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Esiste l'energia MENTALE?

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  • #61
    2 Continuazione sui modelli

    4) Modello Castanediano-Tolteco o dei filamenti di luce.
    Carlos Castaneda(1925- 1998) antropologo ha compiuto numerosi soggiorni nel Messico centrale, entrando in contatto con indios depositari delle antiche tradizioni esoteriche (scuola Tolteca). Ha pubblicato: A scuola dallo stregone (1968), Una realtà separata (1971), Viaggio a Ixland (1972); poi presso Rizzoli: L'isola del Tonal (1975), Il secondo anello del potere (1978), Il dono dell'Aquila (1983), Il fuoco dal profondo (1985), Il potere del silenzio (1988), L'arte di sognare (1993)…
    I libri sono scritti soprattutto come diari, raccontano esperienze che a volte appaiono fantasiose. Ho dovuto leggere molte volte per ricavarne un insegnamento. Per quello che ho potuto verificare è tutto vero e nasconde un insegnamento profondo. ( Ho conosciuto a Torino un inglese che aveva frequentato Castaneda per un certo tempo e aveva assistito a una grande quantità di stranezze.)

    Tratto dal libro “Il potere del silenzio” Carlos Castaneda ed. Rizzoli

    A - L'universo è un infinito agglomerato di campi di energia, che somigliano a fili di luminosità.

    B - Questi campi di energia, chiamati emanazioni dell'Aquila, s'irradiano da una fonte di proporzioni inimmaginabili, chiamata metaforicamente l'Aquila.

    C - Gli esseri umani sono composti anche loro di un incalcolabile numero degli stessi filiformi campi di energia. Queste emanazioni dell'Aquila formano un agglomerato che si manifesta come un globo di luce con braccia laterali, grande quanto una persona, simile a un gigantesco uovo luminoso.

    D - Solo una parte piccolissima dei campi di energia all'interno di questo globo luminoso sono illuminati da un punto di intenso splendore situato sulla superficie dell'uovo.

    E - La percezione si realizza quando i campi di energia del piccolo gruppo situato intorno al punto d'intenso splendore estendono la propria luce per illuminare identici campi di energia all'esterno dell'uovo. Poiché gli unici campi di energia percettibili sono quelli illuminati dal punto di intenso
    splendore, quel punto viene chiamato "il punto dove si mette insieme la percezione" o, semplicemente, "il punto di unione."

    F - "Il punto di unione" si può spostare dalla sua posizione abituale sulla superficie del globo luminoso in un'altra, all'interno o all'esterno. Poiché la luminosità del punto d'unione può far risplendere qualsiasi campo di energia con cui venga a contatto, ogni volta che si sposta in una nuova posizione
    illumina immediatamente nuovi campi di energia, rendendoli percettibili. Questa percezione si chiama "vedere."

    G - Quando il “punto di unione” si sposta, rende possibile la percezione di un mondo del tutto diverso, altrettanto obiettivo e reale di quello che percepiamo di solito. Gli sciamani vanno in quell'altro mondo per attingervi energia, potere, soluzioni a problemi generali e particolari, o per trovarsi di fronte all'inimmaginabile.

    H -"L'intento" è la forza diffusa che ci mette in grado di percepire. Noi non acquistiamo consapevolezza perché percepiamo, bensì riusciamo a percepire in conseguenza dell'intrusione e del peso dell'intento.
    I - Gli sciamani tendono a raggiungere lo stato di consapevolezza totale per sperimentare tutte le possibilità di percezione che ha l'uomo. Questo stato di consapevolezza implica perfino una morte alternativa.


    Gli uomini hanno imparato a spostare il loro rispettivi “punti di unione” in sincronia, in modo da percepire la stessa cosa.

    E’ interessante osservare, come il modello derivante dalla cultura Tolteca dell’America latina, sia simile a quello descritto dagli sciamani dell’Africa. (Vedi “Dell’acqua e dello Spirito” ed. Punto d’incontro). Si tratta di due culture che non avevano contatti culturali prima della scoperta dell’America.

    Il nostro modello dell’universo "Modello Matrix universo-computer "

    In ogni epoca per poter spiegare concetti complessi, si è usufruito di parabole adeguate al contesto storico. La parabola quindi non è la verità, ma si colloca a metà strada tra colui che trasmette l’informazione e l’individuo che la riceve.
    Possiamo immaginare che un ipotetico maestro che si accingesse a spiegare una verità, potrebbe oggi raccontarla così:
    “L’universo è come un uomo posto davanti ad un grande schermo gestito da un gigantesco computer con in mano un mouse. Al centro dello schermo c’è una scena tridimensionale che lui sta vivendo, attorno, più piccole, ci sono tante piccole scene che rappresentano le possibilità dove andare nell’istante successivo. Selezionando una di queste la scena passa al centro, e si presentano nel contorno altre possibilità”.

    Vivere significa fluire passando da un fotogramma all’altro. Nel nostro modello è il mouse che ci permette di scegliere il fotogramma successivo.
    E’ chiaro che la scelta è un atto fondamentale.
    Questa scelta è il risultato dei nostri desideri o è il risultato di un’azione più complessa?
    Immaginiamo che la scelta sia fatta da un mouse particolare che ha al suo interno dei motorini che lo fanno muovere senza che occorra la mano dell'uomo, questi automatismi sono gestiti da un computer interno e tendono a creare una scelta automatica.
    Supponiamo ora che l'operatore abbia anche lui la possibilità di agire ponendo la sua mano sul mouse.
    Ricapitolando, esistono due modalità per muovere il mouse:
    a.pilota manuale;
    b.pilota automatico.

    In pratica c’è una mescolanza tra i due metodi di guidare il mouse.
    Nella nostra civiltà attuale ci sono persone che sono totalmente perse nell’automatismo, vivono le giornate ripetendo sempre le stesse cose. Essi entrano quindi nelle scene determinate dalle loro abitudini e non dalla loro volontà; è come se il mouse andasse da solo, senza la mano sopra. Questo è il motivo per cui queste persone spesso ritengono che la loro vita sia predeterminata.
    Esiste però un’altra categoria di esseri, che, sforzo dopo sforzo, riescono a riprendere il comando manuale del mouse ed escludono completamente l’automatismo del mouse. Castaneda ritiene che il guerriero impeccabile debba imparare a sostenere il mondo con la sua volontà. (Nel libro, “Il secondo anello di potere” si afferma che: “Mentre l’uomo comune percepisce il mondo attraverso i suoi sensi coordinati dalla ragione, lo sciamano impara a reggere il mondo con la volontà.”).

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    • #62
      5 Modello Matrix continuazione

      Automatismo del mouse.
      Spesso costruiamo le nostre azioni in base a ragionamenti e necessità ben precise; in altre occasioni invece, la realtà che viviamo in ogni momento sembra non dipendente dalle nostre scelte, come se il mouse selezionasse scene fuori del nostro controllo. Questo fatto dipende da molti fattori.
      Fin da piccoli veniamo abituati a classificare, a percepire in un certo modo, a fare certi ragionamenti, a rispettare certe regole. Da grandi, noi ci comportiamo in modo da presentare agli altri un’immagine di noi stessi che tende a standardizzarsi attorno a certe tipologie umane. Un esempio classico è il modo di vestire dei ragazzi che seguono la moda: pantaloni semi usurati, vita bassa etc.
      Come ulteriore esempio riportiamo un passo tratto da “il Viaggio ad Ixtland” di Carlos Castaneda:

      Tuo padre conosce tutto di te” disse. Perciò si è immaginato tutto di te. Sa quel che sei e ciò che fai e non c’è potere sulla terra che possa fargli cambiare la sua opinione su di te”. Don Juan disse che tutti quelli che mi conoscevano avevano un’idea su di me e che io continuavo ad alimentare tale idea con tutto ciò che facevo. “Non capisci?”; chiese in tono drammatico. “Tu devi rinnovare la tua storia personale raccontando ai genitori, ai parenti e agli amici tutto ciò che fai. D’altra parte, se tu non avessi storia personale non ci sarebbe bisogno di spiegazioni; nessuno sarebbe in collera o deluso dai tuoi atti. E soprattutto nessuno ti inchioderebbe con i suo pensieri”.
      Anche la memoria genetica (DNA) che stabilisce la forma il corpo fisico nel quale l’entità si identifica condiziona le scene che il mouse seleziona. Ad esempio un uomo di bassa statura potrebbe auto convincersi che le donne troppo alte non fanno per lui; una donna brutta potrebbe auto limitarsi nell’approccio con gli uomini.
      Altra componente che interviene come programmazione interna al mouse è costituita dalle regole sociali: mode dell'epoca in cui viviamo, galateo, leggi, costituzione, regole religiose, ecc.
      Per esempio consideriamo un fotogramma in cui un uomo è fermo in una piazza piena di gente, da lì può saltare in altri fotogrammi, ma difficilmente sceglierà il fotogramma in cui si toglie pantaloni e mutande, ma questa possibilità di per se esiste. Ciò è dovuto al condizionamento etico impostogli fin da piccolo.
      Tutti questi fattori sono rielaborati in una sorta d'intelligenza interna al mouse, che li valuta e decide in automatico la direzione del mouse e in definitiva le scene future; gli sciamani definiscono questa modalità di passare da una scena all’altra, ritenuta quasi automatica, percepire il mondo con la ragione (primo anello di potere.)
      La stragrande maggioranza della popolazione percepisce il mondo con la ragione.
      L’altro metodo di percepire il mondo, è quello di togliere l’automatismo controllando il mouse con la nostra "mano". Questo metodo è chiamato dagli sciamani percepire e controllare il mondo con la volontà (secondo anello di potere.) Parleremo di questa seconda modalità nei prossimi capitoli.

