Ciao Filippo, c'è vita sul pianeta Marte! Scherzo, ma è che da quando ho postato sopra di Te, nessuno ha mai scritto niente....
Allora tornando a quello che chiedevi, io ho studiato approfonditamente tutte le metodologie costruttive [tutta la letteratura in lingua inglese in proposito], che, naturalmente, hanno tutte pro e contro.
Tra l'altro, per fortuna, ci sono stati "volontari" che, sui siti in lingua inglese, si sono messi a fare controlli di efficienza in condizioni standard-controllate, ovvero stesse dimensioni e materiali del cassone esterno e degli isolanti, stessa esposizione [pannelli l'uno accanto all'altro, per cui in identiche condizioni atmosferiche e stessa ora del giorno], stesse ventole.
A quel punto, è bastato misurare temperatura e quantità del flusso dell'aria in uscita [non solo la temperatura, perché se l'assorbitore all'interno fa fare molta resistenza all'aria, uscirà meno aria, anche se probabilmente più calda; a noi interessa invece la quantità di calore immessa nell'abitazione, che è frutto di entrambe le variabili, quantità d'aria e sua temperatura], per avere un corretto confronto dei rendimenti.
Debbo dire che alla fine sono arrivati a quello che anch'io stavo ipotizzando [ma saperlo per verifica è tutt'altra cosa] , ovvero massima semplicità... è veramente anche il pannello più semplice da costruire.
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[suspance]
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signore e signori the winner is..... zanzariera metallica [possibilmente in allumino] nera!
Ovvero, un cassone in cui sono disposti diversi strati obliqui di zanzariera metallica nera, ognuno montato sulla sua brava intelaiatura; la zanzariera assorbe l'energia termica/luminosa [è più nera del nero, perché parte dei fotoni non assorbiti o riflessi passano nei vuoti e sono "captati" dagli strati sottostanti], l'aria è costretta a passare attraverso la rete [grande superficie di scambio termica], che produce una resistenza più che accettabile, ovvero non ostacola molto il passaggio dell'aria stessa [uno dei contendenti era la lana di acciaio inossidabile resa nera con i fumi di canfora, ottimo assorbimento, ma il passaggio dell'aria attraverso è eccessivamente rallentato].
Più nello specifico, due layer [strati] di zanzariera nera con fondo del cassone pure nero, oppure, con un rendimento ancora leggermente migliore [ma di poco] tre strati di zanzariera nera e fondo riflettente - l'isolante con superficie in alluminio che si mette dietro ai termosifoni, in pratica.
Con il fondo isolante-riflettente concentri tutti i fotoni direttamente sull'assorbitore [la zanzariera], in modo da aumentare al massimo la temperatura di quest'ultima, che poi cederà velocemente il calore immagazzinato all'aria che passa attraverso.
Per gli isolanti del cassone puoi scegliere quello che vuoi, io preferisco i pannelli di sughero usati in bioedilizia, perché siamo sicuri di non avere emissioni nocive nell'aria [che poi uno dei problemi degli assorbitori fatti con lattine è che queste vanno annerite con vernice e collegate tra loro con silicone, due sostanze le cui emissioni proprio bene non fanno...].
Poi naturalmente devi scegliere se vuoi usare un sistema a ricircolo [prendi l'aria dall'abitazione, la riscaldi e la reimmetti nell'abitazione stessa] - con massimo rendimento in termini di riscaldamento e nullo vantaggio di areazione - oppure il sistema a presa d'aria esterna, che diminuisce la quantità di calore assorbita, ma ha un sacco di vantaggi sulla salubrità dell'ambiente [ossigeno, umidità, diminuzione della concentrazione di radon ed altri inquinanti legati a mobili e vernici e simili].
Nel caso Tu scelga il ricircolo, il pannello trasparente anteriore migliore è in metacrilato [il noto plexiglass commerciale] alveolare, per trasparenza [migliore di quella del vetro], leggerezza e inattaccabilità agli ultravioletti [li fa passare completamente, per cui anch'essi si trasformano in energia termica]; la sua resistenza agli urti è 12 volte quella del vetro, per cui, per un pannello verticale è più che sufficiente, a meno di avere squadre di bambini patiti del pallone nelle vicinanze...
Leggermente inferiore come rendimenti [un 5% in meno], ma sempre ottimo, il policarbonato alveolare, assicurandosi che sia protetto contro gli ultravioletti [altrimenti ingiallisce e si fessura nel tempo], leggermente meno trasparente, ferma gli ultravioletti che quindi non contribuiscono all'assorbimento energetico coplessivo; ha il vantaggio di essere resistentissimo, anche alle pallonate più forti!
