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Metodi sperimentali

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  • #31
    CITAZIONE
    Ciao a tutti!

    Preciso il discorso sulla disuguaglianza di Cauchy-Schwarz.
    Ipotesi: f(t) e g(t) sono due funzioni di variabile reale a valori complessi;
    f(t) e g(t) sono a energia finita, ovvero integrale[ |f(t)|2, dt, -inf, inf ] < inf e integrale[ |g(t)|2, dt, -inf, inf ] < inf;
    K è una costante arbitraria reale;

    Tesi: | integrale[ f(t)·g(t), dt, -inf, inf ] |2 =< integrale[ |f(t)|2, dt, -inf, inf] · integrale[ |g(t)|2, dt, -inf, inf] ,
    dove il segno di uguale vale se e solo se f(t) = K·ComplessoConiugato[g(t)].

    Caro Wechselstrom,
    continuo a complimentarmi con te per la tua familiarità con la matematica.
    Non frequento abitualmente gli spazi hilbertiani, e non mi muovo così a mio agio nel campo del funzioni a variabili complesse, data la mia limitata conoscenza della materia, ma nonostante ciò posso affermare che

    1) quanto affermi nella frase sotto riportata non è corretto.

    CITAZIONE
    Inviato il: 6/6/2007, 10:17
    --------------------------------------------------------------------------------

    CITAZIONE (Wechselstrom @ 5/6/2007, 15:13)CITAZIONE (skeptic @ 5/6/2007, 13:41)L'integrale di una funzione elevata al quadrato non si discosta granché (è maggiore o uguale, aggiungo io) dal quadrato dell'integrale della funzione

    Skeptic, questa conclusione, a cui sei giunto, non è altro che un caso particolare (ponendo una delle due funzioni coinvolte uguale a 1) della disuguaglianza

    2) Riguardo alla tua espressione della disuguaglianza di C S.
    Per portami in terreni un po' più familiari, mi limito a considerare le funzioni reali a variabili reali, (comprese tra quelle più generali di variabile complessa)
    Mi sembra restrittiva la limitazione di avere un valore finito per l'integrale della funzione estesa a tutto il campo di esistenza. Ovvero, penso che la limitazione debba essere applicata al campo in cui vogliamo applicare la disuguaglianza. In parole povere, se la funzione è per esempio f(x)=x l'integrale di |x| da -inf a + inf è = inf, ma se limitiamo lo studio della funzione nell'intervallo da 0 a 1 possiamo applicare la disuguaglianza ad una sola funzione, che in modo corretto vale (fatti salvi i requisiti della disuguaglianza di C S):

    L'integrale di una funzione elevata al quadrato è minore o uguale del prodotto del quadrato dell'integrale della funzione per la variabile di integrazione

    Ma poichè questa affermazione ha solo una somiglianza con il nostro caso di integrazione di potenza, mi sembrerebbe opportuno abbandonare le escursioni nella disuguaglianza di C S, e tornare a noi.

    Come avevo promesso, ho calcolato l'errore nel caso della funzione a "denti di sega", con ovvero f(x) = x nell'intervallo da zero a uno, e analogamente quella f(x) = sen x nello stesso intervallo, e ho trovato nel primo caso una differenza del 33% e nel secondo del 25 % tra l'integrale del quadrato e il quadrato dell'integrale.
    A questo punto mi sento di affermare che almeno per il problema che ci interessa,
    l'affermazione :

    L'integrale di una funzione elevata al quadrato non si discosta granchè dal quadrato dell'integrale della funzione

    o quella inizialmente affermata da ElettroRik:
    CITAZIONE
    ....rilevando uno sfasamento V-I molto contenuto, o addirittura quasi nullo, il prodotto degli integrali non si discosterebbe granchè dall'integrale dei prodotti

    è da ritenersi troppo vaga per la soggettività del termine "non si discosterebbe granchè" e quindi piuttosto inutile.

    Riguardo poi alle varie affermazioni di ElettroRik, ne prendo solo una, pertinente a questo caso:

    CITAZIONE
    Una regola base dell'elettrotecnica dice che il valore efficace RMS della potenza è pari al prodotto del valore RMS di tensione per l'RMS della corrente.

    e vorrei far presente che:
    CITAZIONE
    Nel mondo anglosassone il valore efficace è definito RMS, dalle parole Root Mean Square, radice della media dei quadrati. L'algoritmo di calcolo infatti è il seguente:

    Il segnale viene campionato istante per istante per tutta la durata di un periodo. Maggiore è il numero di valori acquisiti nel tempo, migliore è la precisione del risultato;
    Ciascun valore è elevato al quadrato. Questo comporta la perdita di segno dei valori negativi;
    Viene calcolata la media dei precedenti dati;
    Il valore efficace è dato dalla radice quadrata della media precedentemente calcolata.

    che mi sembra un procedimento ben diverso da quello da te ventilato, sia pure nei limiti della "non granchè grande" differenza.

    Inoltre:

    CITAZIONE
    Molti strumenti di misura, tra cui i multimetri più economici, sono calibrati per mostrare il valore efficace in funzione del valore medio di una tensione sinusoidale raddrizzata. Il metodo funziona bene se il segnale ha forma d'onda perfettamente sinusoidale, ma da risultati completamente errati se il segnale è distorto oppure ha una forma d'onda non sinusoidale o presenta una corrente continua sovrapposta. L'errore aumenta con l'aumentare della ricchezza in armoniche del segnale.

    Alcuni strumenti sono in grado di operare il calcolo del valore efficace vero, campionando il segnale ed eseguendo i calcoli in tempo reale. Questi apparecchi sono contraddistinti dalla sigla true RMS.

    La misura del valore efficace è assicurata però entro una determinata banda passante, compresa entro la frequenza di campionamento dell'apparecchio (vedi Teorema del campionamento di Nyquist-Shannon). Segnali complessi, con rapidi fronti di salita o discesa, hanno un contenuto armonico elevato. Se le armoniche superiori superano la frequenza massima gestibile dallo strumento, il valore efficace misurato risulta errato.

    Tutte queste cose, ovviamente, le sai, ma da quello che scrivi puoi indurre a conclusioni errate chi non è così esperto come te.
    Salvatore



    Edited by skeptic - 8/6/2007, 12:50

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    • #32
      image
      Da qui si vede bene come, assumendo un'alimentazione composta da una componente continua a 250V + un segnale alternato sinusoidale di ampiezza 20Vpp alla frequenza di 1kHz e modulato in frequenza a 100Hz, (il colore verde) ne risulti quanto segue:

      Blu scuro=> Rcella[p]: Valore medio della potenza effettivamente calcolato dal simulatore.

      Rosso=>10000*(avg(v1)-avg(v2))*avg(v2): Prodotto dei valori medi moltiplicato per 10^4 (dato che V1 ed V2 sono divise per 100)

      Viola =>10000*avg((v1-v2)*v2): Valore medio del prodotto istantaneo di (v1-v2) x v2 e moltiplicato per 10^4.

      La differenza tra Rosso e Viola è di 1Watt su 311Watt di valore medio.

      L'errore dovuto alla differenza tra la potenza realmente dissipata (linea Blu) e il valore calcolato con il metodo migliore, l'integrale del prodotto (linea Viola) è esattamente IL TRIPLO.

      Con questo mi auguro di aver fugato ogni dubbio sulla modesta entità dell'errore indotto con questo metodo di misura, almeno in caso di sfasamento contenuto tra tensione e corrente o, come diceva Wech, di comportamento tendenzialmente resistivo della cella.

      C.V.D. <img src=">
      "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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      • #33
        CITAZIONE
        L'errore dovuto alla differenza tra la potenza realmente dissipata (linea Blu) e il valore calcolato con il metodo migliore, l'integrale del prodotto (linea Viola) è esattamente IL TRIPLO.

        Caro ElettroRik,
        riservandomi commenti ulteriori sull'interassante esperienza da te pubblicata, ti faccio notare che la frase suddetta proverebbe un difetto del tuo strumento, o delle impostazioni inserite, perchè spero almeno converrai che il "valore calcolato con il metodo migliore", dovrebbe essere esatto (come forse ti mostrerò con il calcolo manuale) altrimenti non sarebbe "il metodo migliore.
        Inoltre dal grafico non si evidenziano le differenze sostenute, probabilmente per la scarsa leggibilità delle tre tracce. Converrebbe presentarle ingrandendo la scala dopo sottrazione di una costante.
        Un piccolo dettaglio. La sinusoide a 1 KHz è modulata a 100 Hz o a 100 KHz?
        Grazie.
        Salvatore

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        • #34
          Caro ElettroRik,
          ti rispondo con qualche ritardo dovuto alla stesura di un piccolo programma per il calcolo numerico del valore efficace della sinusoide
          modulata, i cui risultati ti mostrerò in calce.
          Non considerando la modulazione, il problema può essere trattato analiticamente,e te ne mostro subito le conclusioni.
          Intanto è subito possibile semplificare il trattamento matematico considerando trascurabile la riduzione di resistenza dovuta al parallelo di 1 mega + 10K sulla resistenza della cella pari a 200 ohm. Il calcolo esatto la porta a 199.96 ohm, diversa solo per lo 0.02%!
          analogamente possiamo attribuire ai capi della resistenza della cella tutta la tensione del geeneratore, a meno dello 0.005%.

