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motivazioni dell'attacco al fotovoltaico

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  • Originariamente inviato da marcober Visualizza il messaggio
    pagheremo 2,5 mld ANNO PR 20 ANNI di cointributi..insomma contro 2 mld iniziali, contributi per 50 mld..fate vobis..
    A parte che ci sono anche quelli che danno a te... che da come scrivi sembri un angioletto neutrale ....

    Ma a parte questo , su quei 2,5mld presi dalle bollette non credi che lo stato non ritiri fuori qualcosina .... in pratica si trova una tassa sul consumo ?
    AUTO BANNATO

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    • Originariamente inviato da spider61 Visualizza il messaggio
      Ma a parte questo , su quei 2,5mld presi dalle bollette non credi che lo stato non ritiri fuori qualcosina .... in pratica si trova una tassa sul consumo ?
      No al massimo ci perde qualche cosa..cioè le accise sulla parte AUTOCONSUMATA.
      Possiamo presumere che dal 10° anno in poi (salvo impianti domestici) gli esercenti commerciali avranno (si spera) un utile su cui pagare le tasse ..ma ancora una volta si parla di cifre di poco conto.
      Se poi sono società con capogruppo estere /secondo me la maggior parte dei parchi di grosse dimensioni)..basta fare una fattura anno di "spese di gestione" dalla capogruppo (magari Irlandese)..e voilà..l'utile sparisce..e tanti saluti allo Stato italiano e a termonti..pago il 10% fisso in Irlanda.. per cui su questi "presunte" entrate fiscali fra 10 anni, non contateci molto..

      Comunque vedo che è il concetto generale che non riesco a far pasasre..se in uhn sistema si usa un fattore meno efficiente di prima. l'egfficienza globale si abbassa..non può pareggiare..la sintesi è nella famosa frase "nessun pasto è gratis"..

      E infatti sono andato sul sito Aspo dove era pubblicato lo studio che viene citato..hanno raffinato la cosa..prima valutavano andamento marzo 2011 si marzo 2011 e dicevano che il delta era il risparmio dovuto al FV, arrivandoa dire che ripagava l'intero incentivo (!).
      farse si sono resi conto delle cacchiate scritte..l'hano levato..ora c'è uno studio piu serio che analizzando andmento marzo-aprile 2011 delle ore con sole e senza sole e "spiegano" un risparmi del 20-30% dell'incentivo... a questo livello ci posso pure credere..

      Anche se la prima obiezzione è questa: non vi è solo il solare che ha dispacciamento privilegiato..ma tutte le rinnovabili..e tutte sono incentivate..alcune sono anche modulabili (idrico, biomasse liquide, etc)..altre non modulabili (eolico) ma proprio per questo non si può escludere il loro apporto "in parallelo" al solare..
      Bene..lo studio non prend ein considerazione i costi di queste altre rinnovabili..ma solo del FV..eppure la traslazione della curca di ofefrta è fata da tutte le rinnovabili.

      Allora l'effetto positico del 20-30% potrebbe essere invece del 5% (sul peso totale degli incentivi)..e già sarebbe abbastanza trascurabile..

      Inoltre queste teorie devono essere valide nel lungo periodo..
      Ad esempio anche nel 2009 il costo nelle ore di picco è calato piu che nelle ore fuori picco..e il solare c'entra poco nel 2009..lo studio GME spiega che è avvenuto perchè il "ricarico" dei produttori è sceso di circa 10 euro al mega..per motivi di concorrenza, offerta e domanda..
      Bene, se allora è gia successo in latri anni senza apporto solare significante..potrevbbe succedere il contrario magari nel 2012 nonostante apporto solare..
      Insomma..teoria interessante, con una sua validità logica, ma per ora un abbbozzo..vedremo..
      CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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      • Ho aperto una discussione, per chi fosse interessato, sul caso Pugliese dal 2006 al 2011.
        Secondo me ha molto a che fare con l'attacco attuale al fotovoltaico. Ne evidenzia alcune ragioni e mostra alcune delle dinamiche che in effetti non andrebbero ripetute.