Nel caso Tu scelga la presa dell'aria dall'esterno, i materiali sono gli stessi; una soluzione che ha mostrato un eccellente rendimento, ma che non è fattibile da noi bricoleur, è che l'aria esterna venga presa attraverso la lastra trasparente stessa, praticando su di essa un numero elevatissimo di minuscoli forellini: in questo modo si impedisce al calore, nel modo migliore, di disperdersi verso l'esterno, perché il calore assorbito dalla lastra trasparente viene usato immediatamente per preriscaldare l'aria stessa prima del contatto con la superficie assorbente.
Ovviamente se ci provassimo noi a bucherellare la lastra, questa si disintegrerebbe, quindi la cosa non è fattibile e non rimane altro che diminuire la dispersione di calore verso l'esterno con il metacrilato alveolare o il policarbonato alveolare.... o quasi.
Dico quasi, perché mi è frullata un'idea nella zucca, che proverò a realizzare nel prossimo mese, ossia usare due lastre di metacrilato o policarbonato normali [non alveolari, con uno spessore di 3-5 mm], obbligando l'aria in ingresso a passare tra la prima e la seconda, prima di raggiungere l'assorbitore.
In questo modo il flusso di aria in ingresso raffredderebbe le due lastre, passando nella loro intercapedine, portando tutto il calore raccolto verso l'interno; s'intende che il sistema non l'ho mai trovato utilizzato prima, per cui è tutto da sperimentare...
Infine, last but not least [anzi!], il dimensionamento della ventola, ovvero quanti metri cubi/ora di aria riesce ad aspirare.
Io sto costruendo tre moduli, ognuno da due metri quadri [due metri di altezza per uno di larghezza], interconnessi tra loro; mi sto orientando su una ventola da circa 500 metricubi/ora.
Infatti, uno dei problemi riscontrati più di frequente è che la temperatura nei moduli si alzi troppo [90 c° e più], questo rende massima la dispersione di calore verso l'esterno ed implica invece che troppo poco calore stia arrivando in casa, da evitare assolutamente, con una portata d'aria che sia proporzionata alla superficie assorbente dei moduli.
Dimenticavo, naturalmente attenzione alla rumorosità della ventola, che deve essere la più bassa possibile ed attenzione nell'uso di condotti fonoassorbenti per il passaggio dell'aria fino alla casa; in effetti gran parte del rumore non è prodotto dalle ventole, ma dal passaggio dell'aria attraverso i tubi, l'uso di tubi fonoassorbenti è ideale, sia perché riduce in maniera fortissima il rumore e sia perché l'isolante acustico funge anche da isolante termico, riducendo le perdite di calore "per strada".
Spero di essere stato di una qualche utilità e di non averti annoiato troppo...
Allora tornando a quello che chiedevi, io ho studiato approfonditamente tutte le metodologie costruttive [tutta la letteratura in lingua inglese in proposito], che, naturalmente, hanno tutte pro e contro.
Tra l'altro, per fortuna, ci sono stati "volontari" che, sui siti in lingua inglese, si sono messi a fare controlli di efficienza in condizioni standard-controllate, ovvero stesse dimensioni e materiali del cassone esterno e degli isolanti, stessa esposizione [pannelli l'uno accanto all'altro, per cui in identiche condizioni atmosferiche e stessa ora del giorno], stesse ventole.
A quel punto, è bastato misurare temperatura e quantità del flusso dell'aria in uscita [non solo la temperatura, perché se l'assorbitore all'interno fa fare molta resistenza all'aria, uscirà meno aria, anche se probabilmente più calda; a noi interessa invece la quantità di calore immessa nell'abitazione, che è frutto di entrambe le variabili, quantità d'aria e sua temperatura], per avere un corretto confronto dei rendimenti.
Debbo dire che alla fine sono arrivati a quello che anch'io stavo ipotizzando [ma saperlo per verifica è tutt'altra cosa] , ovvero massima semplicità... è veramente anche il pannello più semplice da costruire.
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signore e signori the winner is..... zanzariera metallica [possibilmente in allumino] nera!
Ovvero, un cassone in cui sono disposti diversi strati obliqui di zanzariera metallica nera, ognuno montato sulla sua brava intelaiatura; la zanzariera assorbe l'energia termica/luminosa [è più nera del nero, perché parte dei fotoni non assorbiti o riflessi passano nei vuoti e sono "captati" dagli strati sottostanti], l'aria è costretta a passare attraverso la rete [grande superficie di scambio termica], che produce una resistenza più che accettabile, ovvero non ostacola molto il passaggio dell'aria stessa [uno dei contendenti era la lana di acciaio inossidabile resa nera con i fumi di canfora, ottimo assorbimento, ma il passaggio dell'aria attraverso è eccessivamente rallentato].
Più nello specifico, due layer [strati] di zanzariera nera con fondo del cassone pure nero, oppure, con un rendimento ancora leggermente migliore [ma di poco] tre strati di zanzariera nera e fondo riflettente - l'isolante con superficie in alluminio che si mette dietro ai termosifoni, in pratica.
