Opposizione agli impianti tecnologici (eolico, fotovoltaico, biomasse, idroelettrico) e loro motivazione - EnergeticAmbiente.it

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Opposizione agli impianti tecnologici (eolico, fotovoltaico, biomasse, idroelettrico) e loro motivazione

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  • #31
    Caro BE non so se la reazione sarebbe diversa nel caso fosse la Cina a prendersi il territorio, ti posso assicurare che riguarda anche te almeno che la secessione non vinca e sia per regioni. Il resto, finora, è sempre stato gestito con il secondo metodo e anche la TAV, quando sono stati organizzati i tavoli, non è mai stata in discussione. Del resto se una persona viene a casa mia armata di pistola e mi spara quasi sicuramente avrò un giudice che riconoscerà l'ingiustizia dell'atto, il concetto è evitare che mi spari. Ne caso della variante di valico non era in discussione l'utilità dell'opera, ma anche a fronte della condivisione dell'obiettivo restava la superficiale considerazione delle osservazioni fatte dai locali e adesso che il danno è stato fatto sono stai sprecati denaro e territorio. Forse, se si fossero ascoltati i locali, la soluzione sarebbe stata trovata ugualmente. Non puoi comunque generalizzare perché quando c'è un'opposizione forte e trasversale forse invece di abbarbicarsi ai luoghi comuni e a irridere chi protesta è meglio fermarsi a ragionare.
    :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
    (Albert Einstein):preoccupato:

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    • #32
      Ok concordo. Fermiamoci a ragionare e teniamo in conto le osservazioni dei locali. Chi mai l'ha negato?
      Spero potrai ammettere però che l'ipotesi di un'opposizione solo "pro domo mea" agli impianti di cui parla alvisal61 non è così peregrina! In quei casi (limitiamoci a quelli per favore e lasciamo fuori le basi e le autostrade che sono OT) a me pare ovvio che prima o poi, con tutte le cautele democratiche che vuoi, impegnando tutti gli apparati di garanzia che vuoi... una decisione qualcuno la dovrà prendere! No?
      “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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      • #33
        Si restiamo alle energie rinnovabili. Vi racconto una storia:
        nel 2010 abbiamo fornito assistenza ad un progetto per un impianto fotovoltaico su suolo agricolo in un lotto di ca. 16 ettari. Nella valutazione preliminare di fattibilità noi eravamo perplessi, del gruppo di siti da valutare (erano una decina) lo lasciammo per ultimo. ne approvammo solo 4 (tra cui questo) ma con diverso grado di penalizzazione. Per noi il sito era troppo scosceso (anche se perfetto per insolazione e assenza di vincoli) e soprattutto troppo vicino ad una decina di case, uno stabilimento industriale (piccolo) e una strada nazionale. In sostanza era come una arena aperta sulle case. Per la verità per la conformazione del territorio il sito era visibile praticamente solo da queste case e da una curva della statale, ma da queste molto visibile. Il collegamento alla rete era lunghetto ma accettabile.
        Dopo aver avviato gli altri progetti (noi non li progettiamo, ma facciamo la parte ambientale e "discutiamo" con committenza e progettisti per massimizzare le possibilità di autorizzazione, che è la nostra responsabilità) arrivammo a questo. L'ENEL aveva dato una connessione buona e si decise di andare avanti. Il proponente chiese un appuntamento al sindaco e gli annunciò il progetto, ma non formalizzò alcun accordo.
        Nella fase di progettazione imponemmo una mitigazione obiettivamente imponente per risolvere il tema centrale del procedimento (visibilità specifica da alcune case). Progettammo (la mitigazione la progettiamo noi) una sorta di "villa comunale" aperta al pubblico davanti le case, con alberi di alto e medio fusto che costrinsero il campo fotovoltaico ad arretrare di trenta metri. In tutto 20.000 mq di superficie a verde attrezzata. Poi recintammo il campo strettamente in tre "piastre" intervallate da vialetti (quello centrale più ampio con alberi) per consentire liberamente l'accesso al bosco posteriore. Tra il bosco e il campo mettemmo una passeggiata.
        Il campo fotovoltaico si ridusse a 4,25 MW e la previsione di costo della mitigazione salì al 2% dell'investimento (nostra cifra limite).

        Pensando di aver risolto il tema e fatto un buon lavoro avviammo il procedimento.