      Analisi dello schermo inerente al modello Matrix

      Riprendendo l’analisi del modello Matrix; vorrei ricordare che le immagini sullo schermo televisivo sono costituite da punti luminosi detti pixel, se lo schermo televisivo è a colori, i suoi pixel sono formati da tre colori diversi. La combinazione dei tre dà il colore voluto.
      Possiamo approfittare di questo fatto per proporre un paragone tra ogni singolo colore del pixel con tre aspetti dell'entità uomo:
      a.Aspetto Fisico;
      b.Aspetto Emozionale;
      c.Aspetto Mentale;

      Nell’esoterismo questi tre aspetti corrispondono a tre diversi "corpi" che nel loro insieme formano l’essere umano. Nell'esempio delle palline colorate corrispondo a tre tipi di occhiali indossati all’osservatore che muove il mouse. Così come l'insieme dei tre colori del pixel danno il colore risultante, analogamente l'insieme delle tre percezioni dei "corpi" fisico, emozionale, mentale danno il risultato della percezione.
      La funzione dei tre corpi può essere colta dal lettore facendo vedere cosa accade quando togliamo ad uno ad uno i tre corpi.
      Alla morte vengono a mancare gli occhiali del corpo fisico. L’operatore che sta osservando lo schermo potrà percepire solo con l’aspetto emozionale e mentale. Questo introduce un’indeterminazione della scena che sta osservando. Prendendo a prestito il linguaggio della matematica potremmo dire che in un’equazione a tre incognite una delle tre viene lasciata libera e crea di conseguenza un numero infinito di soluzioni, tutte possibili! Scendendo nel pratico, se prendiamo ad esempio persone morte (senza gli occhiali del corpo fisico) che guardano un bicchiere, potranno dire di aver visto: il primo una caraffa, il secondo una bottiglia, il terzo un bicchiere... Dipende dal loro stato emotivo mentale di ciascuno. Ovviamente se avessero ancora il corpo fisico, percepirebbero ancora il bicchiere al massimo con sfumature diverse.

      RIORDINIAMO LE IDEE
      Tutto l'esistente può essere così descritto:

      Esistono moltissime "coscienze individualizzate" che si evolvono attraverso una specie di sogno; (Definiamo con la lettera S il Grande Spirito possiamo immaginare che esso generi una serie infinita S1, S2, S3… di "coscienze individualizzate". Queste derivazioni sono paragonabili a un'immagine speculare del Grande Spirito S)

      il sogno è paragonabile alla realtà virtuale generata da un gigantesco "computer"; esso genera delle "scene" che appaiono reali a tutti gli effetti e servono a plasmare le "coscienze";

      ogni esperienza vissuta dalle "coscienze individualizzate" produce un cambiamento al loro interno è come se si apprendesse a suonare una nuova nota o un nuovo brano, questo viene detto acquisizione di un nuovo livello di coscienza o semplicemente "SENTIRE" (parola definita così dal cerchio 77);

      lo scopo finale è quello di creare delle coscienze indipendenti ed autonome, queste attraverso il loro libero arbitrio, analizzano il "computer" ne vedono nuove sfaccettature e creano nuove interpretazioni, insomma si sviluppa l'autocoscienza e la creatività.

      Il Punto d'unione "o scena dell'attimo presente"
      In ogni istante della vita noi abbiamo una percezione e viviamo una realtà. Ebbene ciò che percepiamo dipende da ciò su cui siamo focalizzati.
      Pensiamo ad un giradischi, ebbene la musica che sentiamo dipende da dove si trova la puntina di lettura. Questa posizione equivale a quello che viene detto "punto d'unione" della percezione; esso corrisponde al fotogramma vissuto nell'attimo presente. Nell'uomo comune il "punto d'unione" è la risultante del susseguirsi degli avvenimenti logici e dalle convenzioni sociali. Per seguire l'esempio del giradischi diremo che la posizione della puntina è la risultante della spirale data dai giri percorsi. Ebbene la novità sta nel fatto che è possibile spostare la puntina improvvisamente in una nuova posizione, saltando la sequenzialità logica.
      Quando ciò avviene la prima reazione è lo stupore. In realtà è come se fossimo entrati nel computer e avessimo usato il linguaggio originale per riprogrammare la realtà percepita. Attenzione però che questo modo di operare non è per niente facile.
      Mettiamola così: per spostare la puntina occorrono due condizioni:
      1)minore è l'aderenza della puntina al disco più facile sarà il suo spostamento
      2)maggiore è la forza applicata al braccio che supportala puntina più facile e grande sarà lo spostamento.
      Ci sono persone che sono morbide, facilmente influenzabili, con queste è più facile far avvenire il fenomeno. L'aspirante "mago" si esercita ad rendere leggerissimo il punto d'unione, praticando il distacco e la rottura delle abitudini e delle convenzioni sociali, (Castaneda parla dell'arte del "non fare").
      La forza per spostare il braccio è una sorta di intensa e ferrea volontà, che unita ad un alto livello di energia personale permette di ottenere risultati sbalorditivi. Ecco che certi individui sono degli ipnotizzatori potenti, hanno un "magnetismo personale" fortissimo.(Castaneda chiama questa forza "intento")
      Vediamo ora di spiegare il fenomeno della carta da gioco che "sparisce" descritto all'inizio. Il mio amico è senza alcun dubbio dotato di grande magnetismo personale, potrei raccontare decine di episodi sul suo conto che confermano questa asserzione.
      Egli inoltre induce un ammorbidimento del punto d'unione dei presenti con giochi di prestigio iniziali, tanto che il fenomeno è collocato in genere come particolare gioco di prestigio.
      Il problema poteva sorgere quando io ho cambiato le condizioni del gioco, rendendo il tutto assolutamente scientifico (sono certo al 100% di ciò che ho fatto). A questo punto il fenomeno non poteva più essere scambiato per gioco di prestigio e in teoria doveva essere impossibile che la carta sparisse, in quanto il mio punto d'unione era ben saldo, la mia cultura da Fisico era ben radicata.
      Qui penso ci siano stati due fattori favorevoli: il primo è il fatto che le persone da me invitate ad assistere al fenomeno hanno rifiutato. Ricordo che eravamo presenti solo io mia moglie e il "mago"; quindi i punti d'unione da spostare erano solo due. Il secondo fattore era che i punti d'unione sia mio che di mia moglie erano "ammorbiditi"; infatti in precedenza avevamo assistito a così tanti fenomeni strani di telepatia o altro, da destabilizzare sicuramente i nostri punti d'unione.
      Forse esiste poi un terzo fattore "lo SPIRITO". Parlerò più tardi di ciò, ma anticipo qui che esiste un "lato attivo dell'infinito" in grado di intervenire nelle faccende umane, l'azione dello spirito deve essere in armonia con il libero arbitrio delle persone. (Mi rendo conto che questo punto sa tanto di religione, ma tant'è…)
      Questa spiegazione fa coincidere tutto quello che ho visto sul paranormale! Se andate a rileggere i punti che caratterizzavano il fenomeno da me descritti all'inizio, vedrete che avevo detto che più persone c'erano, più era difficile, più erano scettiche (punto d'unione rigido) più era difficile, per fare i fenomeni il mio amico usava sempre giochetti sbalorditivi e incomprensibili. Ho avuto modo di osservare i così detti "guaritori delle filippine" e ho visto tutti i principi all'opera. In genere c'è una sceneggiata più o meno raggirante per ammorbidire i punti d'unione dei presenti, poi il "guaritore" opera e… a quel punto è difficile capire cosa succede, è suggestione pura o spinta effettiva del guaritore che riesce a muovere il punto d'unione realizzando così il miracolo? Penso che cambia da caso a caso dipendendo sia dal paziente che dal guaritore. Certo che la scienza ufficiale porrà sempre l'attenzione sul raggiro e squalificherà necessariamente il tutto. in tal modo da una parte eviterà lo sperpero di denaro, ma dall'altra impedirà le guarigioni di coloro che ne avrebbero potuto diventare potenziali pazienti.