          Premesso questo, la tensione del generatore può essere espressa dalla formula:

          V(t) = 250 + 10sen(t) volt

          e la corrente nella cella di resistenza 200 ohm

          I(t) = 1.25 + 0.05 sen(t) ampere

          La potenza istantanea sarà W(t) =V(t)*I(t) ovvero

          W(t) = 250*1.25 + 250*0.05 sen(t)+ 1.25*10sen(t) + 0.05*10*sen2(t) watt

          ed eseguendo le operazioni e raccogliendo

          W(t) = 312.5 + 25 *sen(t) + 0.5*sen(t)sen(t) watt

          Per avere la potenza media dovremo integrare e dividere per l'intervallo di integrazione e abbiamo, integrando su un periodo da 0 a 2pigreco e dividendo per 2pigreco

          Wmedio = 312.5 + 0.25 = 312.75

          Questo valore, mi sembra in buon accordo con il valore della "potenza realmente dissipata" presentata nel tuo grafico.

          I due termini che danno la potenza media possono essere interpretati anche com il contributo della componente continua, che è 250*250/200 =312.5 watt, e quello della componente alternata che come valore efficace ha 0.707*10= 7.07 volt e dissipa 7.07^2/200 = 0.25 watt

          La media della tensione e quella della corrente non risentono della componente alternata, in quanto la sinusoide dà un contributo nullo se integrata in un periodo, e quindi la potenza calcolata in tal modo risulta quella dovuta alla sola componente continua, ovvero 312.5 Watt.
          La differenza con il valore corretto è piuttosto bassa, ovvero 0.25 watt, ma considerando che anche la potenza dovuta all'alternata è bassa, questo non ci consola granchè.
          Infatti, se la componente alternata cresce, cresce anche il suo contributo, e così pure l'errore della misura ottenuta dalla media della tensione.
          Se per esempio ai 250 volt di continua si aggiunge un'alternata di 125 volt pp, corrispondente a 0.707*62.5 = 44.2 volt la potenza dissipata media sarà:

          Wmedio = 312.5 + 44.22/200 = 312.5 + 9.77 = 322.27 watt (errore % = 100*9.77/322.7= 3%, ancora contenuto)

          ma se l'escursione della tensione alla cella passa per lo zero, come più volte dichiarato

          W medio = 312.5 + 176.752/200 = 312.5 + 156.20= 468.70watt (errore% = 100*156.20/468.70= 33.3%, decisamente grande)

          e anche maggiori se la componente alternata supera quella continua.

          Per concludere, la misura della potenza media utilizzando la media della tensione è accettabile per valori molto ridotti della componente
          alternata rispetto a quella continua, quindi converrà definire un po' più esattamente, e non con affermazioni vaghe e talvolta contradditorie, l'entità di tale componente.

          Infine, dal programma che ho sviluppato mi risulta (da confermare), che il fattore necessario per convertire la tensione alternata in tensione efficace ha questo andamento:

          FUNZIONE FATTORE

          sen (x) 0.707
          sen (x)sen(x) 0.611
          sen(x)sen(2x) 0.500
          ..
          sen(x)sen(nx) 0.500

          Non so al momento perchè il fattore resti costante per la funzione sen(x) modulata da armoniche superiori.

          Salvatore

          Edited by skeptic - 9/6/2007, 17:45

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          • #35
            CITAZIONE
            Volevo infine commentare l'affermazione di Skeptic

            CITAZIONE (Skeptic @ , )l'impedenza della cella non potrà mai essere inferiore a quella della resistenza ohmica della soluzione di carbonato potassico

            Nella cella avviene un passaggio dalla fase liquida a quella di plasma che coinvolge, almeno in parte, lo spazio fra gli elettrodi. Se è lecito paragonare il plasma nella cella a quello che si ottiene da un gas, allora forse si verificano dei fenomeni analoghi per quanto riguarda la conduzione elettrica. Ad esempio, in regime di scarica a bagliore normale (in un "gas") la resistenza è pressoché nulla, cioè di gran lunga minore rispetto a quella che si aveva in fase gassosa.

            Caro Wechselstrom,
            forse non hai considerato che anche se il plasma avesse resistenza nulla, tra il catodo e l'anodo c'è di mezzo l'elettrolita.
            Dal punto di vista elettrico la cella si può semplificare come una resistenza (quella dell'elettrolita) con in parallelo una capacità, dovuta ai due elettrodi con interposto l'elettrolita. Per motivi costruttivi, visto che tra anodo e catodo c'è sempre una certa distanza, se non altro per non far scoccare l'arco tra gli stessi elettrodi, questa capacità non dovrebbe essere molto grande, e gli esperti elettronici in ascolto potrebbero agevolmente valutarla almeno approssimativamente.
            Se tale calcolo non è possibile, dovremo fidarci delle dichiarazioni fatte:

            Da ElettroRik:

            CITAZIONE
            Con questo mi auguro di aver fugato ogni dubbio sulla modesta entità dell'errore indotto con questo metodo di misura, almeno in caso di sfasamento contenuto tra tensione e corrente o, come diceva Wech, di comportamento tendenzialmente resistivo della cella.

            CITAZIONE
            Ora, dato che le 'escursioni' di tensione e corrente a regime stabilizzato sono minime, il loro valore RMS si avvicinerà molto alla componente continua di cui il segnale è costituito per oltre il 95%.

            ma precedentemente, ancora da ElettroRik:

            CITAZIONE
            Spero tu sappia quanto sia sbagliata questa affermazione. L'assodata presenza dell'effetto condensatore la smentisce di brutto!

            CITAZIONE
            CITAZIONEBene, indicami dove trovare descritto questo effetto "condensatore", e se il caso modificherò la mia affermazione.

            Risposta teoria: questo forum stesso. Ci sono decine di post a riguardo. Anche Iorio e Cirillo lo citano nel loro modello, se non erro.
            Risposta pratica: le oscillazioni che la cella induce.

            CITAZIONE
            La cella ha dei 'picchi' a bassissima impedenza che forzerebbero una caduta di tensione che i generatori, in molti casi, salvo forse costosissimi alimentatori stabilizzati (che a tensioni alte sono rari) non sarebbero in grado di evitare.

            e anche da OggettoVolanteIdentificato, che mi sembra d'accordo con quest'ultima visione:
            CITAZIONE
            Ma se immergi due lamine di rame in acqua,saranno investite da tutta la radiofrequenza possibile,sviluppando un campo elettrico alternato tra una faccia di rame e l'altra.Hai immerso un antenna dipolare di rame in un ambiente perturbato elettromagneticamente (hai presente il cucchiaino nel microonde,che scoppietta e scintilla ?) Temo che si sfalsi l'accumulo di rame su una lastra,perchè il voltametro è utilissimo laddove vi sia elettrolisi in D.C., e poco sfruttabile in prossimità di un plasma generatore di armoniche radio.L'acqua è investita da radiofrequenza oltrechè da correnti ioniche.

            E qui mi fermo.
            Allora, si può avere un'opinione unica e non una che fa comodo alla dialettica del momento?

            Temendo che questo sia piuttosto difficile, propongo di studiare, specialmente da parte di chi possiede un programma simulatore, un primo modello semplificato del sistema alimentatore-cella, che ho in mente ma non so come inserire graficamente, per cui lo descrivo.

            Si tratta di un circuito ad una maglia, in cui l'alimentatore è schematizzato come un generatore a cc, un'induttanza(quella del trasformatore), una resistenza in serie (comprendente quella dei fili del tr, di quella dei diodi ecc.) e una capacità , mentre la cella è un elemento con caratteristiche di resistenza negativa con in parallelo alla capacità presentata dai due elettrodi separati dall'elettrolita, e in serie una resistenza (quella dell'elettrolita).
            Si dovrebbe calcolare, o verificare dal simulatore, quali sono le condizioni di stabilità di un tale sistema, e nel caso di oscillazioni, la loro distribuzione spettrale.

