Il brevetto di Rossi e' scritto veramente male, ed era scontato che fosse quasi del tutto inutile in pratica. Gia' nel search report gli avevano dato diverse X e Y tra l'altro, indicando che l'invenzione era gia' stata pubblicata in qualche forma. Questo comunque non implica niente dal punto di vista pratico: non implica cioe' che l'invenzione non funzioni o che non sia sfruttabile industrialmente. Anzi in un certo senso conferma che quel tipo di reazioni sono state replicate e descritte da altri. I documenti citati nel search report per esempio sono illuminanti su come sia realizzato il setup (niente nanoparticelle o additivi strani!), e in rete si trovano altri documenti di Focardi, e altri che descrivono in dettaglio i loro esperimenti: vengono fuori eccessi di energia di 600MJ, neutroni, gamma ed altre cose interessantissime che confermano in pieno quanto affermato da Rossi. Se la storia degli additivi e vera, anche l'aspetto industriale rimane salvo, visto che gli altri descrivono problemi di replicabbilita' che non sapevano risolvere... Prossimamente postero' i link ai documenti a cui mi riferisco, che contengono informazioni utilissime per tentare una replica dell'esperimento.
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Apparato Focardi-Rossi
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Vi riporto i link ad alcuni documenti interessanti sugli esperimenti di Focardi e Piantelli in cui si trovano dettagli importanti per un eventuale replica:
http://tecnet.pte.enel.it/depositi/t...JdVKofcYP9sccg
http://www.lenr-canr.org/acrobat/Foc...Pd0nFgw2SHoTXA
http://www.lenr-canr.org/acrobat/Foc...12OsYvFtSGzyIw
http://www.lenr-canr.org/acrobat/Cam...overviewof.pdf
(scusate la formattazione anomala, ma sto scrivendo con un iPhone...)
Dai documenti si evince che:
- il fenomeno esiste ed e' conosciuto almeno da 1994;
- la ripetibilita' e' buona, ma non del tutto sotto controllo;
- non serve nichel in forme "esotiche" ne additivi particolari;
- la reazione deve essere avviata perturbando la cella;
- sono stati misurati in alcuni casi neutroni, raggi gamma, reazioni post-mortem e trasmutazioni;
- viene accennato che in qualche caso la reazione puo' degenerare e diventare violenta;
Sono informazioni interessanti e utili a mio parere, che in qualche caso coincidono con quelle date da Rossi...
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salve, mi sto interessando al fenomeno, e fra le altre cose mi sto divertendo a riprodurre un ipotetico reattore su solidworks per testare i materiali e le criticità di tale reattore. ho un dubbio: la permeabilità all'idrogeno è un fatto comune a tutti i metalli o ce ne sono alcuni che non lo assorbono? tale dubbio nasce da un'osservazione semplice: se ho dei contatti elettrici fatti, ad esempio, in rame non è che l'idrogeno "se la svigna" proprio da tali elettrodi?La carica forte è detta colore, per esprimere un'altra caratteristica fondamentale delle interazioni forti: i quark non si manifestano mai isolati, più si cerca di staccarli più il campo di forze si oppone fino a crearne di nuovi...
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Riguardo all'interazione dell'H con i diversi materiali si possono fare diverse considerazioni:
- l'H diffonde quasi dentro tutti i materiali, essendo molto piccolo, nel caso di diffusione pura comunque la concentrazione decresce esponenzialmente con lo spessore;
- a contatto con i metalli possono avvenire altri fenomeni: adsorbimento, absorbimento, formazione di idruri e complessi etc. che rendono le cose piú complicate;
- a contatto con ferro e acciaio l'H può formare delle cricche a lungo termine.
Quindi il problema non è solo la fuga dell'H, ma il degrado dei materiali. Tra l'altro proprio le caratteristiche dei sistemi M-H non sono del tutto note o ben comprese ancora.
Il reattore di Rossi comunque ha un involucro che non solo contiene i reagenti, ma serve anche a termalizzare le radiazioni. A quanto pare è fatto di boro e piombo, oltre che di acciaio...Ultima modifica di Vettore; 17-08-2010, 06:45.
