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Apparato Focardi-Rossi

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  • Molto bene, mi fa molto piacere che il progetto basato su Arduino stia procedendo. Come cultore dell'Open Source credo sia la strada da seguire! Anche senza LabView possiamo ottenere comunque quello che ci serve, almeno in questa fase sperimentale.

    Facendo seguito a quanto anticipato, ho dedicato del tempo alla ricerca di componenti in acciaio adeguati alla bisogna, nell'ottica di poter condividere un sottosistema modulare robusto, flessibile e ripetibile (la ripetibilità di eventuali risultati è il punto dolens della storia LENR).
    La mia selezione di componenti si è concentrata su produttori di parti in acciaio che operano su soluzioni per vuoto spinto (abbiamo idrogeno in pancia, ad alta temperatura e magari alta pressione) e all'inizio della prossima settimana vorrei fare i primi ordini. Non sono un esperto in materia, e ho notato vari standard di giunzioni con diverse specifiche di tenuta. Salvo pareri contrari da qualcuno di voi sarei orientato alla linea CF, storicamente messa a punto dalla Varian e mi pare standard nei laboratori di tutto il mondo per camere a vuoto, reactors e apparecchiature sperimentali. Qualche link ai fornitori che sto vagliando:
    http://www.mdcvacuum.co.uk/resources.../pdfs/sec1.pdf
    http://www.vacom-vacuum.com/files/ka...components.pdf
    http://www.mksinst.com/docs/UR/Series88.pdf

    se date un occhio a questi componenti vi rendete conto che si hanno a disposizione molte opzioni architetturali. Certo, non regalano nulla, ma per me questo non è un gioco e per fare le cose per bene tocca investire un pò. E, se anche voi provate a valorizzare il tempo che dedicate con passione a questa causa, scoprirete che l'acciaio è il meno.

    Personalmente sto concentrandomi su un modello di cubo a 6 vie che mi garantisce una buona accessibilità interna tipo questo:
    https://www.vacom-shop.de/epages/Vac...9&Currency=EUR che ha lato di 7cm e costa "solo" 445 Euro o quella da 11 cm che costa 869 Euro. Comparandolo con le foto dell'apparato di Rossi credo che anche quello da 7cm dovrebbe andare bene come volume, anche tenendo conto che le flange sono grandi e permettono di collegare le opportune estensioni per elementi di potenza, sensori e apparecchiature di misura. resto in dubbio sull'acciaio 304 rispetto al 316 (che sarebbe meglio) ma i fornitori sono meno forniti.
    Le piccole dimensioni servono anche per ridurre i rischi e, inoltre, in questo modo il tutto potrà a sua volta rientrare in un cubo di piombo da 30 cm di lato per 2 di spessore il cui peso di solo 160 Kg circa renderà il tutto relativamente trasportabile.

    Se questa impostazione architetturale non viene bocciata da qualche esperto, conto di prendere almeno due cubi base gemelli. I primi esperimenti che vogliamo fare sono:

    Don Borghi/Santilli inizialmente senza microonde con arco ad elettrodi in Nickel monolitico e in nickel nano-micro compresso

    Piantelli/Focardi con nickel nano-micro compresso

    Inizialmente l'analisi di eventuale reazione sarebbe fatta senza particolari sensori collegati ai reactor, tramite semplice analisi calorimetrica tra energia immessa e Delta di Temperatura ottenuto (auspicabilmente). Naturalmente il tutto, onde evitare rischi inutili, avverrà all'interno del cubo di piombo con adeguati rilevatori di gamma, neutroni etc. Mi sto documentando su quelli professionali, ma ho anche intenzione di vedere come si comportano quelli "creativi" proposti nel forum.

    Da ultimo, a prescindere dalla misurazione della eventuale generazione di calore, ricordiamoci che quello che stiamo cercando di verificare è anche la trasmutazione, idealmente di nickel in rame. Chiaro che questo verrà fatto con tecniche di spettrometria di massa , anche se sono certo che qualcuno di voi mi suggerirà il metodo chimico del test con il ferrocianuro di potassio o della fiamma verde, che senz'altro proverò anche se francamente non mi aspetto certo di avere un 10% di rame o ferro in breve tempo.

