Originariamente inviato da jail71
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Immagino sia questo il tuo ragionamento.
Ora, ammesso che la caldaia in oggetto sia in grado di condensare anche alla potenza a cui corrisponde una temperatura dell'acqua compresa tra 65 e 75 °C, utilizzando le termostatiche le si regolano fino ad avere una diminuzione di 10-15 gradi sulla parte bassa del radiatore ed un equivalente aumento sulla parte alta (perche' e' aumentata la temperatura dell'acqua di caldaia). I kW termici emessi dal radiatore sono gli stessi, ma il ritorno e' piu' basso di 10-15 °C.
Un ritorno a temperatura piu' bassa costringe la caldaia a stare accesa piu' a lungo, se limitata in potenza tramite l'elettronica.
Diminuendo i cicli on/off la temperatura ambiente aumenta, a quel punto si riduce la temperatura dell'acqua fino ad ottenere il minor numero di cicli on/off, possibilmente nessuno (e se la caldaia modula fino a pochi kW, e' possibilissimo).
A quel punto i radiatori non vanno piu' a 65 °C ma a temperature comprese tra 50 °C e xx, il ritorno e' tale da assicurare la condensazione (in tutto o in parte), il confort e' maggiore e la spesa minore.
Considera che con termosifoni sempre caldi la temperatura ambiente puo' diminuire di 1-1,5 °C e la sensazione di calore rimane quella della temperatura superiore con cicli on/off.
Sull'utilizzo delle termostatiche per far condensare gli impianti tradizionali a radiatore trovi numerosa documentazione in rete, per es. Herz, oppure un qualsiasi testo di termotecnica.
mp
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