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Ho scoperto delle cose interessanti leggendo meglio i documenti ed i messaggi presenti sul blog di Rossi:
- l'energia prodotta dalla reazione non è solo sotto forma di calore, ma in buona parte di radiazioni (gamma e particelle) che vengono poi termalizzate dallo schermo. Questo significa che la reazione è più violenta di quelle descritte da Focardi e Piantelli;
- Probabilmente Piantelli non è più in buoni rapporti con Focardi, tanto che ha continuato gli esperimenti indipendentemente e di recente ha depositato il seguente brevetto, che ha fatto alterare un pó Rossi:
(WO/2010/058288) METHOD FOR PRODUCING ENERGY AND APPARATUS THEREFOR
- in questo brevetto vengono dati dei dettagli molto precisi su molti particolari della reazione, tra cui, cosa che sospettavo, che può avvenire anche con altri metalli di transizione, non solo col nichel! Anche ferro, rame, tungsteno etc. possono essere usati! Viene data anche una spiegazione di come avviare la reazione e di come fermarla, oltre che una convincente spiegazione teorica...
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penso che per termalizzare le radiazioni basta immergerlo in un liquido (acqua pesante o simili) almeno si ovvia anche al problema di un eventuale raffreddamento. una domanda: perchè sono necessari vuoti così alti? ovvero, è proprio così necessario?La carica forte è detta colore, per esprimere un'altra caratteristica fondamentale delle interazioni forti: i quark non si manifestano mai isolati, più si cerca di staccarli più il campo di forze si oppone fino a crearne di nuovi...
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Termalizzare le radiazioni significa trasformare raggi X, gamma, particelle cariche e neutroni in calore. A quanto pare nel reattore vengono generate un pò tutte queste emissioni, e sono proprio loro la forma di energia liberata, che quindi per essere usata va convertita in calore. Se vuoi schermare e termalizzare dai raggi gamma ai neutroni non puoi usare solo acqua (pesante o meno), ti serve come hanno fatto Rossi e Focardi almeno un assorbitore di neutroni (es. Boro) e uno schermo per i gamma (piombo). Il calore accumulato da questi poi lo usi per riscaldare l'acqua.
Riguardo al vuoto, negli esperimenti di Focardi e Piantelli si usava per degassare i campioni, cioe' per pulirli dai gas precedentemente adsorbiti.
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Essendo il punto di fusione del Pb di 600 K non capisco come possano usarlo per schermare le radiazioni provenienti dalla reazione, non credo che essa avvenga a temperature inferiori.
O forse e' solo il composto (carburo di boro?) di Boro che termalizza ed il piombo viene usato solo per i motivi di sicurezza intuibili.Ultima modifica di Fraccanario; 18-08-2010, 12:43.Luigi Versaggi P.
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In effetti la tua domanda è lecita... Considera però che se il calore viene sottratto adeguatamente dal flusso del fluido termico (che raccoglie l'energia prodotta) la temperatura può rimanere limitata. Sul fatto che lo schermo abbia una funzione importante Rossi è chiaro: dice che il reattore funziona proprio perché produce raggi gamma (quindi è così che viene emessa l'energia, non tanto dal riscaldamento del nichel). Dice anche un'altra cosa a prima vista sorprendente: il reattore da 20kw occupa un volume di 20 litri e pesa 30kg... Evidentemente gli schermi devono essere abbastanza sottili! Cosa che in effetti è coerente con i dati che circolano sulle energie (in eV) dei raggi gamma prodotti da queste reazioni, che sono basse rispetto a quelle delle reazioni nucleari normali...
Altra possibilità: la reazione produce molti neutroni, che vengono assorbiti dal boro, che emette gamma ed alfa, che sono termalizzati dal piombo...
In entrambi i casi i dati sembrano coerenti con le altre informazioni reperibili, questo fa ben sperare...Ultima modifica di Vettore; 21-08-2010, 18:21.
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ma per i neutroni non basterebbe immergere tutto nella paraffina? da quel che so ci fanno anche i rilevatori di rediazioni con la paraffina: una profetta che fa le bolle quando è esposta alle radiazioniLa carica forte è detta colore, per esprimere un'altra caratteristica fondamentale delle interazioni forti: i quark non si manifestano mai isolati, più si cerca di staccarli più il campo di forze si oppone fino a crearne di nuovi...
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Considera però che se il calore viene sottratto adeguatamente dal flusso del fluido termico (che raccoglie l'energia prodotta) la temperatura può rimanere limitata.Luigi Versaggi P.