            Speriamo che qualcuno raccolga, invece di opporre, come spesso successo, argomentazioni polemiche.
            Salvatopre






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            • #36
              Dunque, dopo decine di post ed altrettanti voli pindarici (dalla dubbia utilit&agrave vedo che abbiamo appurato che, sottostando al regime tipico della cella che siamo abituati a trattare nei nostri esperimenti, ovvero:

              1) Alimentazione con 180-220Vac raddrizzati (250-300Vcc) e livellati con abbondante (>1000uF) capacità
              2) Filtro LC anti RF sul catodo
              3) Correnti dell'ordine di 0,5 - 2A (e conseguenti potenze)
              4) Accorgimenti pratici atti ad evitare forti pulsazioni ed instabilità (che portano sfasamenti ed errori di misura)

              Abbiamo un sistema che presenta una forte componente continua per il quale è possibile eseguire una stima della potenza applicata misurando le cadute di tensione sul partitore e sullo shunt tramite un voltmetro galvanico o un multimetro più capacità in parallelo.
              Ovviamente bisogna accertarsi che il sistema sia in regime 'stabile'. Questo si può fare facilmente osservando le lancette di Voltmetro ed Amperometro, che risulteranno quasi immobili.

              Detto ciò, ecco alcune precisazioni:

              - nella simulazione di cui sopra V0 è una portante a 1khz modulata a 100Hz.

              - l'errore di 3W su 313W (meno del 1%) è dovuto al fattore arrotondamenti (c'è un fattore 10^4 di mezzo). Ovviamente è errata la linea viola, perchè SPICE fa i conti su 4 ordini di grandezza sotto e poi moltiplica alla fine per 10.000; ovviamente, a parte pignoleria inutile, non cambia concettualmente un bel niente.

              - Wech non ha dimenticato nulla; tra il catodo e l'anodo NON c'è di mezzo l'elettrolita. C'è il velo di vapore, attraverso cui scocca l'arco, ed in tale istante l'anodo realmente attivo è costituito dall'affollamento ionico che circonda il catodo. Questo spiega la regione a resistenza negativa che innesca le oscillazioni. In tale frazione di tempo il condensatore costituito da CATODO/VAPORE/IONI si scarica istantaneamente, per poi ricaricarsi con nuovi ioni. Probabilmente ciò avviene in maniera randomica e distribuita spazialmente sulla superficie che 'fascia' il catodo esposto all'elettrolita. Tale casualità dà origine alle armoniche praticamente infinite o, se vogliamo dirla in un altro modo, ad un segnale la cui componente alternata assomiglia ad un rumore bianco. Non risultano particolari risonanze, se non a bassissime frequenze e dovute a fenomeni meccanici di bolle, eccetera. Però questo aspetto andrebbe indagato maggiormente con un bell'Analizzatore di Spettro come si deve (e che costa decine di mila-euro).

              - paradossalmente però è anche vero il contrario: anche se istantaneamente ci possono essere dei picchi a bassissima resistenza elettrica, l'impedenza media della cella è molto più alta in regime di plasma che in elettrolisi come valore medio.

              - la complessità di realizzazione del modello per la simulazione non è certamente mai stata quella di identificare le componenti esterne alla cella. Quello che manca è il modello matematico della regione catodo/vapore/ioni. Su questo aspetto sì che chi si diverte a cimentarsi in acrobazie neurali, dovrebbe lavorare. Ecco. questo sarebbe una cosa davvero utile.

              Le altre sono tutte cose che è difficile comprendere se non si 'tocca con mano'. E le apparenti contraddizioni sono invece una conferma di quanto appena esposto. Se ci si limita a sentir raccontare qualcosa, sarà ben dura comprenderla a fondo. Anche quando si fosse in buona fede ed armati di santa pazienza.... cosa che scarseggia sempre più qui dentro....

              Edited by ElettroRik - 12/6/2007, 10:40
              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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              • #37
                Caro ElettroRik,
                mi congratulo per la tua vitalità.
                Nei tuoi panni, dopo aver presentato, replicato e difeso ad oltranza inesattezze di una certa gravità anche per un elettronico pratico come ti qualifichi, e che avrebbero messo a rischio il tuo diploma se espresse in sede di esame, avrei optato per un silenzio consapevole, in attesa che i tuoi interlocutori venissero distratti da altre amenità.
                Ma tu sei tu, e ci vorrà del tempo per smorzare la tua presunzione e la tua arroganza, tanto maggiore quanto più intuisci di essere in una situazione di debolezza.
                Avendo ben compreso la tua mentalità e i tuoi limiti, non avrei nessun interesse a rispondere a quanto ti ostini di scrivere, se non fosse che purtroppo c'è ancora qualcuno che ti ritiene un faro di conoscenza e potrebbe ancora credere a quanto dici.
                Per il futuro, se ti interessa ancora ricuperare una certa credibilità, presenta le tue esperienze senza interpretazioni fantasiose e opportuniste, indirizzate a difendere il tuo argomento del momento, come hai spesso fatto in passato.
                Ma se hai ancora un briciolo di dignità, non reagire dando dell'onanista chi ti ha idee diverse dalle tue o ti contesta. Leccati le ferite e lasciale guarire.

                Non perdo tempo a farti notare le intrinseche contraddizioni e ambiguità espresse dalle prime dieci righe di questo tuo ultimo intervento, per non prolungare un'inutile polemica con chi accampa argomenti vaghi e cangianti.

                Per quanto riguarda le precisazioni, nei calcoli che avrai visto mi ero già dato la tua risposta.
                La tua interpretazione dell'errore commesso da SPICE mi convince poco, perchè come forse saprai, i computer generalmente rappresentano i numeri con una precisione indipendente dalla loro grandezza, in quanto sono codificati in forma binaria con un certo numero fisso di bit dedicato all'esponente (positivo o negativo) e un numero fisso di bit dedicato alla parte frazionaria. In tal modo, un miliardesimo e mezzo è codificato con la stessa precisione di un miliardo e mezzo, e se poi parliamo di arrotondamenti, l'uso della doppia precisione, che certamente SPICE utilizza, dà errori di arrotondamento difficilmente apprezzabili, a meno di non scrivere numeri con più di nove decimali, o forzarne le prestazioni con un uso improprio.
                Non si tratta di pignoleria, si tratta di usare correttamente uno strumento peraltro molto noto e apprezzato.
                Ma anche uno Stradivari suona male se mal suonato.
                Non entro in merito al meccanismo operativo della cella, che mi riservo di esaminare tra breve, ma ritengo che dopo tanto tempo e esperienza, a qualche "esperto" di elettronica doveva venire in mente almeno un modello grossolano di quanto succede, in modo da simulare il comportamento e confrontarlo con i dati sperimentali per correggere il modello e così via, fino al punto di capire un po' di più quello che succede, adeguare se il caso il metodo di misura, e uscire dal limbo del "io so perchè ho provato", che corrisponde spesso "l'ho fatto tante volte ma non ci ho capito nulla".
                Salvatore

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                • #38
                  CITAZIONE (skeptic @ 12/6/2007, 11:18)
                  Caro ElettroRik,
                  mi congratulo per la tua vitalità.
                  Nei tuoi panni, dopo aver presentato, replicato e difeso ad oltranza inesattezze di una certa gravità anche per un elettronico pratico come ti qualifichi, e che avrebbero messo a rischio il tuo diploma se espresse in sede di esame, avrei optato per un silenzio consapevole, in attesa che i tuoi interlocutori venissero distratti da altre amenità.

                  E' solo quello che tu hai cercato di far apparire, attribuendomi frasi e concetti che non ho mai espresso, e sfoggiando una abbondante dose di scorrettezza, falsità ed ostinazione (uso questi termini in quanto palesemente motivati dai fatti: falsare quanto espresso da altri per cambiarne il significato una volta estratto dal contesto è falso e scorretto.)
                  CITAZIONE
                  Ma tu sei tu, e ci vorrà del tempo per smorzare la tua presunzione e la tua arroganza, tanto maggiore quanto più intuisci di essere in una situazione di debolezza.
                  Avendo ben compreso la tua mentalità e i tuoi limiti, non avrei nessun interesse a rispondere a quanto ti ostini di scrivere, se non fosse che purtroppo c'è ancora qualcuno che ti ritiene un faro di conoscenza e potrebbe ancora credere a quanto dici.

                  Non perdo tempo a farti notare le intrinseche contraddizioni e ambiguità espresse dalle prime dieci righe di questo tuo ultimo intervento, per non prolungare un'inutile polemica con chi accampa argomenti vaghi e cangianti.

                  Io invece mi rammarico perchè noto che i moderatori si sono subito prodigati in passato per stroncare le inutili e discutibili accuse personali mosse da altri ad altre persone in altri contesti mentre sembra che le tue SENTENZE emesse a suffragio della tua personale battaglia nei miei confronti siano ben tollerate.
                  E pensare che, alcuni post orsono, per aver fatto alcune osservazioni assolutamente ed esclusivamente tecniche, mi sono visto accusato di essere 'vagamente offensivo'. Se uno si deve offendere perchè riceve una risposta (esclusivamente tecnica) alla domanda 'cosa ne pensate'..... Poi, quando gli stessi Quantum ti danno una risposta simile, anzi, ancor meno motivata, tutto bene. Sarà mica da qui che nasce cotanta ostinazione? :sick:

                  CITAZIONE
                  Per il futuro, se ti interessa ancora ricuperare una certa credibilità, presenta le tue esperienze senza interpretazioni fantasiose e opportuniste, indirizzate a difendere il tuo argomento del momento, come hai spesso fatto in passato.
                  Ma se hai ancora un briciolo di dignità, non reagire dando dell'onanista chi ti ha idee diverse dalle tue o ti contesta. Leccati le ferite e lasciale guarire.

