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Perche green economy!

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  • #61
    Penso di aver trovato la "soluzione" per far crescere esponenzialmente la POWER della green economy,perche io penso sia il connubbio ideale.Si chiama Business sociale ideato e creato da Muhammad Yunus(premio Nobel per la pace,credo nel 2006).Mi piacerebbe un commento di Mannadillo,lo chiedo perche critica sempre tutto(spero pero che non sia una di quelle persone-che sul web hanno una definizione ma al momento mi sfugge-/dopo una notte al lavoro ho la mente un po offuscata)ma ha scritto un paio di cose che mi sono piaciute parecchio.Salve B.E.
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    • #62
      A mio parere il "business sociale" dovrebbe essere anzitutto l'architettura portante di TUTTA la struttura di un'amministrazione pubblica. Sia statale che periferica.
      In fondo si tratta di applicare i concetti della buona gestione di impresa ad attività che, per loro natura o per scelta comune, NON DEVONO portare utili finanziari, ma risultati comunque al top.
      Il più grande nemico del "business sociale" quindi non è nemmeno tanto la classica impresa a fini di lucro (che continuerà ad esistere e proseguirà per le proprie strade), ma paradossalmente almeno in apparenza una certa mentalità "filo-parassitaria" che vede nelle attività a controllo pubblico una specie di mangiatoia a cui far partecipare più persone possibili, completamente slegata da qualsiasi considerazione di efficienza, produttività (di servizi eh! Non di palanche!), corretta gestione.
      Il dramma che il mondo occidentale sta vivendo e vivrà (la Grecia mi sa che è solo un preambolo) deriva proprio dal comportamento delle amministrazioni che han deciso di comportarsi come la volpe nel pollaio per anni, contando sul costante anzi crescente afflusso di galline (prodotto dall'impresa lucrativa) e che ora si trovano in gravissima difficoltà per la fuga delle galline.

      Tornando alla G.E. sono convinto anch'io che i parametri del Social Business siano quelli che meglio si prestano a una parte (almeno) del discorso della Green Economy.
      Il discorso della produzione diffusa tramite miriadi di microproduttori a livello familiare ne sarebbe il nocciolo, ad esempio. Sarebbe una forma di produzione che potrebbe facilmente premiare come obiettivi primari due aspetti SOCIALI:

      1) Diffusione del reddito prodotto in quote piccole e diffuse. Quindi contrasto alla conosciutissima (e per nulla combattuta dal sistema fiscale attuale) sindrome del "ricchi sempre più ricchi e percentualmente sempre più concentrati" e contemporaneamente creazione di occupazione VERA, cioè produttiva di beni o servizi davvero necessari!

      2) Garanzia di produzione del bene primario assoluto (energia) in forma democratica (niente monopoli, niente cartelli), pulita, accessibile e garantita.


      Ovviamente quello che impedisce ora il realizzarsi di questa visione è ESCLUSIVAMENTE il monopolio della produzione energetica da parte delle imprese lucrative. Monopolio che le stesse mantengono anche sulla base del ricatto "tariffario". Vuoi pagare meno? Toh! Il resto ti costerà solo di più!
      E per togliere questo monopolio DEVI staccare parte di questa produzione dal mercato libero. Quindi (cosa dicevo sopra) devi trovare la forma di finanziamento sociale. Che, ovviamente, può essere solo fiscale!
      Il che non vuol dire, come paventano molti dei liberal più radicali, far "pagare" alle aziende il costo di questo social business, ma DEVIARE, REINDIRIZZARE, parte del prelievo su questi obiettivi.
      Il come si può discutere. Un utente aveva proposto un sistema piuttosto complesso sulle quote emissive, io pensavo a una tariffazione volontaria bilanciata da sgravi fiscali...