    Bene dunque. fatemi sapere che ne pensate. Qualcuno viene a Vimercate da Roy, così ci conosciamo di persona? A proposito: mi chiamo Sergio e ogni tanto mi chiedo perché su internet la gente sia così gelosa della propria identità.

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    • Mellogrand:che ha lato di 7cm e costa "solo" 445 Euro o quella da 11 cm che costa 869 Euro.
      Visto che è poco, io opterei per quello da 869E, Ma dico... non fai prima a comprarti un pezzo di tubo le flange e te le fai saldare...
      Ciao
      __________________________________________________ ___________________________________________
      Stirling

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      • Ciao Mellogrand hai visto e-cat senza la coimbentazione? sembra fatto da un idraulico ubriaco, non credo valga la pena di spendere così tanto, opterei per un usa e getta, nel senso che una volta fissati i tubi per l'idrogeno, l'acqua di raffreddamento e le resitenze di riscaldo, si possa pensare al core come un cilindretto di acciaio riempito con il materiale che si vuole testare e inserito nel sistema, si fanno le prove e se si danneggia si butta.
        Per quanto riguarda il tipo di esperimenti quelli di santilli credo li puoi fare con risorse abbastanza limitate, credo vada curata più l'elettronica e la sensoristica più che il contenitore stesso.
        Per focardi e rossi una soluzione simile alla loro credo sia abbordabile, anzi addirittura l'idrogeno può essere fatto on demand sfruttando l'elettrolisi e regolare la pressione agendo sull'acqua.
        Rimane sempre il dubbio delle emissioni gamma e di neutroni, e quindi bisogna sempre prevedere un metodo di misura onde evitare rischi inutili.

        Ho dato un'occhiata al labview ed è come me lo riordavo, la programmazione a blocchi sinceramente non è proprio la mia preferita ma qualcosa di gia fatto con arduino c'è.
        Ma ora personalmente mi concentrerei più sulla parte di elettronica per l'acquisizione dei segnalie, poi l'interfaccia una volta che si ha il log dei valori dai sensori la si può trovare o scivere ad oc.
        L'hardware di arduino da a disposizione 6 ingressi analogici con risoluzione 10Bit bisogna decidere come usarli.
        Le misure per me sono:
        1) temoeratura acqua in ingresso AcIn1
        2) " " " " in uscita AcOut1
        3) " " reattore TR1
        4) pressione interna P1
        5) conteggio geiger
        6) ? libera

        Ora la 1 e la 2 credo si possano fare tranquillamente con un LM153
        la 3 con una PT1000? condizionata in modo da avere i 0..5V di ingresso.
        4 Trasduttore di pressione? qui non saprei
        5 geiger dipende dal segnale dello strumento, se l'uscita è audio si può digitalizzare e condizionare in modo da avere il conteggi al minuto e anche un valore dimensionale.
        Se in vece è impulsivo si entra in un ingresso didgitale sotto interrupt e si contano.
        Che ne pensate?

        Ha l'ideale sarebbe mettere un protocollo standard come ad esempio un modbus RTU in modo da poerlo interfacciare sia in lettura che in scittura con qualunque software, HMI.
        Ultima modifica di GabriChan; 15-04-2011, 20:28.
        "Non date da mangiare ai troll"
        http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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        • Gabrican
          :Che ne pensate?
          Io ho poco da pensare, ce lo già, grossomodo come e stato descritto.
          Comunque la storia e molto semplice da fare, la parte analogica per le sonde LM e PT e anche piu semplice della mia soluzione con la sonda TCK.
          Arduino si programma molto facilmente, se volete, come base di partenza, ce anche il mio firmware completo di codice per sonda geiger con tempi di campionamento a piacere o solo conteggio totale o entrambi. Il protocollo rtu e già nei sample di arduino basta caricarlo.
          La rottura maggiore sarà scrivere un buon programma lato pc.
          4 Trasduttore di pressione? qui non saprei
          No problem sul catalogo RS ce ne sono a fiumi per ogni esigenza anche differenziali.

