Ciao a tutti,
con l'arrivo del freddo in lombardia, sto cominciando a fare delle regolazioni all'impianto di riscaldamento.
Premessa: abito in Lombardia, casa costruita fine anni 90, classe F, riscaldamento con caldaia a condensazione immergas hercules mini 32 con annesso sensore di temperatura esterno.
Ho un'intercapedine, che però varia di dimensioni lungo il perimetro della casa, dove è stato possibile ho insufflato.
Casa composta da sgombero, piano terra e primo. Ad oggi ho temperatura interna di 18° per piano terra e primo.
Ho tre diverse zone, comandate da tre termostati differenti. Ho messo valvole termostatiche dinamiche caleffi su ogni calorifero.
Temperatura di mandata di 45°, questa mattina con 2 gradi esterni la casa si è scaldata e ha raggiunto la temperatura richiesta.
Ho messo in piedi un sistema con raspberry e dei sensori di temperatura appoggiati sui tubi in rame che mi permettono di monitorare l'andamento delle temperatura di mandata e capire quando si accendono e spengono i caloriferi.
Mi sto facendo però alcune domande e vorrei un vostro parere.
Meglio accensioni più frequenti dei caloriferi e una temperatura di mandata più bassa o accensioni meno frequenti e temperatura di mandata più alta?
Giusto per darvi un'idea delle differenze..
Da legenda:
- riscaldamento {piano primo} -> temperatura rilevata sui tubi del riscaldamento del piano primo
- riscaldamento {piano terra} -> temperatura rilevata sui tubi del riscaldamento del piano terra
- accensione piano primo -> se il valore è 0° vuol dire che i caloriferi sono spenti, se è 10° vuol dire che sono accesi
- accensione piano terra -> se il valore è 0° vuol dire che i caloriferi sono spenti, se è 10° vuol dire che sono accesi
Temperatura di mandata a 50° (il sensore di temperatura con le dispersioni rileva un pò meno)
Temperatura di mandata a 45° (il sensore di temperatura con le dispersioni rileva un pò meno)
PS: Se vi interessa come ho realizzato quei grafici, posso aprire un post a parte. E' veramente molto semplice, non è precisissimo ma da un'idea dell'utilizzo
con l'arrivo del freddo in lombardia, sto cominciando a fare delle regolazioni all'impianto di riscaldamento.
Premessa: abito in Lombardia, casa costruita fine anni 90, classe F, riscaldamento con caldaia a condensazione immergas hercules mini 32 con annesso sensore di temperatura esterno.
Ho un'intercapedine, che però varia di dimensioni lungo il perimetro della casa, dove è stato possibile ho insufflato.
Casa composta da sgombero, piano terra e primo. Ad oggi ho temperatura interna di 18° per piano terra e primo.
Ho tre diverse zone, comandate da tre termostati differenti. Ho messo valvole termostatiche dinamiche caleffi su ogni calorifero.
Temperatura di mandata di 45°, questa mattina con 2 gradi esterni la casa si è scaldata e ha raggiunto la temperatura richiesta.
Ho messo in piedi un sistema con raspberry e dei sensori di temperatura appoggiati sui tubi in rame che mi permettono di monitorare l'andamento delle temperatura di mandata e capire quando si accendono e spengono i caloriferi.
Mi sto facendo però alcune domande e vorrei un vostro parere.
Meglio accensioni più frequenti dei caloriferi e una temperatura di mandata più bassa o accensioni meno frequenti e temperatura di mandata più alta?
Giusto per darvi un'idea delle differenze..
Da legenda:
- riscaldamento {piano primo} -> temperatura rilevata sui tubi del riscaldamento del piano primo
- riscaldamento {piano terra} -> temperatura rilevata sui tubi del riscaldamento del piano terra
- accensione piano primo -> se il valore è 0° vuol dire che i caloriferi sono spenti, se è 10° vuol dire che sono accesi
- accensione piano terra -> se il valore è 0° vuol dire che i caloriferi sono spenti, se è 10° vuol dire che sono accesi
Temperatura di mandata a 50° (il sensore di temperatura con le dispersioni rileva un pò meno)
Temperatura di mandata a 45° (il sensore di temperatura con le dispersioni rileva un pò meno)
PS: Se vi interessa come ho realizzato quei grafici, posso aprire un post a parte. E' veramente molto semplice, non è precisissimo ma da un'idea dell'utilizzo
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