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Rileggendo il brevetto si intuisce che può esserci un fluido termico primario dentro il reattore, prima dello schermo di piombo. Questo fluido può essere lui stesso a base di boro ed acqua per l'assorbimento dei neutroni. Vengono infatti considerate due versioni possibili, una per la produzione di calore, l'altra più adatta all'impiego con una turbina. Purtroppo il brevetto è un pò vago e generico su certi aspetti caratterizzanti dell'invenzione (per questo dicevo che è scritto male, da un punto di vista brevettuale)...
In ogni caso mi sembra di capire che questi sono dettagli implementativi indipendenti dalla reazione in se, e quindi possono essere modificati facilmente. La vera forza è essere riusciti a controllare la reazione, che a quanto pare di per se può produrre calore ad alta temperatura.
P.S. 600K comunque non sono poi tanto pochi se consideri che stiamo parlando di potenza molto inferiori rispetto a quelle di una centrale termoelettrica (non potresti in ogni caso usare lo stesso tipo di turbine)...
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Originariamente inviato da Fraccanario Visualizza il messaggioLa temperatura sarebbe troppo limitata per produrre vapore secco surriscaldato.
Ciao SE-POL.
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Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggioTermalizzare le radiazioni significa trasformare raggi X, gamma, particelle cariche e neutroni in calore.
Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggioCosa che in effetti è coerente con i dati che circolano sulle energie (in eV) dei raggi gamma prodotti
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appunto per questo il nocciolo dei reattori nucleari emette un affascinante bagliore bluastro, l'acqua in cui è immerso termalizza i raggi gamma, in quanto fanno andare lemolecole d'acqua in uno stato energetico superiore, queste poi emettono a loro volta un fotone ad energia più bassa appena sotto la regione dell'ultravioletto. tutte le radiazioni si possono termalizzare, ovvero "rallentare" basta avere qualcosa su cui farle sbattere (altrimenti le tute antiradiazioni non esisterebbero).La carica forte è detta colore, per esprimere un'altra caratteristica fondamentale delle interazioni forti: i quark non si manifestano mai isolati, più si cerca di staccarli più il campo di forze si oppone fino a crearne di nuovi...
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Originariamente inviato da BesselKn Visualizza il messaggioTermalizzare particelle significa portare la loro energia cinetica a valori dell'ordine di quella ambientale, cioè kB*T; non significa trasformare le particelle in calore. Termalizzare i gamma non l'ho mai sentito dire!
Originariamente inviato da BesselKn Visualizza il messaggioPer definizione di raggi gamma, essi hanno un'energia del singolo fotone ? 100 keV. Com'è possibile che si parli di gamma dell'ordine dell'eV?
L'ordine di grandezza a cui mi riferivo è proprio quello dei gamma a bassa energia, cioè proprio dalle parti dei 100keV.
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Nichel, verifiche sperimentali apparato Focardi-Rossi...
Ho visitato il forum dopo un lungo periodo, scoprendo la lunga discussione sull'apparato F-R e sull'uso del Nichel (o suo idruro); ho visto che nella prima fase prevalevano le discussioni di utenti "intenti" a, o che si sono proposti di verificare il comportamento del Ni "caricato con idrogeno". Quando ho iniziato a curiosare sul tema LENR ho utilizzato immediatamente il Ni (relativamente a buon mercato e notoriamente ottimo assorbitore di idrogeno). Ho lavorato sempre per via elettrolitica, ma imparato, con tanto lavoro a realizzare elettrodi (piastrine con dimensioni 36*10*3mm), partendo da metallo in grano di max 50micron, attraverso compressione fino a 30000kPa. Ho pre-arricchito di idrogeno l' l'elettrodo, aggiungendo degli idruri in polvere (metalli alcalini e titanio). Dopo una velocissima "sinterizzazione" a 450°C la piastrina ha una discreta tenacità e può essere usata come catodo in soluzione elettrolitica per diverse ore!
Se non ricordo male, fra le tanti discussioni, si è parlato di uso di metallo in grani (micro, nano...), oppure in lamina, rod ecc. (per la succesiva carica di idrogeno)
Se qualcuno degli utenti fosse interessato a testare una piastrina di Ni in grani "idrurata" che a suo tempo ho preparato, mi contatti senza problemi.
cordialità
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Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioHo pre-arricchito di idrogeno l' l'elettrodo, aggiungendo degli idruri in polvere (metalli alcalini e titanio). Dopo una velocissima "sinterizzazione" a 450°C la piastrina ha una discreta tenacità e può essere usata come catodo in soluzione elettrolitica per diverse ore!