                  Non mi interessa perchè non mi risulta. Mi sa che sei l'unico qui che insiste nel sostenere queste cose, ed è anche molto chiaro il perchè. Mi hai contattato in privato e non ti ho fornito le info che volevi (ci sono tuoi commenti che avresti voluto vedere inseriti del mio sito, ecc..), poi ti sei offeso perchè ti ho 'anticipato' scommettendo le argomentazioni che avresti usato da scettico-stereotipo sull'argomento generico Fusione Fredda, e te la sei legata al dito. Poi hai iniziato questa crociata contro di me, che porti avanti da solo (salvo che tu non t'inventi qualche altro nuovo utente fantasma in tuo supporto), in nome di non si sa bene cosa, se non vendetta per non aver ottenuto quanto desideravi. Certo, 'caro' Mr. Sympathy, che di questo passo vai proprio bene... :sick:


                  Detto ciò, visto che vuoi dare anche lezioni di informatica, ti dirò che, come al solito, TI SBAGLI.
                  E non perchè le affermazioni che fai siano errate, perchè in effetti prese asetticamente di per sè stesse, lette fuori contesto, sono ineccepibili. Peccato che, ancora una volta, applicandole malamente alla realtà, corrispondano all'ennesima cantonata:
                  CITAZIONE
                  La tua interpretazione dell'errore commesso da SPICE mi convince poco, perchè come forse saprai, i computer generalmente rappresentano i numeri con una precisione indipendente dalla loro grandezza, in quanto sono codificati in forma binaria con un certo numero fisso di bit dedicato all'esponente (positivo o negativo) e un numero fisso di bit dedicato alla parte frazionaria. In tal modo, un miliardesimo e mezzo è codificato con la stessa precisione di un miliardo e mezzo, e se poi parliamo di arrotondamenti, l'uso della doppia precisione, che certamente SPICE utilizza, dà errori di arrotondamento difficilmente apprezzabili, a meno di non scrivere numeri con più di nove decimali, o forzarne le prestazioni con un uso improprio.

                  1) La precisione del calcolo in SPICE e, più in generale, in un software è banalmente un parametro impostabile, indipendentemente dalla capacità elaborativa della CPU.
                  2) Avendo a che fare con trasformate di Fourier ed armoniche, anche dal punto di vista puramente matematico il prodotto di due segnali complessi può superare abbondantemente i limiti che hai citato.

                  CITAZIONE
                  Non si tratta di pignoleria, si tratta di usare correttamente uno strumento peraltro molto noto e apprezzato.
                  Ma anche uno Stradivari suona male se mal suonato.

                  Ammesso che io sia uno che suona lo Stradivari ad orecchio (cosa che non è, anche se posso avere qualche difficoltà in qualche passaggio, dato che erano 25 anni che non mi dedicavo più a queste cose) non so quale melodia sarebbe più ascoltabile tra la mia e quella di uno che, pur sapendo leggere perfettamente un pentagramma, non ha mai toccato un violino in vita sua (anche se poi si vanta di aver 'suonato' molti altri strumenti, in questo caso, è così, almeno fin'ora) . <img src=">

                  CITAZIONE
                  Non entro in merito al meccanismo operativo della cella, che mi riservo di esaminare tra breve, ma ritengo che dopo tanto tempo e esperienza, a qualche "esperto" di elettronica doveva venire in mente almeno un modello grossolano di quanto succede, in modo da simulare il comportamento e confrontarlo con i dati sperimentali per correggere il modello e così via, fino al punto di capire un po' di più quello che succede, adeguare se il caso il metodo di misura, e uscire dal limbo del "io so perchè ho provato", che corrisponde spesso "l'ho fatto tante volte ma non ci ho capito nulla".

                  Pensa pure quel che ti pare, da una tale caparbietà, non mi aspetto di certo un cambio di opinione, nè mi interessa.
                  Di certo non sarà a te che fornirò tutti i dettagli del mio operato, né questo tuo atteggiamento di attacco continuo e persistente mi caverà più informazioni di quante io non sia disposto a condividere qui dentro, prima, durante, e dopo il tuo avvento.
                  La tua costante battaglia denigratoria nei miei confronti non mi tocca, vado avanti per la mia strada. Comunque.

                  Edited by ElettroRik - 12/6/2007, 15:50
                  "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                  • #39
                    Caro ElettroRik,
                    rispondo alle accuse di carattere personale che mi muovi, mentre non entro in merito a quelle tecniche, che non mi sembrano degne di nota, a parte:
                    CITAZIONE
                    1) La precisione del calcolo in SPICE e, più in generale, in un software è banalmente un parametro impostabile, indipendentemente dalla capacità elaborativa della CPU.
                    2) Avendo a che fare con trasformate di Fourier ed armoniche, anche dal punto di vista puramente matematico il prodotto di due segnali complessi può superare abbondantemente i limiti che hai citato.

                    a cui posso osservare: ammesso e non concesso quanto affermi al punto 1, perchè non hai usato la massima precisione, prima di gridare l'incongruenza di un metodo relativamente agli altri?
                    Tra l'altro, un mio semplice programma in C sembra raggiungere precisioni maggiori senza particolari artifici.
                    Per quanto riguarda il punto 2, ai miei tempi dell'università di tale procedura si sarebbe detto "un metodo per rendere il facile difficile per il conseguimento dell'inutile".
                    Infine, usare SPICE per questo problema è come prendere la calcolatrice per calcolare quanto fa 2 per 7.
                    Ma torniamo alle tue accuse.
                    CITAZIONE
                    E' solo quello che tu hai cercato di far apparire, attribuendomi frasi e concetti che non ho mai espresso, e sfoggiando una abbondante dose di scorrettezza, falsità ed ostinazione (uso questi termini in quanto palesemente motivati dai fatti)

                    Ora tu mi dici dove sono stato rispettivamente scorretto e falso. Ostinato sì, ora e sempre, per il bene di tutti.

                    CITAZIONE
                    mentre sembra che le tue SENTENZE emesse a suffragio della tua personale battaglia nei miei confronti siano ben tollerate.

                    Se vivi una discussione come un processo è un tuo problema. Se pensi poi di essere il bersaglio di una mia battaglia sei piuttosto illuso e presuntuoso, perchè sebbene sia contrario ad ogni battaglia (la mia attività la chiamerei ricerca) ed eventualmente sarebbe sempre contro opinioni e mai persone, non avresti le caratteristiche per essere un mio avversario, e chi mi conosce mi riterrebbe un ignobile sadico se aggredissi un'inerme.

                    CITAZIONE
                    Non mi interessa perchè non mi risulta.

                    Richiamo alla tua cultura che il termine "pippe mentali" significa onanista, sia pur mentale. Se non ricordi la tua frase, eccola:
                    CITAZIONE
                    Senza tante pippe mentali, secondo me questo è uno dei metodi che, con strumenti a portata di mano di chi legge il forum, può essere adottato per fare una misura dell'energia immessa.

                    CITAZIONE
                    Mi sa che sei l'unico qui che insiste nel sostenere queste cose, ed è anche molto chiaro il perchè. Mi hai contattato in privato e non ti ho fornito le info che volevi, poi ti sei offeso perchè ti ho 'anticipato' scommettendo le argomentazioni che avresti usato da scettico-stereotipo sull'argomento generico Fusione Fredda, e te la sei legata al dito. Poi hai iniziato questa crociata contro di me, che porti avanti da solo (salvo che tu non t'inventi qualche altro nuovo utente fantasma in tuo supporto), in nome di non si sa bene cosa, se non vendetta per non aver ottenuto quanto desideravi. Certo, 'caro' Mr. Sympathy, che di questo passo vai proprio bene...

                    Questa è proprio nuova. E' vero che ti ho contattato in privato, e, quando ancora eri la persona che pensavo, mi hai risposto esaurientemente e ti ho anche ringraziato!
                    ElettroRik, stai avendo dei falsi ricordi?
                    Comunque, come spiegherò più dettagliatamente in un messaggio diretto a tutti, togliti dalla testa che sia interessato a te. Sono terribilmente interessato invece, e forse inutilmente, a dare a Quantum una mano per individuare un metodo migliore per provare l'overunity, e mentre sono disturbato ma non mi agito per eventuali affermazioni errate, mi scaldo quando queste sono precedute da dichiarazione di competenze che poi risultano usurpate con risultati denigratori per la tecnica e la scienza.

