Buongiorno a tutti.
Da pochi giorni tecnici abilitati hanno installato un'accoppiata caldaia a legna - puffer. Però molti particolari nell'impianto non mi convincono. Questa volta vorrei fare da solo e apportare i necessari correttivi che vorrete suggerirmi. Come da immagine, descriverò il sistema e poi indicherò le problematiche.
La caldaia è a legna, tradizionale (non a fiamma inversa), la fokolus della unical, nella versione da 30 KW come potenza utile. La caldaia è molto basica e la centralina che la comanda lo è ancora di più. Sostanzialmente il circolatore che porta l'acqua al puffer, un dab evosta 2 (Q max: 3,6 m3/h; H max: 6,9 m), parte alla temperatura impostata e prosegue, indipendentemente dalla temperatura del puffer. Alla caldaia è collegato un vaso di espansione aperto.
Il puffer è un multipower plus della Unical, da 800 lt. , a stratificazione, teoricamente progettato per il solare e non so quanto idoneo alle mie esigenze. È montato in un altro locale al piano inferiore. Le tubature di collegamento, in rame da 28 mm, coprono una distanza di circa 20 mt. Dispone di 3 serpentini. Quello inferiore è per "fonte di integrazione aggiuntiva" (attualmente collegato alla caldaia), da 2,5 mq e una potenza assorbita di 63 KW. Quello superiore, non allacciato, è nelle istruzioni destinato al solare (che non ho e non ho intenzione di installare), ha una superficie di 2,0 mq e una potenza assorbita di 42 Kw. C'è poi il serpentino sanitario, da 3,38 mq e 58 KW.
All'interno del puffer c'è l'acqua tecnica, che un altro circolatore dab evosta 2, collegato a una centralina identica a quella della caldaia, manda ai termosifoni.
All'acqua tecnica del puffer è collegato un vaso di espansione chiuso.
L'impianto radiante vede pesanti termosifoni in ghisa, senza valvole termostatiche, collegati in parallelo da 2 tubi di acciaio coibentati. Non ci sono collettori per la mandata e ritorno. L'impianto è degli anni '60 e può servire 2 appartamenti. Tra i due appartamenti ci sono delle valvole di intercettazione che possono separare l'impianto facendo sì che possano funzionare separatamente con le proprie caldaie a gas. Il primo appartamento servito, il principale, ha elementi per circa 17 Kw, il secondo per circa 9Kw. Immagino che questa sia una misura relativa. La casa è vecchia, con pesanti dispersioni termiche e con una volumetria importante (non tanto per la superficie, quanto per i soffitti alti).
L'idea era quella di riscaldare il primo appartamento e, solo nelle mezze stagioni, anche il secondo.
E ora le problematiche.
1) La caldaia si surriscalda velocemente. Non so se sia lei ad essere particolarmente esuberante o sovradimensionata, ma non credo, o più probabilmente ha difficoltà a cedere energia al puffer. Fatto sta che raggiunge temperature altissime facilmente, soprattutto dopo l'accensione, anche se il puffer è a malapena a 30°-40° e la temperatura di ritorno, prima della VAC, è giusto tiepida. Dalla corretta temperatura d'esercizio, circa 80° finisce per superare in un attimo i 95° (la centralina emette il classico suono di allarme) ed è arrivata fino a sfiorare i 120°, col vaso aperto in piena ebollizione e sbuffante vapore come una locomotiva a carbone. Le cause potrebbero essere:
La caldaia dispone inoltre di uno scambiatore di sicurezza termica con relativi attacchi sul retro. Purtroppo questo scambiatore non è stato allacciato. Poiché nella zona, col maltempo, manca spesso l'energia elettrica, ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto dal tecnico che la legge non obbliga a collegare quel sistema di sicurezza per quella potenza della caldaia (30Kw), ma solo per quelle più potenti, e poi "che la caldaia era in grado di regolarsi da sola attraverso il regolatore di tiraggio e non ce n'era quindi bisogno". Va da sé che quanto prima provvederò io stesso a implementarlo.
2) La valvola anticondensa è tarata a 50°, mi sembra inadeguata. Quale dovrebbe essere quella più idonea, da 60°? O forse anche da 65°? Mi conviene sostituirla, vero? E che differenza c'è tra una VAC pura e semplice e un gruppo ( o pompa) di ricircolo? Quale mi servirebbe?
3) Come migliorare lo scambio termico nel puffer e la velocità di riscaldamento dei termosifoni?