      Riporto qui un brano tratto dal libro "Il potere del silenzio" di Carlos Castaneda ed. Rizzoli pag. 140
      Secondo me è la più esatta spiegazione dei fenomeni paranormali che io abbia letto in 40 anni di intensa ricerca.
      Castaneda racconta al suo maestro don Juan. " Mi ricordò un avvenimento cui avevo assistito qualche mese prima, a Città del Messico, che avevo trovato incomprensibile fino a quando non me lo aveva spiegato lui, usando il paradigma magico.
      Si trattava di un'operazione chirurgica eseguita da una famosa guaritrice paranormale. Il paziente era un mio amico. La donna per operarlo era entrata in una trance estremamente drammatica.
      Potei vederla aprire con un coltello da cucina la cavità addominale nella regione ombelicale,rimuovere il fegato malato, lavarlo in un secchio colmo di alcol e poi rimetterlo a posto, chiudendo con la semplice pressione delle mani il taglio che non aveva sanguinato.
      Parecchie persone assistevano all'operazione nella stanza semibuia. Alcuni sembravano osservatori interessati, come me. Altri sembravano aiutanti della guaritrice.
      Dopo l'operazione parlai brevemente con tre degli osservatori. Tutti e tre mi confermarono di aver visto quello che avevo visto io. Quando parlai al mio amico, il paziente, egli mi riferì che per lui l'operazione era equivalsa a un dolore sordo e continuo allo stomaco e a un senso di bruciore sul lato destro.
      Avevo raccontato tutto questo a don Juan, azzardando perfino una spiegazione cinica. Gli avevo detto che la semioscurità dell'ambiente, secondo me, era ideale per ogni genere di gioco di prestigio, come ad esempio la vista di interiora e organi estratti dalla cavità addominale e lavati nell'alcol. Lo shock emotivo provocato dalla drammatica trance della guaritrice — sulla cui autenticità nutrivo altri dubbi — aveva aiutato a creare un'atmosfera di fede quasi religiosa.
      Don Juan mi fece subito notare che la mia era una opinione cinica e non una spiegazione cinica, in quanto non spiegava il fatto che il mio amico era guarito davvero. Don Juan mi spiegò che tutto s'incentrava sulla capacità che la guaritrice aveva di spostare il punto d'unione di tutti i presenti. L'unico stratagemma — se stratagemma si poteva chiamare — era che il numero dei presenti nella stanza non doveva essere più alto di quanto lei riuscisse a controllare.
      La trance e la teatralità dei gesti erano per lui o accorgimenti ben calcolati dalla guaritrice per catturare l'attenzione di tutti i presenti, o manovre inconsce dettate dallo stesso spirito. In ogni caso, erano i mezzi più acconci con cui la guaritrice poteva mettere insieme l'unità di pensiero necessaria a rimuovere il dubbio dalla mente dei presenti, forzandoli a entrare in stato di consapevolezza intensa.(La consapevolezza intensa è un particolare stato alterato della coscienza in cui il punto d'unione si sposta saltando la sequenzialità logica)
      Quando aveva inciso il corpo con un coltellaccio da cucina estraendo gli organi interni, non si
      era trattato d'un gioco di prestigio, aveva insistito don Juan. Si era trattato di un fatto reale che
      oltrepassava il mondo del giudizio quotidiano, in quanto era accaduto in stato di consapevolezza
      intensa.
      Avevo chiesto a don Juan come avesse potuto la guaritrice spostare il punto d'unione di quelle persone senza toccarle. La risposta era stata che il potere della guaritrice, dono o stupenda conquista che fosse, stava nel servire da condotto dello Spirito. Era stato lo Spirito, aveva detto, e non la guaritrice, a spostare quei punti d'unione.
      «Ti spiegai allora, benché tu non capissi nemmeno una parola,» proseguì don Juan «che l'arte e il potere della guaritrice stavano nell'allontanare ogni dubbio dalla mente dei presenti. Facendo questo, lei mise lo spirito in grado di spostare i loro punti d'unione. Una volta avvenuto ciò, tutto era possibile. Si era ormai entrati nel mondo in cui i miracoli sono ordinaria amministrazione.»
      Disse con grande enfasi che la guaritrice doveva certo essere anche una maga, e che se avessi fatto lo sforzo di ricordare l'operazione, avrei anche ricordato che lei era stata spietata con la gente nella stanza, specie con il paziente.
      Gli ripetei quello che rammentavo di quell'episodio. Il livello e il tono della voce della guaritrice, piana e femminile, quando lei era in trance diventava, con sensazionale trasformazione, una profonda e roca voce maschile. Quella voce annunciava che lo Spirito di un antico guerriero precolombiano aveva preso possesso del corpo della guaritrice. Una volta fatto l'annuncio, il comportamento della guaritrice cambiò moltissimo. Era posseduta. Era ovviamente molto sicura di sé e procedeva all'operazione con assoluta fermezza e determinazione.
      «Io preferisco la parola "spietatezza" a "fermezza" e "determinazione"» osservò don Juan, e proseguì. «Quella guaritrice doveva essere spietata per creare l'ambiente adatto per l'intervento dello Spirito.»
      Egli affermava che avvenimenti difficili da spiegare, come quell'operazione, erano in realtà molto semplici. Venivano resi difficili dalla nostra insistenza a pensare in modo razionale senza conoscere la vera natura dell'essere umano."
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      • #63
        Dove è finito il CICAP?

        Nessuno ha voglia di aggiudicarsi la sommetta?
        Driiin....
        Chi mi sta telefonando?
        Ah.. sei del CICAP, si?
        Dite che sono troppo piccolo? Bee.. non ho mica la RAI a disposizione.

        Dite che sto scherzando? No confermo la sfida.

        Come...?
        Dite che i soldi sono troppo pochi?
        Guardate che al cambio attuale 10000 Eu valgono di più dei vostri 10000 dollari offerti inizialmente!

        Basta che mandiate il vostro miglior PRESTIGIATORE, lo dite voi che è una questione di giochi di prestigio!

        ....Non ne avete di così bravi? Ma dai... c'è sempre Randy no...!!!!
        Come... NON si muove per così pochi soldi, cavolo come è venale! Con tutta la pubblicità che gli avete fatto dovrebbe esservi riconoscente.

        Si ma venire dall'America è troppo.
        Facciamo così: vi dà il metodo per fare il trucco e voi lo fate fare ad un prestigiatore locale.

        Cosa dite...? Dovrebbe fare un sopraluogo? No non se ne parla il sig. Claudio NON era mai stato a casa mia prima di quella volta. Stesse condizioni prego.

        Come.. dite che forse mi è sfuggito qualcosa... Comodo mi date del cretino incompetente perchè non siete capaci di trovare il modo di dimostrare la fattibilità del trucco.

        Ah.. capisco dite che io sono in buona fede ma che mi è sfuggito qualcosa, vorreste vederlo voi, certo è il solito ritornello.
        IO ti giudico dimostrami che hai ragione. (e state seduti comodi in poltrona)

        No signori questa è una dimostrazione per assurdo.
        Dato che i soldi li metto io sono io che devo guadagnare un'informazione, io garantisco che opererò nello stesso modo.
        Se qualcuno riuscirà a convincermi del trucco cambierò idea.
        Ma fino ad allora per me l'universo è molto più "strano" di come lo immaginiamo.
        L'unica spiegazione che ha un minimo di credibilità è che:

        Sì! L'universo è mentale.
        E' l'atto di percepire che lo rende reale.

        Come detto da tutti i grandi fin dalla notte dei tempi.
        In attesa..
        Ultima modifica di Camillo; 21-05-2011, 20:22.
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        • #64
          Scrivo per farti presente che ce chi legge, ma sinceramente, per ora, non riesco a fare nessun commento ...e che diavolo, mo anche il coltellaccio da cucina...mi serve tempo devo ancora metabolizzare ciò che hai scritto.
          Ciao
          __________________________________________________ ___________________________________________
          Stirling

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          • #65
            Ciao Camillo.
            Stò seguendo con interesse il tuo racconto...mi piacerebbe che illustrassi meglio la figura di Cabianca, dato che lo hai potuto conoscere.
            Ahh... se hai anche il resto dell'articolo di Gente, magari anche altri articoli del tempo....eee poi...che fine ha fatto la vicenda (dal punto di vista mediatico)?
            Ti posso chiedere perchè hai voluto descrivere qui queste tue esperienze?

            Ciao eee grazie!

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            • #66
              X Contraband

              Parlare di Cabianca è complesso, ha molte sfacettature. Dal punto di vista della capacità medianiche, il giornalista Renzo Allegri paragonava Cabianca a Roll.
              Roll però coltivava la conoscenza, era filosofico e amava anche la conoscenza logica.
              Cabianca invece era istintivo, non è che non fosse filosofico. Se per esempio lo prendevo alla notte tra mezzanotte e le due, si andava a camminare insieme, mi diceva delle cose che trovavo su libri esoterici profondi. Tuttavia erano come qualcosa che veniva da fuori, come una semitrans. Il giorno dopo non sembravano essere presenti in lui.
              Era, anzi è ancora, anche se l'età ha fatto il suo lavoro, un ottimo guritore. Quando per molte serate si andava a fare le pranoterapie non voleva soldi, l'ho visto curare e guarire un gran numero di persone forse migliaia.
              Il medico del gruppo, diceva che bastava che ti desse una boccetta d'acqua, un'aspirina convinto che avrebbe funzionato e questa ti guariva.

              Dal punto di vista mediatico la facenda venne chiusa da noi volutamente, infatti nel giro di un mese si riversarono una quantità enorme di persone a casa una processione incredibile.
              Cabianca era impreparato ed indifeso, dovette scappare e rifugiarsi in un posto nascosto, per non fare l'esaurimento nervoso.
              Da allora creammo un forte barriera di protezione. I giornalisti venivano filtrati (anche da me).