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        • Ennesimo controllo ENEA su impianto da 6 Kwp allacciato 3 mesi fa e con la convenzione del GSE attesa da 80 giorni ( il cliente hs un mutuo ), un giorno per raccogliere i documenti, un altro per il sopralluogo ormai lavoro solo per il passato. Oggi mi è stata bocciata un pratica al Comune non so perchè e le prospettive non rosee viste da Verona. Ne vale la pena lavorare in questo settore visto che ormai per i nostri governanti siamo degli Imbroglioni?

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          • comunicazione AEEG

            Nuova puntata dell'attacco dell'AEEG al fotovoltaico (in parte con buoni motivi, del resto, ma con foga degna di miglior causa).

            Come ricorderete tutto muove da una comunicazione alla camera dell'Autorità (PAS 6/11) che avverte del rischio di pagare troppo l'energia da fonti rinnovabili prodotta dal fotovoltaico: "il rischio è quello di raggiungere gli obiettivi previsti per il fotovoltaico con 7 anni di anticipo [8 giga], sfruttando tecnologie più costose e meno efficienti rispetto a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni, e, pertanto, a maggior costo per il sistema" (p. 55). Il testo chiudeva con un invito ad "intervenire urgentemente". I grafici (con bella scelta con il CIP 6 in verde ed il fotovoltaico in rosso) minacciavano nel 2011 un costo del 49% di 5,7 Mld per i consumatori.

            Nella comunicazione PAS 12/11 del 19 maggio 2011 (tre mesi dopo) l'Autorità, dopo aver giustamente detto che sarebbe meglio internalizzare i costi delle emissioni agendo con una carbon tax (ma senza distorsioni), a pag. 4 stima il costo (per ogni tep) delle fonti rinnovabili in 3.500,00 euro, se da fotovoltaico, mentre ca. 930,00 da certificati verdi e appena 100 da risparmio energetico. Un vertiginoso fattore 35!

            Ne conclude, devo dire giustamente, che bisogna spingere sul risparmio che è molto più conveniente (ma non può andare oltre un certo livello).

            Ora, questo calcolo è fatto nel seguente modo:
            - l'energia da fotovoltaico è incentivata a 300,00 €/MWh
            - quella con certificati verdi 80,00 €/MWh
            - l'energia termica 30,00 €/MWht
            - la riduzione consumi al valore di 100,00 €/tep

            Calcola quindi che 1 tep corrisponda a 11,63 MWh.

            Tutto bene. Ma il calo degli incentivi (che arrivano a 0,133 €/kWh al 2012)?
            Chiaramente il risparmio è sempre conveniente, ma calcolando gli incentivi a 200,00 €/MWh solo di un fattore 23! Cosa che peraltro ci porterebbe ad essere più virtusi della media europea (4 contro 5) e non meno virtuosi (6 contro 5).

            In ogni caso hanno ragione. Bisogna spingere di più sul risparmio (e sarebbe bella una tassazione della CO2 emessa). Come anche che bisogna spingere di più l'incentivazione di calore (e ciò che si sta "non facendo" con la cogenerazione ad alto rendimento è scandaloso).

            Nel seguito l'AEEG giudica troppo alto l'obiettivo specifico del fotovoltaico di 23 Giga, calcolando che potrebbe portare ad una riduzione di 0,45 Mtep degli obiettivi di eolico e biomasse. Vero, ma solo se gli obiettivi non vengono alzati. UE: tagliare le emissioni di CO2 del 30%, si voterà il 23 giugno - zeroEmisssion News

            Giusto, infine, il riferimento alle procedure di autorizzazione (p. 17) anche se privo di proposte.
            Ultima modifica di alvisal61; 26-05-2011, 17:57.

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            • inoltre l'AEEG si schiera con ENEL nello scontro (violentissimo e molto illuminante) con TERNA sulla titolarità dei sistemi di accumulo che la stessa vuole fare.

              Riassunto:
              TERNA ha fatto un Piano Industriale nel quale, oltre ad una certa quantità di sviluppo fotovoltaico (credo che non lo faranno ora), prevede di investire 1 Mld di euro in sistemi di accumulo per potenziare la capacità della rete di ritirare l'energia da fonti rinnovabili non programmate (soprattutto eolico).
              Come sapete per legge TERNA, che gestisce la rete di trasmissione, non può essere presente nella produzione.
              Ma in questo modo, dice ENEL, TERNA aggira la norma in quanto compra l'energia in eccesso dagli impianti (evidentemente ad un prezzo inferiore) e la rivende sul mercato al prezzo superiore. Così si trova a vendere energia.
              "Ma non la produco" risponde TERNA.