      Comunque sia se vuoi passare dalle belle dichiarazioni di principio (come in fondo se non applicato concretamente anche il Social Business è!) alle fasi concrete DEVI mettere dei paletti fondamentali:
      1) Il sistema va finanziato. E si può fare solo con una tariffazione di base e con le tasse. Che NON possono più aumentare. Quindi devi tirar via da qualcosa, poco da sbattere! Non si può sempre lanciare proclami pretendendo che con il solito "basterebbe poco..." poi si trovino i soldi senza che nessuno ci rimetta!
      2) Il sistema deve produrre EFFICIENTEMENTE. Nel caso della produzione diffusa è automatico. E' tutto interesse del produttore tenere il proprio apparato di sopravvivenza alla massima efficienza. Più arduo vedo il compito in altri ambiti. Ad esempio la scuola italiana del decennio scorso coi suoi plurimaestri, microclassi, distribuzione a pioggia di posti precari per aggirare le norme sul blocco assunzioni permettimi a me non pare assolutamente un esempio di Social Business. Anche se molte delle persone che sul web hanno le definizioni che al momento ti sfuggono credo la pensino diversamente!
      "Business" significa creare un'impresa. L'impresa NON crea "posti di lavoro". Questi sono solo un effetto collaterale positivo del lavoro che l'impresa svolge. L'impresa crea beni e servizi. Punto!
      Il termine "Sociale" aggiunto al business NON cambia questa linea di base. Semplicemente elimina la componente di LUCRO per pochi. Ma non trasforma un'attività in un pascolo di parassiti che pensano di accattarsi la Panda col "reddito" sottratto alle imprese lucrative! Che tanto son ricche, tanto evadono, tanto imbrogliano, tanto cascano sempre in piedi... e poi ci accorgiamo che tanto se ne vanno in Romania!!!
      Questa basilare verità DOVRA' diventare chiara a tutti gli Italiani in futuro. Perchè se esiste spazio per il Social Business è certo che non esisterà più spazio per il Clientelar Business!
      “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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      • #63
        Salve B.E.e bello il web.Sono d accordo con cio che hai scritto,i punti principali sono :ELIMINARE il fine di lucro( sognare non costa però),eliminare il parassittismo(che e cosa diversa dal assistere chi ha bisogno),rendere efficenti le imprese REAL GREEN sopratutto per il rispetto del ambiente(gaia),rendere disponibili le energie rinnovabili per TUTTI sul pianeta(micro produttori).Sono d accordo anche che tassare l aria(carbon tax)non sia-a mio avviso- la strada giusta.Con buona pace di tutte quelli che si fregiano dell appellativo green,equo solidale,eco compatibile,eco sostenibile,ecc,ecc,...Altrimenti non decrescita ma caduta.Per quanto riguarda il passare dalle belle dichiarazioni di principio alle fasi concrete avrei una mia piccolissima idea ma purtoppo i lacci che ci tengono legati sono resistenti ed e difficile liberarsi.
        ..

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        • #64
          Caro diezedi, a me spiace fare il pessimista... ma secondo me l'involuzione del sistema economico occidentale spezzerà molto presto molti dei lacci di cui tu parli. Purtroppo insieme a tante maglie della rete che finora ha protetto il "bozzolo" sociale che le politiche degli ultimi 50 anni hanno creato e in cui molti pensano di essere al "sicuro". Me e te compresi temo!
          Ora parlano tutti di "ripresa" e "crescita" ". Ma un sistema che ha smesso di produrre energia e la importa per il 90% sta solo TRASFERENDO ricchezza ad altri! E nel farlo consuma ulteriore ricchezza nel ciclopico circo della "ricchezza di carta" della finanza, ormai in corsa solo per passare il cerino del debito a qualcun altro! E in fondo alla catena ci sono solo le amministrazioni statali...
          Hai citato la decrescita. Ora che la stiamo provando, come era prevedibile, suscita molto meno entusiasmo. Ma in realtà proprio la Green Economy è l'unica forma di "decrescita" compatibile con il benessere attuale.
          Finchè lo scopo della "crescita" sarà quello di produrre più beni da scambiare con energia assisteremo SEMPRE pù alla corsa al prodotto meno costoso, più facile da costruire, di scarsa durata,. Ogni tentativo di "moralizzare" il settore è destinato a scontrarsi con il dio Occupazione, cioè alla fine con ciò che permette alla gente di mangiare e vivere. E la gente vota!
          Solo se impegni tanta gente nella produzione energetica e nel servizio (fondamentale ma per ora poco "sentito") del mantenimento dell'ambiente puoi compensare. Se tutto o in parte non so ancora!
          Ultima modifica di BrightingEyes; 08-08-2011, 13:37.
          “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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          • #65
            Originariamente inviato da BrightingEyes Visualizza il messaggio