        Circa sei mesi dopo arrivò il colpo di scena. Una sezione locale del partito di opposizione ospitò una protesta spontanea degli "abitanti del posto" (le dieci famiglie) contro il comune che accettava simili scempi. La provincia (all'epoca con guida politica analoga) ci fece presente che la cosa andava risolta. Così la regione.
        Avviammo, quindi, una più approfondita interlocuzione con il sindaco e, tramite questi, con la "comunità del posto" (così si qualificavano). Ad una prima riunione, nella casa comunale, arrivarono tre persone, alla seconda altre tre, ed alla terza altre quattro (così arrivarono tutti). La prima riunione fu molto piacevole (per me), partimmo subito sui massimi sistemi: il fotovoltaico è inutile, speculativo, spreca gli incentivi, i pannelli sono dannosi, bisogna risparmiare energia (negawatt) non produrla, la società deve decrescere, ... Dopo due ore di piacevole conversazione arrivammo ad uno dei punti: l'impianto si vede, potrebbe deprezzare le case. Ed un altro: dato che il terreno è scosceso e dà sulle case potrebbe provocare problemi idrogeologici (tesi supportata da perizia geologica di parte). Ci lasciammo con l'impegno di pensarci.
        Nelle settimane successive contattammo il loro geologo e, daccordo con il comitato, gli demmo incarico di studiare la soluzione (sulla sicurezza, per carità, niente sconti) insieme al nostro geologo. Predisposero un progetto esecutivo di sistemazione idraulica veramente molto bello e costosissimo.
        Lo protocollammo a comune, provincia e regione come integrazione progettuale. Prima questione risolta.

        Nella seconda riunione ripartimmo con i massimi sistemi fino a che, dopo le solite due ore, dissi le paroline magiche "saremmo disposti ad una compensazione". Immediato cambio di scena.
        In un'oretta eravamo perfettamente d'accordo che il campo era accettabile ma i benefici andavano meglio ripartiti anche a vantaggio della "comunità del posto" (oltre del comune con il quale avevamo già fatto nel frattempo convenzione). Stabilimmo di regalare un impianto da 100 kW. Scoprimmo a quel punto che molti dei cittadini ostili al fotovoltaico perchè "speculativo, inutile, ..." aveva già il suo impianto.

        Nella terza stabilimmo le modalità operative per il trasferimento dell'impianto al comune che lo avrebbe messo a vantaggio di opere per la comunità locale.

        Fine della storia. Convenzione, atto di consenso, procedimento chiuso. Tutti felici.
        Ultima modifica di alvisal61; 18-11-2011, 11:23.

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        • #34
          Originariamente inviato da BrightingEyes Visualizza il messaggio
          E' un modello solo teorico, utile alla retorica politica, in quanto non avviene MAI che il "comitato" cambi idea.
          Falso. E il post #34 di alvisal61 lo prova, oltre a evidenziare un altro problema: la nostra società si basa sull'egoismo e sull'individualismo. Io non avrei mai mosso critiche tipo "si svaluta l'abitazione", ma "dissesto idrogeologico" sì. Anche perchè se poi è stato implementato il progetto, voleva dire che qualcosa di vero c'era. Il comitato cambia idea quando gli viene dimostrato che cade la loro argomentazione. Lo stesso devono fare il proponente e l'amministrazione pubblica.

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          • #35
            ma certo, qualcosa di vero c'era. nel progetto definitivo il tema era riconosciuto e affrontato, ma in modo non abbastanza dettagliato. La stradina di servizio alle case, sottoposta rispetto al lotto, non ha nessuna regimentazione idraulica. Dunque tende ad allagarsi e canalizzare le acque verso i piani bassi (sotterranei) delle case. Non è un problema del progetto fotovoltaico ma preesistente.
            Comunque il progetto, portato su questo in esecutivo in modo da dare le massime garanzie, ora lo risolve.

            Come ho detto, su questo nessun problema. Dato che si trattava di un problema tecnico, una volta individuato e con un po di buona fede (e toni civili) è stato facile risolverlo.