              Ora l'AEEG, su richiesta del governo (considerate, però, che il presidente dell'Autorità è ex dirigente del MISE), dice che TERNA può ben (anzi deve) scegliere dove fare gli accumuli, ma poi li deve mettere a gara.

              La partita è simile a quella generale delle rinnovabili: l'ENEL e gli altri produttori da fossili non vogliono perdere il prezzo marginale alto.

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              • Sembra che Terna non abbia intenzione di cedere. E a mio modo di vedere ha ragione. In qualità di gestore di rete credo abbia tutto il diritto di attrezzarsi per stoccare l'energia prodotta in eccesso e rilasciarla quando serve.
                Leggete qui sotto.

                Terna (-0,12%): allo studio azioni legali contro la lobby dei produttori di energia - LaStampa.it

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                • in http://www.energeticambiente.it/legi...mercato-9.html ho postato una lettura del rapporto GME 2010 che introduce alcuni elementi di valutazione per l'oggetto di questa discussione.

                  in particolare appare abbastanza impressionante la tenaglia tra:
                  - consumi in leggera crescita ma capacità produttiva in forte crescita;
                  - sostanziale annullamento del margine industriale degli impianti da fonti fossili a partire dai meno efficienti (e più inquinanti);
                  - difficoltà della rete sia nel trasporto dell'energia sia nella mobilitazione della necessaria capacità di riserva

                  andiamo incontro a cambiamenti forti nei prossimi anni

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                  • Direi che sia necessaria ed urgente una rivalutazione degli incentivi per il PV, che hanno spinto un buon numero di speculatori ad entrare nell'affare, certi di assicurarsi un rendimento senza rischi. La misura di incentivo, pensata soprattutto per i privati, per i micro impianti ad uso civile, è stata, a mio avviso incautamente, estesa a potenze installate incompatibili con questo uso, aprendo la porta ad interventi che nulla hanno a che fare con il raggiungimento degli obiettivi di uso virtuoso della fonte solare. Per questo abbiamo visto spuntare nelle nostre campagne mega impianti, spesso lontani da un possibile utilizzo. Il costo degli incentivi tra l'altro grava interamente sulla bolletta di tutti gli utenti. Ci troviamo quindi a dover per forza finanziare i guadagni di gente che ha disponibilità di qualche milione di € per fare un impianto, che poi produce un utile senza rischi di 1/2 milione/anno. Qualcuno potrebbe obiettare che il costo sarebbe lo stesso se, anziché un impianto da 1 mW, si fossero installati 333 impianti da 3 kW su altrettante abitazioni, ma basterebbe la considerazione ovvia che tali impianti non sarebbero ubicati in un unico punto a capire che la storia è diversa, per non parlare del fatto che 333 famiglie che si installano sul tetto il proprio fabbisogno elettrico divengono coscienti di che significa il risparmio e l'utilizzo intelligente. Come spesso accade in Italia, i dispositivi di legge, in origine virtuosi, vengono poi usati ed abusati per scopi tutt'altro che meritori.
                    Miradoc

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                    • Ma credi che gli impianti realizzati da Enel non abbiano lo stesso ritorno?
                      :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                      (Albert Einstein):preoccupato:

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                      • Si tratta esattamente della stessa motivazione, mascherata da sbandierata sensibilità ed etica societaria. Fin tanto che ognuno di noi non farà la sua parte e provvederà da sé ai suoi bisogni di energia, saremo nelle mani di aziende di servizio che non hanno alcun interesse al risparmio, perché esso riduce i loro guadagni.
                        Miradoc

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                        • Miradoc,
                          mi puoi spiegare in cosa consiste l'interesse pubblico a far sì che ognuno provveda da sè ai suoi bisogni di energia (suppongo non solo elettrica)? Cioè l'interesse che giustifica l'esistenza di una politica pubblica in materia?
                          Ovviamente nessuno impedisce a chiunque di non far un contratto con un fornitore di energia, o di autoprodursela, o di non consumarla del tutto. Ma perchè io dovrei pagare nella mia bolletta il distacco di qualcuno dalla rete?

