2 Continuazione sui modelli
I libri sono scritti soprattutto come diari, raccontano esperienze che a volte appaiono fantasiose. Ho dovuto leggere molte volte per ricavarne un insegnamento. Per quello che ho potuto verificare è tutto vero e nasconde un insegnamento profondo. ( Ho conosciuto a Torino un inglese che aveva frequentato Castaneda per un certo tempo e aveva assistito a una grande quantità di stranezze.)
Tratto dal libro “Il potere del silenzio” Carlos Castaneda ed. Rizzoli
A - L'universo è un infinito agglomerato di campi di energia, che somigliano a fili di luminosità.
B - Questi campi di energia, chiamati emanazioni dell'Aquila, s'irradiano da una fonte di proporzioni inimmaginabili, chiamata metaforicamente l'Aquila.
C - Gli esseri umani sono composti anche loro di un incalcolabile numero degli stessi filiformi campi di energia. Queste emanazioni dell'Aquila formano un agglomerato che si manifesta come un globo di luce con braccia laterali, grande quanto una persona, simile a un gigantesco uovo luminoso.
D - Solo una parte piccolissima dei campi di energia all'interno di questo globo luminoso sono illuminati da un punto di intenso splendore situato sulla superficie dell'uovo.
E - La percezione si realizza quando i campi di energia del piccolo gruppo situato intorno al punto d'intenso splendore estendono la propria luce per illuminare identici campi di energia all'esterno dell'uovo. Poiché gli unici campi di energia percettibili sono quelli illuminati dal punto di intenso
splendore, quel punto viene chiamato "il punto dove si mette insieme la percezione" o, semplicemente, "il punto di unione."
F - "Il punto di unione" si può spostare dalla sua posizione abituale sulla superficie del globo luminoso in un'altra, all'interno o all'esterno. Poiché la luminosità del punto d'unione può far risplendere qualsiasi campo di energia con cui venga a contatto, ogni volta che si sposta in una nuova posizione
illumina immediatamente nuovi campi di energia, rendendoli percettibili. Questa percezione si chiama "vedere."
G - Quando il “punto di unione” si sposta, rende possibile la percezione di un mondo del tutto diverso, altrettanto obiettivo e reale di quello che percepiamo di solito. Gli sciamani vanno in quell'altro mondo per attingervi energia, potere, soluzioni a problemi generali e particolari, o per trovarsi di fronte all'inimmaginabile.
H -"L'intento" è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire. Noi non acquistiamo consapevolezza perché percepiamo, bensì riusciamo a percepire in conseguenza dell'intrusione e del peso dell'intento.
I - Gli sciamani tendono a raggiungere lo stato di consapevolezza totale per sperimentare tutte le possibilità di percezione che ha l'uomo. Questo stato di consapevolezza implica perfino una morte alternativa.
Gli uomini hanno imparato a spostare il loro rispettivi “punti di unione” in sincronia, in modo da percepire la stessa cosa.
E’ interessante osservare, come il modello derivante dalla cultura Tolteca dell’America latina, sia simile a quello descritto dagli sciamani dell’Africa. (Vedi “Dell’acqua e dello Spirito” ed. Punto d’incontro). Si tratta di due culture che non avevano contatti culturali prima della scoperta dell’America.
Il nostro modello dell’universo "Modello Matrix universo-computer "
In ogni epoca per poter spiegare concetti complessi, si è usufruito di parabole adeguate al contesto storico. La parabola quindi non è la verità, ma si colloca a metà strada tra colui che trasmette l’informazione e l’individuo che la riceve.
Possiamo immaginare che un ipotetico maestro che si accingesse a spiegare una verità, potrebbe oggi raccontarla così:
“L’universo è come un uomo posto davanti ad un grande schermo gestito da un gigantesco computer con in mano un mouse. Al centro dello schermo c’è una scena tridimensionale che lui sta vivendo, attorno, più piccole, ci sono tante piccole scene che rappresentano le possibilità dove andare nell’istante successivo. Selezionando una di queste la scena passa al centro, e si presentano nel contorno altre possibilità”.