                    CITAZIONE
                    Ammesso che io sia uno che suona lo Stradivari ad orecchio (cosa che non è, anche se posso avere qualche difficoltà in qualche passaggio, dato che erano 25 anni che non mi dedicavo più a queste cose) non so quale melodia sarebbe più ascoltabile tra la mia e quella di uno che, pur sapendo leggere perfettamente un pentagramma, non ha mai toccato un violino in vita sua.

                    Beh, questo forse giustifica un po' alcune perle nelle tue interpretazioni, e anche in questo siamo un po' differenti, in quanto da quando avevo 12 anni fino ad oggi non ho fatto altro che studiare, sperimentare e apprendere, senza discontinuità, e ho dovuto quotidianamente utilizzare nozioni di chimica, fisica, matematica ed informatica.
                    Ho toccato molti violini, credimi, in Italia e all'estero, molti compositori e molti brani.
                    Ciò nonostante quando scrivo qualcosa è perchè l'ho letta e controllata, e in ogni caso sono pronto ad ammettere eventuali errori o sviste, e non mi ostino a giustificarli invocando concetti sempre più vaghi e meno verificabili.

                    Infine:

                    CITAZIONE
                    Pensa pure quel che ti pare, da una tale caparbietà, non mi aspetto di certo un cambio di opinione, nè mi interessa.
                    Di certo non sarà a te che fornirò tutti i dettagli del mio operato, né questo tuo atteggiamento di attacco continuo e persistente mi caverà più informazioni di quante io non sia disposto a condividere qui dentro, prima, durante, e dopo il tuo avvento.
                    La tua costante battaglia denigratoria nei miei confronti non mi tocca, vado avanti per la mia strada. Comunque.

                    Sono felice di cambiare la mia opinione tecnica, avendo ammesso fin da principio che non ero sicuro di nulla (come invece qualcuno) e che questa era una ricerca a cui tutti erano chiamati a contribuire (ma non a opporre resistenza cieca e ingiustificata).
                    Se non vorrai farci partecipi delle tue esperienze, e dato che temo tu non abbia alcuna autorità per comunicazioni di tipo teorico o almeno correttamente interpretativo, non mi resta che augurarti un meritato riposo.
                    Salvatore








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                    • #40
                      Buon giorno ragazzi,

                      Intervengo per chiedervi di moderare i toni e le accuse reciproche.

                      Skeptic, io non difendo nessuno e non sono dalla parte di nessuno ma mi sembra che quello che tende ad accendere gli animi e lanciare giudizi troppo forti e NON NECESSARI sei principalmente tu.

                      Comunque al di la di questo, invito tutti a rimanere sul tecnico e non sforare nel campo personale.
                      Mi raccomando, rispetto delle regole, sano confronto scientifico e niente di personale.

                      O dovrò prendere provvedimenti.

                      Roy - l'amministratore
                      Essere realisti e fare l'impossibile

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                      • #41
                        CITAZIONE (eroyka @ 12/6/2007, 14:45)
                        Buon giorno ragazzi,

                        Intervengo per chiedervi di moderare i toni e le accuse reciproche.

                        Skeptic, io non difendo nessuno e non sono dalla parte di nessuno ma mi sembra che quello che tende ad accendere gli animi e lanciare giudizi troppo forti e NON NECESSARI sei principalmente tu.

                        Comunque al di la di questo, invito tutti a rimanere sul tecnico e non sforare nel campo personale.
                        Mi raccomando, rispetto delle regole, sano confronto scientifico e niente di personale.

                        O dovrò prendere provvedimenti.

                        Roy - l'amministratore

                        Mi adeguo.

                        Solo una chiarificazione, dato che interessa l'intero forum:
                        CITAZIONE
                        Se non vorrai farci partecipi delle tue esperienze...

                        Questa è l'ennesima interpretazione personale di comodo. Ho detto che non passerò A LUI alcuna informazione dettagliata del mio lavoro. Questo non significa che non voglia restare attivo e collaborativo con tutti quanti quelli che sapranno apprezzare. E se poi anche lui si approprierà di informazioni più generali, che condivido con tutti, pazienza. Di certo non sacrificherò lo spirito di collaborazione che si è creato in diversi anni solo per pochi mesi di fastidiosa presenza di uno che mi attacca costantemente. Basterà ignorarlo.

                        Edited by ElettroRik - 12/6/2007, 15:51
                        "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

                        Commenta


                        • #42
                          CITAZIONE (ElettroRik @ 11/6/2007, 17:37)
                          1) Alimentazione con 180-220Vac raddrizzati (250-300Vcc) e livellati con abbondante (>1000uF) capacità

                          Non serve a niente livellare se poi l'utilizzatore è una cella elettrolitica, infatti la cella elettrolitica è (senza volere) un condensatore di grossa capacità.

                          Non per niente i costruttori di caribatterie risparmiano la spesa di mettere un grosso condensatore di livellamento, se esiste qualche costruttore che lo fa allora quel costruttore è poco competitivo ed è giusto che sia contrastato dalla concorrenza forte.

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                          • #43
                            Caro Eroyka,
                            Chiedo scusa a te e al gruppo per aver assorbito risorse per un chiarimento che però a mio avviso era assolutamente necessario e salutare.
                            Come hai forse letto negli ultimi interventi mi ero già ripromesso di ignorare le espressioni di stima del mio affezionato interlocutore per occuparmi in futuro esclusivamente degli aspetti tecnici, ma per onestà e coerenza non smetterò di contestare ogni tentativo di criticare senza ragione e addirittura di ridicolizzare quanto propongo.
                            Analogamente non passerò sopra ad eventuali imprecisioni, specialmente se precedute da sfoderamento di credenziali.

                            Non so quali intenti ti proponga con questo forum, e se pensi davvero che con il livello degli interlocutori presenti si possa fare veramente un confronto "scientifico", per il controllo del quale occorrerebbe più partecipazione dei moderatori "tecnici", per non riempire di lampanti errori e ardenti perorazioni dei medesimi un argomento di attualità come quello di cui si discute.

                            Ma forse serve più la quantità che la qualità, e in tal caso accetterò obbediente la mia radiazione da questo consesso.

                            Cordialmente,
                            Salvatore

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                            • #44
                              Caro Eroyka,
                              una piccola questione normativa: non mi sembra corretto correggere i messaggi già pubblicati, a meno che non si tratti dell'eliminazione di un errore di battitura.
                              Se vi sono cambiamenti di natura tecnica, o commenti aggiunti, penso si dovrebbe almeno accennarlo in un messaggio immediatamente dopo averlo fatto.
                              Questa piccola nota a commento della tua opinione che sarei io quello che si comporta in modo più litigioso.
                              Ma forse sono troppo pignolo.
                              Salvatore

                              Commenta


                              • #45
                                image

                                Cari amici,
                                desidero occuparmi dela cella, ovvero cercare di derivare, da quanto si conosce del suo comportamento, un modello che ci permetta di spiegare alcune caratteristiche e prevederne il funzionamento a diverse condizioni.
                                In breve, ho rappresentato la cella come si vede nell'immagine, equivalente ad una resistenza R1 legata alla conducibilità della soluzione, collegata in parallelo ad una capacità C1, legata alla geometria degli elettrodi e alla costante dielettrica della soluzione, valida per ogni frequenza, mentre un'ulteriore capacità C2 in serie ad una resistenza R2 può fare comodo per spiegare la capacità a frequenze in cui avviene conduzione attraverso la soluzione.
                                Questo modello vale per condizioni fino alla formazione del plasma, ma ci dà già interessanti idee.
                                Le resistenze e le capacità non sono costanti nel tempo, e generalmente neppure indipendenti dalla tensione applicata.
                                Per spiegarselo occorre tener presente la situazione all'interno della soluzione.
                                Il carbonato di potassio alla concentrazione 0.2M si dissocia in ioni potassio, ioni ossidrile, derivati dall'idrolisi del carbonato, e ioni carbonato. Tutti questi ioni sono "avvolti" da molecole d'acqua, che li "idratano" aumentandone peso e volume, e schermando le cariche che portano.
                                Gli elettrodi da parte loro sono probabilmente ricoperti da uno strato orientato di molecole d'acqua.
                                Se tra gli elettrodi viene applicata una piccola differenza di potenziale, questa orienta gli ioni idratati, e ne avvicina alcuni ai rispettivi elettrodi, ma non ha la forza sufficiente a far loro superare la barriera di potenziale dovuta all'idratazione dello ione e dell'elettrodo.
                                Tuttavia, poichè gli ioni sono sempre in moto, e la loro energianon è uniforme, ma distribuita come una curva a campana, per cui vi sono ioni più lenti della media ma anche alcuni molto più veloci, questi ultimi possono per la loro stessa energia superare la barriera e scaricarsi sull'elettrodo, lasciando così passare una debole corrente, praticamente indipendente dalla tensione applicata.
                                Aumentando la tensione, ad un certo punto l'energia media è superiore alla barriera e alla sovratensione sull'elettrodo, e inizia l'elettrolisi, con brusco sensibile passaggio di corrente anche piuttosto intensa.
                                Aumentando ancora la tensione aumenta la corrente e la quantità di elementi liberati agli elettrodi, che nel caso del carbonato sono gassosi, e le cui bolle riducono la superficie di elettrodo esposta frenando in un certo modo la corrente.
                                Aumentando ancora la tensione, come tutti sappiamo, si raggiunge un punto in cui il riscaldamento della soluzione in prossimità dell'elettrodo ne provoca la vaporizzazione rompendo localmente la continuità elettrica dell'elettrodo con la soluzione e provocando l'arco.
                                Questo porta, alle condizioni di lavoro, a considerare R1 come una resistenza variabile, con variazioni anche molto rapide.

