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Info e prenotazione KIT motore ad acqua

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  • ti riferisci all'elettrolissi con membrane conduttrici di ioni ( nafiom ad esempio ) ?

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    • QUOTE (Andrea Rampado @ 25/3/2006, 16:58)
      Non solo la FF esiste ben altro, ad esempio l'elettrolisi a secco abbinata a campi magnetici, fantastica per sminuzzare, demolire, transterificare (ops), polverizzare e separare a bassissimo costo... :B)

      Ciao , potresti essere più chiaro ?? a cosa ti riferisci in particolare , magari puoi dare dei riferimenti ?? la cosa mi interessa molto visto le mie attuali attività di sperimentazione .
      Ciao

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      • Buongiorno!!! vi segnalo un'interessante link con un'elettrolizzatore di tipo "Garrett" .
        http://home.mchsi.com/~actt2/garrett.html

        Mi sembra molto interessante ... guardate i video .

        Ciao

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        • Ok Spuzzete, di acciao ne ho di tutti i tipi.
          Dimmi meglio che spessore o misura di inox ti serve.
          Potrei dartene una buona qtà. Il problema e che non sarà possibile spedirteli, visto il peso.
          Oppure se ne vuoi solo 2 pezzi te li spedisco via poste.

          Con la mia macchina non ho fatto nulla. Sono troppo preso dal lavoro anche nei fine settimana.
          Al momento l'unica cosa certa è un risparmio che oscilla tra il 10 e il 15% e in più uno sprint migliore.
          Quest'ultimo effetto però non è sempre presente...
          Immagino di dover avvicinare il punto di iniezione di H ma non riesco a trovare un punto con la depressione, essendo la Saab ovunque compressa.
          Anche tutti i collettori del metano sono sotto pressione (2,5 atm)

          Mi ha impensierito la faccenda dell'anticipo, come nominava LucZan nel Forum. E' una cosa che devo verificare.

          Ciau

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          • CITAZIONE
            Ok Spuzzete, di acciao ne ho di tutti i tipi.
            Dimmi meglio che spessore o misura di inox ti serve.
            Potrei dartene una buona qtà.

            Non vorrei sembrare "approfittante", ma non potrei averne 1 campione ank'io? Vorrei realizzare un elettrolizzatore con elettrodi in serie, abbassando la tensione ai minimi (~1.5v) e vedere come vanno le cose...
            Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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            • auz a 1,5V nn succede nulla!!!

              il voltaggio minimo teorico e' 1,7V ma con elettrodi di platino ecc ecc

              siccome noi nn abbiamo elettrodi in platino ecc ecc il minimo utilizzabile sono 2V

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              • Ok ag_smith, capito. Vada x i 2 volts. Sxiamo ke l'acqua nn scaldi...
                Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                • CITAZIONE (lukemon79 @ 28/3/2006, 15:26)
                  Ok ag_smith, capito. Vada x i 2 volts. Sxiamo ke l'acqua nn scaldi...

                  Vi consiglio questo "paper" del pentagono sull'elettrolisi dell'acqua in corrente pulsata :
                  http://www.stormingmedia.us/57/5737/A57379...pulsed~dc~water

                  A mio avviso risulta molto interessante shifty.gif shifty.gif

                  Un saluto a tutti smile.gif

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                  • Va bè kalos, mi sfugge cosa ci trovi d'interessante... E poi nn è ke mi fidi + di tanto di quelli del pentagono... Figurati se fanno trapelare qualcosa di utile!
                    Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                    • CITAZIONE (lukemon79 @ 28/3/2006, 09:15)
                      Non vorrei sembrare "approfittante", ma non potrei averne 1 campione ank'io? Vorrei realizzare un elettrolizzatore con elettrodi in serie, abbassando la tensione ai minimi (~1.5v) e vedere come vanno le cose...

                      No, non ti preoccupare! Eppoi che ci sarebbe di male, mi sono messo disponibile io, no?