          giusto per rimanere open-source sto anche costruendo una sonda geiger (cannetta cromata scarico lavandino) da 4x20cm, con gas argon 75%/Co2 15% (bombola X saldatura mig :-) ) e una goccia di alcol etilico per lo spegnimento. Come è pronta, se funziona, vi posto i dettagli.
          Ultima modifica di SGF; 16-04-2011, 10:28.
          Ciao
          __________________________________________________ ___________________________________________
          Stirling

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          • Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
            Le misure per me sono:
            1) temoeratura acqua in ingresso AcIn1
            2) " " " " in uscita AcOut1
            3) " " reattore TR1
            4) pressione interna P1
            5) conteggio geiger
            6) ? libera
            Devi aggiungere anche gli ingressi per la tensione e la corrente di alimentazione, che servono per misurare quanta potenza si sta dando in ingresso al sistema.

            Ora la 1 e la 2 credo si possano fare tranquillamente con un LM153 la 3 con una PT1000? condizionata in modo da avere i 0..5V di ingresso.
            Le PT100x possono essere molto precisi, ma non sopportano temperature più elevate di 400/500°C, inoltre se sono "esposte", credo che l'idrogeno a contatto col platino possa dare effetti indsiderati. Inoltre l'elettronica di condizionamento per le PT100x è piuttosto seccante: è difficile ottenere una buona risposta lineare.
            Per questi motivi io pensavo di usare delle termocoppie K: sono leggermente meno precise, ma più robuste e facili da gestire. Serve anche uno o più LM35 (uno è necessario per compensare le termocoppie).

            4 Trasduttore di pressione? qui non saprei
            Ne esistono diversi: quelli professionali (tipo Honeywell) costano parecchio. Io consiglio quelli di Freescale, che volendo possono essere pure richiesti come campioni gratuiti (basta avere un indirizzo email semi-serio, cioè non hotmail o simili). Anche a comprarli costano pochi euro. C'è da dire che il range di pressione è comunque limitato (max 5/10 bar).

            5 geiger dipende dal segnale dello strumento, se l'uscita è audio si può digitalizzare e condizionare in modo da avere il conteggi al minuto e anche un valore dimensionale.
            Il problema è il sensore e la sua alimentazione, non tanto la lettura. Vi svelo un trucchetto a tal proposito: per ottenere un conteggio "analogico" basta collegare l'impulso in uscita dalla sonda ad un integratore analogico: si ottiene una tensione che cresce gradualmente ad ogni impulso... A quel punto si può usare anche un ingresso analogico per acquisirlo.

            Sempre per questioni di costi e di tempi realizzativi vi faccio presente che l'autocostruzione non è necessariamente più vantaggiosa dell'acquisto di qualcosa di pronto.
            Date un'occhiata qui:
            Data Acquisition Starter Kits
            Vi danno anche il software di acquisizione e log.
            Anche altri produttori offrono serie a basso costo (perfino da NI ve la potete cavare con un centinaio di euro).
            La parte delicata che deve sempre essere costruita rimane quella di condizionamento dei vari ingressi. Per questo motivo vale la pena di spendere maggiori energie su questa piuttosto che "reinventare" ciò che già esiste.

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            • Ciao Vettore sarebbe bello avere un unico segnale per la potenza immessa ovvero non so 0.1V un W..... bwana?
              Con I2C di arduino si possono collegare integrati ADC con risoluzioni fino 24Bit, in realtà il vero pro blema non è la risoluzione in bit ma è l'alimentazzione che deve essere molto stabile e precisa per non avere troppi bit che ballano. Ad esempio http://cds.linear.com/docs/Datasheet/2499fd.pdf

              @SGF io intendevo un ptotocollo noto tipo MODBUS RTU, ha il vantaggio di poter essere interfacciato con quasi qualunque cosa e di poter leggere i dai ma anche scriverli nei registri in modo da poter cambiare i settaggi al volo come da te richiesto.