È meglio collegare la caldaia alla resistenza inferiore, leggermente più grande, o a quella superiore, prevista per il solare, di poco più piccola ma più in alto? E se collegassi i due serpentini, l'inferiore e il superiore, in serie? E se invece invertissi i circuiti, con l'acqua tecnica tra caldaia e puffer, e termosifoni collegati a uno o a entrambi i serpentini? Migliorerei così lo scambio termico?
Poiché l'acqua della caldaia finisce in un serpentino e i due circuiti sono quindi separati, suppongo non sia possibile effettuare un collegamento alla tedesca che permetta di riscaldare prima i termosifoni e solo dopo immagazzinare le eccedenze di energia.
In questo momento la mandata dei termosifoni pesca a metà o poco più del puffer, immagino per preservare la riserva di acs. In realtà dell'acs poco mi importa, e sfruttare quell'acqua lì in alto non mi dispiacerebbe. Purtroppo questo non mi è stato possibile, perché le bocche superiori del puffer, da 1-1/2", sono progettati per "entrata caldaia". Credo cioè che servano a collegarvi un'altra caldaia a gas. Sostanzialmente possono funzionare come ingresso e non uscita, perché dalla parte interna della bocca c'è una sorta di coperchio di metallo fissato a una cerniera, e idoneo quindi a permettere l'ingresso, ma non l'uscita. Posso eventualmente rompere questo tappo (non so come) e collegare la mandata dei termosifoni in alto?
4) Suppongo sia poi possibile montare un comune miscelatore termostatico per regolare la temperatura della mandata dei termosifoni. Ma esattamente quale, di che tipo? ce n'è uno regolabile che mi permetta di variare la temperatura massima tra i 50° e 65°?
5) È corretto che la pompa di circolazione che dal puffer serve i termosifoni sia settata per funzionare secondo il sistema a pressione differenziale costante? Le istruzioni della pompa consigliano per un impianto di radiatori classici, senza valvole termiche, il sistema a curva fissa. O quantomeno il sistema a pressione differenziale proporzionale.
6) Eccesso di fumo e fuliggine.
Le istruzioni della caldaia prevedono che non si debba aprire il portello di carico durante la combustione. La nuova legna dovrebbe essere introdotta solo dopo che della precedente non siano rimasti che delle braci. Nella pratica questo non sempre è possibile. Ma anche a voler rispettare le indicazioni, quando comunque si introduce legna fresca (ma anche quando lo si accende) dal portello escono quantità immonde di fumo e fuliggine. Anche azionando il by-pass, il fumo fuoriesce. La canna fumaria è in inox 200mm interamente coibentata. Alta solo poco più di 4 mt, con 2 curve da 45, nessun tratto orizzontale. Credo che la causa non sia cmq la canna. Quest sembra funzionare bene, la combustione è corretta, con cenere sottile e pochi resti solidi. Poco fumo al comignolo, quasi invisibile a temperature di funzionamento e di colore bianco. Credo sia proprio una rogna della caldaia. Mi chiedo se si possa ovviare integrando nella canna fumaria un estrattore fumi elettrico, magari da accendere solo durante l'apertura del portello. Esistono estrattori che si possano montare a metà della canna o ci sono solo i comignoli tirafumo come i gemi e i vortice?
7) Per ultimo, esiste una centralina che possa governare separatamente i due circolatori e sia connessa al wifi? Non mi dispiacerebbe avere sul telefono il controllo delle temperature, la possibilità di spegnere il circolatore dell'impianto quando non serve (sempre cmq a caldaia spenta o in fase di esaurimento) e magari mi invii anche messaggi di avviso relativi a eventuali sovratemperature.
Questo è tutto. Mi scuso per essermi dilungato e spero che qualcuno possa dirimere i miei tanti dubbi, suggerire correttivi o anche la sostituzione di qualche elemento inadeguato.
Grazie per l'attenzione.

Da pochi giorni tecnici abilitati hanno installato un'accoppiata caldaia a legna - puffer. Però molti particolari nell'impianto non mi convincono. Questa volta vorrei fare da solo e apportare i necessari correttivi che vorrete suggerirmi. Come da immagine, descriverò il sistema e poi indicherò le problematiche.
La caldaia è a legna, tradizionale (non a fiamma inversa), la fokolus della unical, nella versione da 30 KW come potenza utile. La caldaia è molto basica e la centralina che la comanda lo è ancora di più. Sostanzialmente il circolatore che porta l'acqua al puffer, un dab evosta 2 (Q max: 3,6 m3/h; H max: 6,9 m), parte alla temperatura impostata e prosegue, indipendentemente dalla temperatura del puffer. Alla caldaia è collegato un vaso di espansione aperto.