                      Dimmi lo spessore le quantità e le misure. Meglio se quest'ultime non sono un problema (nel senso che poi le ricavi tu).

                      La spedizione la potrei fare con paccocelere3 a tuo carico.

                      Dammi una risposta appena puoi, che domani sono in azienda e vado a vedere nel mucchio delle lastre di sfrido.


                      PS: si sa qualcosa dell'H2O?
                      Ho gente che vuole sapere, conoscere, partecipare, sperimentare, non più inquinare, risparmiare, bearsi dell'Umano ingenio, deridere le multinazioneli del gas e del petrolio, essere grati, investire, meravigliarsi, ritornare bambini e ritornare ottimisti...
                      come me!

                      Ciau

                      Edited by marco_ali_ - 28/3/2006, 20:12

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                      • CITAZIONE (lukemon79 @ 28/3/2006, 16:59)
                        Va bè kalos, mi sfugge cosa ci trovi d'interessante... E poi nn è ke mi fidi + di tanto di quelli del pentagono... Figurati se fanno trapelare qualcosa di utile!

                        Ciao , come ti sfugge la parte interessante !!!???? Proprio all'inizio del documento ( 4° pagina ) si dichiara che l'elettrolisi pulsata con "depolarizzazione" dell'anodo , porta ad un aumento di rendimento del 300% rispetto all'elettrolisi classica e con diminuzione del consumo degli elettrodi .


                        Cioa wink.gif


                        Attached Image

                        Attached Image

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                        • Ma io avevo letto solo l'abstract... Dove devo cliccare x leggere tutto il doc.? non trovo il link... Mi sono rinc...ito definitivamente!!!
                          Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                          • CITAZIONE (lukemon79 @ 29/3/2006, 09:41)
                            Ma io avevo letto solo l'abstract... Dove devo cliccare x leggere tutto il doc.? non trovo il link... Mi sono rinc...ito definitivamente!!!

                            Prova quà :
                            http://www.alternate-energy.net/Electrolysis%20for%20Hydrogen%20Generation.pdf

                            Lo stesso dell'abstract ma completo wink.gif

                            Ciao

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                            • Thanx
                              Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                              • una domanda sapete per caso se la resina epossidica resiste alla corrosione da parte delle basi?

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                                • Riporto i miei risultati sul campo sulla reale produzione di idrogeno dei miei generatori.
                                  Premetto che non sono un elettronico o chimico e quindi la mia descrizione è da profano.
                                  Mi sono procurato un secchio di plastica (tipo quelli da idropittura usati dagli imbianchini per intonacare), una bottiglia di plastica trasparente da 2 lt. ed un tubo di gomma trasparente e delle fascette di plastica da elettricista.
                                  Come nella foto ho marcato con nastro isolante due livelli, in modo tale che la differenza tra i due livelli sia esattamente pari ad un volume di un litro (grazie ad un normale dosatore liquidi da cucina).

                                  image

                                  Ho preventivamente portato la vettura a temperatura di regime (liquido raffreddamento ad almeno 80 °C) ed il generatore a regime (12-15 ampere).

                                  Si riempie il secchio di acqua, si immerge la bottiglia, la si riempie e la si rovescia.

                                  Ho staccato il tubo di uscita del gas del generatore idrogeno ed al suo posto ho collegato questa bottiglia con relativo tubo.

                                  Ho aperto il tappo di carica acqua del generatore.

                                  Cronometro alla mano, tenendo e spostando lentamente la bottiglia verso l'alto in modo che il livello acqua interno rimanga sempre pari a quello del secchio ho chiuso il tappo del generatore e fatto partire il cronometro quando il livello acqua ha raggiunto la prima striscia di nastro adesivo, quindi man mano alzando la bottiglia quando il livello dell'acqua scendeva ed aumentava il gas di idrogeno all'interno, stoppando il cronometro quando raggiungevo la seconda striscia pari ad un volume di un litro esatto.
                                  E' importante mantenere sempre la bottiglia verticale e pari il livello del liquido tra i due contenitori, secchio e bottiglia, altrimenti la misurazione è errata.
                                  image

                                  image
                                  Ho fatto diverse prove, ed il tempo medio con temperatura elettrolita di 57 °C, 13-15 ampere (purtroppo con strumento analogico - il mio tester arriva a 10 ampere) è stato di 85-88 secondi, che corrispondono circa a 40-41 litri di idrogeno all'ora.
                                  La resa pertanto dovrebbe essere, con un carico di (12volt*13-15ampere=)156-180 watt/ora, pari a 3,9-4,4 watt per litro di idrogeno prodotto.