              Perchè ho voluto scrivere queste cose qui.
              1) E' la pura verita' è mette in crisi tutta la fisica.
              2) ogni epoca ha il suo modo di portare avanti certi discorsi, io credo che questo sia una possibilità per alcuni di allargare la propria visione.
              3) è in arrivo un profondo cambiamento del mondo ( la FF che ci sarà è solo la parte più fisica del cambiamento), la nuova direzione sarà anche questa presa di coscienza.
              4) il mio karma condiziona il mio essere a muoversi nel tentativo di far crescere nella "conoscenza"
              ciao
              Ultima modifica di Camillo; 26-05-2011, 20:38.
              Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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              http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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              • #67
                contraband , e molto complicato, capire chi e per quale motivo si nasconde, la verità su questi argomenti :

                YouTube - ‪castaneda --parassiti dimensionali-- los voladorres.flv‬‏

                questa è la storia di carlos castaneda :

                YouTube - ‪Carlos Castaneda 1/8‬‏

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                • #68
                  Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                  E` come se si scaricasse una pila, che richiede poi tempo per ricaricarsi. Se qualcuno e` in grado di consigliarmi come ovviare, gli sarei molto grato. E, ovviamente, se proprio ci tenete a sentire anche le mie "storie", non manchero` di farlo, ma solo se ci tenete.
                  Cordialita`.
                  Ciao bwana, per ringraziarti del piacere che mi hai fatto ti svelo il trucco
                  Il segreto è che non siamo delle pile che si scaricano e si ricaricano, ma siamo piuttosto come dei tubi, che fanno fluire le energie, l'allenamento da fare e quello di tenerli belli liberi e sturarli quando si tappano.

                  Si tappano quando accumuliamo troppi pensieri e preoccupazioni, si tappano quando subiamo delle agressioni esterne o "interne" nel senso che le generiamo noi con pensieri negativie o ciclici.

                  Poi ognuno è dotato di suo di tubi di vario diametro, e quindi incontrerai persone con grandi tubi e quindi che generano grandi flussi di energia, a volte talmente forti da poter cambiare il mondo oggettivo "visione materiale dell'universo mentale" solo esprimendo ad alta voce il prorio pensiero o desiderio.

                  Ma ribaduisco il concetto il trucco stà nel far fluire l'energia e riuscire a localizzare i punti dove si blocca e lavorarci per ripristinare il normale fluire.
                  Ha dimenticavo, l'energia oviamente non è e non deve essere la nostra, ma è quella che viene dalla terra e dal cielo, l'umono è quello che stà in mezzo e che deve unire.
                  Ciao
                  spero che il mio pensiero non illuda nessuno di poter fare cose incredibili
                  "Non date da mangiare ai troll"
                  http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                  • #69
                    Linguaggi di programmazione differenti (per gli esperti in programmazione)
                    Per chi ha conoscenze nel campo della programmazione dei computer, possiamo dire che se guardiamo "l'universo computer" generatore delle scene dette "realtà virtuale" possiamo vedere a 3 livelli differenti di programmazione:

                    1°) il modo fisico materiale, dato da tutto ciò che percepiamo con i nostri sensi, è generato da un sofisticato ed elaborato sistema di programmazione, tipo la programmazione ad oggetti del Visual Basic (è il sistema con cui lavorava il sistema operativo Windows);

                    2°) il modo della psiche dato dalle emozioni e desideri tipici del piano astratto detto "piano astrale", poco noto ai non adepti, è formato da un programma paragonabile all'Assembler, vecchio sistema di programmazione successivo al linguaggio macchina. L'Assembler usa istruzioni molto più semplici del Visual Basic . Quindi occorre molto tempo e centinaia di istruzioni per fare ciò che con il Visual Basic si fa con pochi comandi; in compenso le potenzialità dell'Assembler sono molto più estese;

                    3°) il modo dell'essenzialità o dello spirito, difficile da definire, basti dire che il "TUTTO" si manifesta essenzialmente come una vibrazione creata da opposti. Questo aspetto duale della manifestazione si presta molto bene ad essere paragonato al linguaggio binario del computer. Inizialmente i programmi si facevano scrivendo direttamente una sequenza di zero e uno, tipo 00101001110011 Tale linguaggio si chiama "Linguaggio Macchina", esso corrisponde al vero modo con cui passano le informazioni all'interno del computer. Chi lo sa usare può modificare i programmi dei computer in modo incredibile, può entrare nelle banche dati, insomma, per chi non se ne intende, fa miracoli.

                    Consideriamo ora tre individui.
                    Il primo è un materialista, un Fisico ben radicato nel metodo sperimentale verificabile, questo individuo afferma " Tutto ciò che esiste nell'universo è materia, non esiste lo Spirito e se esiste fatemelo vedere, fatemelo pesare, solo gli sciocchi credono ai miracoli… ma quando chiedete a tali sciocchi la verifica si squagliano come neve al Sole."

                    Il secondo dice: "La materia è solo un punto d'appoggio, è l'equivalente del cellulare usato dallo Spirito per comunicare, la vera realtà sta nel "sentire", nelle emozioni, nella creatività, nell'arte, nel pensiero astratto. Guardate il corpo di un uomo che un istante prima è vivo e un istante dopo è morto, non ha forse gli stessi atomi anche dopo morto. Cos'è cambiato in lui in un istante di morte? Si è staccato lo Spirito. Non c'è più qualcuno che parla ed ascolta al cellulare rappresentato dal corpo fisico …

                    Il terzo individuo è un eremita, egli dice: "In realtà nulla esiste, a ben guardare non c'è una Terra che gira intorno al Sole, non c'è neppure un Sole, si muovono solo delle informazioni fatte da strane vibrazioni, non c'è un corpo, noi siamo in un sogno… solo la consapevolezza è…)


                    Chi ha ragione? Tutti e tre, ognuno si sta riferendo a un linguaggio diverso.

                    Il primo individuo conosce solo Il Visual Basic, il secondo individuo si sta riferendo al livello interiore dell'uomo, il terzo dimostra di aver capito una delle più importanti e difficili verità da capire e cioè: "L'UNIVERSO E' MENTALE".


                    A cosa serve capire che l'universo è mentale?
                    Mi rendo conto, che chi si addentra per la prima volta in questo tipo di discorsi, oltre a essere perplesso si chiederà: ammettiamo che io abbia compreso perfettamente che c'è una coscienza che sta sognando l'universo e cioè che l'universo è mentale, ebbene cosa me ne faccio di questa informazione?
                    Forse che domani non avrò le tasse da pagare, i figli da accudire ecc.?
                    A cosa serve sapere?

                    La risposta è: i limiti che tu stesso ti poni saranno ampliati di molto, man mano che realizzerai entro di te alcuni concetti.
                    Per tentare di dare un aiuto pratico, indicherò nei prossimi capitoli, alcuni atteggiamenti utili alla crescita.
                    Nella evoluzione delle coscienze ogni cosa serve, non c'è esperienza che non apporti qualcosa. Secondo me le cose che mi sono state più utili come lettura sono state in ordine di importanza:
                    I libri di matematica e fisica.
                    Il kybalion (Principi dell'alchimia)
                    I libri di Carlos Castaneda
                    I libri del Cerhio 77
                    Il libro "Ho incontrato gli extraterrestri" ed. Mediterranee. (Per lo sviluppo economico, sociale di una civiltà.)
                    Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
                    Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
                    http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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                    • #70
                      E dire che molti invertono il paragone...

                      Realtà: basso livello.
                      Spiritualità: alto livello di astrazione.

                      Note a margine (di quelle di noi rompi, ma sai com'è): Windows non "lavora" con il visual basic, al massimo è il VB che lavora sotto windows.
                      L'assembler è 1:1 col linguaggio macchina (si dice che è isomorfico), che è il livello zero. Il binario è una rappresentazione di informazioni, ma non aggiunge nulla alla conoscenza del linguaggio macchina.

                      Personalmente credo che noi siamo il tentativo dell'universo di dotarsi di un'autocoscienza. Tentativo, appunto.

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                      • #71
                        autocoscienza ? piuttosto dei virus ...
                        il dito medio di Galileo

                        "che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte"

                        damn the soul of your dead ancestors

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                        • #72
                          Cioa io personalmente alla lista dei libri aggiungerei anche
                          Il Tao della fisica di Fritjof Capra (Adelphi)
                          i libri di D.T. Suzuky sul buddismo zen
                          i libri di Milton Erickson
                          i libri di Richard Bandler e di John Grinder

                          Tanto per capirci su cosa è la mente ed i suoi inganni.

                          Poi ha ragione Endy la struttura del software non è prorio come l'hai scitta tu, vediamo di fare un po d'ordine.

                          1) linguaggio macchina formato da 0 e 1 è il linguaggio del microprocessore formato da livelli di tensione che identificano gli stati dell'elettronica del microprocessore, molto ostico da lavorarci, e quindi è stata fatta una semplificazione con l'assembler che usa codici mnemonici per la programmazione. Comunque il rapporto rimane 1 a 1 un'istruzione assembler corrisponde a un codice numerico nella macchina.
                          Per me questo livello corrisponde alla conoscienza più intima dalla macchina e anche di noi stessi, ciò che si anela, sopprattutto nella filosofie e religioni orientali sintetizzato nel "conosci te stesso."

                          2)Il sistema opertivo come: unix,linux,windows,os,ecc questi hanno il compito di interfazziare l'hardware e il software per far lavorare la macchina, come la tastiere,HD,la stampante il monitor. Il S.O. si incarica di interfacciare tutte la periferiche tramite i drive in modo da poter farli lavorare e rendere operativa una macchina.
                          Qui credo sia il livello delle cose che si soni imparate e che ci permettono di interagire col mondo fisico, ma sono anche i nostri organi di senso, le nostre sensazioni e sentimenti.