Quando ho letto il tuo post in effetti mi sono venuti in mente i misteriosi "additivi" che usa Rossi: provando ad immaginare di quali sostanze possa trattarsi, ho pensato proprio agli idruri (ma ovviamente è solo un'ipotesi, non ho nessun elemento che lo confermi).
Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioSe non ricordo male, fra le tanti discussioni, si è parlato di uso di metallo in grani (micro, nano...), oppure in lamina, rod ecc. (per la succesiva carica di idrogeno)
Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioSe qualcuno degli utenti fosse interessato a testare una piastrina di Ni in grani "idrurata" che a suo tempo ho preparato, mi contatti senza problemi.
Saluti
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per "Vettore" - Nichel e idruri
In effetti pensavo proprio ad una prova in ambiente gassoso. Io ho lavorato su cella elettrolitica ma era mia intenzione proseguire la sperimentazione con H2-gas. Non ho avuto tempo di allestire l'esperimento (anche perchè vorrei concludere alcune prove già avviate, con campi magnetici "sovrimposti" alla cella, con l'obbiettivo di favorire il caricamento di H nel metallo). Il tempo a disposizione è sempre limitatissimo ed è per questo che ho pensato ad una possibile collaborazione per percorrere la strada della sperimentazione in ambiente gassoso. Non ho in laboratorio elettrodi preparati con nichel puro, dovrei farli. Tieni conto che se realizzati con la tecnica che ho finora utilizzato, alla fine risulteranno piastrine di 10*36mm, con spessore di circa 3mm.
Nell'altra sezione, (quella teorica) l'utente "Camillo" parla di idruro di sodio nell'apparato Focardi-Rossi (ho chiesto anch'io alcuni chiarimenti allo stesso "Camillo" per avere una idea del significato della presenza di NaH).
Personalmente ho preparato il mio lavoro sperimentale partendo dall'idea che i metalli di transione (in particolare Ni e Ti) giocassero più il ruolo di fornitori di neutroni a bassisima energia (vedi teoria di Widom Larsen), e i leggeri come Li, B, Al, K fossero i soggetti di trasmutazioni... [questo è più un discorso da altra sezione!]
Se sei interessato ad un confronto più puntuale per la parte "test sperimentali", contattami pure via mail (penso che il regolamento del forum lo permetta - se non è così mi scuso per l'errore).
A presto
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Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioNon ho avuto tempo di allestire l'esperimento (anche perchè vorrei concludere alcune prove già avviate, con campi magnetici "sovrimposti" alla cella, con l'obbiettivo di favorire il caricamento di H nel metallo).
Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioTieni conto che se realizzati con la tecnica che ho finora utilizzato, alla fine risulteranno piastrine di 10*36mm, con spessore di circa 3mm.
Le prime prove in ogni caso le farò con polvere di ferro o rame.
Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioPersonalmente ho preparato il mio lavoro sperimentale partendo dall'idea che i metalli di transione (in particolare Ni e Ti) giocassero più il ruolo di fornitori di neutroni a bassisima energia (vedi teoria di Widom Larsen), e i leggeri come Li, B, Al, K fossero i soggetti di trasmutazioni...
Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioSe sei interessato ad un confronto più puntuale per la parte "test sperimentali", contattami pure via mail (penso che il regolamento del forum lo permetta - se non è così mi scuso per l'errore).
A presto
Saluti!
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[QUOTE=Vettore;119104405]Tieni presente che i campi magnetici (se ci limitiamo alle teorie classiche) hanno poca influenza sia sugli elettroni sia sulla dinamica degli atomi, nel senso che non possono ne modificare la configurazione elettronica (se non per quanto riguarda gli spin), ne fornire energia cinetica agli atomi. Le interazioni sono più limitate che con i campi elettrici... Certo, vengono influenzate alcune proprietà del plasma e dei domini di magnetici del metallo (il Ni tra l'altro è ferromagnetico), ma se questo ha influenze o meno sulle reazioni LENR non è noto (non ho mai letto niente del genere in letteratura).
