Io è da mò che dico che un certo consumo consapevole auterebbe.
Nel campo dell'energia il discorso del consumo consapevole passa per il pagamento dell'energia consumata per quello che costa. Punto!
Mi frega assai che producendo energia da gas, carbone o falò di pneumatici usati posso produrla a meno!
Le incentivazioni ci sono state e molti se ne lamentano. Ottimo! Si prenda la palla al balzo e si diversifichi la fornitura addebitando al consumatore il costo reale delle scelte fatte! Se la bolletta aumenta... ti compri la lavatrice A+++ o ti ingegni con le idee decrescitorie!
Il discorso sugli amministratori lo condivido. Mettendomi dalla parte dell'imprenditore io legherei decisamente (come accade in altri paesi) i compensi ai risultati ottenuti. Poi sul fatto di far partecipare i dipendenti alla produttività sfondi una porta aperta.
Ma guarda che su questi argomenti incontrerari MOOOLTE più resistenze nella casta sindacale che fra gli imprenditori! In Italia vige la paura di "retrocedere" nei privilegi. L'idea sindacale è che se l'azienda funziona bene e fa utili allora deve adeguare i contratti, ma se l'anno dopo va male sia chiaro che mica si toccano eh! E manager, AD, e compagnia sfruttano bellamente da decenni garanzie assurde. Anzi non assurde se mirate ai livelli bassi della forza lavoro, ma semplicemente ridicole quando le applichi a persone da 500.000€ netti all'anno. Che senso ha tutta la liturgia del sostituto di imposta, contributi a carico della comunità, ecc. ecc. verso persone che in 2 anni hanno accumulato quello che un normale dipendente mette da parte in 2 vite!?!?
Io quello che dice Snap lo condivido. Ma resto dell'idea che se non intervieni con modifiche profonde nella struttura base di scambio economico... resteranno pure utopie!
Il "diritto" al lavoro ce l'ha un commerciante di scarpe come l'aspirante operaio. Se quello che guida il mercato è il lucro economico ognuno dei due dovrà fare i conti e accettare il diritto reale. Nessuno impedisce al commerciante di scarpe di aprire il suo negozio, se rispetta leggi e norme. Un'amministratore che decidesse di far chiudere un commerciante antipatico commetterebbe un atto incostituzionale. Ma nessuno può essere "caricato" del dovere di soddisfare la piena realizzazione di quel diritto teorico! Quindi non può esistere che qualcuno mi prenda per l'orecchio e dica "aò, vai a comprare un paio di scarpe da quello là che c'ha il diritto al lavoro".
Lo stesso vale per l'operaio. Non esiste nessuno in Italia o al mondo che abbia il "dovere" di realizzare concretamente quel diritto! Anche se ovviamente l'operaio ha tutti i diritti a esercitare il lavoro che ha scelto! E' il mercato che lo informa se ha bisogno delle sue prestazioni o meno.
Questo è un punto focale. Se con le leggi tu mortifichi il mercato che di quel lavoro avrebbe necessità... poi non ti puoi stupire se quel mercato si riduce! E certo a quel punto il richiamo al cosiddetto diritto è velleitario!
Certo la Costituzione dice che è obbligo dell'amministrazione pubblica fare in modo che tali diritti siano incentivati il più possibile. Ma questo non si può contrabbandare come scusante per imporre al resto dei cittadini l'obbligo di garantire il diritto al lavoro di pochi (manco tanto) spacciandoli per "lavoratori del pubblico"! Anche perchè occorrerebbe a quel punto chiarire come soddisfi il diritto al lavoro degli altri! Io domani smetto di fare l'imprenditore e richiedo il mio posto pubblico. Che si pensa di fare al riguardo?
Purtroppo il tempo delle interpretazioni pro domo propria delle norme costituzionali è passato. Le nuove generazioni sembra che FINALMENTE abbiano preso atto dell'impresentabilità non solo di una parte politica, ma di TUTTA una casta generazionale, vera colpevole dell'attuale situazione e senza vergogna nel tentare ancora ora di proteggere i propri privilegi spargendo un gran fumo propagandistico e temo che il processo comincierà a "rotolare" sempre più veloce. Anzi non temo... spero.
La rivolta, chiaramente generazionale, nel partito di maggioranza relativa alla prospettiva dell'elezione di un ex-sindacalista potentissimo che ha amplissime responsabilità dell'attuale disastro mi pare un primo atto da non interpretare solo in senso politico classico. Forse qualcosa di buono dalla rivoluzione a 5 stelle può davvero uscire!