                          3) il livello delle applicazioni , come un edotor di testo, software di sviluppo come Delphi, VB, C++, ecc
                          é quello che facciamo come il nostro lavoro, il rapporto con gli altri, la comunicazione, l'imparare seguenze finite per risolvere problemi "algoritmi" ecc.

                          4°) livello, e qui c'è lo metto io, è quel tentativo di coscienza comune che stà prendendo forma da "internet" e dai mezzi veloci di trasferimento di informazione e di condivisione come questo forum, dove tante persone condividono idee,pensieri ma anche sensazioni e sentimenti.
                          Probabilmente è per questa sua ramificazioni e obiquità che in tanti film di fantascienza è dalla rete che nascierà la nuova forma di dio, es.: gost in the shell, matrix, ecc.

                          La domanda è a che livello la mente del "programmatore" può modificare questo mondo?
                          Credo che la risposta sia più semplice del previsto
                          lascio a voli trovarla
                          Ultima modifica di GabriChan; 30-05-2011, 22:21.
                          "Non date da mangiare ai troll"
                          http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                          • #73
                            Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                            Probabilmente è per questa sua ramificazioni e obiquità che in tanti film di fantascienza è dalla rete che nascierà la nuova forma di dio, es.: gost in the shell, matrix, ecc.
                            Per questa frase qualche anno fa avrebbero acceso un bel fuoco.. Per quanto estimatrice della rete ho la vaga sensazione che ci siano molti aspetti oscuri che vanno tenuti presente, uniti alle opportunita' che la rete puo offrirci. La rete puo diventare una specie di droga per le coscienze, che ci fa perdere connessione con la realta' (il vero oppio dei popoli) . Se gia' quella che riusciamo a percepire normalmente, e' solo una piccola parte della realta' , l immersione in una forma virtuale come la rete rischia di allonanarci ancora piu' . La rete puo creare un'ulteriore barriera percettiva che potrebbe rallentare la nostra crescita spirituale.
                            Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                            ..quel tentativo di coscienza comune che stà prendendo forma da "internet" e dai mezzi veloci di trasferimento di informazione e di condivisione come questo forum, dove tante persone condividono idee,pensieri ma anche sensazioni e sentimenti......
                            La domanda è a che livello la mente del "programmatore" può modificare questo mondo?..
                            In effetti sono due gli aspetti della rete : uno negativo che e' l'allonanamento e il distacco dalla realta' , e uno positivo che e' la messa a disposizione di grandi quantita' di informazione e miglioramente della comunicazione. Stiamo finalmente superando l' effetto "torre di Babele" che aveva rallentato la comunicazione e condivisione tra gli esseri umani in passato. La rete non solo facilita la comprensione tra i popoli, ma permette anche l'aggregazione di persone che abbiano lo stesso sentire, creando un effetto massa critica. Quando piu' persone condividono lo stesso desiderio o la stessa visione delle cose, riescono a riunire e condividere e indirizzare la loro energia per la realizzazione della scopo . Quindi il programmatore , anzi l'unione dei programmatori, potrebbero modificare il programma.
                            La rete e' un mezzo potentissimo, che ha modificato radicalmente il nostro modo di essere, ma proprio perche' e' cosi potente va gestita con precauzione .

                            Commenta


                            • #74
                              Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                              1) linguaggio macchina formato da 0 e 1 è il linguaggio del microprocessore formato da livelli di tensione che identificano gli stati dell'elettronica del microprocessore, molto ostico da lavorarci, e quindi è stata fatta una semplificazione con l'assembler che usa codici mnemonici per la programmazione. Comunque il rapporto rimane 1 a 1 un'istruzione assembler corrisponde a un codice numerico nella macchina.
                              Se vogliamo andare più a fondo, esiste un livello ancora più intimo e risiede all'interno del processore, scritto in un linguaggio che conosce solo il 'creatore' del chip e si chiama microcodice. Senza questo software (che sarebbe meglio chiamare firmware) il processore non sarebbe in grado di fare nulla, è per cosi dire la sua 'anima' che elabora le sequenze di combinazioni binarie di segnali elettrici/logici che gli vengono proposte dall'esterno e risponde con la logica inserita dal 'creatore'.

                              Colgo l'occasione per fare i miei complimenti a Camillo che ha avuto il coraggio di iniziare un discorso di questo genere in un forum come questo.

                              Saluti a tutti.

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                              • #75
                                Grazie triac60
                                Hai ragione sul livello più profondo: microcodice.
                                Potevo scegliere quello come livello ultimo ed essenziale.
                                Poi mi viene da ridere pensando a come vengono valutate a posteriori le cose, vedi io ho fatto la tesi in cui ho dovuto scrivere in linguaggio assembler.
                                Il computer era un vecchio PDP8 a transistor dell'università di Padova 8 k di lavoro (ho detto proprio 8 k).
                                Lo schermo ci dava numeri in binario, non ti dico la fatica iniziale, poi ci fai l'abitudine. L'uso dell'assembler mi pareva allora un grande sollievo; ma mi dicono 1:1 sarà ma viverlo è diverso che analizzarlo a freddo a posteriori.

                                Detto questo il paragone per quanto impreciso era chiaro. Non vorrei soffermarmi sul dito quando c'è da guardare la luna.

                                Tu dici che c'è voluto coraggio per fare questi discorsi, in realtà altri potrebbero pensare ad esibizionismo, altri a fantasticherie innoque e altri potrebbero pensare ad un atto d'amore nei confronti dell'umanità.

                                Per quello che ne so io queste cose sono state dette dalla notte dei tempi. Le scuole esoteriche le davano con il contagocce.
                                In realtà la "CONOSCENZA" intesa in senso lato, è spesso sottovalutata.
                                L'uomo d'oggi è uno che cerca l'utile, il vantaggio... se una cosa gli sembra che dia guadagno dedica attenzione.
                                Il paradosso è che questa "CONOSCENZA" alla fine dà "POTERE" anche troppo...! quindi è pericolosa.

                                In cosa consiste il "POTERE", per tornare all'esempio del computer, immaginiamo che tutti stessimo giocando un videogame con punti premio.
                                Arriva uno che non gioca ma entra nel computer e, usando il microcodice, cambia tutto a suo vantaggio. C'erto è un barare, non ha dimostrato abilità nel gioco. Le sue abilità sono state solo quelle di apprendere il microcodice e saper mettere le mani in modo giusto.

                                Per questo gli adepti venivano filtrati attentamente, prima di passare certe informazioni, e/o creare una modificazione nei loro "corpi sottili".


                                Ciao
                                Ultima modifica di Camillo; 31-05-2011, 13:02.
                                Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
                                Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
                                http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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                                • #76
                                  Ciao Camillo.

                                  Originariamente inviato da Camillo Visualizza il messaggio
                                  Detto questo il paragone per quanto impreciso era chiaro. Non vorrei soffermarmi sul dito quando c'è da guardare la luna.
                                  Ma come hai potuto notare, le solite pietre miliari si sono soffermate a guardare il dito, perdendo il senso di tutto il resto.

                                  Originariamente inviato da Camillo Visualizza il messaggio
                                  Il paradosso è che questa "CONOSCENZA" alla fine dà "POTERE" anche troppo...! quindi è pericolosa.
                                  Concordo sulla pericolosità, credo che a un certo momento ti fermerai e lascerai riflettere su quanto detto fino a quel punto, in fondo il desiderio della conoscenza è uno stimolo interiore e non qualcosa che si può inculcare con la forza o con gli esami in imminente scadenza.

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                                  • #77
                                    Originariamente inviato da triac60 Visualizza il messaggio
                                    Ciao Camillo.
                                    Concordo sulla pericolosità, credo che a un certo momento ti fermerai e lascerai riflettere su quanto detto fino a quel punto, in fondo il desiderio della conoscenza è uno stimolo interiore e non qualcosa che si può inculcare con la forza o con gli esami in imminente scadenza.
                                    Certo, ma un grammo di possibilità deve essere dato a tutti ! Naturalmente questa realtà in cui viviamo non è divisa in classi di frequenza. Siamo mescolati tutti assieme su questo piano, con diversi gradi di evoluzione spirituale. Certe frasi per qualcuno possono scorrere via come acqua, mentre per altri possono essere macigni. Cio' nondimeno il grammo di possibilità deve essere disponibile per tutti indistintamente . Non si puo non agire per gli altri, ed aspettare che da loro germogli uno stimolo interiore. D'altro canto non si puo' sforzare uno ad una ricerca interiore se non è pronto. E' tutto un continuo movimento alla ricerca dell'evoluzione, fino a che le cose si incrociano, e arriva il momento giusto nella situazione giusta... qualcuno lo chiama caso.. io no ....

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                                    • #78
                                      La ricerca della conoscenza don Juan

                                      Castaneda:"...Mentre mi preparavo per partire, decisi di chiedere ancora una volta a don Juan chi fossero i quattro nemici dell'uomo di sapere, e lo avvertii che non sarei tornato per qualche tempo, perciò sarebbe stata una buona idea trascrivere quello che aveva da dirmi perché riflettessi mentre ero via."

