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Apparato Focardi-Rossi

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  • unire le forze degli sperimentatori

    cari amici,
    come molti di voi anch'io condivido da anni un profondo interesse per la materia e anche professionalmente ho avuto la possibilità di investire tempo e risorse nello studio dei fenomeni LENR (ripudio il termine "fusione fredda", allineandomi a Krivit di New Energy Times in questa annosa polemica).
    Avendo passato mesi a leggere il leggibile in rete e trovando a livello nazionale il vostro forum in assoluto il migliore in materia, credo sia ora di smetterla di restare un leecher passivo e darmi da fare, scusandomi per non averlo fatto prima.
    Come prima osservazione mi sorprende un poco che ci si sia concentrati in toto sul modello Piantelli/Focardi (e Rossi) quasi ignorando le esperienze con H e Ni di Don Borghi riprese successivamente da Santilli. La vicenda di quest'ultimo, che certo ha un background teorico impressionante, è veramente interessante e merita di essere approfondita perché potrebbe portarci a capire meglio come funziona il tutto. Personalmente sto predisponendo, con le dovute precauzioni, un remake del test Borghi fatto da Santilli (la vecchia tecnica con arco elettrico). In parallelo vorrei anche arrivare a prototipizzare in maniera decente un modello stile Piantelli/Focardi da realizzare in svariati esemplari che metterei volentieri a disposizione degli altri sperimentatori. Mi pare che dopo la partenza un anno fa ci si sia un poco arenati sull'hardware di base ma credo che unendo le forze potremmo recuperare il terreno perduto.
    Per cui, anche dopo aver visto l'apparato di Rossi nudo, chiedo a tutti un impegno per riprogettare un ipotetico sistema di test, da produrre in serie per consentire a tutti di sperimentare.
    Come specifiche di base credo sarebbe bene utilizzare anche noi acciaio 316 e mantenere dimensioni contenute, ma sufficienti a raggiungere massa critica. SGF che fornitore hai usato? Possiamo definire i punti base comuni? Tipo range di temperatura (400-600), Pressione massima (25 bar), volume interno, resistenza coil interna o esterna, vessel per scambiatore ad acqua, sensori interni ed esterni, shielding Boro/piombo, rilevatori neutroni e gamma, etc.
    Facciamo una lista della spesa. Non credo che tutti possano permettersi di disporre di tutte le attrezzature necessarie, ma si potrebbero mettere a fattor comune molte cose, concentrandosi sugli esperimenti.

    Grazie per ora e complimenti a tutti per l'impegno e la passione. Un abbraccio speciale a Camillo.

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    • Originariamente inviato da mellogrand Visualizza il messaggio
      Come prima osservazione mi sorprende un poco che ci si sia concentrati in toto sul modello Piantelli/Focardi (e Rossi) quasi ignorando le esperienze con H e Ni di Don Borghi riprese successivamente da Santilli.
      Non mi risulta che Santilli o Borghi usassero Ni. Sicuramente hanno usato idrogeno. I loro esperimenti sono molto interessanti, e mi piacerebbe ripeterli (non sono molto difficili da realizzare). Soltanto che si parla di neutroni! Che da un lato sono molto sfuggenti e richiedono costose apparecchiature per essere rilevati, dall'altro sono anche molto pericolosi... Non sono prove che possono essere affrontate con leggerezza.
      Gli esperimenti di Focardi/Piantelli/Rossi invece sono relativamente più semplici, meno pericolosi e dal valore scientifico comunque molto grande (se se ne verifica la ripetibilità). Quindi ha un loro senso concentrarsi su di essi.

      In parallelo vorrei anche arrivare a prototipizzare in maniera decente un modello stile Piantelli/Focardi da realizzare in svariati esemplari che metterei volentieri a disposizione degli altri sperimentatori.
      Finchè non si ha la più pallida idea di cosa/come funzioni è difficile produrne anche uno solo fatto bene... Figuriamoci una serie...

      Come specifiche di base credo sarebbe bene utilizzare anche noi acciaio 316 e mantenere dimensioni contenute, ma sufficienti a raggiungere massa critica.
      Il problema non è lo "scatolotto": è la strumentazione e soprattutto il metodo. Per fare esperimenti che abbiano senso ci vuole strumentazione adeguata, comprenderla e saperla utilizzare, e soprattutto avere le basi per affrontare scientificamente una sperimentazione. Non sono cose ovvie o che si possono tralasciare o improvvisare. Una cosa è l'entusiasmo, la voglia di provarci, di partecipare, un'altra è tentare di capire come stanno le cose e tirare fuori qualcosa di utile e ripetibile. Questo thread risale a più di un anno fa: rileggi degli esperimenti che sono stati fatti. Riesci a trarne qualcosa di utile? Nella maggior parte dei casi no, perchè c'era l'entusiasmo ma non il metodo: a volte si facevano delle prove senza neanche sapere cosa si stesse cercando o come misurarlo. Pià recentemente questo approccio è cambiato, ma deve ancora dare i primi frutti.

      Mi pare che dopo la partenza un anno fa ci si sia un poco arenati sull'hardware di base ma credo che unendo le forze potremmo recuperare il terreno perduto.
      Non è l'hardware che si è arenato, è che prima di mettersi a costruire qualsiasi cosa bisogna capire cosa si vuole reallizare e come. Adesso è sicuramente più chiari di un anno fa, e anche se non sembra la realizzazione degli apparati procede. Purtroppo non è neanche fattile "unire le forze", perchè siamo sparsi e non è facile o possibile sopperire alle capacità di uno con quelle di un altro (c'è chi è più esperto sulle parti meccaniche, chi sulla chimica, chi sull'elettronica, chi sulla fisica...)

      SGF che fornitore hai usato? Possiamo definire i punti base comuni? Tipo range di temperatura (400-600), Pressione massima (25 bar), volume interno, resistenza coil interna o esterna, vessel per scambiatore ad acqua, sensori interni ed esterni, shielding Boro/piombo, rilevatori neutroni e gamma, etc.
      Calma! Capisco l'entusiasmo, ma bisogna procedere con i piedi di piombo (e boro ah ah ah...). Cominciamo dalle condizioni più semplici e verifichiamo gradualmente se si riesce ad ottenere aqualche tipo di fenomeno. Inutile puntare a centinaia di gradi e decine di atmosfere o sperare di ottenere subito kW: non funziona così!

      Non credo che tutti possano permettersi di disporre di tutte le attrezzature necessarie, ma si potrebbero mettere a fattor comune molte cose, concentrandosi sugli esperimenti.
      Io credo che una volta completati i primi setup, sarà possibile provare le idee di tutti. Però bisogna procedere sempre con una certa gradualità, e visto che il tempo che vi si può dedicare è sempre poco, meglio traguardare bene le prove...

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      • unire gli sforzi

        Non credo che tutti possano permettersi di disporre di tutte le attrezzature necessarie, ma si potrebbero mettere a fattor comune molte cose, concentrandosi sugli esperimenti.
        Pienamente d'accordo con questa iniziativa. Anzi è da un pò che stavo rimuginando qualcosa di simile, ma in una visione rivolta più in là, un oggetto per uso "casalingo" sviluppato secondo canoni tra l'autocostruito e l'"open source", libero da vincoli di PI.