                                  La stessa prova effettuata con il generatore di masthaboot mi ha dato 0 litri di idrogeno, in quanto questo generatore mi ha prodotto solo vapore e la temperatura dell'elettrolita era di 98 °C (prova fatta con idrossido di sodio e un assorbimento di 15 amperes, purtroppo non ho ancora l'idrossido di potassio).
                                  Chiedo a marco_ali se riesce a fare una prova come la mia in modo da verificare la reale produzione di gas idrogeno.

                                  A mio avviso a regime minimo motore questi generatori di idrogeno hanno un assorbimento costante ed elevato di corrente ed una produzione costante ed elevata di gas idrogeno.
                                  Il mio dubbio è che in realtà dovrebbero produrre l'idrogeno istantaneamente necessario in funzione del carico motore in quel momento necessario, assorbendo gli ampere strettamente necessari.
                                  Sostengo questo, in quanto ho notato che a regime minimo se spengo il generatore, immediatamente aumenta di 50-100 giri e questo a mio avviso non và bene, in quanto dovrebbe avvenire invece il contrario: l'apporto di idrogeno dovrebbe migliorare la combustione e quindi i giri a parità di carburante iniettato dovrebbe aumentare, quindi generare una elevata quantità di idrogeno a bassi giri non serve in quanto è maggiore il costo di produzione in termini di energia elettrica da generare rispetto al miglioramento della combustione indotta dall'idrogeno prodotto ed iniettato.

                                  Un ulteriore problema da superare, oltre a produrre l'idrogeno, è di modularne la produzione in funzione dei parametri motore e quindi è assolutamente necessario monitorare e decidere l'amperaggio dell'elettrolizzatore in "real time".

                                  Riguardo al voltaggio di 1,5 - 2 volt mi sembra sia riferito alla singola cella dell'elettrolizzatore, in entrata avremo sempre i 12 volt nominali (in realtà con vettura accesa ed in movimento i volt variano da 13,9 a 14,2 volt). Quello che mi stupisce, in senso negativo, dell'elettrolizzatore di masthaboost è come non abbia celle al suo interno e quindi lavori a 12 volt pieni e soprattutto ad altissime temperature (naturalmente devo ancora fare la prova con l'idrossido di potassio).

                                  Per verificare la reale produzione di gas idrogeno degli elettrolizzatori autoprodotti credo utile un sistema di misurazione quale quello sopra, se non altro per capirne la resa e se e quanto gas di idrogeno (e non piuttosto del semplice vapore acqueo) viene prodotto (basta fare un collegamento volante ad una batteria con vettura accesa, l'importante è avere un amperometro idoneo).

                                  Ciao, Luca.

                                  Edited by LucZan - 1/4/2006, 17:45

                                  Commenta


                                    • LucZan, puoi fare dei conti sull'efficienza del tuo elettrolizzatore autocostruito (a quanto ho capito è in serie...).
                                    • Poi, l'elettrolita dici che arriva a 57°C. Ma ce lo porti tu artificiosamente (sfruttando ad es. i gas di scarico) oppure è l'elettrolisi stessa che te lo riscalda?
                                    • Ancora: il voltaggio di 1,5-2 volts della singola cella l'hai presunto oppure l'hai misurato?

                                    La mia curiosità è di sapere se è vero che con tensioni basse l'elettrolita non riscalda...