                                      Dopo una breve esitazione, don juan iniziò a parlare.
                                      «Quando un uomo comincia a imparare, non ha mai obiettivi chiari. Il suo scopo è impreciso, il suo intento vago. Spera di ricevere compensi che non si materializzeranno mai, perché non sa ancora nulla delle difficoltà che bisogna affrontare per imparare.
                                      «Piano piano inizia a imparare, all'inizio un poco alla volta, poi più velocemente. Presto i suoi pensieri cozzano, perché quello che impara è diverso da ciò che si era immaginato, o su cui aveva fantasticato, e così inizia ad aver paura.

                                      Imparare non è mai come uno se lo aspetta.
                                      Ogni fase rappresenta un nuovo compito, e la paura provata dall'uomo comincia ad aumentare senza pietà, inesorabilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.
                                      «Ecco che si imbatte nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura! Un nemico terribile, insidioso e difficile da sconfiggere. Si nasconde dietro ogni angolo, vaga in cerca di una preda e aspetta. Se l'uomo, terrorizzato dalla sua presenza, fugge via, la sua ricerca sarà compromessa per sempre.»
                                      «Che cosa succede all'uomo che fugge in preda al panico?»
                                      «Niente, a parte il fatto che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di sapere. Forse sarà un prepotente, o un innocuo vigliacco; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.»
                                      «Che cosa può fare per superare la paura?»


                                      «La risposta è molto semplice: NON deve scappare.
                                      Deve sconfiggere la paura andare avanti suo malgrado lungo la via verso la conoscenza.
                                      Non deve fermarsi neppure quando è sopraffatto, dal, terrore. E' questa la regola!

                                      Un uomo si avvia verso il sapere come se andasse in guerra, con attenzione, timore, rispetto e assoluta sicurezza.

                                      Andare verso il sapere o andare in guerra in condizioni diverse da questa è un errore.

                                      Verrà il momento in cui il suo nemico batterà in ritirata. A quel punto l'uomo inizia ad avere fiducia in se stesso, il suo intento si rafforza e imparare non gli fa più paura.
                                      «Quando arriva questo momento felice, l'uomo può affermare senza ombra di dubbio di aver sconfitto il suo primo nemico naturale.»
                                      «Succede all'improvviso, don Juan, o un poco alla volta?»
                                      «Un poco alla volta, ma la paura scompare all'improvviso, in un baleno.»
                                      «L'uomo non avrà mai più paura, nemmeno se gli capita qualcosa di nuovo?»
                                      «No. Una volta sconfitta la paura, l'uomo è libero per il resto della vita perché, al suo posto, ha ottenuto la chiarezza, una chiarezza mentale che cancella la paura.


                                      Ormai l'uomo conosce i propri desideri e sa cosa fare per esaudirli. Riesce a prevedere le nuove fasi del suo percorso verso la conoscenza, e una estrema chiarezza circonda tutto. Sembra che nulla possa essergli celato.

                                      E così ha incontrato il suo secondo nemico: la Chiarezza! Quello stato mentale, così difficile da ottenere, dissolve la paura, ma, allo stesso tempo acceca.
                                      «Consente all'uomo di non mettersi mai in discussione, Gli fa credere di poter fare tutto ciò, che,desidera, perché vede le cose con chiarezza. L'uomo è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a niente.
                                      Ma è un errore, manca qualcosa. Se l'uomo cede a questo finto potere, soccomberà al suo secondo nemico e brancolerà sulla via verso la conoscenza.
                                      Si affretterà quando dovrà invece essere paziente, o sarà paziente quando dovrà affrettarsi, e andrà avanti così finché non sarà più in grado di imparare nulla.»
                                      «Che cosa accade a un uomo che viene sconfitto in quel modo, don Juan? Muore?»
                                      «No. Il secondo nemico blocca qualsiasi tentativo che egli possa fare per diventare un uomo di sapere; potrà solo diventare un guerriero vivace, o un pagliaccio. Tuttavia, la chiarezza che ha ottenuto a un prezzo tanto alto non si tramuterà mai più in oscurità e paura. Conserverà quella lucidità per il resto della vita, ma non imparerà, né desidererà, più nulla.»
                                      «Cosa deve fare per non essere sconfitto?»
                                      «Quello che ha fatto con la paura: deve combattere la chiarezza e usarla solo per vedere, deve aspettare pazientemente e ponderare a lungo prima di procedere; soprattutto, deve convincersi che la chiarezza è quasi un errore.

                                      E verrà il momento in cui capirà che essa era solo un abbaglio. In questo modo avrà sconfitto il suo secondo nemico e nulla potrà più nuocergli.
                                      Questo non sarà un errore, né un abbaglio, ma il vero potere.
                                      «In quel momento saprà che il potere che ha inseguito a lungo è finalmente suo. Con lui può fare tutto quello che vuole. Ha il controllo del suo alleato (il potere), per il quale ogni suo desiderio è un ordine, e vede tutto quello che lo circonda.

                                      Ma ecco che l'uomo si è imbattuto nel terzo nemico: il Potere!
                                      «Il potere è il nemico peggiore e la cosa più facile da fare, naturalmente, è cedere. Dopotutto, l'uomo sentirà veramente invincibile. E' lui che comanda; inizia a correre rischi calcolati e finisce col dettare le regole, perché è un capo.
                                      «Un uomo che arriva a questo punto del percorso non si accorge quasi che il suo nemico lo sta mettendo alle strette. E improvvisamente, senza rendersene conto, avrà perso la battaglia. H suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso.»
                                      «Perderà il potere?»
                                      «No, non perderà mai la chiarezza o il potere.»
                                      «Che cos'è che lo rende diverso da un uomo di sapere, allora?»

                                      «Un uomo sconfitto dal potere muore senza sapere come gestirlo ed esso diventa un peso nella sua vita. Un uomo del genere non ha il controllo di sé, e non sa come e quando usare il suo potere.»

                                      «La sconfitta per mano di uno di questi nemici è definitiva?»
                                      «Certo che lo è. Quando uno dei poteri sconfigge l'uomo, non c'è niente che egli possa fare.»
                                      «Non è possibile, ad esempio, che l'uomo sconfitto dal potere possa capire il suo errore e rimediare1?»
                                      «No. Se l'uomo cede, per lui è finita.»
                                      «E se viene temporaneamente accecato dal potere, ma poi lo rifiuta?»
                                      «Significa che la battaglia è ancora aperta, che sta ancora cercando di diventare un uomo di sapere. Un uomo viene sconfitto solo quando rinuncia a lottare e si lascia andare.»
                                      «Però, don Juan, è possibile che un uomo si abbandoni alla paura per anni, ma alla fine riesca a dominarla.»
                                      «No, non è così. Se cede alla paura non la dominerà mai, perché si guarderà bene dall'imparare e non ci proverà mai più. Ma se per anni cerca di imparare malgrado la paura, alla fine riuscirà a dominarla perché non si abbandonerà mai a essa completamente.»
                                      «Come fa un uomo a sconfiggere il terzo nemico, don Juan?»
                                      «Deve sfidarlo di proposito e comprendere che il potere che in apparenza ha conquistato non gli appartiene mai veramente.
                                      Deve mantenere il controllo e gestire con attenzione e lealtà tutto ciò che ha imparato. Se riesce a capire che la chiarezza e il potere, senza autocontrollo, sono errori imperdonabili, raggiungerà un punto in cui avrà il dominio su tutto,. Allora saprà come e quando usare il potere e avrà sconfitto il suo terzo nemico.

                                      «A quel punto l'uomo sarà arrivato alla fine del viaggio verso la conoscenza e, quasi senza preavviso, si imbatterà nell'ultimo dei suoi nemici: la Vecchiaia!
                                      È il nemico più crudele di tutti, l'unico che non potrà mai sconfiggere completamente, ma solo allontanare.
                                      «In questa fase della vita l'uomo non ha più né paure, né un'impaziente lucidità, e il potere è sotto controllo. Egli, però, sente un grande desiderio di riposare, e se si lascia andare completamente alla tentazione di sdraiarsi e dimenticare, se si abbandona alla stanchezza, perderà l'ultima battaglia e il suo nemico lo ridurrà in un debole vecchio. Il desiderio di mettersi da parte annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere e il suo sapere.
                                      «Ma se egli si scuote di dosso la stanchezza e vive il suo destino imo in fondo, allora potrà essere chiamato un uomo di sapere, fosse anche solo per il breve istante in cui riesce a vincere il suo ultimo, invincibile nemico. Quel momento di lucidità, potere e conoscenza è sufficiente.»

                                      da "Gli insegnamenti di don Juan"
                                      Ultima modifica di Camillo; 31-05-2011, 16:57.
                                      Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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                                      • #79
                                        Originariamente inviato da triac60 Visualizza il messaggio
                                        Ciao Camillo.


                                        Ma come hai potuto notare, le solite pietre miliari si sono soffermate a guardare il dito, perdendo il senso di tutto il resto.
                                        Certo, poi ci sono le pietre non miliari che perdono 8 diottrie e si perdono il discorso olismo/riduzionismo e l'uso inverso (legittimo, ma inusuale) che se ne sta facendo in questo thread...
                                        Le metafore non sono solo ornamenti. La forma è sostanza, e viceversa. Strano che ve lo debba dire io.

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                                        • #80
                                          Originariamente inviato da endymion70 Visualizza il messaggio
                                          La forma è sostanza, e viceversa. Strano che ve lo debba dire io.
                                          si va beh, a patto di non perdere di vista le cose veramente importanti per il gusto di puntualizzare . Quando si parla per parabole non e' tanto importante la precisione di quello che si dice ma quanto il concetto . Almeno in questo 3d penso si possa concedere qualche licenza poetica... Non e' fondamentale la precisione scientifica dei termini. Lo sappiamo che c'e' gente molto preparata e forbita, ma non e' necessario ribadire questa preparazione multidisciplinare ad ogni pie' sospinto.

