Vivere off-grid in Italia: è davvero possibile?

Accumulo fovoltaico

La prospettiva di vivere scollegati dalla rete elettrica, producendo autonomamente
tutta l’energia necessaria per alimentare un’abitazione, affascina sempre più italiani. Le
motivazioni sono molteplici: riduzione dei costi, indipendenza energetica, sostenibilità
ambientale e desiderio di semplificare la propria impronta sul pianeta. Una soluzione
ricca di vantaggi, ma passare a un modello di vita off-grid in Italia è possibile?
Sicuramente la tecnologia ha compiuto passi importanti. Oggi i sistemi fotovoltaici, le
batterie di accumulo e le pompe di calore ad alta efficienza consentono di ipotizzare
un’abitazione completamente autonoma sotto il profilo energetico. Ma la fattibilità di
una scelta simile dipende da molto altro, tra cui la localizzazione geografica, le
caratteristiche dell’immobile, la capacità di ottimizzare i consumi e la disponibilità
economica per affrontare l’investimento iniziale.

Un ruolo centrale, naturalmente, è svolto dai pannelli solari, ormai al centro di tutte le
soluzioni residenziali per l’autoproduzione. La loro installazione, unita a sistemi di
accumulo ben dimensionati, rappresenta il primo passo per una casa off-grid. Vediamo
quali sono gli altri.

Energia solare e autosufficienza: cosa serve davvero

Il cuore di un sistema off-grid è l’impianto fotovoltaico, il quale deve essere progettato
per soddisfare il consumo medio giornaliero e per affrontare i periodi di minore
irraggiamento solare, tipici delle stagioni intermedie e invernali.
Insieme ai moduli solari, serviranno ottime batterie di accumulo, che permettono di
conservare l’energia prodotta nelle ore diurne e utilizzarla quando il sole non c’è. La
capacità di queste batterie, espressa in kWh, va calcolata in base alle esigenze
dell’abitazione e al livello di autonomia desiderato. In un sistema ben calibrato,
l’energia prodotta durante le giornate soleggiate può coprire l’intero fabbisogno, anche
nei giorni successivi.
Altro elemento essenziale è l’inverter, che converte la corrente continua generata dai
pannelli in corrente alternata utilizzabile dagli elettrodomestici. In un sistema off-grid,
l’inverter deve essere compatibile con le batterie e progettato per funzionare in
modalità stand-alone, ossia senza connessione alla rete pubblica.

I limiti e le criticità da considerare

Per una vita off-grid, per ora, in Italia, è importante conoscere le norme. Difatti, per
poter scollegare un’abitazione dalla rete è necessario rispettare una serie di vincoli,
soprattutto in aree urbanizzate o soggette a vincoli paesaggistici.
Inoltre, in caso di guasto al sistema o in presenza di periodi prolungati di maltempo, la
mancanza di una rete di supporto può generare un certo disagio. Per questa ragione,
molti utenti optano per soluzioni ibride, in cui la connessione alla rete rimane attiva
come backup, pur consumando prioritariamente energia autoprodotta.
Anche la gestione dei consumi è da considerare, perché senza una rete che possa
assorbire l’energia in eccesso o fornire supporto nei picchi, bisognerà programmare i
carichi energetici in funzione della disponibilità reale di energia, il che può influenzare il
proprio stile di vita e le abitudini orarie.

Quando conviene davvero scegliere l’off-grid

Le condizioni ideali per vivere off-grid si trovano spesso nei contesti rurali, in
abitazioni isolate o in zone dove i costi di allacciamento alla rete elettrica sono troppo
elevati. Investire in un sistema di generazione e accumulo, in sostanza, può risultare più
vantaggioso rispetto alla spesa per portare fisicamente la rete fino all’abitazione.
Vivere senza dipendere dalla rete significa ridurre l’impatto ambientale e contribuire a
una forma di energia decentralizzata, basata su fonti rinnovabili. Grazie al
miglioramento delle tecnologie, in particolare nel campo dell’accumulo, è prevedibile
che l’autosufficienza diventi sempre più accessibile nei prossimi anni. Quindi si, vivere
off-grid in Italia è possibile, ma richiede una progettazione accurata e una disponibilità
economica di partenza da investire.

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