                                La capacità C1, il cui valore non dipende dalla frequenza del segnale eventualmente applicato, ma esclusivamente dalla geometria degli elettrodi e dalla costante dielettrica, cambia anch'essa con il variare della superficie di contatto dell'elettrodo con la soluzione, e probabilmente segue lo stesso andamento. Non mi sembra debba dipendere dalla tensione applicata.

                                La capacità C2 tiene conto dell'"affollamento degli ioni", ammesso che ci sia, come sembra intuitivamente, intorno agli elettrodi.
                                Poichè gli ioni per affollarsi devono muoversi, e hanno una certa massa e ingombro, muovendosi in modo relativamente lento, anche per il breve percorso da fare avranno bisogno di un certo tempo, e quindi è logico aspettarsi che tale capacità si esprima a frequenze medio basse.

                                La resistenza R2, data la frequenza a cui consideriamo questo ramo del circuito, in cui si esprime in pieno la conduzione elettrolitica, è probabilmente uguale a R1.

                                In questa visione semplificata l'arco è considerato come un evento successivo alla rottura del contatto fra elettrodo e soluzione, mentre probabilmente ha una storia più complessa. Tuttavia, finchè non si trova di meglio, conviene considerare questo modello semplificato e, inserendolo nel circuito, vedere l'effetto complessivo di queste energiche e simultanee variazioni di valore per gli elementi che lo compongono.

                                Alle capacità presenti è stato attribuito l'"effetto condensatore", insieme alle caratteristiche di resistenza negativa dell'arco.
                                Occorre però notare che per generare delle oscillazioni occorre la presenza di un'induttanza, che non so proprio dove inserire, almeno nel modello della cella.
                                Saranno i cavi di collegamento all'alimentatore? Sarà l'induttanza del Variac?
                                Chi mi sa dare una risposta o almeno un'opinione?
                                Il valore della resistenza R1 si può derivare dal diagramma di Quantum, in cui la corrente raggiunge circa 6 Ampere prima di cadere per effetto dell'arco. Allora R1 nel caso di completo contatto dell'elettrodo è di circa 50 ohm.
                                Ma quanto vale C2?
                                C1 penso non sia molto grande, ma comunque, qualcuno ne sospetta il valore?
                                Per ora vi saluto, e attendo commenti.
                                Salvatore






                                Edited by skeptic - 13/6/2007, 22:23

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                                • #46
                                  Volevo puntare il dito sul condensatore C1,che hai usato per indicare il capacitore compreso tra due elettrodi.
                                  Se osservi bene,avrai modo di notare che un elettrodo è il catodo,l'altro elettrodo.......è l'acqua!
                                  E questo perchè C1 è un condensatore ASIMMETRICO; un armatura è il catodo e l'altra armatura è una flottiglia di ioni&acqua a superficie sferica circondariale.
                                  In termini grezzi,è intuibile che un armatura sia la 'valvola' di un pallone e l'altra armatura sia il 'cuoio' del pallone.Mi scuso per la deprecabile immagine,ma rende bene l'idea.
                                  Il plasma si forma giustamente sulla punta del catodo,e per quanto posso intuire si forma laddove il dielettrico si perforaer conto mio,questo dielettrico è il vuoto spaziale tra catodo e ioni+acqua.

                                  P.S. come sempre,Stranger ci illumina dicendo che la cella ha una capacità enorme,e io lo inviterei a misurare la capacità tra due stecchette di tungsteno distanti 5 cm tra loro.

                                  Commenta


                                  • #47
                                    ...
                                    leggevo l'interessante riassunto di salvatore...


                                    CITAZIONE
                                    In questa visione semplificata l'arco è considerato come un evento successivo alla rottura del contatto fra elettrodo e soluzione, mentre probabilmente ha una storia più complessa. Tuttavia, finchè non si trova di meglio, conviene considerare questo modello semplificato e, inserendolo nel circuito, vedere l'effetto complessivo di queste energiche e simultanee variazioni di valore per gli elementi che lo compongono.

                                    ora , non vorrei si confondesse per l'ennesima volta effetti e cause...
                                    il velo di vapore, non si forma per archi elettrici,
                                    ma perchè iimprovvisamente si ha l'accensione del plasma..
                                    poi ..dopo...magari ci sono anche scariche elettriiche...
                                    la particolariità della cella con tung,
                                    è che presenta forme relativamente stabli dii accensiione e mantenimento del plasma...
                                    con auto feedbak molto pronunciati...
                                    ma possiamo produrre forme anomale di plasma con soluzioni diverse, elettrodi diversi, compreso la grafite..questo per l'embritting...
                                    quindi, ottimo analzzare bene le peculiarità della tung a bassa molarità..
                                    ma non facciamoci limitare troppo...
                                    l'accensione del plasma può avvenire rapidissimamente senza nessuna
                                    apprezzabile inerzia termica...modificando semplcemente la concentrazone dei sali...e le tensoni..

                                    poi, abbiiamo riflettuto a lungo, con remond,
                                    su strani effetti isolanti nell'elettrolita...

                                    una spiegazone possibile, è che la normale divisone in 3 molecole ortho e 1 para, nelle condizioni della cella,crei degli strati relativamente "puri di para con effetti isolanti..
                                    che potrebbero modiifcare la resistenza complessiva dell'elettrolita e produrre effetti "condensatore che per me non hanno però molto significato per la spiegazione del plasma,,
                                    sono effetti che accompagnano e/o si manifestano dopo il plasma....

                                    qundi, anche l'effetto punta...
                                    stiamo parlando di effetti secondari nella concentrazione di corrente,

                                    per il resto,
                                    ma un buon strumento analogico, con integrazone temporalmente contnua..come iil vecchio e buon contatore enel...
                                    un buon termometro ad alcool , un cronometro a molla...
                                    che hanno di male?
                                    anche un termometro elettronico...se si lavora a cella spenta...

                                    Edited by Quantum Leap - 17/6/2007, 15:16

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                                    • #48
                                      CITAZIONE
                                      Volevo puntare il dito sul condensatore C1,che hai usato per indicare il capacitore compreso tra due elettrodi.
                                      Se osservi bene,avrai modo di notare che un elettrodo è il catodo,l'altro elettrodo.......è l'acqua!
                                      E questo perchè C1 è un condensatore ASIMMETRICO; un armatura è il catodo e l'altra armatura è una flottiglia di ioni&acqua a superficie sferica circondariale.
                                      In termini grezzi,è intuibile che un armatura sia la 'valvola' di un pallone e l'altra armatura sia il 'cuoio' del pallone.Mi scuso per la deprecabile immagine,ma rende bene l'idea.

                                      Caro OggettoVolanteIdentificato,
                                      ti ringrazio per il tuo intervento, ma non riesco bene a visualizzare il tuo argomento.
                                      Per cominciare, devo farti notare che nel modello mi riferisco alla situazione in cui non vi è plasma, ma completo contatto (salvo le bolle dei gas sviluppati) tra elettrodi e soluzione.
                                      Il contributo del condensatore C1, inserito per includere quanto suggerito in passato da qualcuno di noi, ovvero la possibilità di una trasmissione che non coinvolga la resistenza della soluzione, è paragonabile a quello che si avrebbe se invece della soluzione si adoperasse un liquido perfettamente isolante, purchè di costante dielettrica uguale a quella dell'acqua.
                                      In tal modo la capacità C1 si può anche calcolare, conoscendo le dimensioni degli elettrodi, la loro distanza e profondità di immersione.
                                      La "flottiglia di ioni", alle frequenze elevate in cui il contributo di C1 alla conduzione diventa significativo, sta solo a guardare, o al limite a vibrare riscaldandosi.
                                      Semmai, quanto dici si potrebbe applicare al condensatore C2, che risente del movimento ed eventuale accumulo di ioni, anche se al momento il meccanismo non mi è del tutto chiaro.