Il puffer è un multipower plus della Unical, da 800 lt. , a stratificazione, teoricamente progettato per il solare e non so quanto idoneo alle mie esigenze. È montato in un altro locale al piano inferiore. Le tubature di collegamento, in rame da 28 mm, coprono una distanza di circa 20 mt. Dispone di 3 serpentini. Quello inferiore è per "fonte di integrazione aggiuntiva" (attualmente collegato alla caldaia), da 2,5 mq e una potenza assorbita di 63 KW. Quello superiore, non allacciato, è nelle istruzioni destinato al solare (che non ho e non ho intenzione di installare), ha una superficie di 2,0 mq e una potenza assorbita di 42 Kw. C'è poi il serpentino sanitario, da 3,38 mq e 58 KW.
All'interno del puffer c'è l'acqua tecnica, che un altro circolatore dab evosta 2, collegato a una centralina identica a quella della caldaia, manda ai termosifoni.
All'acqua tecnica del puffer è collegato un vaso di espansione chiuso.
L'impianto radiante vede pesanti termosifoni in ghisa, senza valvole termostatiche, collegati in parallelo da 2 tubi di acciaio coibentati. Non ci sono collettori per la mandata e ritorno. L'impianto è degli anni '60 e può servire 2 appartamenti. Tra i due appartamenti ci sono delle valvole di intercettazione che possono separare l'impianto facendo sì che possano funzionare separatamente con le proprie caldaie a gas. Il primo appartamento servito, il principale, ha elementi per circa 17 Kw, il secondo per circa 9Kw. Immagino che questa sia una misura relativa. La casa è vecchia, con pesanti dispersioni termiche e con una volumetria importante (non tanto per la superficie, quanto per i soffitti alti).
L'idea era quella di riscaldare il primo appartamento e, solo nelle mezze stagioni, anche il secondo.
E ora le problematiche.
1) La caldaia si surriscalda velocemente. Non so se sia lei ad essere particolarmente esuberante o sovradimensionata, ma non credo, o più probabilmente ha difficoltà a cedere energia al puffer. Fatto sta che raggiunge temperature altissime facilmente, soprattutto dopo l'accensione, anche se il puffer è a malapena a 30°-40° e la temperatura di ritorno, prima della VAC, è giusto tiepida. Dalla corretta temperatura d'esercizio, circa 80° finisce per superare in un attimo i 95° (la centralina emette il classico suono di allarme) ed è arrivata fino a sfiorare i 120°, col vaso aperto in piena ebollizione e sbuffante vapore come una locomotiva a carbone. Le cause potrebbero essere:
A) Circolatore tra caldaia e puffer. Sia perché montato a rovescio, nonostante l'esplicito divieto presente nelle istruzioni (aspira da sopra e credo non riesca a smaltire correttamente le bolle d'aria). Sia perché è stato settato affinché funzioni col sistema a pressione differenziale costante, nella velocità più bassa. La pompa è montata a rovescio, sulla mandata, perché non c'era effettivamente altro modo. Però io potrei allungare la mandata di un metro e montarla in orizzontale (posizione ammessa). Potrei inoltre montarla vicino al puffer, sia alla mandata che al ritorno. Quanto alla curva, ne ho impostato una fissa, a velocità media o massima. C'è stato qualche beneficio, ma non è bastato. Aggiungo che al raggiungere di una temperatura di 95°-100° il circolatore va in blocco e non c'è verso di farlo funzionare e questo comporta un ulteriore innalzamento delle temperature. È normale questo?
B) Regolatore di tiraggio (Thermomat RT-C). Al raggiungimento della temperatura scelta, 80°, abbassa e chiude il portellino di aerazione primario. Questo elemento sembra funzionare e credo sia ben settato, perché al raggiungimento della temperatura impostata effettivamente lo sportellino risulta chiuso o quasi (un paio di millimetri di luce ci sono sempre). Il punto è che è lento a reagire e comunque anche a tiraggio completamente chiuso la temperatura non cala certo in tempi rapidi e può raggiungere picchi importanti. Ma non credo sia questa la causa.
C) Serpentino di scambio. Quello che sorprende è che la caldaia si surriscalda mentre il puffer è relativamente freddo(30°-40° nella parte centrale). Mi sono chiesto se il serpentino fosse troppo piccolo, ma in realtà l'acqua di ritorno ha un delta di circa 10-12° (misura effettuata con termometro laser cinese e non in grado di bilanciare l'emissività dei metalli, pertanto da prendere con beneficio d'inventario). Quale dovrebbe il delta corretto?