            Comunque quelle che cadono sono Le loro argomentazioni:
            1- sicurezza;
            2- modifica dei luoghi (artificializzazione, modifica del paesaggio percepito, alterazione dell'identità dei luoghi, etc) che viene affrontato con render più mirati e dettagliati che dimostrano come dalle case (specificatamente dalla pubblica strada e dalle finestre che accedono al campo, una a una), non si vede il campo ma solo la mitigazione (con un progetto del verde accurato, quindi cromatismi ed effetti di volume specificatemte progettati anche essi in esecutivo);
            3- equità nella ripartizione dei benefici del progetto (gli abitanti del posto ritenevano di avere diritto ad una parte dei benefici in parte per compensare il danno patrimonale temuto, in parte per un senso di ingiustizia della rendita "speculativa" in generale).

            Quando cade la terza si arriva a soluzione.
            Ultima modifica di alvisal61; 18-11-2011, 13:46.

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            • #36
              Un impianto può essere collocato in una zona verde, oppure in una zona degradata o da bonificare. L'impianto è il medesimo, ma l'opposizione nei due casi dovrebbe essere diversa. Per me zona verde = valore infinito, cemento = valore finito.

              Un problema come la "gronda" un politico dovrebbe affrontarlo con gli strumenti che gli offrono i tecnici: progetti di nuovi svincoli, trasporto pubblico, telelavoro, nuovo assetto urbano (i primi quattro che mi sono venuti...).
              Il male è che il politico medio fa proprio il grande impianto e lo usa come strumento di crescita personale.

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              • #37
                ed immagino questo stesso concetto (infinito/finito) valga anche per tutti gli altri usi del suolo alternativi.
                Quindi ogni nuova casa solo in aree da bonificare, ogni area industriale e produttiva, ogni parco (non è produttivo), ogni centro commerciale grande e piccolo, ogni infrastruttura (qui la vedo più difficile).

                Ma siamo disposti a pagare tutto molto di più? Perchè se ogni volta devo usare solo il suolo già antropizzato, e inoltre farmi carico dei costi di bonifica, i costi aumenteranno.

                Per carità. In giappone da anni c'è una legge che impone alle amministrazioni di indicare un perimetro urbanizzabile e proibisce di dare concessioni fuori di tale perimetro. Tutte le casette in periferia di cui è piena l'Italia non sarebbero state fatte. Personalmente la vedo come una cosa buona, ma bisognerebbe discuterne. Oppure sono solo le cattive rinnovabili che vanno fermate e costrette a comprare il suolo a prezzi altissimi (quanto a fare prima le bonifiche ti consiglio di leggere il D. Lgs 152/06 e poi ne riparliamo)? Abbiamo fatto una grossa discussione in http://www.energeticambiente.it/legi...#post119187212 dalla quale direi che gli scopi potrebbero essere più ampi di salvaguardare il suolo.

                Ciò non è OT perchè spesso è questo concetto (curiosamente valido quasi solo per i grandi progetti di altri, fonti rinnovabili, supermercati, ..) che "veste" molte opposizioni. Non dico non sia un ragionamento da fare, solo che va fatto fino in fondo e considerando tutti i fattori.

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                • #38
                  Originariamente inviato da Smilzo Visualizza il messaggio
                  (i primi quattro che mi sono venuti...).
                  Scusami, ma di "soluzioni" che vengono in mente all'uomo di passaggio (con tutto il rispetto eh! Immagino tu Genova la conosca pochino) non credo ne abbiano bisogno. Tutte e 4 sono soluzioni senza alcun senso nella realtà concreta del luogo. Può sembrare un'affermazione esagerata, ma non lo è.
                  La tua "soluzione" comunque cade a pennello per esemplificare il problema di cui tratta alvisal61. Non mi pare che il comitato "cambi idea", semplicemente si fa pagare in qualche modo il disturbo.
                  Questa è una procedura ben conosciuta. Spesso la si adotta anche preventivamente. L'amministrazione cioè progetta interventi premianti (verde pubblico, servizi, parcheggi, ecc.) nelle zone in cui si decide di impiantare un qualcosa non appetibilissimo.
                  A volte però questo non elimina il problema, magari perchè c'è davvero una preoccupazione reale (mica sempre si deve pensare a motivazioni pretestuose!) o perchè la resistenza diventa "di principio" e spesso ideologica.
                  In quei casi, ripeto, prima o poi qualcuno deve prendere una decisione. E quella decisione VA' RISPETTATA! Dopo ogni appello e contrappello previsto dalla legge certo, ma la decisione VA RISPETTATA!!
                  “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                  • #39
                    Usare territorio già compromesso dovrebbe diventare un metodo. Quando noi distruggiamo nuovo territorio senza aver utilizzato quello già disponibile rubiamo un po' di futuro ai nostri discendenti. Non credo si possa quantificare economicamente il danno.
                    :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                    (Albert Einstein):preoccupato:

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                    • #40
                      Frana la Variante di valico fatta da Lunardi Lui si smarca: “Meglio evacuare le case” | David Marceddu | Il Fatto Quotidiano Anche se è ancora un po' OT questa situazione dimostra come poi tutti spariscono quando c'è da riconoscere le proprie responsabilità. Se tu ti trovi a perdere la casa nella quale hai investito le tue speranze, magari l'hai realizzata in classe A, hai fatto l'impianto FV e la pompa di calore in geotermia passante, hai il solare termico e la posizione ha un panorama splendido e adesso ti viene giù perché non hanno ascoltato i "No galleria nella frana vecchia perché questa prima o poi si muove" forse ti viene un attacco di ecoterrorismo acuto.
                      :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                      (Albert Einstein):preoccupato:

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                      • #41
                        Snap. tu confermi semplicemente che dietro molti comitati c'è una diffusa paura di trovarsi in difficoltà con la propria casa e i propri terreni.
                        Qui NESSUNO nega questi possibili danni e disagi. Forse t'è sfuggito il succo del discorso!
                        E' ovvio a chiunque che installare una discarica, fare un ponte, una galleria ecc. PUO' dare problemi a chi vive nelle vicinanze! La banalità in questi casi è quella del solito politico che pretende di far credere che nessuno avrà disagi!
                        In certi casi questi disagi potrebbero tradursi in veri e propri danni o rischi gravi, quindi è semplicemente DOVEROSO per chiunque debba decidere affidarsi agli esperti per approfondire questi temi.
                        Il discorso se poi questi approfondimenti siano credibili o solo pro-forma per agevolare il coccolo politico di turno (lì è una ditta coccolata da Lunardi là saranno ditte notoriamente nell'orbita coop rosse, ma cambia poco) appartiene al malaffare che non è solo italiano, ma certo qui assurge a vertici sublimi.
                        Il punto focale, che ribadisco per l'ennesima volta, è però che, indipendentemente da tutti i casi singoli che puoi trovare in rete, la decisione se fare o non fare una certa opera e dove farla NON PUO' appartenere al localismo più particellare!! E' una decisione che deve andare nell'ottica del bene comune e quindi è a carico della collettività (tramite democrazia rappresentativa!), pur con tutte le garanzie previste dalle leggi.
                        Altrimenti avremo sempre e solo una miriade di rivolte stile discariche campane per OGNI impianto! Pale e pannelli compresi!
                        Ultima modifica di BrightingEyes; 21-11-2011, 09:55.
                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                        • #42
                          Forse ti è oscuro il motivo per cui questi hanno segnalato il problema. Non sono tra l'altro contrari all'opera, hanno solo detto che scavare una galleria nel piede di un'antica frana (le somiglianze con il Monte Toc sono veramente straordinarie) non fa crollare solo le proprie case (spero che tu possa provare personalmente l'esperienza e le giuste contrarie proposte) ma fa scendere a valle anche la galleria stessa. La decisione della politica suffragata dalle perizie degli esperti moltissime volte si scontra con l'ignorante insurrezionalismo della frana che se ne frega degli esperti e viene giù lo stesso. TI ripeto ancora che non tutte le grandi opere vengono avversate, alcune sono addirittura sollecitate dai vari locali, su quelle dove c'è opposizione, alla fine, si è visto che i NIMBY avevano quasi sempre ragione.
                          :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                          (Albert Einstein):preoccupato:

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                          • #43
                            Originariamente inviato da BrightingEyes Visualizza il messaggio
                            Tutte e 4 sono soluzioni senza alcun senso nella realtà concreta del luogo. Può sembrare un'affermazione esagerata, ma non lo è.
                            Sono d'accordo, anzi: OGNI discorso generico che stiamo facendo non è legato alla realtà concreta del luogo. Questo è un cappello che dobbiamo mettere sopra alla discussione!
                            Però soluzioni possiamo cercarle e proporle comunque (se ne abbiamo la forza).
                            In casa mia si beve acqua di rubinetto: oltre 700 litri, diciamo un pallet all'anno. Se un milione di persone imitasse questo comportamento, ci sarebbere UN MILIONE DI PALLET D'ACQUA MINERALE IN MENO che girano per l'Italia. Quindi, meno traffico, meno infrastrutture, meno terminal di scambio e spazio occupato neri reparti. Se Genova seguisse l'esempio, forse non sarebbe necessario costruire quattro autostrade e svincoli per portare merci e persone da una parte all'altra!
                            Può far strano questo ragionamento legato ad un comportamento.
                            Ma dobbiamo applicarlo anche quando c'è la proposta di costruire un termovalorizzatore, un campo fotovoltaico o altro impianto.
                            Altro esempio personale: una decina d'anni fa volevo ristrutturare casa. Le proposte "risparmio" erano: metti su 10 mq di solare e fai riscaldamento a pavimento. Bello. Peccato nessuna delle ditte mi avesse detto: fatti un bel cappotto, e poi metti 1 mq di solare... cosa che adesso è universalmente accettata. Cultura, insomma: saper sceglier cosa costruire. La cultura che trovo nel forum, ma non nei politici o imprenditori locali, e neanche nei cittadini.

                            Puntualizzazione per Alvisal61 sul consumo di territorio: quanto descritto da Snap nel post #39 è ciò che volevo dire... messo nel contesto in cui vivo, naturalmente. Abbiamo un piano regolatore vecchio di una decina di anni, che prospettava spazi per lo sviluppo da 230mila abitanti a 300mila abitanti. La città, oggi, ha 204mila abitanti, in calo. La zona urbana, artigianale ed industriale si è ESPANSA, lasciando ampie sacche di vuoto e degrado, addirittura abbiamo una FERRIERA DEL 1900 IN CITTA', un rione è stato costruito attorno. L'impianto è antieconomico, ma vive vendendo calore alla centrale elettrica grazie ai CIP6: se smettono, l'impianto chiude. La mia idea sarebbe: facciamo una centrale per il recupero dei rifiuti: l'area c'è, ma inquinata e da bonificare (costi). Quindi, per un imprenditore ed un politico, è meglio lasciare questo generatore di cancro dove sta e fare un impianto nuovo nel carso, su un terreno vergine, che nel piano risulta di espansione.
                            Chiunque si dovesse opporre ad impianti sul carso, avrà ragione.

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                            • #44
                              Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                              ... Non credo si possa quantificare economicamente il danno.
                              Bella frase.
                              Dunque se il Comune "Vattelapesca", o la Regione "NORDSUD", si trovassero a dover fare un'opera di interesse pubblico. Poniamo, un ospedale e si trovassero nella condizione di avere solo due scelte: o usano il terreno inquinato "Cattivocattivo" (a suo tempo inquinato dalla società "scappoinpapuasia") o quello "verdeagricolo" (ovviamente con destinazione urbanistica a servizi pubblici per un piano).
                              Il primo richiede 500 milioni di euro per la bonifica, il secondo 0,5 milioni per l'esproprio.
                              Il budget dell'opera è 510 milioni.

                              Secondo il criterio sopra enunciato "poichè non si può quantificare" devo scegliere la prima opzione, quindi costruire l'ospedale con i restanti 10 milioni. Naturalmente dovrò rinunciare a 4/5 dei posti letto, a tutte le sale operatorie, all'attrezzatura diagnostica, etc...

                              Forse sarebbe più logico e costerebbe meno vite umane "quantificare" e fare:
                              - messa in sicurezza del sito con 5 milioni (ovviamente rinviando la bonifica a quando ci saranno i soldi),
                              - acquisizione del terreno "verdeagricolo",
                              - costruzione dell'ospedale regionale previsto con i posti letto, le sale operatorie e attrezzature diagnostiche di livello adeguato.


                              Lo stesso ragionamento vale per tutto. ragionando non in astratto ma con risorse limitate vedi subito che la scelta è tra usi alternativi e danni potenziali alternativi, non tra il paradiso e l'inferno.


                              Originariamente inviato da Smilzo Visualizza il messaggio
                              La mia idea sarebbe: facciamo una centrale per il recupero dei rifiuti: l'area c'è, ma inquinata e da bonificare (costi). Quindi, per un imprenditore ed un politico, è meglio lasciare questo generatore di cancro dove sta e fare un impianto nuovo nel carso, su un terreno vergine, che nel piano risulta di espansione.
                              Chiunque si dovesse opporre ad impianti sul carso, avrà ragione.
                              Può darsi,
                              ma saresti disposto, insieme a tutti i tuoi concittadini a vederti il costo della bonifica ribaltato nella tassa rifiuti? Come sai la tassa è composta di due parti: una che ripaga gli investimenti (qui superiori per il costo di bonifica) e una parte il costo del servizio (personale, energia, etc..).