                                    Grazie e... Grande la tua sperimentazione! Bravo!
                                    Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                                    • QUOTE (lukemon79 @ 30/3/2006, 08:02)
                                      • LucZan, puoi fare dei conti sull'efficienza del tuo elettrolizzatore autocostruito (a quanto ho capito è in serie...).
                                      • Poi, l'elettrolita dici che arriva a 57°C. Ma ce lo porti tu artificiosamente (sfruttando ad es. i gas di scarico) oppure è l'elettrolisi stessa che te lo riscalda?
                                      • Ancora: il voltaggio di 1,5-2 volts della singola cella l'hai presunto oppure l'hai misurato?

                                      La mia curiosità è di sapere se è vero che con tensioni basse l'elettrolita non riscalda...

                                      Grazie e... Grande la tua sperimentazione! Bravo!

                                      Allora l'elettrolizzatore penso sia in "serie" ma non come si intende nei normali circuiti elettrici, negli elettrolizzatori, che esistono paralleli e seriali, per "serie" il collegamento è dato dall'elettrolita e non da un cavo elettrico, ai due estremi ci sono il positivo e la massa.
                                      Il voltaggio è riferito alla singola "cella" dell'elettrolizzatore, più ce ne sono più il voltaggio di ciascuna si abbassa, è per questo che partendo da 12 volt circa normalmente ci sono 6 o 7 celle.
                                      Le celle non devono essere separate ed a compartimento stagno, possono essere comunicanti basta che vi sia un piccolo foro e non sia in linea con il foro della precedente e successiva piastra (infatti riempiendo oltre l'orlo si ottiene una cosa simile al classico cortocircuito dell'elettricità, transitando molto velocemente gli elettroni avremo quasi una continuità tra positivo e negativo).
                                      L'importante è che l'elettrolita non superi il livello delle barre (infatti ora doto il mio di un misuratore di livello esterno costruito con due curve e un tubo trasparente).
                                      Non ho misurato il voltaggio all'interno della singola cella, ora l'ho smontato ma penso che la prossima settimana provo a fare la verifica.
                                      Il voltaggio non dovrebbe distribuirsi in modo lineare tra cella e cella ma penso segua un andamento a parabola, ma qualcuno nel forum dovrebbe averlo già verificato.
                                      Riguardo all'aumento della temperatura è fisiologico: è in funzione del lavoro che fà l'elettrolita nello spostare elettroni dal positivo al negativo: basta questa valutazione, a freddo l'assorbimento è basso diciamo 5 ampere, man mano che l'elettrolita si riscalda aumenta anche l'assorbimento in ampere arrivando a 15 - 20 e oltre.
                                      E' per questo che ho scritto precedentemente che la "taratura" della quantità di catalizzatore (soda caustica, idrossido di sodio, ecc.) và fatta a caldo in quanto è il momento di massimo assorbimento in ampere che quindi non dipende solo dall'aumento di concentrazione del catalizzatore nell'elettrolita ma soprattutto e quasi linearmente dall'aumento di temperatura dell'elettrolita.

                                      Non disponendo questi elettrolizzatori artigianali di un controllo elettronico dell'assorbimento in ampere (basterebbe un sensore di temperatura liquido immerso ed una buona elettronica di controllo della corrente assorbita) sbagliando la concentrazione otteniamo assorbimenti elevatissimi una volta che l'elettrolizzatore arriva a regime.

                                      Gli elettrolizzatori professionali sfruttano l'elettronica per aumentare l'efficienza e hanno l'enorme vantaggio che l'elettrolizzatore posto nel vano motore, riscaldato sia dal motore indirettamente che direttamente dal suo stesso lavoro, nelle fasi più calde ha meno richiesta di ampere a parità di litri di gas prodotto e questo modulazione nell'erogazione si riflette positivamente nella resa in termini di minori consumi.