        La considerazione di fondo principale che mi aveva motivato (e mi motiva tutt'ora) è che nel migliore dei casi, una versione e-cat casalinga prodotta in serie da Rossi vuoi direttamente, vuoi sotto licenza da una Zanussi (per fare un nome) non sarebbe disponibile prima del 2020 o giù di lì. E noi intanto invecchiamo, inquiniamo e paghiamo (l'ENEL di turno)...

        Il mio ruolo, tanto per venire al sodo, lo vedo nello sviluppo della parte elettrica/elettronica/sensorica, che è coperta benissimo dalla mia specializzazione, esperienza e contatti. Ho già iniziato a schizzare delle specifiche, soggette evidentemente a commenti e contributi ab ovo.
        Credo che il taglio così fatto si presti a un progetto in rete, portato avanti da più attori in modo decentralizzato come auspicato da mellogrand.

        Va notato che l'utilità dell'ipotetica "centralina" si estende evidentemente anche alla fase attuale di sperimentazione, assumendo almeno in parte il ruolo di strumentazione"standard", rendendo dunque più facilmente confrontabili tra loro esperimenti eseguiti in luoghi diversi da persone diverse.

        Intanto mi sono limitato a buttare l'idea di principio senza entrare in dettagli del "cosa fa" o "come fa", per questo c'è tempo

        Che ne pensate?
        Ultima modifica di vanesio; 11-04-2011, 17:46. Motivo: chiarita l'ultima parte; sperimentazione

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        • Mellogrand spero tu convenga con me nel dire che questo tipo di cella Ni-H non possa funzionare visto che come giustamente hai detto altri scienziati precedentemente hanno tentato l' esperimento fallendo e sospendendo la sperimentazione. Il nostro caro sig. Rossi è uno dei migliori venditori di fumo del nostro pianeta, sono convinto che ti venderebbe un sasso di pirite spacciandotelo per oro e ridendosela di gusto... Cerco di allertare tutti gli iscritti a questo forum da tempo perchè non si illudano inutilmente che in quel tubetto avvengano fusioni nucleari mentre è ormai appurato che in realtà si tratta di banali reazioni di idrurazione del nichel e qualche trucchetto messo in campo per fare soldi e far parlare i media. Molto cordialmente mi permetto di dire che la fusione fredda rappresenti una "scienza patologica" priva di riscontri oggettivi e soprattutto che viola costantemente le leggi della fisica ottenedo ben pochi risultati. Con questo non voglio dire che si debba fermare la sperimentazione perchè da cosa nasce cosa e quindi non si sa mai... Cerchiamo di tornare coi piedi per terra e guardare più criticamente questo genere di invenzioni finchè non ci saranno dati scientifici certi che provino il fenomeno.

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          • Grazie Vettore e altri commentatori. Innanzitutto voglio dire che il mio rilancio deriva proprio dalla constatazione del fatto che da un anno ho visto sul forum (ho letto tutti i messaggi e prima di scrivere ne ho riletti molti) entusiasmi, cali di fiducia, passione e voglia di dare un contributo, ma mai un tentativo di definire in maniera collaborativa un "protocollo" condiviso.
            Personalmente ho 55 anni e una discreta esperienza nel campo delle tecnologie e non mi sto cimentando in questa vicenda per gioco ma in maniera socialmente responsabile e anche imprenditoriale. Lavoro da anni nella ricerca di fonti di energia "pulita" che ci possano portare quantomeno alla grid parity evitando nucleare, carbone, gas, petrolio e similari ben conscio dell'importanza ambientale, economica e geopolitica di questa materia. Questa materia è troppo importante per non impegnarci in prima persona. E credo che questo sia lo spirito di molti di voi.
            Personalmente non credo che Rossi, nonostante le dichiarazioni roboanti su migliaia di prototipi e catalizzatori abbia poi realmente impegnato risorse strabilianti e dalle varie ipotesi teoriche studiate (dall'hydrino di Mills al neutrone hadronico di Santilli, dalla Quantum Ring Theory di Guglinski al modello di Widom-Larsen) e dalla letteratura sugli esperimenti caserecci degli ultimi decenni ho tratto la convinzione che ci potremmo effettivamente trovare di fronte a dei fenomeni sin qui sconosciuti a metà strada tra la chimica e il nucleare, un terreno molto più vasto da esplorare rispetto alla riproduzione di quanto presumibilmente fatto da Rossi.
            Per questo credo che sarebbe bene, partendo da una base comune, ampliare lo spettro di esperienze. In questo modo, anziché riscoprire quanto fatto da Piantelli o da Focardi o da Rossi, potremmo dare un contributo ad accelerare la comprensione e l'adozione di queste tecnologie "liberatorie", sempre facendo attenzione a non correre rischi eccessivi. Coi neutroni non si scherza e persino gente esperta come Santilli ha avuto qualche sorpresa con i suoi i Klystron. Se poi leggete dei vecchi esperimenti di Piantelli che chiama al telefono Focardi per consigli su come bloccare la reazione dopo un inquietante surriscaldamento vi fate delle idee.
            Comunque, io ho ormai accumulato troppa teoria e troppa conoscenza, se non comincio a metterla in pratica finisce che la "fusione" la fa il mio cervello! Devo cominciare a eliminare qualche ipotesi sperimentando.
            grazie per l'attenzione, conto di vedere alcuni di voi a Vimercate da Roy il 6 maggio. Se qualche serio sperimentatore ha bisogno di una sponsorizzazione per il viaggio si faccia vivo, da pioniere di Internet credo ancora nel valore aggiunto del rapporto umano diretto e mi farebbe piacere conoscere alcuni di voi di persona.

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            • Vedrei bene la realizzazione di un'hardware comune, magari partendo da quello che sta realizzando SGF intorno ad Arduino, inserirei un bel frontend con una decina di sample-hold veloci, tempo di acquisizione 1 microsecondo, tempo di hold 5 sec, comandabili da un registro di Arduino, in modo da poter fare "istantaneamente" una decina di misure contemporanee, e consentire ad Arduino di acquisirle con calma. Sarebbe un "ferro del mestiere" molto utile per condividere risultati, indipendentemente dal tipo d'esperimento in cui uno e` interessato. Come per Arduino, si potrebbe via via dotare di sensori "standard", tipo un termometro da 0-100 con LM 135, un termometro da 0-500 con termocoppia, un sensore Geiger autocostruito, una testina voltmetrica o amperometrica, un wattmetro elettrico, uno termico...
              Il fatto che ciascuno degli sperimentatori interessati possieda lo stesso strumento di misura, renderebbe molto piu` affidabili eventuali riscontri, in quanto piu` facilmente riproducibili da altri interessati alla convalida.
              Me ne stavo gia` occupando personalmente proprio in questi giorni, aspettavo di avere qualcosa di pronto per comunicarlo.
              Cordialita`

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              • Su Vortex e` apparsa questa interessante analisi cosa potrebbe essere in realta` il catalizzatore segreto ed altre caratteristiche costruttive del reattore:

                There has been speculation within the cold-fusion community that Rossi is being disingenuous is stating that the reaction chamber is made of stainless steel. Why? Stainless steel is a poor conductor of heat.

                It could also be a way to justify the presence of a large amount of iron in the ash; a cover story to hide the importance of iron in the Rossi catalyst.

                The patent states that the reaction chamber is copper not stainless. Where and when did the ash come from, a Cat-E with a stainless reaction chamber or one with a copper one?

                Would Rossi mislead us to protect the secret of his Catalyst?