Vivere significa fluire passando da un fotogramma all’altro. Nel nostro modello è il mouse che ci permette di scegliere il fotogramma successivo.
E’ chiaro che la scelta è un atto fondamentale.
Questa scelta è il risultato dei nostri desideri o è il risultato di un’azione più complessa?
Immaginiamo che la scelta sia fatta da un mouse particolare che ha al suo interno dei motorini che lo fanno muovere senza che occorra la mano dell'uomo, questi automatismi sono gestiti da un computer interno e tendono a creare una scelta automatica.
Supponiamo ora che l'operatore abbia anche lui la possibilità di agire ponendo la sua mano sul mouse.
Ricapitolando, esistono due modalità per muovere il mouse:
a.pilota manuale;
b.pilota automatico.
In pratica c’è una mescolanza tra i due metodi di guidare il mouse.
Nella nostra civiltà attuale ci sono persone che sono totalmente perse nell’automatismo, vivono le giornate ripetendo sempre le stesse cose. Essi entrano quindi nelle scene determinate dalle loro abitudini e non dalla loro volontà; è come se il mouse andasse da solo, senza la mano sopra. Questo è il motivo per cui queste persone spesso ritengono che la loro vita sia predeterminata.
Esiste però un’altra categoria di esseri, che, sforzo dopo sforzo, riescono a riprendere il comando manuale del mouse ed escludono completamente l’automatismo del mouse. Castaneda ritiene che il guerriero impeccabile debba imparare a sostenere il mondo con la sua volontà. (Nel libro, “Il secondo anello di potere” si afferma che: “Mentre l’uomo comune percepisce il mondo attraverso i suoi sensi coordinati dalla ragione, lo sciamano impara a reggere il mondo con la volontà.”).
4) Modello Castanediano-Tolteco o dei filamenti di luce.
Carlos Castaneda(1925- 1998) antropologo ha compiuto numerosi soggiorni nel Messico centrale, entrando in contatto con indios depositari delle antiche tradizioni esoteriche (scuola Tolteca). Ha pubblicato: A scuola dallo stregone (1968), Una realtà separata (1971), Viaggio a Ixland (1972); poi presso Rizzoli: L'isola del Tonal (1975), Il secondo anello del potere (1978), Il dono dell'Aquila (1983), Il fuoco dal profondo (1985), Il potere del silenzio (1988), L'arte di sognare (1993)…I libri sono scritti soprattutto come diari, raccontano esperienze che a volte appaiono fantasiose. Ho dovuto leggere molte volte per ricavarne un insegnamento. Per quello che ho potuto verificare è tutto vero e nasconde un insegnamento profondo. ( Ho conosciuto a Torino un inglese che aveva frequentato Castaneda per un certo tempo e aveva assistito a una grande quantità di stranezze.)
Tratto dal libro “Il potere del silenzio” Carlos Castaneda ed. Rizzoli
A - L'universo è un infinito agglomerato di campi di energia, che somigliano a fili di luminosità.
B - Questi campi di energia, chiamati emanazioni dell'Aquila, s'irradiano da una fonte di proporzioni inimmaginabili, chiamata metaforicamente l'Aquila.
C - Gli esseri umani sono composti anche loro di un incalcolabile numero degli stessi filiformi campi di energia. Queste emanazioni dell'Aquila formano un agglomerato che si manifesta come un globo di luce con braccia laterali, grande quanto una persona, simile a un gigantesco uovo luminoso.
D - Solo una parte piccolissima dei campi di energia all'interno di questo globo luminoso sono illuminati da un punto di intenso splendore situato sulla superficie dell'uovo.
E - La percezione si realizza quando i campi di energia del piccolo gruppo situato intorno al punto d'intenso splendore estendono la propria luce per illuminare identici campi di energia all'esterno dell'uovo. Poiché gli unici campi di energia percettibili sono quelli illuminati dal punto di intenso
splendore, quel punto viene chiamato "il punto dove si mette insieme la percezione" o, semplicemente, "il punto di unione."
