente....mumble mumble
Che ne dite sono decisamente da manicomio
o vale la pena di farci un pensiero?!
Ciaooo
P.S: Lasciatemi almeno fare le ferie prima di chiamare la croce verde!!!!!
scusate se mi intrometto, consideratemi come un ragazzino inesperto e incuriosito che con una certa spontaneità fa una sua considerazione magari anche sciocca...

Da qualche tempo leggo le vostre diverse interpretazioni e sperimentazioni in merito al MEG con le varianti di cui io
naturalmente non saprei nemmeno argomentarne una piccola parte, però se posso vorrei darvi uno spunto di riflessione, o se vogliamo chiamarla così, una possibile variazione sul tema:
Supponiamo che che l'universo sia un'enorme distesa di acqua di cui l'acqua stessa rappresenta materia ed energia allo stesso tempo unite e vicendevoli in una sorta di dualità corpo/onda riveduta e corretta per il nostro esempio al fine di rappresentare una sorta di comportamento fra "l'essere e il potenziale di diventare".
In questa massa di acqua ogni forma vivente è una modulazione della stessa, modulazione che prende una forma distinta e precisa ma diversa da qualsiasi altra come accade per esempio per le onde del mare, mostrando quindi il suo stato distinto ma non "statico" di corpo ed energia allo stesso tempo.
In un simile quadro ogni "forma vivente" se così si vuole definire è tale perchè ha un carattere definito ma nello stesso
istante anche "dinamico" che si relaziona con "la parte di fluido" a lei circostante in un continuo scambio che possiamo
chiamare "energetico"; la vita si può quindi assimilare ad una continua composizione ed interazione come succede per il paesaggio disegnato dai flutti e le increspature di un bacino che ha dimensioni tendenti ad infinito come l'universo.
Supponiamo anche che in questo "mare" sia valida ed applicabile una sola e assoluta legge universale: la conservazione di se stesso! Attenzione non parlo di conservazione dell'energia o quant'altro....ripeto "la conservazione di se stesso". Lasciamo stare per ora tutte le considerazioni inerenti alle forze e alle teorie che si possono applicare ad una reale massa d'acqua, consideriamo la sua unica proprietà di esistere e di poter interagire con se stessa.
Un tale "sistema" per potersi "conservare" deve per forza di cose poter mantenere una sorta di "equilibrio" globale perchè all'interno di esso ogni "istante non si trasformi in un'attimo eterno" e quindi un singolo fenomeno non possa accellerare in una reazione a catena unilaterale tendente ad infinito. Immaginate per capire, di vedere sempre questo ipotetico mare....se una delle sue onde potesse prevalere per un tempo "x" senza essere smorzata sulle altre, essa potrebbe crescere a dismisura fino ad assorbire tutta la materia/energia esistente fino ad un teorico "overload" che la farebbe implodere su se stessa come farebbe un'enorme massa d'acqua schiacciata dal suo stesso peso! Capite?
Ciò rappresenterebbe la morte di ogni cosa, la fine di ogni "forma d'onda", come la linea piatta di un'elettrocardiogramma!
Ma se allora io "piccola goccia del mare" una fra miriadi infinite volessi "sfruttare" il fluido che mi circonda cosa dovrei
fare? Dovrei forse inanzitutto considerare che io stessa faccio parte del "sistema" sia in senso totale sia in modo locale
perchè a mia volta sono inserito in uno degli infiniti "sottosistemi" energia/materia all'interno di quello che è il tutto.
Altra cosa importante è come dovrei intendere il fattore "tempo", cioè non come elemento dimensionale ma come elemento "relazionale"; quindi via tutte le teorie che identificano il tempo come la 'quinta dimensione', il "tempo" acquista invece un fine semplificativo per calcolare le relazioni fra lo spazio interposto fra la pluralietà dell'esistere, si pone ovvero come un semplice "operatore matematico" al nostro servizio.
Tornando a noi, dal nostro punto di osservazione, quello di una goccia, l'onda di cui nell'istante "x" noi facciamo parte è a sua volta un "mare" in cui si applicano replicate le stesse leggi del tutto più grande, ma che allo stesso tempo ha sue caratteristiche uniche in ogni istante e quindi una sorta di "indipendenza" relativa; questo perchè agli occhi di questo ipotetico osservatore egli non riesce a spingersi oltre ad un determinato limite.
(Questa è la genialità sublime del "tutto" il suo essere e non essere nello stesso istante! Stupendo! Qualcuno ha preparato tutto e poi gli ha dato un semplice impulso e tutto continua ad espandersi senza fine autoalimentandosi...che sia il creatore??