                Their analyses showed that the pure powder consists of essentially pure nickel, while the used powder contains several other substances, mainly 10 percent copper and 11 percent iron.
                The iron assay in the ash is higher than even copper. So how did it get so high? The proton fusion theory of nickel does not support the transmutation of iron. The Miley theory of natural isotopic abundance that I prefer also does not support a large iron assay in the ash.

                All this supports my contention that iron in the form of an X2O3 oxide forms the site of the active nuclear component in the Rossi catalyst.

                316L stainless steel has 18% chromium and 65% iron more or less. If the process was a mechanical based sputtering process then 2.7 % chromium contamination should have been found in the ash and this chromium would have still been alloyed with the iron.

                What could have purified the chromium from the iron?
                This part of the Rossi patent caught my attention:

                “The present inventor, moreover, has also accurately studies the following related patents: US-6,236,225, US-5,122,054, US-H466, US-4,014,168, US-5,552,155, US-5,195,157, US-4,782,303, US-4,341,730, US-A-20010024789.”

                The patent numbers are converted to links in URL formate as follows:

                "Method of testing the gate oxide in integrated DMOS power transistors and integrated device comprising a DMOS power transistor"
                "Device for stopping a radiant burner automatically in the event of ignition"
                "Hall effect device assembly"
                "Electrical technique"
                "Fusogenic lipsomes and methods for making and using same"
                "Optical fibre splicing"
                "Current guiding system"
                "Beam dancer fusion device"
                "Methods for generating catalytic proteins"

                Reference:

                “Iron oxide-based nanomagnets in nanomedicine: fabrication and applications”

                Iron oxide based nanomagnet in nanomedicine: fabrication and applications | Lin | Nano Reviews

                The some of the patents listed in the Rossi patent have a theme of organic synthesis of organic compatible catalysts and their testing for effectiveness.

                Iron oxide nanoparticles are iron oxide particles with diameters between about 1 and 100 nanometers. The two main forms are magnetite (Fe3O4) and its oxidized form maghemite (Fe2O3). They have attracted extensive interest due to their superparamagnetic properties and their potential applications in many fields (although Cu, Co and Ni are also highly magnetic materials, they are toxic and easily oxidized).

                Applications of iron oxide nanoparticles include terabit magnetic storage devices, catalysis, sensors, and high-sensitivity biomolecular magnetic resonance imaging (MRI) for medical diagnosis and therapeutics. These applications require coating of the nanoparticles by agents such as long-chain fatty acids, alkyl-substituted amines and diols.

                Rossi may have been interested in the organic fabrication of Iron oxide nanoparticles and subsiquent testing with the intent at selecting particles with superparamagnetic properties.

                This superparamagnetic behavior of iron oxide nanoparticles can be attributed to their size. When the size gets small enough (<20 nm), thermal fluctuations can change the direction of magnetization of the entire crystal. A material with many such crystals behaves like a paramagnet, except that the moments of entire crystals are fluctuating instead of individual atoms.

                After fabrication, certain Iron oxide nanoparticles will be magnetic and others won’t. A selection mechanism based on magnetic activity can pick out the required magnetically active particles from the ones that aren’t.


                If and what type of Iron oxide nanoparticles magnetization behavior that the Rossi reaction requires is unknown. But it looks like Rossi is interested in this type of particle and it behavior.

                In detail, ferromagnetic (form permanent magnets) and ferrimagnetic (Ferrimagnetic materials are like ferromagnets in that they hold a spontaneous magnetization below the Curie temperature) materials become disordered and lose their magnetization beyond the Curie temperature TC and antiferromagnetic materials lose their magnetization beyond the Néel temperature TN. Magnetite is ferrimagnetic at room temperature and has a Curie temperature of 577C. (but its Curie temperature is hard to determine). Both magnetite and maghemite nanoparticles are superparamagnetic at room temperature.

                IF maghemite (Fe2O3) is used in the Rossi process, and if the Rossi reaction depends on the magnetic behavior of Iron oxide nanoparticles, running the reactor beyond their Curie temperature (577C) might burn the nano-catalyst out. Or on the plus side, it could gradually stop a run-away meltdown reaction.

                Even through "Current guiding system" shows an interest in magnetic properties of materials, and the "Hall effect device assembly" reveals a need to trigger processes based on magnetic properties, the nanoparticle screening and selection criteria may not involve magnetic properties but some other of its physical characteristics. Size, shape, charge, chemical composition are all possible as selection criteria.

                The fact that Rossi is interested in organic synthesis methods leads credence to the theory that Iron (being non-toxic and commonly fabricated using organic processes) is the secret additive.

                "Fusogenic lipsomes and methods for making and using same" indicates Rossi is interested in building a core and shell nanoparticle by using layered lipids:

                Liposomes can be loaded with bioactive agents (meaning IRON) passively, that is, by solubilizing the molecule in the medium in which the liposomes are formed, in the case of water-soluble agents, or adding lipid-soluble agents to the lipid solutions from which the liposomes are made. Ionizable bioactive agents (meaning IRON) can also be loaded into liposomes by establishing an electrochemical potential gradient across the liposomal membrane and then adding the agent to the medium external to the liposome"

                BiLayer lipids means two layers…the inner layer carries nickel oxide and the outer layer of iron oxide.

                http://upload.wikimedia.org/wikipedi...x-Liposome.jpg

                Lipid vesicles are formed when phospholipids such as lecithin are placed in water and consequently form one bilayer or a series of bilayers, each separated by water molecules, once enough energy is supplied. Liposomes can be created by sonicating phospholipids in water. Low shear rates create multilamellar liposomes, which have many layers like an onion.

                Heating will remove the water and fat to leave a core and shell nanoparticle.

                By the way, "Method of testing the gate oxide in integrated DMOS power transistors and integrated device comprising a DMOS power transistor" deals with testing oxides.

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                • Originariamente inviato da mellogrand Visualizza il messaggio
                  Innanzitutto voglio dire che il mio rilancio deriva proprio dalla constatazione del fatto che da un anno ho visto sul forum (ho letto tutti i messaggi e prima di scrivere ne ho riletti molti) entusiasmi, cali di fiducia, passione e voglia di dare un contributo, ma mai un tentativo di definire in maniera collaborativa un "protocollo" condiviso.
                  Credo che non ci siamo ancora arrivati, ma non manca molto...
                  Inoltre come ho già detto in passato ha senso parlare di "protocolli condivisi" quando si tratta di ripetere prove che hanno dato a qualcuno un risultato positivo: è inutile tentare di fare a caso le stesse cose per poi scoprire tutti assieme che non funzionano!
                  Quando dicevo che ci vuole metodo mi riferivo anche a questo: non ci si improvvisa scienziati da un giorno all'altro, e non è detto che "pasticciando" a caso si scopra qualcosa di utile (è molto più difficile). Stessa cosa per il discorso della strumentazione: non ha senso averla tutti uguale, anzi, è proprio una cosa da evitare... alla fine più che qualche fenomeno nuovo si corre il rischio di scoprire i difetti o comportamenti strani della strumentazione comune!