              Ciao
              "Non date da mangiare ai troll"
              http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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              • @SGF io intendevo un ptotocollo noto tipo MODBUS RTU, ha il vantaggio di poter essere interfacciato con quasi qualunque cosa e di poter leggere i dai ma anche scriverli nei registri in modo da poter cambiare i settaggi al volo come da te richiesto.

                Ciao
                Ho capito bene cosa intendi, tuttavia sono riandato a controllare negli exsampe e il codice pronto non ce, ero convinto fosse, forse lo visto nel sito di arduino ma non ricordo bene.
                Ciao
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                Stirling

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                • http://sites.google.com/site/jpmzome...edirects=0&d=1

                  arduino modbus slave - jpmzometa

                  Ciao
                  "Non date da mangiare ai troll"
                  http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                  • Ecco il modbus...ora ci vuole un buon HMI....
                    Ciao
                    __________________________________________________ ___________________________________________
                    Stirling

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                    • Winlog Lite, software SCADA HMI in versione gratuita
                      stò dando un'occhiata a questo 24 variabili dovrebbero bastare
                      ciao
                      "Non date da mangiare ai troll"
                      http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                      • Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                        Ciao Vettore sarebbe bello avere un unico segnale per la potenza immessa ovvero non so 0.1V un W..... bwana?
                        Analogicamente non è facile ottenere questa cosa: si può, ma rischi di avere un segnale poco preciso e poco lineare rispetto alla potenza vera. Inoltre la potenza è una grandezza *******ina: può riservare molte sorprese inaspettate, per di più visto che è una variabile molto critica in questo tipo di esperimenti non mi pare il caso di fare "economia" su questo...

                        Con I2C di arduino si possono collegare integrati ADC con risoluzioni fino 24Bit, in realtà il vero pro blema non è la risoluzione in bit ma è l'alimentazzione che deve essere molto stabile e precisa per non avere troppi bit che ballano.
                        Il fatto che il campionamento sarà lento permette di usare dei filtri passa-basso molto bassi che tagliano parecchio il rumore, anche quello delle alimentazioni, quindi non credo sia un grandissimo problema. Invece l'uso degli ADC a 24 bit (quindi sigma-delta) è una cosa che eviterei assolutamente, perchè è complicata e porterebbe tantissimi problemi pratici e teorici difficili da individuare e risolvere. Tra l'altro se vuoi misurare un segnale con quelle risoluzioni (decimi di uV) devi essere sicuro che il livello del rumore del tuo circuito sia almeno 10 volte inferiore... A quei livelli cominci ad avere a che fare più col paranormale che con l'elettronica classica, tel'assicuro...
                        Un 16 bit può andare bene: non sono in genere sigma-delta, e non c'è bisogno di fare i salti mortali per usarli (tra l'altro già a 16 bit il rumore del tuo circuito si sente parecchio...).

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                        • @quantum leap: grazie per l’entusiasmo.
                          Io mi do ancora qualche giorno per valutare il livello di risonanza qui, sia quantitativo che qualitativo, per decidere se è il caso di procedere col metodo ‘in rete’, oppure da solo, tenendovi al corrente.
                          Chécche se ne dica, non è un’impresa semplice semplice e necessita un minimo di coordinamento.
                          Anni fa avevo progettato e sviluppato, in un gruppo di 2-3 persone, un sistema di acquisizione dati modulare e flessibile indirizzato all’aeronautica. Parte è poi andata a finire in prodotti commerciali. L’insieme di requisiti era simile; là c’erano le normative aeronautiche (do-160 per l’HW, do-178 per il FW) che qui (per fortuna) non ci sono. Per inciso, seguire le do-178 con uno sviluppo ‘distribuito’ del FW non sarebbe neanche possibile in pratica.
                          Comunque quel progetto mi ha insegnato un sacco sulla metodologia di progettazione e sviluppo da una parte, e su sensorica (termocoppie e pt100x per le temperature di testata dei cilindri, del gas di scarico, ambiente, acqua, olio ecc.; pressioni olio, manicotto, atmosferica, differenziale (pitot); flusso di carburante; e i soliti volt e ampère, poi GPS, giroscopi ecc.). Criteri più importanti erano robustezza ed affidabilità nell’ambiente di uso, e generalmente solo in terza posizione la precisione.
                          Qui la graduatoria cambia un pò, e naturalmente intervengono anche i costi. Tra l’altro in quel prodotto, alla fine i connettori si sono rivelati i componenti più costosi