                          Sono un poco confuso da frasi come "Fin tanto che ognuno di noi non farà la sua parte e provvederà da sé ai suoi bisogni di energia". Perchè?

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                          • Perché a mio avviso, l'autosufficienza energetica, idrica, di smaltimento dei rifiuti e di mobilità locale implica numerosi vantaggi, a fronte di un modesto aumento di complessità. I principali sono: minor vulnerabilità, adattabilità alle condizioni ambientali specifiche, maggior responsabilità individuale, costi destinati a ridursi per effetto del numero enorme di applicazioni simili, miglioramento della coesione sociale a livello locale. L'elenco può continuare, ma mi limito a dire che la tecnologia attuale già consente di produrre energia elettrica e termica per le abitazioni private, utilizzando in gran parte fonti rinnovabili, a prezzi concorrenziali con quelli di mercato, senza alcun bisogno di incentivi, che comunque ora sono arraffati da speculatori e non da utenti privati che si autoproducono l'energia consumata.
                            Per inciso, non è proprio vero che non esistono ostacoli all'autosufficienza. Esistono un numero spropositato di norme per l'uso ad esempio delle risorse idriche, anche se senza alterarne in alcun modo portata e corso, come esiste il divieto di vendere energia in surplus tra privati. In quanto alla politica pubblica in materia di energia, in Italia non si può affermare che essa esista se non sulla carta. Nonostante i corposi documenti dell'ENEA in materia, i nostri decisori pubblici non hanno la benché minima visione strategica di che cosa potrà succedere tra 15-30 anni e non prendono pertanto alcuna seria decisione in materia. Ecco un altro motivo di azione per il privato. A meno che tu non speri, come molti, in un miracolo... So che cambiare il sistema energetico richiede decenni, ma proprio per questo le decisioni strategiche vanno prese e mantenute oltre la vita dei governi o il loro colore, cosa del tutto impossibile nel nostro Paese, almeno finora. Infine, credi davvero che grandi aziende private di produzione e distribuzione di energia possano svolgere una seria azione di promozione del risparmio energetico, che è la forma più economica di energia, quando essa ridurrebbe i loro utili? Non lo facevano neppure quando erano controllate direttamente dallo Stato, neppure nei confronti delle stesse amministrazioni pubbliche.
                            Miradoc

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                            • Bene,
                              grazie per la tua risposta ben argomentata. ora mi è più chiaro.
                              l'interesse pubblico, secondo te, deriva dall'essere vantaggioso. Quindi dall'utilità (si tratta di un argomento "utilitarista").
                              Vediamo quale è l'Utilità: "minor vulnerabilità, adattabilità alle condizioni ambientali specifiche, maggior responsabilità individuale, costi destinati a ridursi per effetto del numero enorme di applicazioni simili, miglioramento della coesione sociale a livello locale".

                              Tu dici che l'essere autosufficiente (ma a che scala?) determina minore vulnerabilità. Se è alla scala della UE in effetti è lo stesso argomento che sostiene la Commissione (precisamente il Commissario all'Energia). Se è alla scala del quartiere o della casa mi sembra strano. casomai potrebbe essere il contrario, uno smaltimento dei rifiuti prodotti dal quartiere "A" solo nel medesimo posto e del quartiere "B" nello stesso modo prefigura un sistema fragile. Inoltre costosissimo.
                              Ma non anticipiamo, una frase come quella che tu fai ha senso (nel senso che significa qualcosa e può essere valutata) solo se si precisa la scala. Immagino che per l'acqua potabile sia il bacino idrico (che può essere di scala sovraregionale). L'acqua Roma o Milano non la possono prendere dalla falda locale, per evidenti ragioni di portata. Parimenti, non possono smaltire tutti i loro rifiuti entro i loro confini fisici (e neppure amministrativi, almeno non tutti) per ragioni di quantità, specializzazione dei sistemi di trattamento e densità edilizia e abitativa. Infine, non possono produrre tutta l'energia che gli serve per ragioni di densità (a meno di avere una turbogas a ciclo combinato da 3-400 MW, nel centro, per fare i 2 TWh che servono a Roma). Del resto se la popolazione di Roma la distribuissimo per magia su tutto il Lazio consumerebbero molto di più (di tutto).
                              Per i trasporti l'autosufficienza significa automobili private? purtroppo ci siamo.

