Per chi ha dei dubbi sul puffer, a parte il fatto che se si usa legna è l'unico modo per accumulare il calore in eccesso che altrimenti sarebbe disperso inutilmente, faccio un esempio pratico con uso a pellet.
In un appartamento si decide di usare una temperatura più bassa durante la notte. Mettiamo 17°C, mentre la mattina vogliamo 19 o 20°C. La caldaia durante la notte o va in mantenimento o si spegne. In ogni caso riduce al minimo il consumo e la brace. I fumi scendono sotto gli 80°C. Alle ore 7 scatta il termostato perchè vogliamo portare la temperatura a 19 o 20°C rispetto ai 17 della notte. Cosa succede?
Caso 1: Caldaia spenta o in mantenimento SENZA puffer
La caldaia deve tornare a regime. Comincia a macinare pellet, l'aria comburente si alza, ma la caldaia necessita come minimo di 1 ora per andare a regime. E nel frattempo? Semplice: Si patisce freddo
Uno potrebbe anche far partire la caldaia 1 ora prima che scatti il termostato. Bene, ammettiamo che la caldaia sia a regime quando scatta il termostato. In tal caso parte il circolatore dei termosifoni. Ma in caldaia comincia ad arrivare acqua fredda e si abbatte la temperatura. Risultato: il circolatore si ferma perchè si scende troppo di temperatura e si aspetta che la caldaia lentamente torni a temperatura idonea. Però posso mettere una valvola anticondensa. OK, sarebbbe la soluzione migliore se non si ha il puffer, ma in tal caso l'aumento di temperatura dei termosifoni sarebbe molto molto graduale e servirebbe diverso tempo per raggiungere gli agognati 19 o 20°C impostati dal termostato.
Caso 2 Caldaia spenta o in mantenimento con Puffer opportunamente dimensionato e ben riscaldato
Parte il circolatore dei termosifoni e i termosifoni diventano subito roventi. Nel frattempo la temperatura del puffer cala quanto basta per segnalare alla caldaia di andare a regime. Mentre il puffer riscalda l'appartamento e porta la temperatura al livello desiderato velocemente, la caldaia arriva a regime e comincia a reintegrare calore nel puffer. L'utilizzo della valvola anticondensa è trascurabile perchè la caldaia non lavora con i termosifoni freddi ma con il puffer che ne miscela la temperatura.
Quando la caldaia è a regime, dal ritorno dei termosifoni arriva acqua calda derivante dal puffer e ne facilita la stabilizzazione.
Ho fatto l'esempio della mattina ma vale ovviamente per tutti gli orari della giornata in cui dopo che si raggiunge la temperatura impostata dal termostato, la caldaia va in mantenimento e necessita tempo per tornare a regime.
Non sono assolutamente un esperto ma questa è la mia esperienza.
Personalmente mi sento di consigliare un puffer da 35/50 litri per ogni kW di caldaia. E una cosa che senz'altro è importante sono i turbolatori che favoriscono lo scambio termico, abbassano i fumi di almeno 40-50°C e permettono di tenere l'aria più alta con due conseguenze positive: 1) Aumentare la portata di pellet (quindi +pellet+aria=+energia termica); 2) mantenere il braciere più pulito (quindi rendimento più constante nel tempo).
In un appartamento si decide di usare una temperatura più bassa durante la notte. Mettiamo 17°C, mentre la mattina vogliamo 19 o 20°C. La caldaia durante la notte o va in mantenimento o si spegne. In ogni caso riduce al minimo il consumo e la brace. I fumi scendono sotto gli 80°C. Alle ore 7 scatta il termostato perchè vogliamo portare la temperatura a 19 o 20°C rispetto ai 17 della notte. Cosa succede?
Caso 1: Caldaia spenta o in mantenimento SENZA puffer
La caldaia deve tornare a regime. Comincia a macinare pellet, l'aria comburente si alza, ma la caldaia necessita come minimo di 1 ora per andare a regime. E nel frattempo? Semplice: Si patisce freddo
Uno potrebbe anche far partire la caldaia 1 ora prima che scatti il termostato. Bene, ammettiamo che la caldaia sia a regime quando scatta il termostato. In tal caso parte il circolatore dei termosifoni. Ma in caldaia comincia ad arrivare acqua fredda e si abbatte la temperatura. Risultato: il circolatore si ferma perchè si scende troppo di temperatura e si aspetta che la caldaia lentamente torni a temperatura idonea. Però posso mettere una valvola anticondensa. OK, sarebbbe la soluzione migliore se non si ha il puffer, ma in tal caso l'aumento di temperatura dei termosifoni sarebbe molto molto graduale e servirebbe diverso tempo per raggiungere gli agognati 19 o 20°C impostati dal termostato.
Caso 2 Caldaia spenta o in mantenimento con Puffer opportunamente dimensionato e ben riscaldato
Parte il circolatore dei termosifoni e i termosifoni diventano subito roventi. Nel frattempo la temperatura del puffer cala quanto basta per segnalare alla caldaia di andare a regime. Mentre il puffer riscalda l'appartamento e porta la temperatura al livello desiderato velocemente, la caldaia arriva a regime e comincia a reintegrare calore nel puffer. L'utilizzo della valvola anticondensa è trascurabile perchè la caldaia non lavora con i termosifoni freddi ma con il puffer che ne miscela la temperatura.
Quando la caldaia è a regime, dal ritorno dei termosifoni arriva acqua calda derivante dal puffer e ne facilita la stabilizzazione.
Ho fatto l'esempio della mattina ma vale ovviamente per tutti gli orari della giornata in cui dopo che si raggiunge la temperatura impostata dal termostato, la caldaia va in mantenimento e necessita tempo per tornare a regime.
Non sono assolutamente un esperto ma questa è la mia esperienza.
Personalmente mi sento di consigliare un puffer da 35/50 litri per ogni kW di caldaia. E una cosa che senz'altro è importante sono i turbolatori che favoriscono lo scambio termico, abbassano i fumi di almeno 40-50°C e permettono di tenere l'aria più alta con due conseguenze positive: 1) Aumentare la portata di pellet (quindi +pellet+aria=+energia termica); 2) mantenere il braciere più pulito (quindi rendimento più constante nel tempo).
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