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                                          • #81
                                            Originariamente inviato da littleflower Visualizza il messaggio
                                            si va beh, a patto di non perdere di vista le cose veramente importanti per il gusto di puntualizzare . Quando si parla per parabole non e' tanto importante la precisione di quello che si dice ma quanto il concetto .
                                            Ma se la metafora (non la parabola) è errata, allora può discendere un'interpretazione errata o quantomeno dei dubbi. Comunque non disperare, sono solo approcci filosofici diversi. Per quanto riguarda i tre individui citati, nessuno di essi ha capito qualcosa in più dell'altro, perchè capire implica anche provare quello che si sa. Nessuno dei tre può sostenere di avere una visione migliore nè di aver capito qualcosa di più.

                                            Dire che l'universo è fascio di impressioni è sostanzialmente ricadere nell'empirismo estremo di Hume, con la distruzione letterale di qualunque legge fisica, principio di causalità compreso.

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                                            • #82
                                              Ma se la metafora (non la parabola) è errata
                                              Errare umanum est, ma in questo caso non e' errato sono sinonimi. Dai su ... se ogni parola ci trovi la gabola ....
                                              Parabola - Sinonimo

                                              ach ... si puo' dire 'gabola' ??

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                                              • #83
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                                                Errare umanum est, ma in questo caso non e' errato sono sinonimi. Dai su ... se ogni parola ci trovi la gabola ....
                                                Parabola - Sinonimo
                                                L'amico Endy ha un contratto, deve fare un minimo di interventi giornalieri per mantere lo status . In ogni caso io avevo scelto la parola appositamente. Camillo ama spiegare le cose con immagini e racconti perche' cosi' il messaggio risulta immediato e resta piu impresso, il metodo ha funzionato su testi di una certa rilevanza in passato... Mi sembrava simpatico chiamarle cosi', ma visto che ... La forma è sostanza ... bisogna stare molto attenti .... niente battute... solo ordine e discilplina

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                                                • #84
                                                  Eh si!
                                                  Lo vedo ... ioooo loooo vedooooo .... veeeeedoooooo, e' un nucleare triste, anzi tristissimo, ma che dico, tristerrimo quasi.

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                                                  • #85
                                                    Originariamente inviato da Elektron Visualizza il messaggio
                                                    Errare umanum est, ma in questo caso non e' errato sono sinonimi. Dai su ... se ogni parola ci trovi la gabola ....
                                                    Accetto il sinonimo, ma... tu cosa hai fatto? Del mio intervento hai quotato solo questo.
                                                    Quando è il caso di dire "da che pulpito arriva la predica"...

                                                    L'amico Endy ha un contratto, deve fare un minimo di interventi giornalieri per mantere lo status
                                                    Vedi sopra.

                                                    E' proprio sul CONCETTO che invece ho ribattuto, cosa che (chissà come mai) è rimasta in sordina.

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                                                    • #86
                                                      Originariamente inviato da endymion70 Visualizza il messaggio
                                                      Per quanto riguarda i tre individui citati, nessuno di essi ha capito qualcosa in più dell'altro, perchè capire implica anche provare quello che si sa. Nessuno dei tre può sostenere di avere una visione migliore nè di aver capito qualcosa di più.
                                                      scusa Endy ma sono io che non ho capito di quali tre individui stai parlando. Camillo ha parlato chiaramente di pericoli che rallentano o fermano l'individuo durante il suo percorso di evoluzione spirituale. non si parla di tre individui, ma di quattro stadi diversi affrontati dallo stesso individuo. Mi sfugge qualche cosa di quello che vuoi dire . Quindi visto che ami la precisione.... tu che probabilmente hai una visione migliore è hai capito qualcosa di più ... spiegami a che ti riferisci e qual'e' il tuo concetto.

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                                                      • #87
                                                        I modelli come metodo evolutivo.
                                                        Il corpo umano è uno strumento, paragonabile ad un computer, proprio come il computer che ha due aspetti hardware (parte meccanica materiale) e software (parte costituita da programmi), così nel corpo umano abbiamo una parte biologica percettiva (hardware) data dai cinque sensi, e una parte mentale (software) che elabora cataloga e riconosce le percezioni, creando emozioni e considerazioni.

                                                        Tutti gli uomini hanno pressappoco le stesse possibilità percettive, anche se la gamma di percezione è differenziata e personalizzata. Per esempio, mentre la media delle persone ha l’udito che sente le frequenze da 20 Hz a 20000 Hz, il sottoscritto che ha problemi di udito, non percepisce sopra i 10000 Hz; ne consegue che non c’è un’oggettività assoluta nella percezione.

                                                        Differenze significative vengono introdotte dai sensi stessi, che hanno peculiarità differenti da individuo a individuo.
                                                        Possiamo dire che mentre il mondo fisico rimane costante, l’esperienza che ne abbiamo cambia enormemente in funzione del nostro sistema nervoso.

                                                        I limiti della nostra percezione sono chiaramente riconosciuti dagli scienziati che conducono esperimenti sul mondo fisico e se possono, elaborano macchine che estendono tali limiti.
                                                        Sono stati molti i pensatori che nella storia della cultura hanno sostenuto questo punto: vi è un’irriducibile differenza tra mondo e l’esperienza che di esso abbiamo.

                                                        Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo. Ciascuno di noi crea una rappresentazione del mondo in cui vive; creiamo cioè una mappa o modello, che usiamo per originare il nostro comportamento.


                                                        La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l’esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro.

                                                        Possiamo dire che ci muoviamo nella nostra realtà attraverso i modelli o mappe e che questi modelli vengono continuamente aggiornati in relazione alle nuove esperienze.
                                                        Non vi sono due esseri umani che abbiano le stesse esperienze. Il modello che ci creiamo per dirigerci nel mondo, si fonda in parte sulle nostre esperienze.
                                                        Quindi ciascuno di noi si può creare un diverso modello del mondo e giungere così a vivere una realtà alquanto diversa.



                                                        Parlare dei modelli rappresentativi dell’universo significa definire il campo da gioco.

                                                        Tenteremo ora di definire le regole che, secondo noi, vigono all’interno del campo da gioco, facendo un parallelismo con i principi della fisica.

                                                        Per fare ciò utilizzeremo il principio alchemico della corrispondenza; “Ciò che sta in basso, sta in alto e ciò che sta a destra, sta a sinistra.”


                                                        In fisica ci sono due grandezze fondamentali: la forza e l'energia.


                                                        La forza. Con una definizione accessibile a tutti possiamo definire la forza come la causa ultima che produce un cambiamento nell'universo.

                                                        L'energia. Analogamente possiamo dire che l'energia è il fattore che è in grado di mettere in azione le forze.
                                                        L’energia è paragonabile al denaro di una banca. Il denaro può far in modo che sia costruito un edificio, ma non sarà certamente il denaro a lavorare! Per operare materialmente occorrono operai che lavorino.”

                                                        Gli operai sono paragonabili alla forza.
                                                        Il denaro è paragonabile all’energia.”
                                                        Ultima modifica di Camillo; 02-06-2011, 06:57.
                                                        Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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                                                        • #88
                                                          Originariamente inviato da littleflower Visualizza il messaggio
                                                          scusa Endy ma sono io che non ho capito di quali tre individui stai parlando.
                                                          Vai un po' sopra, non fermarti agli ultimi post. Il fisico, l'artista e l'eremita. Almeno così erano stati individuati.

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                                                          • #89
                                                            La volontà è l'equivalente della forza.

                                                            La forza e la volontà

                                                            Vediamo come possiamo trasferire il concetto di forza all’interno del nostro modello. Tenuto conto che la forza crea un cambiamento nell’universo fisico, possiamo dire che nel modello Matrix il cambiamento corrisponde al passaggio da un fotogramma ad un altro fotogramma.

                                                            Il passaggio da un fotogramma ad un altro è un cambiamento che nel modello Matrix corrisponde alla volontà.
                                                            Gli sciamani danno all'atto che determina lo spostamento del “punto d'unione” (vedi messaggi precedenti) il nome di volontà.


                                                            Dobbiamo chiarire il concetto di volontà.
                                                            Per volontà intendiamo l’insieme degli atti operativi messi in moto per raggiungere un determinato fine o desiderio.

                                                            Lo scopo o il desiderio non vanno confusi con la volontà.
                                                            Il desiderio mette in moto la volontà, ma è solo una parte della volontà. Per esempio supponiamo di voler andare a Roma.
                                                            Il decidere di andare a Roma rappresenta il desiderio, mentre il prendere l'automobile, far carburante, consultare le carte geografiche, scegliere le strade ecc. costituiscono la volontà (corrisponde a scegliere le scene che portano a quel risultato, naturalmente possono esistere più sequenze di fotogrammi che raggiungono lo scopo).

                                                            Questo fatto mette in luce l’aspetto vettoriale della volontà. (Una grandezza fisica si dice vettoriale quando è definita completamente solo se vengono dati la direzione, il verso, l'intensità, il punto di applicazione) Proprio come la forza in fisica è una grandezza vettoriale, così anche nella fisica dello spirito il suo corrispondente, vale a dire la volontà, è un vettore.
                                                            La direzione e il verso sono determinati dal desiderio, dalle emozioni e dalle convinzioni che danno lo scopo.

