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Oggi vorrei affrontare insieme a voi il problema dei bollitori, puffer e simili. Infatti, come sapete c'è chi li ritiene indispensabili, chi inutili e chi addirittura sconvenienti. Vorrei affrontarlo partendo da come è fatto un bollitore e quanto calore può contenere. Successivamente affronteremo uno per uno tutti gli li altri aspetti.
I bollitori o puffer che di si voglia sono dei serbatoi coibentati di varie capienze che possono contenere al loro interno uno o più scambiatori di calore. La prima cosa da stabilire è che i bollitori non sono produttori ma accumulatori e pertanto non possono creare calore ma solo disperderlo. La dispersione è in funzione del loro isolamento termico.
La loro capacità di contenere calore si ottiene moltiplicando il loro contenuto in litri per la differenza di gradi tra la temperatura minima e quella massima di esercizio. La temperatura minima necessaria per alimentare impianti termici e produrre acqua calda è di circa 60°, quella massima è di circa 80° e pertanto la differenza è di 20°. Questa differenza viene indicata anche come delta ti.
in funzione di quanto espresso, se prendiamo il contenuto di un bollitore di 100 litri e lo moltiplichiamo per 20 che è la differrenza di temperatura tra la minima e la massima, viene fuori che la capacità di accumulo di quel bollitore è di 2,000 calorie. 2,000 calorie corrispondono al calore prodotto da un termocamino con circa un kg di legna. Naturalmente il "delta ti" può anche essere leggermente superiore ma la sostanza pratica cambia di poco.
Ipotizzando una casa di 120 mq che ha la necessità di 10,000 kcal ad ora, per ogni ora di autonomia che si vuole, occorre una capienza del bollitore di 500 litri. Un'altra cosa da considerare è che se è stato acquistato il termocamino con una potenza di 10,000 k.cal, ha bisogno dello stesso tempo per portare il bollitore dalla temperatura minima a quella massima. In pratica bisogna accendere il termocamino un'ora prima per ogni ora di autonomia che si desidera successivamente. Oppure si deve acquistare un termocamino di potenza doppia rispetto al necessario in modo da poter sia alimentare l'impianto che portare a temperatura il bollitore.
Vi saluto cordialmente e aspetto le vostre risposte. Luigi Savino
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Oggi vorrei affrontare insieme a voi il problema dei bollitori, puffer e simili. Infatti, come sapete c'è chi li ritiene indispensabili, chi inutili e chi addirittura sconvenienti. Vorrei affrontarlo partendo da come è fatto un bollitore e quanto calore può contenere. Successivamente affronteremo uno per uno tutti gli li altri aspetti.
I bollitori o puffer che di si voglia sono dei serbatoi coibentati di varie capienze che possono contenere al loro interno uno o più scambiatori di calore. La prima cosa da stabilire è che i bollitori non sono produttori ma accumulatori e pertanto non possono creare calore ma solo disperderlo. La dispersione è in funzione del loro isolamento termico.
La loro capacità di contenere calore si ottiene moltiplicando il loro contenuto in litri per la differenza di gradi tra la temperatura minima e quella massima di esercizio. La temperatura minima necessaria per alimentare impianti termici e produrre acqua calda è di circa 60°, quella massima è di circa 80° e pertanto la differenza è di 20°. Questa differenza viene indicata anche come delta ti.
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Ipotizzando una casa di 120 mq che ha la necessità di 10,000 kcal ad ora, per ogni ora di autonomia che si vuole, occorre una capienza del bollitore di 500 litri. Un'altra cosa da considerare è che se è stato acquistato il termocamino con una potenza di 10,000 k.cal, ha bisogno dello stesso tempo per portare il bollitore dalla temperatura minima a quella massima. In pratica bisogna accendere il termocamino un'ora prima per ogni ora di autonomia che si desidera successivamente. Oppure si deve acquistare un termocamino di potenza doppia rispetto al necessario in modo da poter sia alimentare l'impianto che portare a temperatura il bollitore.
Vi saluto cordialmente e aspetto le vostre risposte. Luigi Savino
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