Nel campo dell'energia il discorso del consumo consapevole passa per il pagamento dell'energia consumata per quello che costa. Punto!
Mi frega assai che producendo energia da gas, carbone o falò di pneumatici usati posso produrla a meno!
Le incentivazioni ci sono state e molti se ne lamentano. Ottimo! Si prenda la palla al balzo e si diversifichi la fornitura addebitando al consumatore il costo reale delle scelte fatte! Se la bolletta aumenta... ti compri la lavatrice A+++ o ti ingegni con le idee decrescitorie!
Il discorso sugli amministratori lo condivido. Mettendomi dalla parte dell'imprenditore io legherei decisamente (come accade in altri paesi) i compensi ai risultati ottenuti. Poi sul fatto di far partecipare i dipendenti alla produttività sfondi una porta aperta.
Ma guarda che su questi argomenti incontrerari MOOOLTE più resistenze nella casta sindacale che fra gli imprenditori! In Italia vige la paura di "retrocedere" nei privilegi. L'idea sindacale è che se l'azienda funziona bene e fa utili allora deve adeguare i contratti, ma se l'anno dopo va male sia chiaro che mica si toccano eh! E manager, AD, e compagnia sfruttano bellamente da decenni garanzie assurde. Anzi non assurde se mirate ai livelli bassi della forza lavoro, ma semplicemente ridicole quando le applichi a persone da 500.000€ netti all'anno. Che senso ha tutta la liturgia del sostituto di imposta, contributi a carico della comunità, ecc. ecc. verso persone che in 2 anni hanno accumulato quello che un normale dipendente mette da parte in 2 vite!?!?
Io quello che dice Snap lo condivido. Ma resto dell'idea che se non intervieni con modifiche profonde nella struttura base di scambio economico... resteranno pure utopie!
Il "diritto" al lavoro ce l'ha un commerciante di scarpe come l'aspirante operaio. Se quello che guida il mercato è il lucro economico ognuno dei due dovrà fare i conti e accettare il diritto reale. Nessuno impedisce al commerciante di scarpe di aprire il suo negozio, se rispetta leggi e norme. Un'amministratore che decidesse di far chiudere un commerciante antipatico commetterebbe un atto incostituzionale. Ma nessuno può essere "caricato" del dovere di soddisfare la piena realizzazione di quel diritto teorico! Quindi non può esistere che qualcuno mi prenda per l'orecchio e dica "aò, vai a comprare un paio di scarpe da quello là che c'ha il diritto al lavoro".
Lo stesso vale per l'operaio. Non esiste nessuno in Italia o al mondo che abbia il "dovere" di realizzare concretamente quel diritto! Anche se ovviamente l'operaio ha tutti i diritti a esercitare il lavoro che ha scelto! E' il mercato che lo informa se ha bisogno delle sue prestazioni o meno.
Questo è un punto focale. Se con le leggi tu mortifichi il mercato che di quel lavoro avrebbe necessità... poi non ti puoi stupire se quel mercato si riduce! E certo a quel punto il richiamo al cosiddetto diritto è velleitario!
Certo la Costituzione dice che è obbligo dell'amministrazione pubblica fare in modo che tali diritti siano incentivati il più possibile. Ma questo non si può contrabbandare come scusante per imporre al resto dei cittadini l'obbligo di garantire il diritto al lavoro di pochi (manco tanto) spacciandoli per "lavoratori del pubblico"! Anche perchè occorrerebbe a quel punto chiarire come soddisfi il diritto al lavoro degli altri! Io domani smetto di fare l'imprenditore e richiedo il mio posto pubblico. Che si pensa di fare al riguardo?
Purtroppo il tempo delle interpretazioni pro domo propria delle norme costituzionali è passato. Le nuove generazioni sembra che FINALMENTE abbiano preso atto dell'impresentabilità non solo di una parte politica, ma di TUTTA una casta generazionale, vera colpevole dell'attuale situazione e senza vergogna nel tentare ancora ora di proteggere i propri privilegi spargendo un gran fumo propagandistico e temo che il processo comincierà a "rotolare" sempre più veloce. Anzi non temo... spero.
La rivolta, chiaramente generazionale, nel partito di maggioranza relativa alla prospettiva dell'elezione di un ex-sindacalista potentissimo che ha amplissime responsabilità dell'attuale disastro mi pare un primo atto da non interpretare solo in senso politico classico. Forse qualcosa di buono dalla rivoluzione a 5 stelle può davvero uscire!
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