                                      Mi spiego: un elettrolizzatore freddo avrebbe bisogno di 10-15 ampere con temperatura acqua di 10 °C, mentre con temperature di esercizio 50 °C-60 °C, ne basterebbero probabilmente un paio (a parità di litri di gas idrogeno prodotto), quando le temperature inoltre crescessero troppo, onde evitare la formazione di solo vapore acqueo e non gas, addirittura andrebbe tolta corrente, fino al ripristino di una temperatura idonea. In questo modo si aumenta realmente il rendimento del motore, lo stesso calore prodotto dal motore di fatto viene riutilizzato per la produzione di energia meccanica, attraverso una riduzione della energia elettrica necessaria a produrre la medesima quantità di gas di idrogeno.

                                      Questi elettrolizzatori artigianali pertanto non possono partire a freddo con 15-20 ampere di assorbimento altrimenti una volta regime superano i 30-35 ampere, facendo letteralmente bollire l'elettrolita e impestando la macchina anche di particelle di potassio o sodio dannose per il motore stesso.

                                      ciao, Luca.

                                      Edited by LucZan - 1/4/2006, 17:57

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                                      • Un saluto a tutti . Vorrei farvi osservare che è possibile controllare la corrente e tensione degli elettrolizzatori , tramite dei semplici circuiti elettronici a modulazione d'impulsi PWM , che possono eseguire regolazioni automatiche o manuali .

                                        Ciao smile.gif

                                        Commenta


                                        • CITAZIONE (kalos66 @ 30/3/2006, 11:15)
                                          Un saluto a tutti . Vorrei farvi osservare che è possibile controllare la corrente e tensione degli elettrolizzatori , tramite dei semplici circuiti elettronici a modulazione d'impulsi PWM , che possono eseguire regolazioni automatiche o manuali .

                                          Ciao smile.gif

                                          Grazie kalos66, puoi indicarmi un modulo già esistente commercialmente che preveda un input in corrente continua sui 12-14 Volt ed un controllo di prelievo on/off di amperaggio controllabile da 5 a 30 amperes, magari con un potenziometro manuale ?
                                          L'ideale sarebbe anche usare una sonda temperatura da interfacciare a questo circuito se si vuole automatizzare di più la cosa.

                                          Ciao, Luca.

                                          Edited by LucZan - 30/3/2006, 11:58

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                                          • CITAZIONE
                                            Le celle non devono essere separate ed a compartimento stagno, possono essere comunicanti basta che vi sia un piccolo foro e non sia in linea con il foro della precedente e successiva piastra (infatti riempiendo oltre l'orlo si ottiene una cosa simile al classico cortocircuito dell'elettricità, transitando molto velocemente gli elettroni avremo quasi una continuità tra positivo e negativo).

                                            Luca, scusami se sono petulante, ma i fori di cui parli, servono solo x il passaggio del gas tra cella e cella, non per l'elettrolita, giusto? Quindi sono + in alto del livello dell'elettrolita, no? Grazie
                                            Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                                            • CITAZIONE (lukemon79 @ 30/3/2006, 12:02)
                                              CITAZIONE
                                              Le celle non devono essere separate ed a compartimento stagno, possono essere comunicanti basta che vi sia un piccolo foro e non sia in linea con il foro della precedente e successiva piastra (infatti riempiendo oltre l'orlo si ottiene una cosa simile al classico cortocircuito dell'elettricità, transitando molto velocemente gli elettroni avremo quasi una continuità tra positivo e negativo).

                                              Luca, scusami se sono petulante, ma i fori di cui parli, servono solo x il passaggio del gas tra cella e cella, non per l'elettrolita, giusto? Quindi sono + in alto del livello dell'elettrolita, no? Grazie

                                              Da quello che ho capito servono per consentire una ridotta circolazione dell'elettrolita, se così non fosse avresti il problema che delle celle si svuoterebbero più o prima delle altre (tipo le batterie delle auto,che guarda caso hanno sei elementi da 2 volt).
                                              Mi riservo di verificare comunque questa affermazione.

                                              Ciao, Luca.