                              Altrimenti, se la bonifica va pagata con risorse pubbliche dello Stato (nessun problema, è evidentemente di interesse pubblico, ma compete con gli impieghi alternativi delle risorse che sono: sanità, scuola, sicurezza, altri investimenti, trasferimenti agli enti locali per erogazione di servizi) bisogna prima averle.
                              Ultima modifica di alvisal61; 21-11-2011, 15:16.

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                              • #45
                                Secondo me il terreno da bonificare lo è a prescindere, non puoi lasciare alle generazioni che verranno il problema. Questo indipendentemente dall'ospedale o dal centro commerciale. I terreno, come già è previsto per gli impianti fotovoltaici, deve essere restituito allo stato originale. Se la ditta cattivi cattivissimi è in Papuasia bisogna prevedere o le fideiussioni prima che costruiscano o un'assicurazione sociale. Le altre sono scorciatoie che ignorano i problema non lo risolvono.
                                :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                (Albert Einstein):preoccupato:

                                Commenta


                                • #46
                                  per il futuro, certo.
                                  chi usa un suolo (vale anche per quelli già urbanizzati e quindi per tutte le attività economiche) deve essere responsabile nei confronti della collettività. Si può fare con una tassa di scopo (in sostituzione della tassazione sul lavoro, cioè a detrare dal cuneo fiscale) per la salvaguardia del suolo (ma sarebbe molto iniqua, in quanto socializzerebbe degli obblighi individuali, dunque andrebbe ben articolata); o con una fidejussione obbligatoria (ovvero un accantonamento su conto vincolato infruttifero).
                                  Chiaramente attività potenzialmente molto inquinanti (che fanno uso di solventi, di chemicals vari, o di idrocarburi etc.) sarebbero molto penalizzate, ma questo sarebbe un effetto secondario positivo.

                                  Tutto bene (quanto a farlo..., già mi sembra di sentire la Marcegaglia).

                                  Ma per l'oggi? Per chi è scappato (in papuasia), oltre l'interpol che deve fare il suo lavoro, c'è solo la tasca dello stato.

                                  Questa non è illimitata. Le risorse per il costo del personale ammontano a 76 miliardi (par ca. 3.000.000 di addetti), quelle per i costi di gestione 9, gli oneri finanziari (servizio del debito) 88 miliardi, e i cosiddetti "costi dislocati" (tutto il resto) 290 miliardi.
                                  Ora, per bonificare le aree della sola Campania (secondo stime fatte in assessorato all'ambiente a suo tempo, servirebbero da 30 a 40 miliardi mentre le risorse sono nell'ordine dei 0,5 -fondi strutturali- peraltro malissimo spesi). A me sembra chiaro che bisogna scegliere.

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                                  • #47
                                    Snap, non mi sembra che stiamo discutendo da posizioni inconciliabili tipo le torri! Tu stesso dici che le popolazioni non ostacolavano l'opera, ma solo la localizzazione! Bene! Su queste basi si discute. Ho visto casi in cui l'opposzione si è risolta con lo spostamento di qualche particolare o di tutta l'opera in zona più adatta, certo. Chi lo'ha mai negato?
                                    Questi casi han seguito la trafila che dico. Amministrazione e imprese propongono, alcuni cittadini vedono i pericoli, si fanno proteste, si ricorre alla magistratura, si chiarisce che forse qualcosa c'è, amministrazione ed imprese riformulano la proposta con variazioni che tengano conto dei problemi... e si fa!
                                    Quel che non ritengo, e sono sicuro non sia, accettabile è che un qualche comitato prosegua adottando strategie più da guerriglia (anche bloccare una strada "pacificamente" lo è!) che da stato civile infischiandosene di qualsiasi decisione pur se proveniente da enti terzi come la magistratura!