                          L’architettura era grossomodo così

                          http://docs.google.com/leaf?id=0BxARZ4CXJqchZjllODczYjktZWRmMi00Njk2LTlkZ GYtODZmZGJkNWU5NTI3&hl=en

                          Dove in particolare il bus RS485 era simile a MODBUS, ma più semplice, tipo il LIN che vedo bene per il presente progetto, perché il protocollo è leggero, e per il resto è più che sufficiente. Introduzione qui; Introduction to the Local Interconnect Network (LIN) Bus - Developer Zone - National Instruments

                          Già che ci siamo, ora lasciatemi mettere alcuni buoi davanti al carro anche a me.
                          Vedrei dunque per il bus LIN un cavo a 3 poli (+ e - alimentazione, segnale) con l’alimentazione tra 5 e 18V.
                          Connettori M8 a vite. Le sotto-centraline sarebbero specializzate vuoi per tipo di sensore, vuoi per sottofunzione applicativa. Ad es. uno scatolotto per sei termocoppie, uno per alcuni flussometri, o un rivelatore gamma o neutroni, così:
                          https://docs.google.com/leaf?id=0BxA...NjE3MTcz&hl=en

                          Ogni sottocentralina avrebbe i compiti di acquisizione, calibrazione locale, e comunicazione (rispondere a richieste dal master LIN). Conterrebbe un micro adatto allo scopo, qui vedrei un oggetto tipo ATmega; se Atmega perché no col bootloader di arduino, cosicché per il primo prototipaggio può essere usato un arduino normale.
                          In alternativa all’atmega, ad es la serie della Silabs. Ad es il C8051F350 che ha 8 canali di conversione AD a 24 bit, che ho già usato in passato e l’AD è molto fedele. O perché no un PIC.
                          Il fatto è che una volta definito il bus e il protocollo, ogni sub-centralina è poi libera di scegliere il micro che meglio si presta, senza dogmi insomma.

                          Seguirà un post riguardo a soft di monitoraggio e presentazione su PC.

                          PS
                          4 Trasduttore di pressione? qui non saprei
                          ne esistono a iosa: ad es questi anche piccoli fino a 350 bar: http://www.meas-spec.com/pressure-se...ansducers.aspx
                          Ultima modifica di vanesio; 16-04-2011, 23:25. Motivo: immagini, pressione

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                          • Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                            La potenza è una grandezza *******ina: può riservare molte sorprese inaspettate, per di più visto che è una variabile molto critica in questo tipo di esperimenti non mi pare il caso di fare "economia" su questo...
                            Proprio perchè è una grandezza rognosa da misurare speravo ci fosse un modo con dell'elettronica analogica di sopperire al peroblema.
                            Del tipo una resistenza di shunt o un ta per la corrente e un partitore per la tensione e un operazionale per fare la moltiplica, o qualcosa di simile.
                            Per le conversioni di segnale, credo che la temperatura bastino ed avanzino i 10bit di arduino, per le altre lettura credo vadano dimensionate a posteriori... una volta che si ha una idea del tipo di dati che si vogliono catturare.
                            Anche se nella dimostrazione di bologna non ricordo se c'era uno strumento che misurava la potenza immessa dalla resistenza, ricordo solo lo strumento che regolava la temperatura, credo con un PID.
                            Ciao.
                            Ultima modifica di GabriChan; 17-04-2011, 02:19.
                            "Non date da mangiare ai troll"
                            http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                            • Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                              Proprio perchè è una grandezza rognosa da misurare speravo ci fosse un modo con dell'elettronica analogica di sopperire al peroblema.
                              Vettore: La potenza è una grandezza *******ina: può riservare molte sorprese inaspettate
                              GabriChan, la tua speranza non è stata vana: ad es un moltiplicatore a "Gilbert cell". Questo circuito inoltre ti da anche l'isolazione... Optoisolators compute watts and volt-amperes - 2008-02-21 08:00:00 | EDN
                              Vedrei abbinata la funzione di wattometro a quella di interruttore (es. triac, anch'esso isolato), di modo da avere, in uno scatolino pilotato via LIN, quel che serve per una regolazione della temperatura con misura dell'energia spesa.
                              ...credo con un PID
                              mah. io il PID non l'ho visto.