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                                              • Ho capito. E, se per evitare la disparità di voltaggi tra le celle centrali e quelle periferiche, si variasse la distanza delle piastre? Tipo così (considera gli asterischi l'elettrolita e le barrette come le piastre):

                                                +|*|**|***|****|***|**|*|-

                                                O forse il contrario...

                                                +|****|***|**|*|**|***|****|-
                                                Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                                                • CITAZIONE (LucZan @ 30/3/2006, 11:45)
                                                  CITAZIONE (kalos66 @ 30/3/2006, 11:15)
                                                  Un saluto a tutti . Vorrei farvi osservare che è possibile controllare la corrente e tensione degli elettrolizzatori , tramite dei semplici circuiti elettronici a modulazione d'impulsi PWM , che possono eseguire regolazioni automatiche o manuali .

                                                  Ciao smile.gif

                                                  Grazie kalos66, puoi indicarmi un modulo già esistente commercialmente che preveda un input in corrente continua sui 12-14 Volt ed un controllo di prelievo on/off di amperaggio controllabile da 5 a 30 amperes, magari con un potenziometro manuale ?
                                                  L'ideale sarebbe anche usare una sonda temperatura da interfacciare a questo circuito se si vuole automatizzare di più la cosa.

                                                  Ciao, Luca.

                                                  Ciao , di commerciale non sò se ci sia qualcosa , ma un'idea di come si potrebbe realizzare la puoi trovare in questo 3d :

                                                  http://www.forumcommunity.net/?t=2323336&st=45
                                                  e qui per la parte di potenza ..
                                                  http://www.forumcommunity.net/?t=2323336&st=15

                                                  Comunqne si potrebbe anche realizzare un alimentatore continua>>>continua con controllo di tensione e corrente , utilizzando solo la parte di stabilizzatore e circuiteria di potenza .

                                                  Qualche esempio
                                                  http://www.pianetaradio.it/tecnica/alimentatore20a.htm


                                                  Ovviamente il trasformatore e il ponte di diodi và omesso in quanto già siamo in continua .... in rete ci sono già degli schemi di alimentatori di potenza in continua con tensione e corrente regolabile , ma bisogna cercarli biggrin.gif

                                                  Ciao

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                                                  • CITAZIONE (lukemon79 @ 30/3/2006, 12:49)
                                                    Ho capito. E, se per evitare la disparità di voltaggi tra le celle centrali e quelle periferiche, si variasse la distanza delle piastre? Tipo così (considera gli asterischi l'elettrolita e le barrette come le piastre):

                                                    +|*|**|***|****|***|**|*|-

                                                    O forse il contrario...

                                                    +|****|***|**|*|**|***|****|-

                                                    In realtà esiste una distanza ottimale delle piastre da rispettare, che dovrebbe essere di 6-7 mm.

                                                    Nel caso siano troppo vicine aumenta la produzione di schiuma (composta sia da gas idrogeno che vapore acqueo) che impedisce il processo elettrolitico, aumentando la resistenza delle piastre.

                                                    Anzi l'efficienza dell'elettrolizzazione si riduce se la schiuma fuoriesce in modo tale da creare un ponte elettrico che cortocircuita le celle sottostanti collegate.

                                                    Piastre troppo lontane aumentano chiaramente la resistenza, diminuendo la produzione di gas idrogeno.
                                                    Quindi si corre il rischio di far lavorare bene certe piastre ed altre no.

                                                    Confermo che i piccoli fori (max 2-3 mm.) da fare in basso alle piastre servono per permettere la distribuzione dell'elettrolita nelle singole celle e vanno alternati in modo da ridurre al minimo il "cortocircuito" fra le celle, causato dall'elettricità che in questi punti passa dai fori invece che attraverso le piastre.

                                                    Saluti. Luca.

                                                    Commenta


                                                    • Ciao LucZan e a tutti quanti.

                                                      Ho speso parecchi tempo a sperimentare su un elettrolizzatore con due o più piastre semplici sempre alimentate in parallelo a 12V in quanto sembrava da esperienze di altri che il sistema funzionasse dignitosamente.