                  In questo modo, anziché riscoprire quanto fatto da Piantelli o da Focardi o da Rossi, potremmo dare un contributo ad accelerare la comprensione e l'adozione di queste tecnologie "liberatorie", sempre facendo attenzione a non correre rischi eccessivi.
                  Certo, l'idea è quella, ma come ci arrivi? Non sappiamo neanche se riusciamo a riprodurre gli effetti osservati da Piantelli e Focardi, e dovremo ottenere qualcosa di nuovo e addirittura migliore? Come? Con un approccio Monte Carlo (cioè facendo tentativi a caso)? Beh, non ci sono riusciti neanche migliaia di scienziati ben attrezzati in tutto il mondo! Non ci sono teorie, e quelle che ci sono devono acnora essere validate, non si conoscono bene i fenomeni e le loro condizioni, in pratica si brancola nel buio ancora! Sappiamo solo che la via di Piantelli, Focardi e Rossi sembra la più promettente: e allora ripercorriamola, se saremo bravi riusciremo a portarla avanti ed a capire tante cose sui fenomeni coinvolti. Procedendo a caso mi pare difficile arrivare da qualche parte... (Anche io studio i fenomeni LENR in tutte le forme da molti anni, ed ho una sola certezza: nessuno ha ancora capito niente di questi fenomeni!)
                  Altro fattore che hai nominato: la sicurezza. Io sconsiglio vivamente a chi non ha un minimo di esperienza di laboratorio di avventurarsi in questi esperimenti, perchè possono essere molto pericolosi! Non parlo solo delle radiazioni, ma anche di pericoli più "banali": incendi, esplosioni, alte tensioni, sostanze tossiche, etc... tutte cose che abbiamo nominato più volte...

                  Comunque, io ho ormai accumulato troppa teoria e troppa conoscenza, se non comincio a metterla in pratica finisce che la "fusione" la fa il mio cervello! Devo cominciare a eliminare qualche ipotesi sperimentando.
                  Inizia pure o suggeriscile. Di certo qui non ti mancherà il supporto.

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                  • Vettore: Stessa cosa per il discorso della strumentazione: non ha senso averla tutti uguale, anzi, è proprio una cosa da evitare... alla fine più che qualche fenomeno nuovo si corre il rischio di scoprire i difetti o comportamenti strani della strumentazione comune!
                    Questo è sicuramente un'argomento valido, però secondo me è indebolito di molto una volta messo nel contesto pratico. Mi spiego: metti che uno sperimentatore trovi un effetto X giudicato interessante, dovuto però a un artificio della strumentazione. Prima di gridare eureka ai quattro venti, è auspicabile (e probabile) che confermi localmente una o due misurazioni guidicate critiche con strumenti già suoi, indipendenti e di fiducia. Ugualmente per chi tenta la replicazione. lnfatti il senso della proposta non è quello di una strumentazione esclusiva e "perfetta" sotto tutti i punti di vista.
                    Inoltre, questo svantaggio potenziale va contrapposto ai molti vantaggi di costi, nonché di velocizzazione del processo di sperimentazione distribuito, evitando nel ragionevolmente possibile le frequenti e penose Babilonie.

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                    • @Shirakawa:
                      Molto interessante!
                      Cosi` verrebbe costruita una nanoparticella fatta come una cipolla, con al centro il nichel e all'esterno il ferro.
                      Pero` questo significa che nella polvere esausta data ai norvegesi un' analisi microscopico-radiografica dovrebbe rivelare tutto questo. Possibile che non abbiano fatto una tale indagine?
                      @Vettore, Vanesio:
                      Il fatto di avere tutti la stessa strumentazione non va inteso come un obbligo, ovviamente, ma se cio` accade, e` molto piu` facile che se tale strumentazione ha un qualche difetto, usandola in tanti ci se ne accorga e vi si ponga rimedio. Dopo tutto e` lo stesso concetto del Linux, migliorato attraverso l'esperienza di moltissimi utenti, ai livelli piu` diversi, che validamente contrasta software sviluppato impiegando ben altri fondi.
                      Riguardo alla pericolosita` degli esperimenti, e` ovvio che chiunque giochi a fare il piccolo chimico, prima o poi finisce per saltare in aria in modo piu` o meno grave, e questo succede, seppure in minor misura, anche a quelli piu` esperti. Condividere anche le condizioni di sicurezza, dettate dai piu` esperti, e` sicuramente importante per tutti, a cominciare da quelli che umilmente ritengono di saperne di meno. Inoltre non credo che chi si cimenta in esperimenti del genere lo faccia in camera sua o in salotto, e nemmeno nel garage condominiale, dato che gli servono attrezzature elettroniche e meccaniche di base. Immagino che chi si puo` permettere di usare un tornio, una fresa, un sistema di acquisizione e quant'altro gia` abbia un'esperienza professionale almeno in uno di questi campi. Ed esperienza dovrebbe voler dire come minimo non rischiare inutilmente...

                      Cordialita`
                      Ultima modifica di bwana; 12-04-2011, 09:15.

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                      • Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                        ...e` molto piu` facile che se tale strumentazione ha un qualche difetto, usandola in tanti ci se ne accorga e vi si ponga rimedio. Dopo tutto e` lo stesso concetto del Linux, migliorato attraverso l'esperienza di moltissimi utenti...
                        grazie per aver messo in rilievo questo aspetto.

                        Condividere anche le condizioni di sicurezza,...
                        Chiaro. Non so quanti sperimentatori sono disposti a spendere migliaia per un rivelatore di neutroni commerciale, e questo prima ancora di iniziare le sperimentazioni. So però che non mi piacciono i termini di com'è posto il dilemma. Ho già costruito un rivelatore di gamma miniaturizzato a un costo componenti di meno di 30$.

                        comandabili da un registro di Arduino
                        è sicuramente una possibilità realizzativa, ma consiglierei vivamente di restare il più possibile nell'astratto durante l'elaborazione delle specifiche. In altre parole, alle specifiche funzionali seguiranno a tempo quelle implementative. Altrimenti si mette il carro davanti ai buoi e si fanno casini.

                        Un'altra considerazione: non vorrei che lo sperimentatore, al fine di usare la strumentazione sia obbligato a smanettare per giornate con saldatori e software di sviluppo e che so d'altro. Se vuole benvenga (open source), ma il sistema dovrebbe essere già utilizzabile di partenza con profitto anche da non esperti in firmware ecc.
                        Che è poi uno degli scopi dell'impresa, no? Divide et impera.
                        Ultima modifica di vanesio; 12-04-2011, 15:59. Motivo: robette

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                        • Varie- Ni-Fe-H

                          Ciao a tutti
                          Chiedo scusa anticipatamente se rispondo con un certo ritardo, ma sono parecchio preso dal lavoro ...
                          Sul problema della osservazione dell'innesco della reazione Ni-H devo dire che al momento non sono in grado di valutare l'istante e quindi con precisione la temperatura o in particolare il surplus energetico. Per chiarire questo aspetto cruciale sto preparando una piccola camera di reazione delle dimensione del "mini Ecat" con resistenza a cartuccia al fondo (le coincidenze sono casuali o meglio legate alla necessita di risolvere in qualche modo il problema del riscaldamento di piccoli cilindri di metallo il layout risale a parecchi mesi fa, ma ho appena iniziato a lavorarci), e un controllo dell'ambiente interno con termocoppie (oltre che la misura della energia fornita dalla resistenza).
                          In questo modo potrò verificare tramite la registrazione continua dellle temperature e il confonto con piastrine "inerti" l'eventuale carattere fortemente esotermico della reazione.
                          Al momento osservo che il riscaldamento della piastrina, soprattutto se oltre i 500°C ne produce la crepatura se non la sbriciolatura.
                          Le presunte trasmutazioni sono valutate ovviamente sulla base delle analisi chimiche, peraltro eseguite anche sui materiali di partenza, e ripetute su 8 piastrine.