                              Se per ogni servizio tecnico trovi la scala giusta (tecnicamente ed economicamente) alla quale va distribuito siamo d'accordo. Poi su quale sia si può e deve discutere. Collettivamente ed in pubblico. Dalla discussione e condivisione può anche aumentare la coesione sociale.

                              Questa frase però mi stupisce: "la tecnologia attuale già consente di produrre energia elettrica e termica per le abitazioni private, utilizzando in gran parte fonti rinnovabili, a prezzi concorrenziali con quelli di mercato, senza alcun bisogno di incentivi" Se è così gli incentivi sono un furto. Che deve immediatamente cessare. Ci sono Direttive chiare in materia. Ma sono anni che lavoro nel settore, e siamo tutti curiosi di conoscerle.

                              Sulla seconda parte, ovviamente, siamo completamente d'accordo. L'Italia non ha mai avuto una politica energetica ed ora siamo alla massima distanza di sempre. Gli ostacoli e le lobbies (una buona parte delle quali sono all'opera contro i grandi impianti da rinnovabili che fanno paura e quindi richiedono ampie dosi di disinformazione -la prossima volta che un chimico o un'università del nord europa parla contro i biocarburanti, guarda chi sono gli altri suoi clienti-) sono all'opera e come. Infine mi pare evidente che chi vende energia non si stracci le vesti se l'efficienza non è altissima.


                              Ma, alla fine, il punto è un altro: questa è la tua politica. Non è la politica delle rinnovabili. Questa è stata votata dal Parlamento Europeo e presenta ragioni diverse. Parla di autosufficienza, ma individua una scala molto ampia per attuarla. La scala ormai tende ad essere identificata con la UE+il Nord Africa.
                              Gli incentivi hanno la ragione di aiutare a raggiungere la parità di rendimento dell'investimento che gli consenta di competere con gli impieghi alternativi. Altrimenti non si fanno, nè per le famiglie nè per le multinazionali.

                              Se vuoi impostare un'altra politica fatti sentire, ed eleggere. Quando lo farai e sarai tu Commissario Europeo per l'Energia vedrai probabilmente che ci sono molte cose da considerare. Altrimenti serviresti male le famiglie e le comunità (qualsiasi cosa il termine significhi) che vuoi difendere.

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                              • Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
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                                Questo è veramente un aspetto spinoso.
                                Parole sacrosantissime.....
                                'Non abbiamo più bisogno di 1 centrale che produca 1.000.000 di kWh, ma di 1.000.000 di persone che producano 1 kWh a testa.'
                                'Il kWh più ecologico rimane sempre quello che non si consuma.'

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                                • brutte notizie...
                                  FOTOVOLTAICO, PROPOSTA LA ‘PEREQUAZIONE’ DEGLI INCENTIVI
                                  al sole non serve un soldo

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                                  • si,
                                    ne abbiamo discusso qui http://www.energeticambiente.it/legi...ercato-10.html a partire dal post 233
                                    o qui
                                    http://www.energeticambiente.it/legi...ovoltaico.html