            Hai citato la decrescita. Ora che la stiamo provando, come era prevedibile, suscita molto meno entusiasmo. Ma in realtà proprio la Green Economy è l'unica forma di "decrescita" compatibile con il benessere attuale.
            Finchè lo scopo della "crescita" sarà quello di produrre più beni da scambiare con energia assisteremo SEMPRE pù alla corsa al prodotto meno costoso, più facile da costruire, di scarsa durata,. Ogni tentativo di "moralizzare" il settore è destinato a scontrarsi con il dio Occupazione, cioè alla fine con ciò che permette alla gente di mangiare e vivere. E la gente vota!
            Solo se impegni tanta gente nella produzione energetica e nel servizio (fondamentale ma per ora poco "sentito") del mantenimento dell'ambiente puoi compensare. Se tutto o in parte non so ancora!
            Sai meglio di me che questa non e decrescita ma solo spostamento della ricchezza(economia:scienza dell accumulazione della ricchezza con la ricchezza).E NECESSARIO trovare altre strade,spero solo non sia il "tingere" di Green l attuale economia.Ciao
            ..

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            • #66
              Ciao,purtroppo la strada intrapresa dal "sistema"per uscire da questa crisi (secondo me l ultima possibilita che ci e stata concessa!!)non e quella giusta.Con cio voglio dire usando le parole di quel tale(secondo me un Saggio:C.C.1922/1997):--non bisogna mai perdere di vista il fatto che una simile "accettazzione"a parole è uno dei mezzi migliori per far perdere a quelle idee la loro forza eversiva......La societa contemporanea dà prova di un virtuosismo senza pari nell arte del recupero o dello snaturamento delle idee.------- Per me invece (con le mie attuali conoscenze)grenn economy dovrebbe voler dire:democrazia ecologica.E mi congedo da questa discussione perche come mi ha giustamente fatto notare uno dei lumi del forum non posso stare ad aspettare " che qualcuno passi di qua per caso e ti risponda".Anche se devo dire che fino ad oggi il detto :siedi sulla sponda e aspetta che il cadavere del tuo nemico ti passi davanti trasportato dalla corrente--ha sempre funzionato, e tempo che mi muova.Ciao e grazie.
              Ultima modifica di Peace and Love; 29-08-2011, 08:56.
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              • #67
                Originariamente inviato da diezedi Visualizza il messaggio
                Sai meglio di me che questa non e decrescita ma solo spostamento della ricchezza
                Se ti riferisci alla definizione della Green Economy come "decrescita" l'ho messo tra virgolette proprio per evidenziare che NON è una decrescita, ma un trasferimento della produzione di ricchezza più in linea con le esigenze di sostenibilità e democrazia che credo (spero!) siano in realtà ala base dell'entusiasmo ngenuo con cui molti hanno accolto la storiella della decrescita felice.
                Invece quella a cui stiamo assistendo nel caso dei PIL negativi (tipo il -9% della povera Grecia) è ESATTAMENTE la famosa decrescita, che tanti ideologi da salotto pretendevano a gran voce con esilaranti esempi di come si potesse essere felici anche rinunciando all'auto e scambiandosi dolcetti e yogurt fatto in casa.
                Come era ampiamente prevedibile e previsto però chi davvero la decrescita la sperimenta o la vede anche solo balenare dietro l'uscio passa immediatamente alla seconda fase... ok alla decrescita, ma prima loro che io c'ho già i miei problemi!
                Per il resto concordo. Credo che stiamo perdendo l'ultimo treno e appena Francia e Germania riusciranno a imporre il supergoverno europeo dell'economia azzerando di fatto ogni investimento sull'altare del blancio ci troveremo a rimpiangere quando di green economy perlomeno se ne poteva ancora parlare e sognare.
                “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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