                          Il 10% di ferro sul Nickel in uscita, proveniente dal bussolotto in acciaio? certo deve essere ridotto a un colabrodo! mah i dubbi sono leciti.

                          Vorrei infine fare una domanda. E' mai stato riferita o dimostrata da Ing. Rossi una accensione più volte dello stesso E-Cat, senza intervenire in alcun modo sull'apparato? (a parte ovviamente dare corrente e portare in pressione di H la camera)

                          saluti
                          Piolo

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                          • Originariamente inviato da vanesio Visualizza il messaggio
                            Ho già costruito un rivelatore di gamma miniaturizzato a un costo componenti di meno di 30$.
                            Che bello!
                            Che cosa usi come sensore? una camera a ionizzazione o un semiconduttore?
                            Che gamma di energie riveli?

                            Originariamente inviato da vanesio Visualizza il messaggio
                            il sistema dovrebbe essere già utilizzabile di partenza con profitto anche da non esperti in firmware ecc.
                            Non ne dubito, ma vorrei evidenziare che, al di la` della costruzione tipo "scuola radio elettra", costruire un'apparecchiatura significa meglio impadronirsi dei suoi limiti costruttivi, e quindi non impiegarla poi per scopi per i quali non e` stata pensata.
                            Pensate solo a quanta gente, oggi come oggi, "sorvola" sui consumi di uno strumento, magari un amperometro, solo perche` e` abituata a credere che, per il solo fatto di essere a lettura digitale, i consumi non ci siano o siano trascurabili...

                            Originariamente inviato da piolos
                            E' mai stato riferita o dimostrata da Ing. Rossi una accensione più volte dello stesso E-Cat, senza intervenire in alcun modo sull'apparato?
                            Non mi risulta, ma mi ricorda molto l'esperimento di Arata su matrice di Zirconia, dove la reazione si innescava solo introducendo H2 in pressione a 50 bar, se ben ricordo
                            Ultima modifica di bwana; 12-04-2011, 18:04.

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                            • Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                              Che bello!
                              Che cosa usi come sensore? una camera a ionizzazione o un semiconduttore?
                              Che gamma di energie riveli?
                              Ne ho fatti due. Il primo 5 anni fa, usava un tubo G-M lungo 4-5cm che era, a 15$ il componente più caro. Funzionava ma non l'ho mai calibrato. Provo a scovare il datasheet del tubo per i dati di energie.
                              Invece il secondo più recente usava un diodo PIN. Ne ho provati di diversi tipi ad es. BPW34 della Osram e uno taiwanese, ma non sono riuscito a farlo funzionare, poi come spesso succede, passi ad altro... Magari serviva un cristallo scintillante, che so.

                              Pensate solo a quanta gente, oggi come oggi, "sorvola" sui consumi di uno strumento, magari un amperometro, solo perche` e` abituata a credere che, per il solo fatto di essere a lettura digitale, i consumi non ci siano o siano trascurabili...
                              Certo.
                              Ultima modifica di vanesio; 12-04-2011, 20:04. Motivo: cosette

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                              • Originariamente inviato da vanesio Visualizza il messaggio
                                Invece il secondo più recente usava un diodo PIN. Ne ho provati di diversi tipi ad es. BPW34
                                Gia`, ci avevo provato anch'io col BPW34 ai tempi di Chernobyl, ma anche a me non era riuscito, e poi avevo ripiegato anch'io sul tubo Geiger. Eppure il PIN dovrebbe andare, bisognerebbe capire perche`non va. Quella volta ho pensato dipendesse dal volume utile, che non e`lontanamente paragonabile a quello di un tubo GM.
                                Il fatto e` che col GM puoi solo contare gli eventi, e non hai indicazione della loro energia, poiche`grazie all'effetto valanga la tensione dell'impulso ai suoi capi non dipende dall'energia dell'evento ionizzante. E` per quello che, ora come ora, mi stavo chiedendo se non fosse piu` utile e, come oggi, forse anche piu`semplice costruire una testa a ionizzazione: miniaturizzando bene ed usando un op-amp mosfet di nuova generazione con qualche fA di bias e tecniche di guardia agli ingressi dovrebbe essere possibile misurare correnti di ionizzazione bassissime e, ovviamente, dipendenti dall'energia della radiazione incidente.
                                Poi, campionando dopo il buffer, si potrebbe provare addirittura a fare un analizzatore multicanale.
                                Ciao

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                                • Piolos:Vorrei infine fare una domanda. E' mai stato riferita o dimostrata da Ing. Rossi una accensione più volte dello stesso E-Cat, senza intervenire in alcun modo sull'apparato? (a parte ovviamente dare corrente e portare in pressione di H la camera)
                                  Mmm...Gran bella domanda, chissà a cosa stai pensando!?

                                  Bene, ho trovato un po di tempo, sono riuscito a mettere in pressione (aria compressa a 10bar) il reattore, completo di accessori termocoppia manometri e passacavi, poi, tipo gommista, ho messo il tutto dentro una tinozza piena d'acqua per vedere eventuali perdite, perfetto neanche l'idea di una perdita.
                                  Come trovo un altro po di tempo devo completare qualcosina sulla parte elettrica e forse ci siamo.

                                  Sulla strumentazione...Badate bene che la precisione di un sistema di misura non è dato solo da sonda/strumento, ma in buona parete e dato dallo strumentista che conosce sia i limiti tecnici dei vari strumenti sia tutta una serie di trucchi e truchetti per migliorarne la risposta, non ha caso e un mestiere vero e proprio, tra l'altro essere un buon strumentista non proprio per tutti.

                                  Bwana:misurare correnti di ionizzazione bassissime e, ovviamente, dipendenti dall'energia della radiazione incidente ecc...
                                  Oppure diventa una radio a ionizzazione che riceve le trasmissioni di radio uno ed radioEnel24 sui 50hz... :-)
                                  Comunque, scherzi a parte, l'dea non e male ci stavo pensando anche io.
                                  Ultima modifica di SGF; 12-04-2011, 22:17.
                                  Ciao
                                  __________________________________________________ ___________________________________________
                                  Stirling

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                                  • Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggio
                                    In questo modo potrò verificare tramite la registrazione continua dellle temperature e il confonto con piastrine "inerti" l'eventuale carattere fortemente esotermico della reazione.
                                    Molto interessante! E' una forma di calorimetria da cui potresti trarre una misura abbastanza precisa dell'eventuale eccesso di calore (vedi gli articoli vecchi di Focardi e Piantelli, anche loro facevano così). Provare questa cosa con le tue piastrine precaricate potrebbe aggiungere un tassello importante dal punto di vista della ripetibilità di questi fenomeni.

                                    Al momento osservo che il riscaldamento della piastrina, soprattutto se oltre i 500°C ne produce la crepatura se non la sbriciolatura.
                                    Può darsi che ad una certa temperatura l'idrogeno venga rilasciato, causando stress nelle parti interne del materiale o che la dilatazione stessa dei granuli crei stress...