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                                    • Caro alvisal61, non ho certo la pretesa di proporre la soluzione miracolosa alla Rossi. Io credo che si debba inquadrare il problema energia/alimentazione in un contesto di sostenibilità, visto che per i decenni a venire non ci potremo allontanare da un sistema sostanzialmente chiuso e finito. L'unico apporto abbondante di energia dall'esterno è rappresentato dal sole, che può essere sfruttato a livello locale, dove l'irraggiamento è sufficiente alla tecnologia di harvesting attuale. Non credo che il rendimento di un parco PV da 2 MW sia sostanzialmente diverso da quello di un impianto domestico da 2 kW, anzi sono convinto del contrario, visto che non vi sono dispersioni e perdite di trasformazione e trasporto. Inoltre esiste un potenziale di energia termica solare non sfruttato, che potrebbe benissimo combinarsi con la produzione di EE, contribuendo a ridurre il consumo di combustibili fossili per riscaldamento e soprattutto condizionamento estivo. Il problema dei rifiuti è sostanzialmente legato alla filosofia di vita, o meglio alla sua mancanza nel mondo di oggi, dove esiste un legame paradigmatico perverso tra produzione e consumo, che ci viene presentato come l'unico in grado di sotenere l'economia. Questo paradigma è sbagliato e va abbandonato quanto prima, per abbracciarne uno alternativo, che sostenga la qualità, non la quantità di beni, che sostenga il soddisfacimento dei bisogni reali, non ne crei di artificiali. Un mondo che sposasse un concetto di progresso non devolutivo, si troverebbe subito a poter fare a meno di circa la metà di ciò che viene consumato ora (persino in termini alimentari). Non voglio qui affrontare l'argomento complesso dello spreco di energia e calore nell'industria, ma anche nel privato i nostri consumi attuali (in Europa circa 100 kWh/giorno*persona) possono essere ridotti a meno della metà, se si attuano interventi strutturali alle abitazioni, si cambiano alcune abitudini di mobilità e si privilegia il prodotto locale. Il nostro lavoro, che sta diventando sempre più immateriale, non ha bisogno di sprecare molta energia per essre reso disponibile a chi serve in tutto il mondo. Vi segnalo un ottimo libricino, scritto da un prof. Inglese, David McKay, che descrive ovviamente la situazione del suo paese e traduce in numeri facili da ricordare quello che si fa ora e che si dovrebbe fare, per cavarcela senza tornare al medioevo: David MacKay FRS: Sustainable Energy - without the hot air: Download.
                                      E' una lettura illuminante, che offre una speranza concreta persino laddove le condizioni climatiche sono molto peggiori delle nostre. Ovvio che non si possono fare miracoli e nessuno, a parte Andrea Rossi, ha la bacchetta magica. Io credo profondamente che un mix di opzioni realistiche, usando la tecnologia attuale, sia in grado di portare l'Italia in 20-30 anni ad un livello di sostanziale autosufficienza energetica e di mobilità locale. Che non si possa fare dovunque allo stesso modo è proprio l'ostacolo maggiore, per cui il livello di scala delle singole applicazioni non sarà unico. Da parte mia, ho dedicato gli ultimi due anni alla messa a punto di un progetto che riguarda l'autosufficenza di un'abitazione singola nel nord Italia, con uso di PV, solare TD con integrazione dei rifiuti domestici energetici, microidroelettrico, recupero dell'acqua tecnica. Che non sia possibile farlo in centro a Milano è ovvio, ma per il momento a me sembra che si possa iniziare dove è possibile, oppure aspettare il miracolo.
                                      Miradoc

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                                      • caro miradoc

                                        alla fine mi sa che siamo d'accordo.
                                        anche io penso che il problema energia/alimentazione (ma direi tutti) deve essere inquadrato in un contesto di sostenibilità. E che sia urgente farlo nei prossimi 20-30 anni. Come sono d'accordo che non esistono le bacchette magiche e le formule (ad es. "decrescita felice") risolvitutto.
                                        Sono anche d'accordo (per il nostro piccolo) che un impianto da 2 kW è più efficiente in termini di produzione elettrica di uno da 2 MW. Però l'efficienza elettrica dell'impianto è solo una (piccola) parte del problema. Proprio se l'inquadri, come dici, in un'ottica di sostenibilità non è più scontato. Devo infatti rispondere ai bisogni energetici dell'attuale società (non di quella trasformata del futuro) e questi sono molto complessi e concentrati. Non mancano i poli di assorbimento che hanno bisogno di GWh di energia al giorno che è arduo fare con il surplus di impianti da 2 kW.
                                        Certo bisogna risparmiare, ma è un processo graduale (anche se si riuscisse nel miracolo di battere l' "effetto rebound"). Se io sono su una macchina lanciata a 240 km orari su una strada so che devo rallentare, altrimenti alla prima curva severa morirò, ma non posso "inchiodare" (altrimenti muoio lo stesso).
                                        Questa metafora si applica, ad esempio, ai rifiuti. Non è facile. Gradualmente ci stiamo avvicinando ad un maggior recupero, ma troppo lentamente. Purtroppo non si fa abbastanza per la riduzione a monte (che è la cosa più importante). Naturalmente dipende anche dalla lobbies dei produttori di imballaggi (che, ad esempio, controlla i consorzi di recupero).