                                                      La realtà si è rivelata invece piuttosto mortificante dato che non sono riuscito a realizzare un sistema stabile in quanto l’elettrolita si carica col tempo di una sospensione rossa(verosimilmente ossido di ferro) e contemporaneamente acquisisce un colore giallo a causa dei sali di ferro che si creano dal contatto tra Fe e H.
                                                      Quest’ultimo fatto in particolare provoca una crescita inarrestabile della corrente fino alla violenta evaporazione dell’elettrolita.
                                                      Ora mi chiedo se hai verificato qualcosa del genere anche sul tuo e. in serie ovvero se tale tipo di costruzione, oltre agli altri vantaggi che ci hai descritto, possa limitare al minimo anche questo tipo di inconveniente.

                                                      Domanda: ti è possibile postare delle foto sulle piastre? Vorrei capire se il “pacco” delle piastre rimane comunque in immersione nel contenitore: altrimenti non mi spiego come si possa ripristinare in modo semplice il livello del liquido all’interno delle celle…

                                                      Ora purtroppo non ho tempo ma più tardi posterò alcune considerazioni e qualche foto per contribuire alla causa e non limitarmi “assorbire” esperienze altrui!

                                                      Ciao!

                                                      Commenta


                                                      • nemox, il sistema a due elettrodi in immersione in una soluzione libera ad unica cella potrebbe a mio avviso funzionare solo in caso di controllo dell'amperaggio assorbito mediante una scheda elettronica che toglie e dà corrente, in modo da limitare la temperatura dell'elettrolita ad un massimo di 60-70 °C.
                                                        Solo in questo caso sarebbe possibile una qualche produzione di gas idrogeno.

                                                        In caso contrario come hai verificato si ha cottura degli elettrodi, rapida evaporazione con nessuna produzione di gas idrogeno, assorbimento pazzesco proporzionale al calore di corrente e impestamento del motore di sostanze corrosive per l'enorme evaporazione.

                                                        Ammettendo anche tu creassi una scheda elettronica e facessi tutto correttamente, con un elettrolizzatore ad unica cella avresti una quantità ridotta di gas idrogeno prodotto, tale comunque da non creare un gap positivo tra l'energia assorbita dall'alternatore della vettura ed il conseguente aumento di carburante da una parte e l'effettiva miglior combustione e rendimento termico garantito dall'idrogeno autoprodotto.

                                                        Per questo sono considerati più idonei per l'uso automobilistico i c.d. elettrolizzatori di tipo seriale in precedenza descritti, in quanto a parità di amperes producono più litri ora di gas idrogeno e quindi com maggior efficienza che i semplici sistemi monocella.

                                                        Ti confermo che il mio seriale, piuttosto primitivo, se la quantità di elettrolita è opportunamente dosata in modo da avere circa 15 ampere di assorbimento a caldo, mantiene una temperatura accettabile ed una sufficiente produzione di gas idrogeno.

                                                        Non lo trovo comunque idoneo allo stato attuale per un utilizzo intensivo e realistico in una vettura nella guida di tutti i giorni.

                                                        Anzi più vado avanti, più mi sto orientando verso un sistema professionale e già specificamente progettato per utilizzo automobilistico.


                                                        Non posso postarne le foto in quanto è sigillato ed è brevettato. L'ho acquistato sottoscrivendo un'impegno di non rivelarne la costruzione.

                                                        Riguardo al ripristino di acqua, le celle sono comunicanti, come ho scritto in precedenza.

                                                        Ciao, Luca.

                                                        Commenta


                                                        • Riguardo al gas brown/idrogeno prodotto in relazione all'amperaggio ed al numero di celle ho trovato questa interessante formula:

                                                          "Q. How much Brown's Gas does the ER HyZor produce?

                                                          A. That depends on the amperage going through the ER HyZor. The formula to calculate gas production is:

                                                          ((A / 26.8) * 16.8) * C = Liters of 2H2:O2 (Brown's Gas)

                                                          A = Actual DC amps flowing through your electrolyzer (ER HyZor).
                                                          26.8 = amps per hour (one Faraday).
                                                          16.8 = molar volume (in liters) of di-atomic hydrogen and oxygen gas produced per Faraday.
                                                          C = Number of cells in your series-cell electrolyzer (ER HyZor has 6 cells).