                                    Le presunte trasmutazioni sono valutate ovviamente sulla base delle analisi chimiche, peraltro eseguite anche sui materiali di partenza, e ripetute su 8 piastrine.
                                    Incrociando i dati di innalzamento di temperatura con quelli delle analisi si possono capire altre cose ed avere ulteriori conferme!

                                    Il 10% di ferro sul Nickel in uscita, proveniente dal bussolotto in acciaio? certo deve essere ridotto a un colabrodo! mah i dubbi sono leciti.
                                    L'avevo detto anch'io, però potrebbe essere vero che il contenitore in acciaio si corroda (altrimenti l'avrebbe fatto di rame). Tra l'altro a quanto pare per ricaricare gli E-Cat dopo 6 mesi li sostituiscono per intero!

                                    E' mai stato riferita o dimostrata da Ing. Rossi una accensione più volte dello stesso E-Cat, senza intervenire in alcun modo sull'apparato? (a parte ovviamente dare corrente e portare in pressione di H la camera)
                                    A quanto pare il reattore usato il 14 gennaio era già stato usato a dicembre e poco prima della dimostrazione, e non credo sia mai stato "aperto" tra una prova e l'altra (tant'è che alla dimostrazione c'era una resistenza mal funzionante che non è stata riparata).

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                                    • ,
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                                      Il 10% di ferro sul Nickel in uscita, proveniente dal bussolotto in acciaio? certo deve essere ridotto a un colabrodo! mah i dubbi sono leciti.
                                      L'avevo detto anch'io, però potrebbe essere vero che il contenitore in acciaio si corroda (altrimenti l'avrebbe fatto di rame). Tra l'altro a quanto pare per ricaricare gli E-Cat dopo 6 mesi li sostituiscono per intero!
                                      Ci stavo riflettendo anche io, considerando le dimensioni dell'Ecat il tubo inox contenente le polveri può avere delle misure max di 3cm di diametro X circa 25 di lunghezza.
                                      Concentrare un energia di12 Kw, ma sembra vada anche oltre, in una superficie di scambio cosi ridotta, non ho fatto calcoli, ma ad occhiometro, mi sembra che il materiale sia molto sollecitato termicamente.
                                      Se poi ipotizziamo che l'inox sia ad alto spessore, vista la scarsa conduzione termica e l'alto flusso di calore da smaltire, ancora peggio, si potrebbero avere delle forti differenze di temperature tra superficie interna e esterna il che si potrebbe ben coniugarsi con un rapido degrado dell'inox perlomeno sulla perte interna. Senza contare che lavorano con acqua di rubinetto e quindi all'esterno ci potrebbe essere una coperta di calcare che ne peggiore il raffreddamento, poi ce da aggiungere che internamente siamo in ambiente fortemente idrurante.

                                      Si ma se pure ciò avesse senso, nelle analisi fatte, il cromo del inox disintegrato andove stà ?

                                      Vedrei bene la realizzazione di un'hardware comune, magari partendo da quello che sta realizzando SGF intorno ad Arduino, inserirei un bel frontend con una decina di sample-hold veloci, tempo di acquisizione 1 microsecondo, tempo di hold 5 sec, comandabili da un registro di Arduino, in modo da poter fare "istantaneamente" una decina di misure contemporanee, e consentire ad Arduino di acquisirle con calma. Sarebbe un "ferro del mestiere" molto utile per condividere risultati, indipendentemente dal tipo d'esperimento in cui uno e` interessato. Come per Arduino, si potrebbe via via dotare di sensori "standard", tipo un termometro da 0-100 con LM 135, un termometro da 0-500 con termocoppia, un sensore Geiger autocostruito, una testina voltmetrica o amperometrica, un wattmetro elettrico, uno termico...
                                      Il fatto che ciascuno degli sperimentatori interessati possieda lo stesso strumento di misura, renderebbe molto piu` affidabili eventuali riscontri, in quanto piu` facilmente riproducibili da altri interessati alla convalida.
                                      Me ne stavo gia` occupando personalmente proprio in questi giorni, aspettavo di avere qualcosa di pronto per comunicarlo.
                                      Cordialita
                                      Uhe Bwana...Tu che sei un arcirisaputo nonplusultra genio del settore, ma non si potrebbe modificare e migliorare il programma che uso io
                                      nel pc per logger/grafficare, in primis renderlo interattivo con arduino, esempio aggiungere funzioni che vanno a scrivere direttamente sui registri di arduino, che so' per cambiare al volo vari setaggi?
                                      (messaggio sublimianre indirizzato al subconscio di Bwana atto a fargli dire "SIIII VE LO SCRIVO IO UN PROGRAMMA DA FARVI LECCARE I BAFFI")
                                      Ultima modifica di SGF; 13-04-2011, 12:01.
                                      Ciao
                                      __________________________________________________ ___________________________________________
                                      Stirling

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                                      • Scusate se mi intrometto, vorrei proporre una soluzione per la creazione della nanopolvere di nichel mescolabile con ... altro.
                                        Ho provato a fare l'elettrolisi usando acqua bidistillata con due elettrodi di nichel (purezza 99,9%)
                                        All'inizio non c'è praticamente corrente, ma dopo ore (dipende dalla tensione e dalla distanza degli elettrodi), pian pianino si forma un gel dell'idruro di nichel, la corrente aumenta, infine, persistendo nel tempo (giorni) se ne forma sempre di più.
                                        Ho provato ad usare anche un elettrodo di rame e uno di nichel invertendo di tanto in tanto la polarità, si ottiene una mescolanza di idruri.
                                        Penso che si possa fare anche con il ferro, ottenendo un gel mescolato di nichel + rame + ferro.
                                        Le particelle che si formano mi sembrano vicine alle nanoparticelle.
                                        Ipotizzo che mettendo questo gel nel reattore in atmosfera rarefatta di idrogeno, per evitare esplosioni, scaldando a sufficiente temperatura (600-700° o più se non c'è rame), ma non arrivando alla fusione, l'idrurazione dovrebbe sparire e dovrebbe rimanere la povere nuda.
                                        Quindi toglieamo il gas contenente il vapore acqueo formatosi.
                                        Ripetendo questo lavaggio con idrogeno e calore più volte, si dovrebbe avere una polvere interessante.
                                        E' una idea, cosa ne pensate?
                                        Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
                                        Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
                                        http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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                                        • Ciao SGF, sarei felicissimo di farlo, ma al momento non conosco Arduino, anche se ho in programma di acquistarne uno tra poco in fiera di Pordenone.
                                          Visto cosi` mi sembra un bell'attrezzo, e la tua scelta di usarlo mi pare azzeccata. Nella mia vita pero`, piu` che di programmazione mi sono occupato di controlli e di acquisizione, e per questo mi diverto di piu` a smanettare con la vecchia elettronica analogica, che secondo me ha ancora parecchio da dire. E` per questo che mi sto dedicando al frontend: Arduino, per ben che vada, avra` dei tempi di acquisizione per i suoi convertitori A/D che si aggireranno sul millisecondo, credo, azzardo, non ho dati al riguardo.
                                          Ma anche se fosse piu` veloce, dovrebbe essere MOLTO piu` veloce per acquisire in tempi "istantanei" tutta una serie di misure, scegli tu quali, che fissino le condizioni precise di un determinato istante. Se invece mi riesce di mettere a punto una batteria di sample-hold di buona qualita`, magari in modo da poterli attivare in gruppi scelti a piacere, il grande vantaggio sara` che poi, se non vogliamo acquisire un punto ogni microsecondo, possiamo concedere ad Arduino di impiegare anche un millisecondo a conversione per ogni grandezza convertita, tanto in dieci millisecondi convertiamo dieci grandezze, e, anche dedicando altri novanta millisecondi alle altre gestioni, possiamo fare una batteria di campionamenti ogni decimo di secondo, che, per l'idea che mi sono fatto io, nel nostro caso bastano ed avanzano. Comunque, non appena avro` Arduino per le mani e comincero` a smanettarci, ti prometto che se mi viene qualche idea circa un controllo al volo, posto qualcosa. Probabilmente dovrebbe funzionare mediante interrupt, un timed interrupt che periodicamente testa un buffer di tastiera, e se ci trova dentro dati, lancia una opportuna subroutine di scelta, che poi provvede a lanciare il task richiesto. Ma finche` non so nemmeno che linguaggio di programmazione usa posso fare solo supposizioni.