Con il fondo isolante-riflettente concentri tutti i fotoni direttamente sull'assorbitore [la zanzariera], in modo da aumentare al massimo la temperatura di quest'ultima, che poi cederà velocemente il calore immagazzinato all'aria che passa attraverso.
Per gli isolanti del cassone puoi scegliere quello che vuoi, io preferisco i pannelli di sughero usati in bioedilizia, perché siamo sicuri di non avere emissioni nocive nell'aria [che poi uno dei problemi degli assorbitori fatti con lattine è che queste vanno annerite con vernice e collegate tra loro con silicone, due sostanze le cui emissioni proprio bene non fanno...].
Poi naturalmente devi scegliere se vuoi usare un sistema a ricircolo [prendi l'aria dall'abitazione, la riscaldi e la reimmetti nell'abitazione stessa] - con massimo rendimento in termini di riscaldamento e nullo vantaggio di areazione - oppure il sistema a presa d'aria esterna, che diminuisce la quantità di calore assorbita, ma ha un sacco di vantaggi sulla salubrità dell'ambiente [ossigeno, umidità, diminuzione della concentrazione di radon ed altri inquinanti legati a mobili e vernici e simili].
Nel caso Tu scelga il ricircolo, il pannello trasparente anteriore migliore è in metacrilato [il noto plexiglass commerciale] alveolare, per trasparenza [migliore di quella del vetro], leggerezza e inattaccabilità agli ultravioletti [li fa passare completamente, per cui anch'essi si trasformano in energia termica]; la sua resistenza agli urti è 12 volte quella del vetro, per cui, per un pannello verticale è più che sufficiente, a meno di avere squadre di bambini patiti del pallone nelle vicinanze...
Leggermente inferiore come rendimenti [un 5% in meno], ma sempre ottimo, il policarbonato alveolare, assicurandosi che sia protetto contro gli ultravioletti [altrimenti ingiallisce e si fessura nel tempo], leggermente meno trasparente, ferma gli ultravioletti che quindi non contribuiscono all'assorbimento energetico coplessivo; ha il vantaggio di essere resistentissimo, anche alle pallonate più forti!
Nel caso Tu scelga la presa dell'aria dall'esterno, i materiali sono gli stessi; una soluzione che ha mostrato un eccellente rendimento, ma che non è fattibile da noi bricoleur, è che l'aria esterna venga presa attraverso la lastra trasparente stessa, praticando su di essa un numero elevatissimo di minuscoli forellini: in questo modo si impedisce al calore, nel modo migliore, di disperdersi verso l'esterno, perché il calore assorbito dalla lastra trasparente viene usato immediatamente per preriscaldare l'aria stessa prima del contatto con la superficie assorbente.
Ovviamente se ci provassimo noi a bucherellare la lastra, questa si disintegrerebbe, quindi la cosa non è fattibile e non rimane altro che diminuire la dispersione di calore verso l'esterno con il metacrilato alveolare o il policarbonato alveolare.... o quasi.
Dico quasi, perché mi è frullata un'idea nella zucca, che proverò a realizzare nel prossimo mese, ossia usare due lastre di metacrilato o policarbonato normali [non alveolari, con uno spessore di 3-5 mm], obbligando l'aria in ingresso a passare tra la prima e la seconda, prima di raggiungere l'assorbitore.
In questo modo il flusso di aria in ingresso raffredderebbe le due lastre, passando nella loro intercapedine, portando tutto il calore raccolto verso l'interno; s'intende che il sistema non l'ho mai trovato utilizzato prima, per cui è tutto da sperimentare...
Infine, last but not least [anzi!], il dimensionamento della ventola, ovvero quanti metri cubi/ora di aria riesce ad aspirare.
Io sto costruendo tre moduli, ognuno da due metri quadri [due metri di altezza per uno di larghezza], interconnessi tra loro; mi sto orientando su una ventola da circa 500 metricubi/ora.
Infatti, uno dei problemi riscontrati più di frequente è che la temperatura nei moduli si alzi troppo [90 c° e più], questo rende massima la dispersione di calore verso l'esterno ed implica invece che troppo poco calore stia arrivando in casa, da evitare assolutamente, con una portata d'aria che sia proporzionata alla superficie assorbente dei moduli.
Dimenticavo, naturalmente attenzione alla rumorosità della ventola, che deve essere la più bassa possibile ed attenzione nell'uso di condotti fonoassorbenti per il passaggio dell'aria fino alla casa; in effetti gran parte del rumore non è prodotto dalle ventole, ma dal passaggio dell'aria attraverso i tubi, l'uso di tubi fonoassorbenti è ideale, sia perché riduce in maniera fortissima il rumore e sia perché l'isolante acustico funge anche da isolante termico, riducendo le perdite di calore "per strada".
Spero di essere stato di una qualche utilità e di non averti annoiato troppo...
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