                                                          For example, if we have 2 amps flowing through a 6 cell electrolyzer. Our formula looks like this: ((2 / 26.8) * 16.8) * 6 = 7.5 Liters per hour of 2H2 : O2 (Brown's Gas) "


                                                          Sulla base di questa formula ho costruito un semplice foglio elettronico dove chiaramente si vede che all'aumentare delle celle diminuisce il voltaggio per cella ed a parità di amperaggio viene prodotto molto più gas di idrogeno e quindi si ha maggiore efficienza (i litri prodotti sono i valori all'incrocio della tabella calcolati con la formula sopra).

                                                          Le prime tre righe riportano il voltaggio teorico per singola cella ipotizzando un voltaggio variabile di 12v, 13v e 14v
                                                          Si vede anche che fino a 6 celle il voltaggio per cella si aggira intorno ai due volt.
                                                          Per le autovetture (con impianto a 12 volt) pare possibile arrivare fino a 10 celle

                                                          image


                                                          Ad esempio è di tutta evidenza che un elettrolizzatore a 6 celle produce 7,5 litri/ora di gas idrogeno con soli 2 ampere di assorbimento quando un elettrolizzatore ad una cella ne adopera ben 12 !
                                                          Luca.

                                                          Edited by LucZan - 31/3/2006, 11:25

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                                                          • Riguardo il post di ieri posso dire di essere d'accordo su quasi tutto quello che dici.

                                                            Ti assicuro però che l'elettrolizzatore bipiastra immerso in elettrolita che possiede Andrea andava eccome se andava! Ho ancora con me i listati dei test ai gas di scarico che attestano diminuzioni quasi a zero dei vari inquinanti. E 300W o giù di li per un risultato del genere li considero un bel investimento!
                                                            Questa configurazione mi attirava più che altro per la semplicità di costruzione ma visti gli innumerevoli svantaggi passerò alla costruzione seriale che per inciso mi ha convinto fin dall'inizo e ora che tu hai avuto la prova tangibile della validità beh... vado avanti a testa bassa!

                                                            Riguardo poi il rendimento del motore a bassi regimi sempre il solito Andrea ritiene che la sua pompetta da acquario appicata a monte dell'elettrolizzatore aiuti parecchio.
                                                            Particolarmente poi nel tuo caso visto che (se non sbaglio) utilizzi anche un gorgogliatore che di certo rappresenta un impedimento al libero flusso del gas. Cosa ne pensi?

                                                            Ciao!

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                                                              ho fatto una prova con il mio elettrolizzatore artigianale bipiastra (fatte con l'acciaio aisi 304 che mi ha fornito Marco) usando NaOH.
                                                              Ha ragione LucZan quando dice che la temperatura si alza praticamente fino a temperatura di ebollizione, io ho misurato la corrente con un amperometro analogico da pannello e la temperatura con una sonda digitale per alimenti. Purtroppo non sono riuscito ad inserire la sonda a contatto con la soluzione, ma era a pochi mm di distanza. Partendo da una temperatura di 16 gradi centigradi ed un assorbimento di 9A, dopo pochi minuti la corrente assorbita era di 20A e la temperatura di 70 gradi centigradi e continuava a salire. Ho interrotto in quel momento la prova, visto che la temperatura non si stablilizzava.
                                                              L'idrogeno viene prodotto, ma non ho fatto prove ad alte temperature (dai 50 gradi in su).


                                                              Per Nemox:

                                                              sai descrivere com'è fatto l'elettrolizzatore, in particolare gli elettrodi, di Andrea?


                                                              Ciao a tutti!
                                                              Bici elettrica MKIII : qui.

                                                              E-bike / li-ion batteries / electronics / etc. : jacopo.tk

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