                                          Camillo, la tua mi sembra una buona idea soprattutto dal punto di vista della sicurezza: mantieni tutto bagnato e cosi` eviti dispersioni di inquinanti.
                                          Cordialita`

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                                          • Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                                            Arduino, per ben che vada, avra` dei tempi di acquisizione per i suoi convertitori A/D che si aggireranno sul millisecondo, credo, azzardo, non ho dati al riguardo.
                                            La frequenza di acquisizione può arrivare a circa 10KHz, qiundi 100u, se usi più canali ovviamente di divide... Devo dire tra l'altro che i convertitori integrati negli ATMega non sono il massimo (riguardo a quasi tutte le figure di metiro).

                                            Ma anche se fosse piu` veloce, dovrebbe essere MOLTO piu` veloce per acquisire in tempi "istantanei" tutta una serie di misure, scegli tu quali, che fissino le condizioni precise di un determinato istante.
                                            Stiamo parlando di grandezze come temperature, pressioni, tensioni o correnti continue, tutte grandezze che variano molto lentamente! Non serve ne acquisire a velocità elevate, ne tantomeno avere un'acquisizione simultanea!

                                            possiamo fare una batteria di campionamenti ogni decimo di secondo, che, per l'idea che mi sono fatto io, nel nostro caso bastano ed avanzano.
                                            E' anche troppo! Un campionamento adeguato in questo caso è dell'ordine del secondo (probabilmente anche meno): sia perchè le grandezze sono lente (a banda intrinsecamente molto limitata), sia perchè poi tutti questi dati bisogna metterli da qualche parte ed analizzarli. Non so gli altri, ma io prevedo che alcuni esperimenti possano durare anche diversi giorni: se campioni a frazioni di secondi diventa davvero un problema gestire quella marea di dati... Voglio dire, io che lo faccio per lavoro sono abituato a gestire acquisizioni lunghe parecchi GB, ma ho gli strumenti per farlo senza "impazzire" , non è una cosa che consiglio a nessuno però, se non strettamente necessaria (nel senso che è una complicazione notevole, probabilmente inutile in questo caso)...
                                            Un approccio saggio invece sarebbe proprio quello di sfruttare la bassa frequenza di campionamento per aumentare la risoluzione, ad esempio usando convertitori ad integrazione a doppia rampa o sigma-delta a 24 bit. Però anche questo mi sembra eccessivo per ora...

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                                            • Arricchimento Ni

                                              L'Ingegner Rossi ha affermato che il Nichel che usa per la reazione viene arricchito. Questo particolare è venuto fuori da alcune domande poste a Rossi dopo che è stata analizzata la composizione isotopica del materiale usato per le reazioni dato da Rossi come campione ai fisici svedesi Kullander ed Essèn. State tenendo conto di questo fatto?
                                              Luigi Versaggi P.

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                                              • Originariamente inviato da Fraccanario Visualizza il messaggio
                                                L'Ingegner Rossi ha affermato che il Nichel che usa per la reazione viene arricchito. [...] State tenendo conto di questo fatto?
                                                Secondo me l'arricchimento può forse aumentare l'efficienza o la resa della reazione, ma non credo sia essenziale per osservare qualche effetto (gli isotopi in questione costituiscono il 4% del nichel naturale, che non è poco!). Se poi per sviluppare kW di potenza dovesse essere l'unica via percorribile lo scopriremo solo vivendo...
                                                C'è da dire che le parole di Rossi, a causa delle note questioni di riservatezza, vanno prese con la dovuta cautela: certe sue affermazioni ultimamente sono un pò elusive, poco verosimili o addirittura contraddittorie. E' normale in fin dei conti: deve proteggere la sua invenzione.
                                                Personalmente non ho intenzione di "clonare" la sua tecnologia, vorrei più che altro ottenere reazioni simili per avere conferme e per studiarle, quindi non mi interessa troppo seguire lo stesso suo percorso.

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                                                • Camillo: pian pianino si forma un gel dell'idruro di nichel,
                                                  ho notato anche io che si forma una sorta di gel lattescente in soluzione tra gli elettrodi, mi sembra, ma non ricordo bene, nelle prime pagine di questo 3d, di aver postato una foto del gel(che io chiamai "mucillagine").
                                                  ?ma perché rimane in soluzione e non va a depositarsi sull'altro elettrodo?

                                                  @Bwana, come dice Vettore non serve acquisire troppo velocemente, almeno nel caso delle temperature, tanto le termocoppie anche se gli punti la fiamma ossidrica ci mettono comunque qualche secondo a svegliarsi..., eccezione fatta per la sonda geiger, ho previsto sul firmware una variabile dove inserisco il tempo di campionamento sulle temperature.
                                                  Diciamo che per le temperature, tenendo presente che gli esperimenti dovranno durare qualche giorno, acquisire 2 o 3 letture secondo e più che sufficiente, onde evitare file di logger megalattici.
                                                  Vettore:Secondo me l'arricchimento può forse aumentare l'efficienza o la resa della reazione, ma non credo sia essenziale per osservare qualche effetto
                                                  Appunto... sarebbe già troppo bello.
                                                  Ciao
                                                  __________________________________________________ ___________________________________________
                                                  Stirling

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                                                  • @ Vettore, SGF:
                                                    Sono d'accordo con voi circa il fatto che basti un campionamento molto meno fitto, ma converrete che, disponendo di un sistema di acquisizione piu` veloce, e` sempre possibile decidere di diradare i campionamenti a piacere. Un'altra cosa che mi piacerebbe nel sistema sarebbe un collegamento tramite LAN invece che porta USB, questo per poter gestire il sistema veramente a distanza, e quindi collegarsi col "server" di casa, oppure con un qualsiasi (magari vecchio) altro computer in rete, che possiamo dedicare agli esperimenti, magari arricchendolo con un HD dedicato, visto che ora i GB si sprecano. So che ci sono anche moduli Zigbee per collegarsi in wifi, ma direi che il buon vecchio cat5 in questo caso sia preferibile.
                                                    All' inizio svilupperei il frontend come un modulo a se`stante, essenzialmente analogico, che mediante una batteria di sample-hold veloci congeli i valori da acquisire. Arduino lo gestirebbe inviando oppportuni bit di masking ad un latch tri-state, le cui uscite controllano i sample-hold. Un impulso di abilitazione all'uscita del latch determina l'istante ed il tempo di sample contemporaneamente per tutti i S/H masked. Le loro uscite, collegate con un analog multiplexer ad uno degli ingressi A/D di Arduino, vengono poi campionate e convertite. In seguito svilupperei un'altro modulo, interfacciato via porte parallele o i2c, equipaggiato con i convertitori piu` sofisticati, come indicava Vettore. Il fatto di aggiungere un segnale di timing da Arduino alle varie periferiche e un po' di "intelligenza" aggiunta ai vari frontend permetterebbe addirittura l'acquisizione sincronizzata sulle varie schede.
                                                    Potrebbe venir fuori un aggeggio interessante.