                                      CITAZIONE
                                      Il plasma si forma giustamente sulla punta del catodo,e per quanto posso intuire si forma laddove il dielettrico si perforaer conto mio,questo dielettrico è il vuoto spaziale tra catodo e ioni+acqua.

                                      Affronteremo il meccanismo di formazione del plasma in seguito.

                                      CITAZIONE
                                      P.S. come sempre,Stranger ci illumina dicendo che la cella ha una capacità enorme,e io lo inviterei a misurare la capacità tra due stecchette di tungsteno distanti 5 cm tra loro.

                                      Non ho capito se questo commento è sarcastico o riconoscente, in ogni caso vorrei mettere l'eventuale sperimentatore in guardia relativamente al metodo da seguire.
                                      Infatti la presenza di R1 e C2 interferiscono pesantemente rendendo impossibile l'uso diretto di un capacimetro.
                                      A meno di non disporre di strumentazione sofisticata, con un generatore sinusoidale di frequenze superiori alla massima ancora producente elettrolisi, conviene, a parer mio, operare così:

                                      Realizzare una cella abbastanza simile per dimensioni e posizione degli elettrodi a quella adoperata nelle esperienze con il plasma.
                                      Riempire la cella con acqua deionizzata, o meglio bidistillata.
                                      Misurare la capacità con un capacimetro.
                                      Ripetere la misura mettendo in serie alla cella un condensatore di capacità simile a quella misurata.
                                      Se la misura è corretta la capacità misurata nel secondo caso sarà la metà di quella misurata nel primo, altrimenti vi sarà ancora un contributo di conduzione elettrolitica.
                                      In tal caso si potrà effettuare la misura riempiendo la cella, ben asciugata e seccata, con della trielina, e moltiplicare la capacità misurata per 27. (la trielina ha una costante dielettrica circa 27 volte minore dell'acqua).
                                      Auguri!
                                      Salvatore



                                      Caro Superabazon,
                                      ringrazio anche te per l'intervento, che per la mole di cose a cui accenni meriterebbe una più esauriente risposta, che vedrò di esprimere in seguito, quando cercherè di approfondire la formazione del plasma e le sue caratteristiche.
                                      Intanto sono molto curioso di capire cosa intendete, tu e Remond, con "strani effetti isolanti nell'elettrolita", e a quale molecola si riferisono gli stati orto e para, e cosa significano precisamente.
                                      In attesa,
                                      Salvatore

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                                      • #49
                                        dear salvatore,
                                        mi riferivo ad esperimentii di remond, di circa un anno fa,
                                        reperibili nel suo post,
                                        dove iipotizzava un effetto diodo elettrolitico..

                                        in poche parole,un terzo elettrodo ,iinserto nell'elettrolita,,man mano che si avvicinava al catodo,
                                        riduceva la corrente che lo attraversava, fino praticamente ad interromperla, a ridosso del catodo...
                                        si trattava comunque di spostamenti dii 3/4 cm al max...

                                        una spiegazine di questo strano comportamento potrebbe essere questa..
                                        l'acqua , sotto forti campi elettromagnetici,
                                        sembra dividersi con un rapporto 3 ad 1 in molecole orto,normalmente polarizzate e magnetizzabili, e para..meno polarizzate...quindi presubilmente meno portate a condurre o idratare ioni...
                                        almeno questo ricordo ,dovrei ristudiare i testi...


                                        mi ricordo anche il solito furioso dibattito con rik..
                                        che semplcemente iipotizzava la spariizone del campo elettrico...
                                        beh,un campo elettriico non sparisce, si può parlare di isolamento,ma in una soluzione salina...se non dall'acqua stessa .. da dove viene fuori?



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                                        • #50
                                          CITAZIONE
                                          ...dove iipotizzava un effetto diodo elettrolitico..

                                          Caro Rabazon,
                                          approfondirò.
                                          Salvatore

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                                          • #51
                                            CITAZIONE (superabazon @ 14/6/2007, 15:17)
                                            mi ricordo anche il solito furioso dibattito con rik..
                                            che semplcemente iipotizzava la spariizone del campo elettrico...
                                            beh,un campo elettriico non sparisce, si può parlare di isolamento,ma in una soluzione salina...se non dall'acqua stessa .. da dove viene fuori?

                                            http://energierinnovabili.forumcommunity.n...t=2694224&st=30
                                            http://energierinnovabili.forumcommunity.n...5#entry35318 813 :
                                            CITAZIONE
                                            Secondo me hai il flusso di ioni tra C e B che satura la conduttività dell'acqua nel tratto base-collettore, con conseguente isolamento del restante tratto verso l'E per mancanza di ioni contuttivi.
                                            Infatti la base è molto più vicina al C ed è molto più negativa (50V) dell'E (37V), quindi si 'monopolizza' tutto il flusso di ioni, e di conseguenza all'E, che è più distante e a ddp minore, non restano ioni per condurre, e rimane isolato.

                                            Non mi pare "spariizone del campo elettrico".

                                            Anzi, credo di aver mostrato proprio la distribuzione del campo con la simulazione di Maxwell3d.
                                            "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                            • #52
                                              Riporto una piccola misura,eseguita sulla cella spenta.
                                              Catodo distante 3 mm. dall'anodo: si presenta una capacità di 1 microFarad.
                                              Catodo distante 10 cm. dall'anodo: si presenta una capacità di 0.9 microFarad
                                              Cio' va contro le comuni formule dei condensatori,secondo le quali la capacità aumenta al diminuire della distanza tra le armature.In pratica dovrebbe essere una conferma del fatto che C1 ha come armatura il catodo,e come altra armatura l'acqua circondariale.
                                              Poi,a plasma acceso....beh,li' è un minestrone,e subentra l'induttanza catodica e i termoelettroni.

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                                              • #53
                                                CITAZIONE
                                                Riporto una piccola misura,eseguita sulla cella spenta.
                                                Catodo distante 3 mm. dall'anodo: si presenta una capacità di 1 microFarad.
                                                Catodo distante 10 cm. dall'anodo: si presenta una capacità di 0.9 microFarad

                                                Caro OggettoVolanteIdentificato,
                                                come hai fatto la misura? Con quale strumento o metodo?
                                                Salvatore

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                                                • #54
                                                  Ma OVI, non son d'accordo...
                                                  d=3 mm → C=1 µF;
                                                  d=100 mm → C=0,9 µF.
                                                  Cioè, per armature più vicine capacità maggiore.

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                                                  • #55
                                                    una misura semplicissima,con capacimetro Lafayette.Mi pare lavori in alternata sui 4 Khz,o giu' di li'. La differenza di 0.1 microFarad credo sia dovuta solo ad una resistività maggiore della soluzione liquida,che attenua l'onda. A meno che ,per la fretta,posso aver sottovalutato qualche parametro,e in quel caso è lecito rianalizzare il tutto.
                                                    Il fatto è che nei condensatori la distanza armature è inversamente proporzionale alla capacità,e cio' non si è manifestato affatto,visto lo scarto di solo 1/10.

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                                                    • #56
                                                      CITAZIONE (OggettoVolanteIdentificato @ 15/6/2007, 02:01)
                                                      una misura semplicissima,con capacimetro Lafayette.Mi pare lavori in alternata sui 4 Khz,o giu' di li'. La differenza di 0.1 microFarad credo sia dovuta solo ad una resistività maggiore della soluzione liquida,che attenua l'onda. A meno che ,per la fretta,posso aver sottovalutato qualche parametro,e in quel caso è lecito rianalizzare il tutto.
                                                      Il fatto è che nei condensatori la distanza armature è inversamente proporzionale alla capacità,e cio' non si è manifestato affatto,visto lo scarto di solo 1/10.

                                                      Ciao OVI, ci puoi dire quale geometria di elettrodi hai usato? Erano due tondini? Che diametro?
                                                      "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                                      • #57
                                                        CITAZIONE
                                                        una misura semplicissima,con capacimetro Lafayette.Mi pare lavori in alternata sui 4 Khz,o giu' di li'.

                                                        Caro OggettoVolanteIdentificato,
                                                        è proprio come pensavo.
                                                        I misuratori di capacità funzionano generalmente come misuratori di impedenza di capacitori, o in parole povere, misurano la quantità di corrente che passa da un condensatore ad una certa frequenza, che nel tuo caso potrebbe come dici, essere dell'ordine di 4 KHz.
                                                        Avendo misurato 1 microfarad, la resistenza a 4000 Hz risulta essere 1/(6.28*4000*1*10-6), ovvero 39 ohm.
                                                        Ora, come ho detto in un messaggio precedente, la resistenza della soluzione (a corrente continua) è proprio di questo ordine.
                                                        Cosa succede allora nella tua misura?
                                                        Lo strumento sottopone la soluzione ad una tensione alternata di 4000 Hz, frequenza alla quale si ha probabilmente ancora una piena conduzione elettrolitica, e la soluzione conduce con una resistenza di 39 ohm, che viene convertita dall'elettronica dello strumento in microfarad, secondo la formula inversa della precedente C=1/(6.28*4000*39) =1.02 microfarad.

