Desidero aggiungere alcuni dettagli.
Sulla mia perplessità circa l'accurateza delle misure di potenza fornite alla cella un motivo è l'osservazione di molti "sperimentali" relativamente alla generazione di alte frequenze a causa del plasma.
Non avendo elementi quantitativi (distribuzione dell'energia alle diverse frequenze) devo pensare, sempre per le osservazioni degli sperimentali, che esse non siano trascurabili.
Ora, se si esamina il circuito di rivelazione, ovvero la resistenza di un milliohm con in parallelo un condensatore di 10 microfarad, quest'ultimo, inserito per togliere i disturbi, in realtà potrebbe essere una via di fuga di una parte non trascurabile della corrente rilevata.
Infatti, per esempio, a 10 megaherz l'impedenza del condensatore è di circa 1.6 milliohm (salvo errori di calcolo), quindi fortemente influenzante la resistenza di shunt utilizzata per la misura di corrente.
Un secondo motivo è che non vedo impossibile che la relazione di fase tra corrente e tensione applicata alla cella siano diversi da quelli presenti ai capi dei punti su cui tali parametri sono rilevati.
Infine il sistema di rilevazione calorimetrico, aperto ai quattro venti, non mi pare molto idoneo. Tra l'altro, non ho visto citare il calore di dissoluzione del tungsteno, e spero che gli autori ne abbiano tenuto giusto conto.
Ma per non fare solo critiche "distruttive", mi dilungo ancora un poco sulla mia proposta accennatavi precedentemente.
Lo spirito della mia proposta è quello di fare a meno delle misure elettriche, che per il regime turbolento della cella lasciano tanti dubbi, e limitarsi all'equivalenza terra terra : energia fornita, energia rilevata, e precisamente: quantità di combustibile consumata, quantità di calore rilevata.
Naturalmente la realizzazione sperimentale non è priva di problemi, se si desidera un esperienza rigorosa.
Per quanto l'argomento richiederà uno studio accurato di tutti gli elementi in gioco, in prima battuta posso affermare che la misura del combustibile consumato si potrà fare in almeno tre modi:
1) Pesando la quantità di combustibile introdotto ed estratto dopo la prova.
2) Pesando l'intero generatore prima e dopo la prova (con una bilancia adeguata, anche autocostruita)
3) Determinando la quantità di anidride carbonica prodotta mediante metodi chimici (assorbimento su iddrato sodico o altro)
Per quanto riguarda la misura calorimetrica, insisto sulla convenienza, che peraltro mi sembra condivisa, e la possibilità di usare un contenitore ermetico, realizzabile in quanto una valutazione della quantità di gas sviluppati, dell'ordine di acune centinaia di millilitri per una prova di venti minuti ( senza contare che la presenza di plasma li farebbe ricombinare subito dopo la generazione), porta ad una pressione di meno di un' atmosfera, dimensionando adeguatamente lo spazio sopra il pelo del liquido.
Si dovrebbe quindi realizzare una specie di pentola a pressione ricoperta di materiale inerte, possibilmente ceramico, vetro, ma anche teflon e forse basterebbe una buona vernice, e inserire nel coperchio i due terminali della resistenza di taratura, i due elettrodi di elettrolisi (forse uno in comune con la resistenza) e quelli di una termoresistenza (Pt100), e magari anche un termometro a mercurio per confronto, e mettere il tutto in un bagno ad acqua ben coibentato (o come un vaso dewar, o più semplicemente avvolto di polistirolo espanso).
La misura della temperatura potrà essere fatta anche a mano, meglio se sarà registrata elettronicamente per pura comodità, al ritmo di una misura al secondo.
Un perfezionamento sarà quello di racchiudere anche il generatore in una camera isolata, che dovrebbe, per il tempo della prova, disporre di sufficiente ossigeno per permettere il regolare funzionamento del motore a scoppio.
Mi rendo conto che questa apparecchiatura, di non immediata realizzazione, sarà poco invitante per chi si adagia nella solita routine, e pochi vorranno mettere alla prova l'asserto di base, ovvero dell'overunity, ma, del tutto spassionatamente, credo che la prova condotta con essa sia l'unica, salvo altri suggerimenti, adatta allo scopo.