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                                                    • Ciao bwana ho fatto 2 conte, ammettendo una stringa di 60 caratteri compresi i caratteri separatori sono circa 5MB al giorno di log campionando al secondo... non sono poi così tanti
                                                      Arduino comunica con il PC tramite USB, ma viene visto come una periferica seriale e quindi può essere settato a 115200bit/sec, una velocità più che ragionevole per il tipo di letture che si vogliono fare, anche la risoluzione dei 10bit del DA credo si più che sufficente come risoluzione, per la tempertura e le altre letture che si vogliono fare, oviamente mediate.
                                                      Un discorso leggermente diverso per il geiger, io mi sono procurato uno strumentino che da in uscita un segnale audio, e quindi pensavo di misurare non solo gli impulsi al minuto ma anche fare un conteggio qualitativo di questi, digitalizzando il segnale e valutare l'andamento della curva.
                                                      Ciao.
                                                      "Non date da mangiare ai troll"
                                                      http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                                                        Sono d'accordo con voi circa il fatto che basti un campionamento molto meno fitto, ma converrete che, disponendo di un sistema di acquisizione piu` veloce, e` sempre possibile decidere di diradare i campionamenti a piacere.
                                                        Teoricamente... in pratica quando si progetta un sistema è meglio ottimizzarlo per specifiche precise che non pensarlo generico, perchè questo comporta una serie di compromessi deleteri di cui sarebbe meglio fare a meno. Te ne cito uno a caso relativo all'esempio che hai fatto: il filtro anti alias! Una cosa è dimensionarlo per una frequenza più bassa, magari fissa, un'altra è lasciare la banda più larga con conseguenze negative sul rumore e sull'aliasing stesso!

                                                        Un'altra cosa che mi piacerebbe nel sistema sarebbe un collegamento tramite LAN invece che porta USB, questo per poter gestire il sistema veramente a distanza, e quindi collegarsi col "server" di casa, oppure con un qualsiasi (magari vecchio) altro computer in rete,
                                                        E' complicatissimo usare direttamente la LAN! Devi implementare lo stack di rete sul micro ed un minimo di protocollo apposito...
                                                        Io in effetti avevo pensato il mio sistema per essere controllato da remoto via LAN, ma in un modo più semplice: l'acquisitore ha un'interfaccia USB che sarà collegata ad un piccolo netbook (un EeePC) immolato allo scopo e che può restare sempre acceso. Il netbook a sua volta è collegato via WiFi alla rete locale, questo mi permette di controllarlo sia da casa che da fuori (attraverso la connessione ADSL). Non serve neanche scrivere un software apposito: basta usare qualcosa tipo desktop remoto, VNC o TeamViewer.

                                                        Potrebbe venir fuori un aggeggio interessante.
                                                        Alla fine è la qualità dei dati acquisiti che determina quanto sia interessante...

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                                                        • Alla fine è la qualità dei dati acquisiti che determina quanto sia interessante...
                                                          Concordo pienamente con Vettore.
                                                          Per questo avevo già dall'inizio proposto di lavorare sulle specifiche di prestazione e funzionali, e unicamente su quelle, per poi in un secondo tempo passare a questioni di implementazione, dapprima tramite mapping da funzioni a moduli ("che modulo si occupa di che funzione"), e alla fine, solo da ultimo, decisioni tipo la scelta del o dei micro, dei multiplexer o LM35 o Pt100 o LPC2138 o i8080A eccetera.
                                                          Altrimenti, mettendo l'Arduino e i suoi registri e sample/hold davanti ai buoi perché "bellissimo, sarebbe una fi..ta" si fanno solo casini.

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                                                          • ottimo

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                                                            Mi riferisco all'idea di realizzare un sistema di acquisizione 'open-source' e low cost, applicabile a questo genere di esperimenti (o simili).

                                                            Se si riesce a non demordere e a buttar giù una lista di requisiti e materie prime, si compie un passo storico.

                                                            Chiunque possiede un PC, un minimo di manualità e poche centinaia di euro, potrebbe avere un sistema di misura e acquisizione 'aperto' a migliorie e ottimizzazioni.

                                                            Invito tutti (gli esperti) a concentrarsi 'in primisi' sui requisiti, poi sullo sviluppo del sistema.

                                                            Provo a suggerire una lista:

                                                            - n° di canali da acquisire
                                                            - tipo di segnale da acquisire (tensione, corrente, pressione, frequenza, on/off... e relativo range). Per esempio, il range di pressione va da 0 a 100 bar, il flusso di acqua di raffreddamento va da 0 a 100 gr/sec.... ecc.
                                                            - tipo di sensore scelto per ogni segnale (e relativo range in output). Per esempio, il segnale di pressione può dare un valore in output conmpreso tra 0 e 5V, la temperatura, misurata da termocoppie tipo K invece va condizionata... ecc.
                                                            - Dal sensore e dal tipo di misura dipende anche il 'rate' di acquisizione, quindi la velocità di campionamento, quindi l'adeguatezza dei sistemi analogici in termini di banda passante, quindi in ultimo il mettersi al sicuro da fenomeni di 'aliasing'.

                                                            - a questo punto si fissa l'hardware. Visto che lo spirito 'open source' spinge verso Arduino, si cerca l'hardware più adatto.

                                                            - a valle di cotanto hardware si compila un software che consente di visualizzare e acquisire
                                                            e memorizzare i dati raccolti. Personalmente questa fase l'ho sempre risolta con LabView. Ho letto che sono stati fatti vari esempi di matching tra hardware 'National Instruments' e 'Arduino', ma non conosco i dettagli.

                                                            Arrivati a questo punto, raccolti i suggerimenti, le proposte e le possibilità, potremo avere a disposizione un sistema di acquisizione PER TUTTI, con cui monitorare i nostri esperimenti e avere realmente uno scambio interattivo fra gli sperimentatori.

                                                            Non lasciamo cadere questa cosa. Secondo me è un passaggio epocale per gli sperimentatori di questo forum.

                                                            Anche perchè, se si fissano bene tutti i punti, il sistema può conservare una sua versatilità ed essere applicabile non solo all'esperimento Rossi-Focardi, ma anche a molti altri esperimenti in cui entrano in gioco parametri facilmente adattabili (per esempio celle elettrolitiche a bassa tensione, dispositivi di misura e quant'altro).

                                                            In pratica stiamo creando una sorta si standard 1.0 per gli sperimentatori, aperto e, se ben congegnato, difficilmente attaccabile dagli scettici.

                                                            Straordinario.
                                                            ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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                                                              Con un po di cooperazione, dei tanti che qui hanno le competenze, sono sicuro si possa fare un qualcosa di molto valido,versatile e facilmente implementabile. E penso che lo sforzo non sia poi cosi eccessivo.
                                                              Bisogna però calcolare bene i costi!
                                                              Ciao
                                                              __________________________________________________ ___________________________________________
                                                              Stirling

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