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    Antenne al plasma

    L'apparecchiatura, che può essere agevolmete risintonizzata in modo da ovviare a eventuali segnali di disturbo, ha un prevalente interesse militare.
    All'annuale convegno di fisica dei plasmi - gas scaldati al punto da strappare tutti gli elettroni dagli atomi e dalle molecole a cui appartengono - organizzato dall' American Physical Society, è stata presentata una innovativa antenna al plasma che opera come una normale antenna metallica, ma ha la caratteristica di "svanire" non appena l'apparecchiatura venga spenta.
    L'ambito di applicazione elettivo dell'antenna al plasma progettata da Theodore R. Anderson e Igor Alexeff dell'Università del Tennessee a Knoxville, è quello militare, dove le antenne, pensate per "vedere" il nemico, rappresentano però a loro volta un elemento facilmente identificabile. La nuova antenna offrirebbe, rispetto a quelle classiche, il vantaggio di poter essere pressoché istantaneamente risintonizzata in modo da ovviare a eventuali segnali di disturbo.

    Le antenne al plasma si comportano come le antenne solide, in quanto gli elettroni sono in grado di fluire liberamente nel gas surriscaldato, proprio come in un metallo conduttore, ma il plasma è presente solo quando il gas viene tenuto in condizioni di temperatura elevatissima. Non appena la fonte di calore viene interrotta, il gas torna a uno stato di non conduzione facendo di fatto "sparire" l'antenna.

    I moduli di base della nuova antenna ricordano nella forma i normali tubi al neon, e possono essere assemblati in pannelli, riconfigurabili semplicemente accendendone o spegnedone un numero opportuno di elementi. (gg)

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    • articolo sempre sullo stesso tema

      Forte e chiaro
      Ideata negli Stati Uniti un’antenna al plasma che presenta numerosi vantaggi rispetto alle antenne tradizionali di tipo metallico

      Elimina le interferenze, è piccola, non è facilmente rilevabile: così i fisici dell’Università del Tennessee hanno presentato il loro prototipo di antenna al plasma (o gas ionizzato) al meeting annuale della Division of Plasma Physics della American Physical Society. La sperimentazione di questo dispositivo innovativo, condotta da Igor Alexeff, ha mostrato risultati impensabili per le antenne tradizionali di tipo metallico e la candida come possibile valida alternativa in applicazioni militari e nei sistemi di telefonia mobile. “L’antenna funziona proprio come i suoi analoghi metallici, eccetto per il fatto che la corrente passa attraverso il gas ionizzato”, spiegano i fisici.

      Le antenne di acciaio o cromo comunemente usate convertono un segnale elettrico, fornito da un generatore, in onde elettromagnetiche. La frequenza delle onde radio emesse e ricevute – detta frequenza di lavoro dell'antenna - dipende sia dal tipo di generatore elettrico collegato all'antenna, sia dalle dimensioni dell'antenna stessa. Se si deve lavorare a una determinata frequenza, infatti, è necessario che la lunghezza dell'antenna sia almeno uguale (meglio se molto maggiore) della lunghezza d'onda del segnale. Questo implica che i dispositivi che lavorano a basse frequenze (e quindi grandi lunghezze d'onda, perché le due misure sono inversamente proporzionali) abbiano dimensioni tali da renderle facilmente visibili.

      Le antenne classiche presentano inoltre due problemi: il Jamming, ovvero un tipo di disturbo creato da altri segnali inviati per localizzarle o per “dar fastidio” ai radar, e le interferenze, perché le antenne metalliche riflettono in parte i segnali anche se hanno frequenze diverse dalle loro.

      La nuova antenna sembra non presentare nessuno di questi svantaggi. È di dimensioni ridotte e può captare solo segnali prossimi alla sua frequenza operativa (gli altri attraversano il gas senza essere riflessi), riducendo così al minimo i disturbi che si verificano soprattutto quando si lavora alle alte frequenze. Un altro vantaggio risiede nella possibilità di usare più antenne montate una sull'altra per captare più frequenze simultaneamente senza che interferiscano tra loro. L’antenna al plasma può inoltre funzionare con una corrente a impulsi senza che la nitidezza del segnale sia compromessa e, non avendo parti in metallo, non riflette i segnali inviati dai radar quando è spenta, caratteristica che la rende meno “intercettabile”.

      “Il concetto di antenne al plasma è noto dalla metà degli anni Novanta”, spiega Giuseppe Schettini, docente di Antenne presso l'Università di Roma Tre, “ma le realizzazioni sono ancora poche. Si tratta di lavori pionieri. La tecnologia è promettente, ma probabilmente non va considerata rivoluzionaria in tutte le applicazioni, anche se potrà trovare spazio in diversi settori”. (s.s.)

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      • CITAZIONE (iperabazon @ 21/11/2007, 12:45)
        comunque, certo che anche la wireless ha dispersioni....ma ti assicuro sono mooolto inferiori comunque,a getti di neutroni....

        aspettando cle l'elfranz trovi qualche miracoloso brevetto di tesla......

        ????????

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        • Non ho fatto i conti, ma pressapoco i wireless sono un milione di volte più dispersivi dei neutroni che vengono generati bombardando litio7 con una corrente protonica da 10 milliAmpere.

          Tutto sommato i wireless sono una bufala, meglio i neutroni oppure i fili di rame.

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          • QUOTE (elFranZ @ 26/11/2007, 13:22)
            QUOTE (iperabazon @ 21/11/2007, 12:45)
            comunque, certo che anche la wireless ha dispersioni....ma ti assicuro sono mooolto inferiori comunque,a getti di neutroni....

            aspettando cle l'elfranz trovi qualche miracoloso brevetto di tesla......

            ????????

            Beh? Che c'e'?
            Non hai mai visto dei getti di neutroni molto meno dispersi delle wireless? Eh dai su ha! image image

            QUOTE (stranger @ 27/11/2007, 16:19)
            Non ho fatto i conti, ma pressapoco i wireless sono un milione di volte più dispersivi dei neutroni che vengono generati bombardando litio7 con una corrente protonica da 10 milliAmpere.

            Tutto sommato i wireless sono una bufala, meglio i neutroni oppure i fili di rame.

            Commenta


            • beh, forse mi sono espresso male...

              ma mettiamola così...
              come i fotoni, non coerenti o luce non laser, anche i neutroni tendono a diffondersi e a disperdersi rapidamente...

              forse un pò più corretto...

              beh, mi ero distratto un pò pensando all'arma klingon .laser neutronica del genketto-strano....

              certo che se si riuscisse a mantenere coerenti in un fascio i neutroni su lunghe distanze....
              una bella armetta...uccidere esseri viventi...senza distruggere , o distruggendo relativamente....le cose intorno....

              solo il genco poteva pensarla...


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              • leggete questo , molto interessante :
                http://www.iihr.uiowa.edu/projects/schumann/Index.html

                le onde di shuman


                e anche questo:
                http://www.teslatech.info/ttmagazine/v1n4/valone.htm

                e questo:
                http://www.twilightscience.org/twiki/doku....ione_e_utilizzo

                e questo :http://www.twilightscience.org/twiki/doku.php?id=sistemi_antigravitazionali_e_phase_shi fting:il_bulbo_di_tesla

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                • Forse il Genkenger ha confuso neutroni con neutrini...
                  Bella, una corrente di 10mA di protoni... :lol:
                  E i wireless non servono a nulla, povero Marconi, ha inventato qualcosa di inutile... -_-

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