Parlando di campi magnetici mi riferivo unicamente all'effetto sugli ioni dell'elettrolita... non ad altri, ipotetici, fenomeni. Concordo sul fatto che la letteratura LENR , non ne parla, se non forse sporadicamente.
Cercherò comunque di terminare il lavoro che ho previsto su cella elettrolitica (se non altro per capire se il miglioramento della strumentazione di misura dei flussi di energia, modificherà sensibilmente o meno i primi dati che ho raccolto).
Buon lavoro e saluti
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Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggioParlando di campi magnetici mi riferivo unicamente all'effetto sugli ioni dell'elettrolita... non ad altri, ipotetici, fenomeni.
Ciao
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Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggioIl problema dei campi magnetici è che producono un lavoro perpendicolare allo spostamento degli ioni
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Originariamente inviato da BesselKn Visualizza il messaggioDal momento che la forza di Lorentz è sempre ortogonale alla velocità (F = q*vxB) il lavoro compiuto sulla particella è nullo
Volevo dire che la forza è perpendicolare allo spostamento, il lavoro quindi è nullo e per questo non c'è variazione di energia cinetica...
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Sul discorso dei campi magnetici in "ambiente elettrolitico", si può vedere es. "Patent N°; US 6,716,331 B2"
La "ferraglia" per fare una prova di questo tipo l'ho già preparata tempo fa, appena ho tempo farò una verifica, nel frattempo comincio a ragionare un po' su di un sistema che lavori in ambiente gassoso. Sto pensando inoltre di fare analizzare un elettrodo di Nichel che avevo caricato di idruri vari e poi riscaldato per 1 ora fino a Tmax di 450°C! - Sono curioso di vedere se c'è qualcosa di strano!
Buon proseguimento...
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Ragazzi...
mi intrometto solo per un piccolo e umile consiglio: perchè invece di fare 2.000 esperimenti diversi non provate a seguire le indicazioni fornite nell'ultimo brevetto di Piantelli? Vi riposto il link. Ci sono punti molto interessanti che modificano un po l'approccio al lavoro. Non sembra così fondamentale il caricamento del nichel coll'idrogeno pittosto che altri parametri quali la degassazione iniziale del nichel...
A voi sperimentatori i pareri e le prove: (WO/2010/058288) METHOD FOR PRODUCING ENERGY AND APPARATUS THEREFOR
RoyEssere realisti e fare l'impossibile
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appoggio pienamente, e poi il brevetto è una sorta di algoritmo, dà una ricetta di massima... come si dice spesso in quel documento (che non è un brevetto in quanto le sole idee non sono soggette a brevetto, piùttosto è un attestato di paternità di alcune idee). cerchiamo di trovare la giusta combinazione di tutti gli elementi, magari mettendo insieme menti e risorse. purtroppo anche l'idea più brillante, se non supportata dal volgare denaro, è destinata ad essere un sogno.
ne approfitto per chiedere se qualcuno sa se esistono dei calcoli, teorie con dimostrazioni o roba simile sulle reazioni di fusione fredda.
Forza con le idee!!La carica forte è detta colore, per esprimere un'altra caratteristica fondamentale delle interazioni forti: i quark non si manifestano mai isolati, più si cerca di staccarli più il campo di forze si oppone fino a crearne di nuovi...
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Rispondo in serie a più messaggi.
Originariamente inviato da piolosSul discorso dei campi magnetici in "ambiente elettrolitico", si può vedere es. "Patent N°; US 6,716,331 B2"
Originariamente inviato da eroykaRagazzi... mi intrometto solo per un piccolo e umile consiglio: perchè invece di fare 2.000 esperimenti diversi non provate a seguire le indicazioni fornite nell'ultimo brevetto di Piantelli?
Non solo, visto che per molti aspetti il fenomeno non è ancora del tutto compreso e controllato, non mi sembra una brutta idea affrontarlo con molti esperimenti di diverso tipo. In fondo ci sono decine di articoli che descrivono risultati positivi (tutti senza dettagli operativi o quasi): ottenere un'ennesima conferma è utile, ma cercare di capire di più è molto più importante! E ti dirò di più: perfino se organizzassimo un'esperimento fatto bene, collaborando tutti, ed ottenessimo risultati positivi, questi risultati non avrebbero lo stesso valore di n esiti positivi ottenuti da m esperimenti meno raffinati ma indipendenti.
Saluti
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