                                                            Esistono vari livelli d'intensità della volontà.
                                                            a) Volontà senza convinzione;
                                                            b) Volontà ferma;
                                                            c) Volontà forte e persistente (secondo Castaneda “Intento”);
                                                            d) Volontà forte, persistente che è in sintonia con i disegni dell’universo. (Secondo Castaneda “Intento inflessibile”).

                                                            Per chiarire ulteriormente la determinazione quantitativa della volontà, facciamo il seguente esempio.
                                                            Due persone decidono di andare a correre il giorno seguente.
                                                            Una delle due il giorno dopo va anche se piove, mentre l’altra no.
                                                            Chi ha dimostrato più volontà? Chi è andato a correre!

                                                            Gli sciamani asseriscono che la volontà può essere aumentata, usando uno sforzo costante fino a raggiungere un limite massimo chiamato: “Intento inflessibile”).

                                                            Possiamo utilizzare questa nuova visione della volontà per capire come mai certi fenomeni accadano ad alcuni, mentre altri non riescono a riprodurli.
                                                            Consideriamo per esempio tre gruppi di persone alle quali è consigliato di provare a favorire la crescita di alcune piante usando la forza di volontà.

                                                            Il primo gruppo, formato dalla maggioranza, decide che è stupido sprecare tempo e fatica per provare un esperimento che molto probabilmente non funzionerà; spesso a frenare, c’è anche la paura inconscia che l’eventuale insuccesso sminuisca lo sperimentatore. Per tutto ciò, questo gruppo, decide di non fare l’esperimento. (Ricordate la paura è il il primo nemico ovviamente nessuno ammetterà di averlo.)

                                                            Il secondo gruppo fa l’esperimento, ma si limita a desiderare molto intensamente che le piante selezionate crescano e creano un’immagine mentale in cui le piante sono rigogliose ed alte.

                                                            Il terzo gruppo fa la stessa cosa ma aggiunge una forte emozione d’amore per quelle piante, percepisce l’unità tra tutte le cose, parla alle piante con empatia ed amicizia, probabilmente fa tutto ciò in modo inconscio e molto spontaneo.
                                                            Solo il terzo gruppo avrà possibilità di ottenere il fenomeno della crescita delle piante.

                                                            Ritornando al nostro modello Matrix potremo dire che:
                                                            - il primo gruppo non ha neanche preso in considerazione l’esistenza di scene che realizzano il fenomeno;
                                                            - il secondo gruppo ha preso in considerazione le scene con la maggiore crescita ma si è limitato a guardarle intensamente;
                                                            - il terzo gruppo ha preso in considerazione le scene con la maggiore crescita, ha avuto la forza di prendere il comando del mouse spostare il cursore sopra la scena ed è riuscito a cliccarci sopra entrando così in queste scene.

                                                            La morale di questa storia è che, l’avere un grande desiderio che accada qualcosa, è una condizione necessaria ma non sufficiente, al fine della sua realizzazione; in pratica occorre che ci si metta in moto che ci si impegni in modo da vincere tutti gli automatismi che farebbero si che il mouse andasse da un’altra parte.

                                                            Insomma se una persona vuole cambiare lavoro, non devi limitarsi a leggere gli annunci sui giornali o immaginarsi il nuovo lavoro, ma deve spedire lettere, fare colloqui, avere fiducia in se stesso, deve esplorare nuove possibilità, in una parola deve osare.
                                                            Ultima modifica di Camillo; 03-06-2011, 11:12.
                                                            Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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                                                            • #90
                                                              Il potere personale corrisponde all'energia

                                                              Energia equivale a Potere personale

                                                              L’energia corrisponde alla potenzialità di mettere in azione una o più forze.
                                                              Il valore più o meno grande della volontà, dipenderà in definitiva dall’energia posseduta dall’individuo.
                                                              L’energia posseduta dall’individuo viene definita da Castaneda come: POTERE PERSONALE.
                                                              Quante volte c'è capitato di sentirsi scarichi, non si ha voglia di far niente, manca il potere personale.

                                                              Viceversa a volte ci sentiamo carichi e pieni di voglia di fare; abbiamo potere personale.
                                                              Nella valutazione del “potere personale” si coglie solo un aspetto quantitativo, manca l’aspetto direzionale; prendendo in prestito il linguaggio della fisica il potere personale è una quantità scalare. Quindi è fondamentale solo la quantità di energia. Più “potere personale” un individuo ha, più forte potrà essere la sua volontà. In altre parole potrà passare da un fotogramma ad un altro, anche se questo si trova ad una "distanza" maggiore.

                                                              Paragoniamo ora il “potere personale” all’acqua contenuta in un recipiente.
                                                              Un contenitore d’acqua, avrà tanta più acqua quanta più ne versiamo; se ammettiamo però l’esistenza di buchi nel contenitore, si avrà una perdita direttamente proporzionale al numero e alla dimensione dei buchi.
                                                              Analizzando il “potere personale” emerge come esso possa aumentare o diminuire a seconda dell'individuo e della situazione.

                                                              Tutte le scuole esoteriche sono concordi nel ritenere che nell’uomo la situazione più grave si trova nella perdita di energia; in tal caso il corpo umano è come un recipiente pieno di buchi.
                                                              La perdita più grave in assoluto è dovuta al fatto che l’uomo spreca un enorme quantità di energia per mettere in mostra se stesso. Castaneda chiama questo importanza personale, il Cerchio Firenze 77 chiama questo Io, in generale si usa il termine di egoismo.

                                                              Lavorare su questa perdita di potere personale è quindi di fondamentale importanza.
                                                              Ci sono varie modalità per cercare di contenere l’importanza personale. Il libro “Conosci te stesso?” del Cerchio Firenze 77 chiarisce molto bene il concetto; esso prospetta la possibilità di un miglioramento spirituale anche solo attraverso una continua indagine sul proprio modo di agire.
                                                              In tale filosofia si avverte di non cercare di sopprimere l’egocentrismo, poiché esso tenderebbe a trasformarsi in ego spirituale ancora più difficile da smascherare; occorre semplicemente prendere coscienza delle vere motivazioni che ci spingono ad agire in modo egocentrico.

                                                              La linea Castanediana affronta di punta il problema e cerca di demolire l’importanza personale con atti particolari chiamati agguati a se stessi.

                                                              Un altro punto in cui tutti sono d’accordo è la perdita di energia dovuta al sesso; è certo che questa forte emozione tende ad imprigionare una grande quantità della nostra attenzione.
                                                              Il desiderio sessuale inoltre crea grandi desideri ed emozioni che fagocitano le altre nostre aspirazioni. Purtroppo il controllo di questa fondamentale emozione, risulta molto difficile, se il controllo è spinto oltre i livelli di sopportazione dello specifico individuo, crea più problemi di quanti ne risolva!

                                                              Quasi tutte le religioni auspicano il celibato! Ma quanti problemi! Quante deviazioni dovute alla sublimazione! Molte religioni finiscono per occuparsi più dei presunti peccati del sesso che dell'evoluzione spirituale.

                                                              Per primo dunque bisogna cercare di eliminare l’importanza personale per ridurre le perdite.

                                                              Come si fa ad aumentare e ad accumulare potere personale?
                                                              Il “potere personale” contiene in sé moltissime forme energetiche, quali l'energia ereditaria, energia accumulata con il cibo, con il respiro, con i sensi…

                                                              Esiste un campo bio-elettrico che appartiene al corpo umano, esso può ricavare il suo tipo di energia da particolari cibi detti vitali (per i vegetali dipende dal tipo di coltivazione; per gli animali dipende dal loro stato di libertà, ad esempio una trota nata e vissuta in un fiume avrà più energia di una trota da allevamento). Particolari modi di respirare, soprattutto se abbinati a particolari stati emozionali producono energia. Il sesso coinvolge una grande quantità di energia emozionale.

                                                              Più importante di tutto è la ricerca costante dell'aumento dell'attenzione.
                                                              In generale si può dire che più uno è attento più aumenta la sua energia.
                                                              Per attenzione non si intende la meticolosità, ma la capacità di focalizzarsi su ciò che si sta facendo, anche se quello che si fa è imperfetto. La capacità di attenzione può essere imprigionata, cristallizzata, diminuita dalle abitudini, dai ricordi, dalle memorie genetiche, emozionali, mentali e dalle paure. A proposito delle abitudini occorre ricordare che, in ogni processo di crescita, bisogna stare attenti a non fissarsi su atteggiamenti particolari, manie alimentari, atteggiamenti assolutisti. L’importante è muoversi con equilibrio e fluidità.

                                                              Castaneda arriva a dare così tanta importanza all’attenzione da asserire che è l’attenzione che crea il mondo, e la percezione. Ricordiamo che l’universo esiste in quanto percepito, quindi è la percezione che lo rende reale. Siccome l’attenzione aumenta le percezione, è l’attenzione che determina il percepito.
                                                              Importante è notare che l’aumento del "potere personale", non è limitato a pochi concetti o particolari metodi di alimentazioni o respirazione. Esso è piuttosto un processo enorme, che coinvolge l’intero essere in ogni istante della giornata per tutta la vita.
                                                              Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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