                              ...bastino ed avanzino i 10bit di arduino...
                              guarda che 10 bit non sono tanti, prova a mapparli nel range di una termocoppia K. Poi l'ADC dell'arduino non è il massimo...
                              Ultima modifica di vanesio; 17-04-2011, 06:48.

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                              • Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                                Proprio perchè è una grandezza rognosa da misurare speravo ci fosse un modo con dell'elettronica analogica di sopperire al peroblema.
                                Ci sono diversi metodi, ma sono quasi tutti molto indiretti (sfruttano la composizione di campi o l'aumento di temperatura ed i fenomeni ed esso collegati), oppure se sono puramente elettronici possono avere il problema che funzionano solo in alcune condizioni e non in tutte (corrente solo in una direzione o solo continua, tensione solo positiva o limitata in un certo range...). Attualmente lo stato dell'arte dei wattmetri elettronici è ottenuto proprio campionando ad alta risoluzione tensione e corrente e moltiplicandoli tra loro digitalmente (l'alta risoluzione è usata più per avere una grande gamma dinamica che per guadagnare in precisione).

                                Del tipo una resistenza di shunt o un ta per la corrente e un partitore per la tensione e un operazionale per fare la moltiplica, o qualcosa di simile.
                                Beh, qualcosa del genere si potrebbe fare: usare un sensore di corrente hall raziometrico alimentato con la tensione letta dal circuito. Però non mi fiderei...

                                Per le conversioni di segnale, credo che la temperatura bastino ed avanzino i 10bit di arduino, per le altre lettura credo vadano dimensionate a posteriori... una volta che si ha una idea del tipo di dati che si vogliono catturare.
                                Si, l'avevamo già considerato: 10 bit sono più che sufficienti per la sensibilità dei sensori in gioco e per la precisione che vogliamo/possiamo raggiungere.

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                                • Cavolo, ragazzi, non faccio tempo a restare due gioni fuori che mi costruite un'astronave! E bravi!
                                  Ora pero` datemi il tempo di leggere con calma i vostri interventi, e soprattutto la marea di links che avete messo, e poi forse riusciro` a riprendere anch'io ad intervenire in maniera sensata. Cavolo, siete proprio partiti col botto, che bello!

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                                  • Ciao a tutti,
                                    Volevo chiederVi un' informazione...
                                    Mi sapreste spiegare esattamente, comeè fatto un reattore Rossi-Focardi?
                                    Qualcosa simile a questo? (scusate il pessimo disegno paint!)

                                    Ciao a tutti!

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                                    • Probabilmente si...
                                      Ma come sai, nessuno di noi l'ha mai aperto...

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                                      • Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                                        Probabilmente si...
                                        Ma come sai, nessuno di noi l'ha mai aperto...
                                        ok grazie mille...
                                        A volte si è parlato di acqua borata anche... ma questa dove starebbe?
                                        Fa parte del vecchio brevetto oppure è tutt' ora presenta?
                                        Se mai è locata tra la resistenza e lo schermo di piombo?
                                        A mio parere non c'è... nel senso che tra la resistenza e il nucleo non ci puo stare visto che ci deve passare l' acqua... e tra la resistenza e la schermatura, mi sembra improbabile... anche se il Rossi ha piu volte citato l' effetto termico della schermatura come parte integrante dell' Ecat...
                                        Ciao!

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                                        • Nano Nickel Powder 50g N1-50TE 50nm Ni Pre-Dispersion | eBay

                                          Questo tipo di nanoNickel, puo andare bene?
                                          Ciao...

                                          Mi autorispondo...

                                          " E quindi non ha che fare con la nostra idea di nucleare: raggi gamma, pericoli ecc.

                                          I raggi gamma un pochino ci sono, adesso arrivo a spiegare come. Però i gamma si schermano con il piombo.