La caldaia dispone inoltre di uno scambiatore di sicurezza termica con relativi attacchi sul retro. Purtroppo questo scambiatore non è stato allacciato. Poiché nella zona, col maltempo, manca spesso l'energia elettrica, ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto dal tecnico che la legge non obbliga a collegare quel sistema di sicurezza per quella potenza della caldaia (30Kw), ma solo per quelle più potenti, e poi "che la caldaia era in grado di regolarsi da sola attraverso il regolatore di tiraggio e non ce n'era quindi bisogno". Va da sé che quanto prima provvederò io stesso a implementarlo.
2) La valvola anticondensa è tarata a 50°, mi sembra inadeguata. Quale dovrebbe essere quella più idonea, da 60°? O forse anche da 65°? Mi conviene sostituirla, vero? E che differenza c'è tra una VAC pura e semplice e un gruppo ( o pompa) di ricircolo? Quale mi servirebbe?
3) Come migliorare lo scambio termico nel puffer e la velocità di riscaldamento dei termosifoni?
È meglio collegare la caldaia alla resistenza inferiore, leggermente più grande, o a quella superiore, prevista per il solare, di poco più piccola ma più in alto? E se collegassi i due serpentini, l'inferiore e il superiore, in serie? E se invece invertissi i circuiti, con l'acqua tecnica tra caldaia e puffer, e termosifoni collegati a uno o a entrambi i serpentini? Migliorerei così lo scambio termico?
Poiché l'acqua della caldaia finisce in un serpentino e i due circuiti sono quindi separati, suppongo non sia possibile effettuare un collegamento alla tedesca che permetta di riscaldare prima i termosifoni e solo dopo immagazzinare le eccedenze di energia.
In questo momento la mandata dei termosifoni pesca a metà o poco più del puffer, immagino per preservare la riserva di acs. In realtà dell'acs poco mi importa, e sfruttare quell'acqua lì in alto non mi dispiacerebbe. Purtroppo questo non mi è stato possibile, perché le bocche superiori del puffer, da 1-1/2", sono progettati per "entrata caldaia". Credo cioè che servano a collegarvi un'altra caldaia a gas. Sostanzialmente possono funzionare come ingresso e non uscita, perché dalla parte interna della bocca c'è una sorta di coperchio di metallo fissato a una cerniera, e idoneo quindi a permettere l'ingresso, ma non l'uscita. Posso eventualmente rompere questo tappo (non so come) e collegare la mandata dei termosifoni in alto?
4) Suppongo sia poi possibile montare un comune miscelatore termostatico per regolare la temperatura della mandata dei termosifoni. Ma esattamente quale, di che tipo? ce n'è uno regolabile che mi permetta di variare la temperatura massima tra i 50° e 65°?
5) È corretto che la pompa di circolazione che dal puffer serve i termosifoni sia settata per funzionare secondo il sistema a pressione differenziale costante? Le istruzioni della pompa consigliano per un impianto di radiatori classici, senza valvole termiche, il sistema a curva fissa. O quantomeno il sistema a pressione differenziale proporzionale.
6) Eccesso di fumo e fuliggine.
Le istruzioni della caldaia prevedono che non si debba aprire il portello di carico durante la combustione. La nuova legna dovrebbe essere introdotta solo dopo che della precedente non siano rimasti che delle braci. Nella pratica questo non sempre è possibile. Ma anche a voler rispettare le indicazioni, quando comunque si introduce legna fresca (ma anche quando lo si accende) dal portello escono quantità immonde di fumo e fuliggine. Anche azionando il by-pass, il fumo fuoriesce. La canna fumaria è in inox 200mm interamente coibentata. Alta solo poco più di 4 mt, con 2 curve da 45, nessun tratto orizzontale. Credo che la causa non sia cmq la canna. Quest sembra funzionare bene, la combustione è corretta, con cenere sottile e pochi resti solidi. Poco fumo al comignolo, quasi invisibile a temperature di funzionamento e di colore bianco. Credo sia proprio una rogna della caldaia. Mi chiedo se si possa ovviare integrando nella canna fumaria un estrattore fumi elettrico, magari da accendere solo durante l'apertura del portello. Esistono estrattori che si possano montare a metà della canna o ci sono solo i comignoli tirafumo come i gemi e i vortice?
7) Per ultimo, esiste una centralina che possa governare separatamente i due circolatori e sia connessa al wifi? Non mi dispiacerebbe avere sul telefono il controllo delle temperature, la possibilità di spegnere il circolatore dell'impianto quando non serve (sempre cmq a caldaia spenta o in fase di esaurimento) e magari mi invii anche messaggi di avviso relativi a eventuali sovratemperature.
Questo è tutto. Mi scuso per essermi dilungato e spero che qualcuno possa dirimere i miei tanti dubbi, suggerire correttivi o anche la sostituzione di qualche elemento inadeguato.
Grazie per l'attenzione.
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