                                    Vedi, capisco la scelta di tentare di difendere qualsiasi protesta come "reazione civile" della cittadinanza, ma ogni scelta comporta un costo.
                                    In questo caso il costo è quello di avvallare comportamenti egoistici e furbate politiche che poi creano problemi gravi se non rischi per altre persone!
                                    L'esempio di alvisal61 già chiarisce, in alternativa potremmo pensare al problema rifiuti campano. Qui è innegabile che ci sia stata molta malgestione in passato, ma certo le pressioni localistiche (che vanno avanti da molti anni) non hanno aiutato.
                                    Dei rifiuti qualcosa si deve fare. Se è la regione che deve decidere... DEVE DECIDERE! Può anche decidere che in tutto il territorio campano non esista un solo posto adattabile a discarica (ben fatta!!), certo! In quel caso o costruisce inceneritori (accettandone i risch e fastidi e facendoli accettare alla popolazione) o esporta i rifiuti in altre regioni o paesi, ma facendone pagare l'INTERO costo a chi li produce. I cittadini campani!
                                    Fai una scelta sulla base di un referendum se vuoi, ma una scelta DEVI farla! E una volta fatta DEVE essere accettata da TUTTI!
                                    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                    • #48
                                      Sulle torri basta che ti informi seriamente, poi vedrai che non sono più inconciliabili, mi raccomando il WTC7. Sul resto normalmente si arriva: "Noi abbiamo deciso così e quindi adesso discutiamo così vi convinciamo che NOI abbiamo ragione. Se non accettate la Nostra magnanima disponibilità a farvi capire perché le vostre ragioni sono insussistenti dichiariamo la zona di interesse strategico e se vi avvicinate vi riempiamo di botte". Questa gestione della comunicazione a me sembra discutibile anche se quasi sempre dettata da progetti già realizzati con lacune più o meno evidenti che dovrebbero essere modificate. Quando a Vicenza in un anno vengono 4 alluvioni solo nella zona del Bacchiglione e nessuno degli altri fiumi che scorrono a poche centinaia di metri è minimamente interessato e dopo che uno dei responsabili della gestione idrica del territorio aveva evidenziato come fossero insufficienti e lacunosi gli studi sull'impatto della costruenda base che con una palizzata di pali in cemento piantati nella falda andava a modificare gli equilibri della zona permettimi di essere sospettoso sulla accettabilità delle cosiddette decisioni dell'autorità. Anche sull'esempio della zona da bonificare a confronto con l'area agricola rimango molto dubbioso. Il bene che si va a sacrificare in base al costo economico denuncia solo l'illogicità dell'assegnazione del valore ai beni comuni.
                                      :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                      (Albert Einstein):preoccupato:

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                                      • #49
                                        va bene il "dubbioso". Bisogna esserlo.


                                        tra l'altro, avendo la mia società partecipato alcune volte (poche) ad attività di caratterizzazione finalizzata a bonifica (per comuni e per un privato un'altra volta) e mai alla progettazione, costruzione o altro di ospedali, potrei anche essere favorevole.

                                        Ma il punto è la corretta ed equilibrata allocazione delle risorse pubbliche in funzione dei beni comuni da tutelare (es. la salute sia tramite il confinamento e l'asportazione di fattori di pressione ambientale di natura antropica, sia tramite i presidi ospedalieri e la loro funzionalità). Tra i beni comuni ci sono anche l'istruzione (che occupa 1/3 del pubblico impiego) la sicurezza, i trasporti pubblici, etc...

                                        Dunque dubitare sempre. Di tutto (anche delle apparentemente ovvie soluzioni localiste). Anche la pressione alla bonifica totale del territorio può nascondere interessi, basta sapere dove guardare.
                                        Ultima modifica di alvisal61; 22-11-2011, 19:13.

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                                        • #50
                                          Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                                          ma saresti disposto, insieme a tutti i tuoi concittadini a vederti il costo della bonifica ribaltato nella tassa rifiuti?
                                          Io posso parlare per me: sì. Qui entra in gioco la progettazione partecipata, e i "moderni" strumenti di comunicazione.

                                          Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                                          Altrimenti, se la bonifica va pagata con risorse pubbliche dello Stato ... bisogna prima averle.
                                          Questo è un problema politico e amministrativo.

                                          In questo momento mi sembra che, eccettuate certe realtà virtuose, i rappresentanti del popolo non siano sufficientemente informati su niente: ne norme tecniche, ne legali, ne economiche. Se un rappresentante del popolo o un amministratore leggesse e mettesse in pratica un decimo di quanto esposto in questo thread, o un centesimo di quanto scritto nel forum, forse non ci sarebbe tanta opposizione verso gli impianti tecnologici.

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