Inutile quindi tentare di localizzare un'accumulo di energia/materia e mantenerlo oltre il tempo "x" per poi
sfruttarlo perchè questo tentativo verrebbe smorzato con la stessa intensità e modalità con cui è stato instaurato, questo con un meccanismo istantaneo e perfetto; da quì quello che tutti conosciamo e vediamo nei fenomeni fisici e non di ogni giorno, MEG compreso.
Ma se noi ora cambiassimo approccio, se invece di tentare l'impossibile cercando insistentemente di mandare in "crash" il sistema universo per i nostri "microscopici scopi" non tentassimo invece di assecondarlo e da questo trarne vantaggio?!?!


Torniamo al nostro esempio dell'acqua, essa ben rappresenta l'essenza di ciò che ci interessa, infatti come fluido in se
raccoglie tutte le caratteristiche conosciute e sconosciute di quella " energia" che noi tanto aneliamo e bramiamo; vi chiedo, se voi doveste utilizzare la forza dell'acqua per compiere un lavoro come vi comportereste: cerchereste di separarla in altri insiemi spendendo inutili forze o ne sfruttereste la sua energia intrinseca??
La cosa più semplice sarebbe sfruttare il suo naturale comportamento nel sistema semplicemente "inserendosi" in esso come si inserisce una resistenza in un circuito per trarre potenza dallo scorrere della corrente elettrica; una resistenza altro non è infondo che una sorta di "deviatore" di flusso, cioè devia e quindi trasforma un flusso energetico verso e per un'altro scopo e direzione.
Tutti i veri sistemi "eco" oggi esistenti usano infatti questo approccio, si "inseriscono" nel circuito energetico naturale
sfruttando flussi già esistenti ed auto-sostentati come: il sole, le mareee (appunto), il vento, ecc...
(Attenzione, la mia affermazione "auto-sostentati" potrebbe far credere che stò per andarmi a contraddire in seguito, in realtà io credo che l'universo visibile e non visibile si "sostenga" grazie all'impulso che continua a farlo espandere, questo suo infinito moto infatti gli permette di esistere se si fermasse anche un solo istante tutta la sua "meccanica" salterebbe)...
Questo metodo comporta naturalmente la non governabilità assoluta della fonte, ma l'unica opzione nel
miglioramento dei rendimenti di questa "resistenza" per così dire inserita nel flusso; il vantaggio però rimane nella quasi certezza di non compromettere in modo permanente l'equilibrio dell'intero "eco-sistema"!
Purtroppo il metodo più largamente usato attualmente dall'uomo è altamente nocivo perchè consiste nella pura trasformazione di una massa/energia in un'altra senza inserirsi in nessun ciclo e quindi inquinando non solo il nostro sistema ma tutto l'universo in modo propagato per effetto!
Altro metodo "sano" invece potrebbe esserci dato sempre dall'osservazione della natura stessa, più potente ma anche molto più pericoloso e bisognoso di grande saggezza e capacità nell'usarlo:
Creare una deformazione permanente nel "continuo" prelevando parte del flusso derivato per sfruttarlo e mantenere la deformazione stessa formando un loop controllato.
Esempi?
IL TORNADO
IL VORTICE
IL BUCO NERO...
Tutti fenomeni di deformazione semipermanente a grande potenziale intrinseco!
Tesla ci aveva già pensato con il Vortex, ma la natura da sempre utilizza questi medodi per ribilanciare i suoi equilibri anche ad enormi distanze e spostando enormi potenziali, noi sapremmo utilizzare un simile potenza senza fare immani casini??
Mah!!

Comunque....dopo questo delirio post-traumatico da inizio ferie volevo proporre:
Se si riproducesse nelle bobine del MEG un'effetto simile ad un "vortice", cioè se si facesse in modo e quindi se ne
studiasse la metodologia, di creare un campo elettromagnetico dove una parte dell'energia radiante ricavata fosse utilizzata per "deformare" in modo continuo i valori di intensità e vettore dello stesso tali che non si ripetessero mai uguali nello stesso punto, ovvero avessero una tendenza a "curvare" in modo infinito, prelevando poi dinamicamente una parte di flusso per utilizzarlo e nello stesso tempo così anche controllare tutto il fenomeno??!
Pensate a come funziona un vortice e a come si può interpretarlo matematicamente....mumble mumble

Che ne dite sono decisamente da manicomio

Ciaooo

P.S: Lasciatemi almeno fare le ferie prima di chiamare la croce verde!!!!!

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