Skeptik
Edited by skeptic - 12/10/2007, 17:00
Sulla mia perplessità circa l'accurateza delle misure di potenza fornite alla cella un motivo è l'osservazione di molti "sperimentali" relativamente alla generazione di alte frequenze a causa del plasma.
Non avendo elementi quantitativi (distribuzione dell'energia alle diverse frequenze) devo pensare, sempre per le osservazioni degli sperimentali, che esse non siano trascurabili.
Ora, se si esamina il circuito di rivelazione, ovvero la resistenza di un milliohm con in parallelo un condensatore di 10 microfarad, quest'ultimo, inserito per togliere i disturbi, in realtà potrebbe essere una via di fuga di una parte non trascurabile della corrente rilevata.
Infatti, per esempio, a 10 megaherz l'impedenza del condensatore è di circa 1.6 milliohm (salvo errori di calcolo), quindi fortemente influenzante la resistenza di shunt utilizzata per la misura di corrente.
Un secondo motivo è che non vedo impossibile che la relazione di fase tra corrente e tensione applicata alla cella siano diversi da quelli presenti ai capi dei punti su cui tali parametri sono rilevati.
Infine il sistema di rilevazione calorimetrico, aperto ai quattro venti, non mi pare molto idoneo. Tra l'altro, non ho visto citare il calore di dissoluzione del tungsteno, e spero che gli autori ne abbiano tenuto giusto conto.
Ma per non fare solo critiche "distruttive", mi dilungo ancora un poco sulla mia proposta accennatavi precedentemente.
Lo spirito della mia proposta è quello di fare a meno delle misure elettriche, che per il regime turbolento della cella lasciano tanti dubbi, e limitarsi all'equivalenza terra terra : energia fornita, energia rilevata, e precisamente: quantità di combustibile consumata, quantità di calore rilevata.
Naturalmente la realizzazione sperimentale non è priva di problemi, se si desidera un esperienza rigorosa.
Per quanto l'argomento richiederà uno studio accurato di tutti gli elementi in gioco, in prima battuta posso affermare che la misura del combustibile consumato si potrà fare in almeno tre modi:
1) Pesando la quantità di combustibile introdotto ed estratto dopo la prova.
2) Pesando l'intero generatore prima e dopo la prova (con una bilancia adeguata, anche autocostruita)
3) Determinando la quantità di anidride carbonica prodotta mediante metodi chimici (assorbimento su iddrato sodico o altro)
Per quanto riguarda la misura calorimetrica, insisto sulla convenienza, che peraltro mi sembra condivisa, e la possibilità di usare un contenitore ermetico, realizzabile in quanto una valutazione della quantità di gas sviluppati, dell'ordine di acune centinaia di millilitri per una prova di venti minuti ( senza contare che la presenza di plasma li farebbe ricombinare subito dopo la generazione), porta ad una pressione di meno di un' atmosfera, dimensionando adeguatamente lo spazio sopra il pelo del liquido.
Si dovrebbe quindi realizzare una specie di pentola a pressione ricoperta di materiale inerte, possibilmente ceramico, vetro, ma anche teflon e forse basterebbe una buona vernice, e inserire nel coperchio i due terminali della resistenza di taratura, i due elettrodi di elettrolisi (forse uno in comune con la resistenza) e quelli di una termoresistenza (Pt100), e magari anche un termometro a mercurio per confronto, e mettere il tutto in un bagno ad acqua ben coibentato (o come un vaso dewar, o più semplicemente avvolto di polistirolo espanso).
La misura della temperatura potrà essere fatta anche a mano, meglio se sarà registrata elettronicamente per pura comodità, al ritmo di una misura al secondo.
Un perfezionamento sarà quello di racchiudere anche il generatore in una camera isolata, che dovrebbe, per il tempo della prova, disporre di sufficiente ossigeno per permettere il regolare funzionamento del motore a scoppio.
Mi rendo conto che questa apparecchiatura, di non immediata realizzazione, sarà poco invitante per chi si adagia nella solita routine, e pochi vorranno mettere alla prova l'asserto di base, ovvero dell'overunity, ma, del tutto spassionatamente, credo che la prova condotta con essa sia l'unica, salvo altri suggerimenti, adatta allo scopo.
Skeptik
Edited by skeptic - 12/10/2007, 17:00
Commenta