                                        Comunque anche se si potesse arrivare ad una "sostanziale autosufficienza energetica" (io credo insieme a progetti come desertec e con una robusta connessione con la rete elettrica europea) non sarebbe autosufficienza di ogni singolo "borgo".
                                        Anche la mobilità, deve essere sostenibile. Ma è un valore. Porta ad una società più dinamica ed aperta, più libera, con maggiore mobilità sociale (c'è un nesso, storicamente dimostrabile) e maggiore apertura culturale (ancora nesso). Quindi attenzione agli obiettivi, potrebbero essere controfinalistici.

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                                        • Sì, siamo sostanzialmente d'accordo. Il punto che mi preme sottolineare è che ognuno dovrebbe cominciare a farsi carico di una parte del problema, anziché attendere soluzioni calate dall'alto. Non dare più per scontata la disponibilità di energia elettrica in casa, di carburanti per autotrazione e riscaldamento, di cibo abbondante ed esotico al centro commerciale potrebbe essere un'epifania che porta con sè alcuni cambiamenti d'abitudine che alla lunga faranno la differenza. Ci sono cose che si possono fare da subito, tipo usare di più la bici, andare a piedi, che fa molto bene alla salute, comprare a km zero presso produttori locali; altre che richiedono tempi medio lunghi. Quello che però deve essere chiaro è che la motivazione per un processo di cambiamento di questa complessità è la sopravvivenza a lungo termine del genere umano.
                                          Miradoc

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                                          • certo dobbiamo tutti farci carico. ma le cose che indichi le avremo. bisogna averle meglio, energia che non inquina e non provoca guerre, carburante che non deriva dal petrolio (e in quantità enormemente inferiore), cibo sostenibile (che non significa quasi sicuramente a chilometro zero, ma potrebbe significare diverso).

                                            poi dove si può e quando si può a piedi si va benissimo (io abito al centro ed ho l'ufficio vicino casa e quindi uso pochissimo la macchina, ma capisci che questo significa pagare affitti alti).

                                            Sono d'accordo sulla posta. La sopravvivenza della civiltà umana come la conosciamo e quella di qualche miliardi di nostri contemporanei (se la civiltà collassasse non sarebbe senza danno. scorrrebbero fiumi di sangue semplicemente perchè sarebbe impossibile produrre e distribuire cibo ed altri beni -acqua- di prima necessità nelle quantità e tempi necessari e nei luoghi dove è concentrata la popolazione). Qui ho postato un breve testo che riassume alcuni elementi della situazione per come la vedo.

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                                            • Da parte mia, ho impiegato gli scorsi due anni (e un bel pò di risorse personali) nella progettazione di un sistema integrato domestico, applicato ad un'abitazione tipo del nord Italia, con nucleo familiare di 4 persone, descrivendo e soddisfacendo i bisogni di energia termica, raffrescamento, energia elettrica, acqua potabile e tecnica, carburante per la mobilità locale, smaltimento dei RSU. Le fonti primarie sono per oltre il 70% di origine rinnovabile, tra cui solare PV e TD. Il risultato mi sembra incoraggiante, anche se non mi nascondo che ci sono ancora molti componenti da perfezionare, prima di costruire un prototipo funzionante (per cui non dispongo comunque di sufficienti risorse). Sto cercando aziende e/o venture capital per finanziare/collaborare alla realizzazione. Vedrò come proseguire in quello che è un sogno che accarezzo da decenni ed al quale ho potuto dedicarmi a tempo pieno solo ora che sono alla vigilia della pensione (sempre che riesca ad andarci, viste le prevedibili novità!!). Quando affermo che la tecnologia attuale sarebbe già in grado di fornire buona parte dell'energia richiesta in ambito domestico, voglio sostenerne la fattibililità tecnica, non certo l'opportunità economica o politica. Le mie convinzioni in materia e il mio modo di vedere le cose dal punto di vista sociale sono meglio comprensibili leggendo qualche post del mio blog: Uno qualunque

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