                                                        Attenzione! Quanto segue, scritto in blu, è errato, come giustamente fatto notare da ElettroRik, in quanto è stata trascurata la presenza di R1.

                                                        Se mi permetti, ti suggerisco il modo di misurare la capacità complessiva (C1+C2, ma fondamentalmente C2) mediante un sempllice metodo.
                                                        Prendi un condensatore di media capacità, diciamo 5 microfarad per fissare le idee, e misuralo con il tester.
                                                        Mettiamo che ti dia 4.7 microfarad (Ca). Mettilo in serie alla cella, e misura al capacità della serie condensatore-cella, e sia questa 4.3 microfarad (Cb).
                                                        Chiamiamo Cx la capacità, sconosciuta, della cella.
                                                        La capacità della serie, ovviamente, sara legata a quella dei due condensatori componenti dalla relazione:
                                                        1/Cb=1/Ca+1/Cx

                                                        da cui risolvendo

                                                        Cx= Ca*Cb/(Ca-Cb)

                                                        e numericamente, nel caso in esempio:

                                                        Cx = 4.7*4*3/(4.7-4.3) = 50.525 microfarad.

                                                        Se il valore di Ca e Cb sono troppo vicini, occorre mettere in serie alla cella un condensatore di capacità magiore, mentre se la capacità della serie è molto minore di Ca si deve usare un condensatore di capacità minore, vicino a quello misurato per la serie.
                                                        Con questo metodo avremo una valutazione approssimata della combinazione di C1, C2 in serie a R2. Vedremo in seguito come sia possibile separare questi componenti.

                                                        Spero di essere stato sufficientemente chiaro, ma sono a tua disposizione per chiarimenti ulteriori.


                                                        CITAZIONE
                                                        Catodo distante 3 mm. dall'anodo: si presenta una capacità di 1 microFarad.
                                                        Catodo distante 10 cm. dall'anodo: si presenta una capacità di 0.9 microFarad

                                                        L'apparente differenza di capacità è da attribuire a diversa conduzione elettrolitica in funzione della posizione reciproca degli elettrodi,.
                                                        Tale conduzione non sembra seguire la legge di ohm, che prevedrebbe una riduzione maggiore per gli elettrodi lontani, anche se occorre considerare la geometria della cella, in cui a distanza maggiore vengono interessate zone sempre più ampie di soluzione.
                                                        Tuttavia al momento non ho una spiegazione soddisfacente per giustificare quantitativamente questo comportamento.
                                                        Forse, in seguito, dopo aver approfondito le caratteristiche della conduzione elettrolitica, ci arriverò, se non lo fa prima quacuno dei preparati colleghi.

                                                        Salvatore

                                                        Edited by skeptic - 15/6/2007, 18:05

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                                                        • #58
                                                          Caro OVI,

                                                          Skeptic ha ragione, i capacimetri che lavorano misurando la reattanza capacitiva ad una frequenza nota nella cella non funzionano (almeno a concentrazioni tali da ottenere basse resistenze elettrolitiche), in quanto assumono che la componente di resistenza parassita in parallelo ad un comune condensatore sia talmente alta da poter non essere presa in considerazione.
                                                          Nel nostro caso invece, abbiamo un'incidenza della Rp in parallelo che 'pesa' molto di più della reattanza capacitiva.

                                                          Purtroppo poi Skeptic prende una sonora cantonata quando ti suggerisce di rifare la misura con due C in serie. Non cambia nulla, alla frequenza campione del tuo strumento, la capacità in serie che ci metti Cs, si comporta come una semplice resistenza (reattanza), e non c'è modo di impedire che la cella non risenta della parte resistiva. Avrebbe un senso se ci fosse una componente continua da eliminare, ma purtroppo non è questo il caso.

                                                          Piuttosto, si potrebbe invece tenere conto della resistività elettrolitica per poi calcolarla risolvendo il nodo come un parallelo tra Rcella e Xcella, (reattanza capacitiva).

                                                          Ma forse, c'è un modo più pratico. Fai una misura in c. continua della resistività agli elettrodi, e annota il valore della Rcella. Poi, simulalo con delle R (fai una serie, magari) per ottenere il valore più uguale possibile (almeno al decimo di ohm, che immagino sia la precisione del multimetro) a quanto misurato.
                                                          Ora, dai in pasto al capacimetro lafayette questa R 'artificiale'. L'eventuale differenza, se riesce a misurarla, dovrebbe essere la vera capacità della cella. Ma ho i miei dubbi che la misuri, perchè quasi sicuramente siamo su scale diverse. Probabilmente è dell'ordine di 100 o 1000 pF, mentre lo strumento misurerà i uF.

                                                          <img src=">
                                                          "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                                          • #59
                                                            Caro OggettoVolanteIdentificato,
                                                            ti prego di non tener conto del metodo che ho descritto nel mio ultimo messaggio, perchè, come giustamente ElettroRik ha fatto notare, ho preso una sonora cantonata dimenticandomi di R1, la cui esclusione era proprio l'obiettivo del metodo!

                                                            Ciò detto, ho considerato il metodo suggerito da ElettroRik, che a quanto capisco misurerebbe però correttamente il valore capacitivo equivalente del ramo di circuito composto C1 con in parallelo la serie di R2 e C2 e non la sola C2. Insomma, non la "vera" capacità della cella.
                                                            Misurerebbe, se R1 ed R2 fossero costanti rispetto alla tensione, cosa non vera per la loro natura elettrolitica.
                                                            Infatti misurando con il tester la resistenza della cella la si sottopone ad una tensione continua, che provoca una conduzione elettrolitica costante.
                                                            Invece l'azione della tensione alternata fornita dal capacimetro porta a conduzione la cella solo a partire da una certa tensione di soglia in ambedue le direzioni.
                                                            In altri termini, se per esempio consideriamo trascurabile la capacità della cella, come d'altra parte ipotizza lo stesso ElettroRik, e la consideriamo solo come una resistenza "elettrolitica", la misura di resistenza derivata dalla capacità sarà molto maggiore di quella misurata con il tester, perchè corrisponderà ad una corrente minore di quella che passerebbe attraverso una resistenza ohmica costante.
                                                            Non mi viene in mente nessun metodo "semplice" per ovviare a questo inconveniente.
                                                            L'unica via che mi sembra percorribile, anche se laboriosa, è quella di rilevare le caratteristiche tensione-corrente della cella, e conoscendo la tensione a cui il capacimetro lavora, calcolare la quantità di corrente che passa per le creste della sinusoide. Convertita tale corrente in capacità apparente, potremmo, salvo cantonate, sottrarla dalla capacità complessiva misurata, e ottenere in termini di capacità l'impedenza della serie R2-C2 (C1 è probabilmente trascurabile). Non sono molto convinto della bontà di tale metodo, ma può costituire un punto di partenza per feconde discussioni.
                                                            Il grosso poblema di cui tener conto è che la conducibilità elettrolitica, e probabilmente anche la capacità, dipendono dalla frequenza e dalla tensione del segnale applicato.

                                                            A parte la determinazion esatta di tale capacità, se ElettroRik ha sentore che sia molto bassa, mi domando come sia possibile che sia responsabile delle oscillazioni più volte nominate, e dei disturbi osservati.

                                                            Salvatore



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                                                              CITAZIONE (skeptic @ 15/6/2007, 18:02)
                                                              A parte la determinazion esatta di tale capacità, se ElettroRik ha sentore che sia molto bassa, mi domando come sia possibile che sia responsabile delle oscillazioni più volte nominate, e dei disturbi osservati.

                                                              No, aspetta... Le oscillazioni le abbiamo in presenza del plasma, mentre fino ad ora abbiamo parlato di normale cella elettrolitica bella 'tranquilla'. Non credo che in presenza di plasma tale capacità sia simile alla misura fatta da OVI, non foss'altro per il fatto che ipotizziamo un velo di vapore isolante (o quasi) che si forma per effetto Leidenfrost sul K incadescente e che viene improvvisamente perforato dalla carica disruptiva. Tale ipotesi è suffragata dall'accentuazione sulle irregolarità del K per effetto punta, quindi è imputabile direttamente all'effetto del campo elettrico locale.

                                                              Le oscillazioni a cui alludi sono quasi certamente frutto dell'effetto breakdown di perforazione del dielettrico, ed il tempo di ri-accumulo delle nuove cariche all'interfaccia del catodo è in pratica simile al tempo di accumulo di cariche sull'armatura di un condensatore.

                                                              Qui però è ancora più un casino, perchè determinarne il valore dinamicamente a plasma in funzione non è certo semplice. Ecco perchè stiamo avendo tutte queste difficoltà a costruire un modello decente...

                                                              Edited by ElettroRik - 15/6/2007, 21:41
                                                              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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