Kind friends
Avete incominciato con la vostra cella aperta a produrre bolle di hho che fate implodere con l'accendino. Avrete soddisfatto così una vostra prima curiosità
al costo di una pizzetta e un birroncino avrete la vostra buona cella. Non dimenticate i suggerimenti di Lorenz di tenere molto corte le trecciole di connessione ed in bagno d'acqua e come predisse Gianfranco utilizzare piuttosto
che viti come vi dissi io, utilizzare delle barre filettate d'acciaio inox e come da intervento di Lorenz, più grosse son le barre e meno resistenza intrinseca offrono al passaggio della corrente, però, posso osservare che i dadi separatori man mano che aumenta il diametro della barra filettata aumenta il loro spessore
e quindi allontana gli elettrodi anzichè mezzo mm di distanza tra un elettrodo e l'altro con un dado da 3mm di spessore con una barra filettata da 6mm di diametro avremo dei dadi da mezzo cm di spessore, quindi le barre elettrolitiche
disposte a pettine sarebbero più distanziate con dadi più spessi. Non so se tale
processo come sostiene Lorenz di adottare barre più grosse e distanziare le
barre elettrolittiche per diminuire la resistenza intrinseca dell'acciaio sia più
conveniente. Per me è come la coperta corta la tiri per coprirti la testa e scopri i piedi. Quì la posta in gioco è aggredire l'acqua e non l'acciaio. L'acciaio oppone
come perfettamente considerato da Lorenz la sua buona resistenza elettrica. Ma siamo certi che l'allontanamento tra una piastra e l'altra non possa compromettere una situazione più grintosa della cella? Non fate caso se non posso darvi una risposta, io procedo per spirali di bandelle concentriche ed ora anche per chiocciole abbraciantesi. Ma vorrei conoscere cosa ne pensa Lorenz
della mia osservazione a meno che non si metta a molare i dadi uno per uno
o farseli costruire apposta meno spessi. Kind regards.
Avete incominciato con la vostra cella aperta a produrre bolle di hho che fate implodere con l'accendino. Avrete soddisfatto così una vostra prima curiosità
al costo di una pizzetta e un birroncino avrete la vostra buona cella. Non dimenticate i suggerimenti di Lorenz di tenere molto corte le trecciole di connessione ed in bagno d'acqua e come predisse Gianfranco utilizzare piuttosto
che viti come vi dissi io, utilizzare delle barre filettate d'acciaio inox e come da intervento di Lorenz, più grosse son le barre e meno resistenza intrinseca offrono al passaggio della corrente, però, posso osservare che i dadi separatori man mano che aumenta il diametro della barra filettata aumenta il loro spessore
e quindi allontana gli elettrodi anzichè mezzo mm di distanza tra un elettrodo e l'altro con un dado da 3mm di spessore con una barra filettata da 6mm di diametro avremo dei dadi da mezzo cm di spessore, quindi le barre elettrolitiche
disposte a pettine sarebbero più distanziate con dadi più spessi. Non so se tale
processo come sostiene Lorenz di adottare barre più grosse e distanziare le
barre elettrolittiche per diminuire la resistenza intrinseca dell'acciaio sia più
conveniente. Per me è come la coperta corta la tiri per coprirti la testa e scopri i piedi. Quì la posta in gioco è aggredire l'acqua e non l'acciaio. L'acciaio oppone
come perfettamente considerato da Lorenz la sua buona resistenza elettrica. Ma siamo certi che l'allontanamento tra una piastra e l'altra non possa compromettere una situazione più grintosa della cella? Non fate caso se non posso darvi una risposta, io procedo per spirali di bandelle concentriche ed ora anche per chiocciole abbraciantesi. Ma vorrei conoscere cosa ne pensa Lorenz
della mia osservazione a meno che non si metta a molare i dadi uno per uno
o farseli costruire apposta meno spessi. Kind regards.
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