F - "Il punto di unione" si può spostare dalla sua posizione abituale sulla superficie del globo luminoso in un'altra, all'interno o all'esterno. Poiché la luminosità del punto d'unione può far risplendere qualsiasi campo di energia con cui venga a contatto, ogni volta che si sposta in una nuova posizione
illumina immediatamente nuovi campi di energia, rendendoli percettibili. Questa percezione si chiama "vedere."
G - Quando il “punto di unione” si sposta, rende possibile la percezione di un mondo del tutto diverso, altrettanto obiettivo e reale di quello che percepiamo di solito. Gli sciamani vanno in quell'altro mondo per attingervi energia, potere, soluzioni a problemi generali e particolari, o per trovarsi di fronte all'inimmaginabile.
H -"L'intento" è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire. Noi non acquistiamo consapevolezza perché percepiamo, bensì riusciamo a percepire in conseguenza dell'intrusione e del peso dell'intento.
I - Gli sciamani tendono a raggiungere lo stato di consapevolezza totale per sperimentare tutte le possibilità di percezione che ha l'uomo. Questo stato di consapevolezza implica perfino una morte alternativa.
Gli uomini hanno imparato a spostare il loro rispettivi “punti di unione” in sincronia, in modo da percepire la stessa cosa.
E’ interessante osservare, come il modello derivante dalla cultura Tolteca dell’America latina, sia simile a quello descritto dagli sciamani dell’Africa. (Vedi “Dell’acqua e dello Spirito” ed. Punto d’incontro). Si tratta di due culture che non avevano contatti culturali prima della scoperta dell’America.
Il nostro modello dell’universo "Modello Matrix universo-computer "
In ogni epoca per poter spiegare concetti complessi, si è usufruito di parabole adeguate al contesto storico. La parabola quindi non è la verità, ma si colloca a metà strada tra colui che trasmette l’informazione e l’individuo che la riceve.
Possiamo immaginare che un ipotetico maestro che si accingesse a spiegare una verità, potrebbe oggi raccontarla così:
“L’universo è come un uomo posto davanti ad un grande schermo gestito da un gigantesco computer con in mano un mouse. Al centro dello schermo c’è una scena tridimensionale che lui sta vivendo, attorno, più piccole, ci sono tante piccole scene che rappresentano le possibilità dove andare nell’istante successivo. Selezionando una di queste la scena passa al centro, e si presentano nel contorno altre possibilità”.
Vivere significa fluire passando da un fotogramma all’altro. Nel nostro modello è il mouse che ci permette di scegliere il fotogramma successivo.
E’ chiaro che la scelta è un atto fondamentale.
Questa scelta è il risultato dei nostri desideri o è il risultato di un’azione più complessa?
Immaginiamo che la scelta sia fatta da un mouse particolare che ha al suo interno dei motorini che lo fanno muovere senza che occorra la mano dell'uomo, questi automatismi sono gestiti da un computer interno e tendono a creare una scelta automatica.
Supponiamo ora che l'operatore abbia anche lui la possibilità di agire ponendo la sua mano sul mouse.
Ricapitolando, esistono due modalità per muovere il mouse:
a.pilota manuale;
b.pilota automatico.
In pratica c’è una mescolanza tra i due metodi di guidare il mouse.
Nella nostra civiltà attuale ci sono persone che sono totalmente perse nell’automatismo, vivono le giornate ripetendo sempre le stesse cose. Essi entrano quindi nelle scene determinate dalle loro abitudini e non dalla loro volontà; è come se il mouse andasse da solo, senza la mano sopra. Questo è il motivo per cui queste persone spesso ritengono che la loro vita sia predeterminata.
Esiste però un’altra categoria di esseri, che, sforzo dopo sforzo, riescono a riprendere il comando manuale del mouse ed escludono completamente l’automatismo del mouse. Castaneda ritiene che il guerriero impeccabile debba imparare a sostenere il mondo con la sua volontà. (Nel libro, “Il secondo anello di potere” si afferma che: “Mentre l’uomo comune percepisce il mondo attraverso i suoi sensi coordinati dalla ragione, lo sciamano impara a reggere il mondo con la volontà.”).
Commenta