                                          Quindi, non ci sono neutroni, cosa importantissima: ci si può difendere anche dai neutroni, ma ci vuole il boro, ci vuole l'acqua, il sistema si complica parecchio; mentre per i gamma si usa il solo piombo. E poi non sono gamma di alta energia e quindi si schermano facilmente."

                                          Focardi dice che non c'è... solo Pb...
                                          Ciao!
                                          Ultima modifica di alexej89; 17-04-2011, 15:10.

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                                          • Originariamente inviato da alexej89 Visualizza il messaggio
                                            Mi autorispondo...

                                            " E quindi non ha che fare con la nostra idea di nucleare: raggi gamma, pericoli ecc.
                                            Si, comunque cerca di essere BEN SICURO di quello che fai/farai:
                                            scherzare con idrogeno non purissimo a 400 C vuol dire SALTARE IN ARIA, beccarsi senza saperlo dosi massicce di radiazioni non e` mai stato un ricostituente, la fortuna e` cieca ma la s**** ci vede BENISSIMO!
                                            Per favore non obbligarci a scrivere il tuo necrologio (Scongiuri,scongiuri,scongiuri)
                                            Ciao
                                            Ultima modifica di Quantum Leap; 21-04-2011, 08:43. Motivo: quote mal formattato

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                                            • @alexej89: chiaro che non avendolo mai aperto nessuno puo' dire, pero' mi sembra poco sensata la posizione delle resistenze: queste probabilmente sono in contatto termico con la camera di reazione, e non col flusso d'acqua. Anche perche' senno' nella prova di Febbraio, con 3lt/sec di acqua del rubinetto non avrebbero riscaldato neanche un toast.

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                                              • Originariamente inviato da bwana Visualizza il messaggio
                                                Si, comunque cerca di essere BEN SICURO di quello che fai/farai: scherzare con idrogeno non purissimo a 400 C vuol dire SALTARE IN ARIA, beccarsi senza saperlo dosi massicce di radiazioni non e` mai stato un ricostituente
                                                Beh, in cima alla lista dei pericoli io ci metteri anche quelle polveri di nichel di cui al link! Sono tossiche (per contatto), possono dare luogo a composti cancerogeni, assorbono idrogeno e prendono fuoco spontaneamente, innescano la reazione tra idrogeno ed aria provocando esplosioni e tanto altro...

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                                                • @ zorto:
                                                  Io mi sono basato sulle foto dei reattori aperti, mostrate agli svedesi... ce ne stanno tre aperti, è tutti e tre sembrano avere la resistenza intorno alla calotta esterna, per la precisione sul tubo da 5 cm di diametro...

                                                  @vettore: conosco le problematiche legate al nickel, difatti quelle li erano un esempio, anche perchè sono sicuro che Rossi non le usa, almeno non in forma polverosa... sinterizzata mi sembra piu plausibile... perchè il tubo non è sottovuoto e non viene lavato mai, addirittura dice che l' aria rimane all' interno del reattore come impurità compressa dall ' idrogeno.

                                                  Comunque per ora mi concentro sulla costruzione di un reattore clone di quello mostrato agli svedesi, compreso uno schermo in Pb da 2 cm...
                                                  Poi passerò alla sperimentazione con un catalizzatore, secondo me molto promettente...
                                                  In caso di fallimento, aspetterò il brevetto, ma avrò gia un Ecat clone pronto per i primi test con il Catalizzatore noto... Dovrebbe arrivare a momenti (credo qualche mese), se invece si dimostrerà una bufala, potrei sempre tenerlo a portata di mano per altre sperimentazioni future.

                                                  Ciao!

                                                  Commenta


                                                  • Originariamente inviato da alexej89 Visualizza il messaggio
                                                    Io mi sono basato sulle foto
                                                    non c'e' nulla che vieti che la camera di reazione sia appoggiata sulla base inferiore del cipollotto, e quindi, se la resistenza e' posizionata all'esterno, sia in contatto termico con la camera di reazione. Insomma, tra la resistenza e la camera di reazione non ci puo' essere acqua corrente. Altrimenti significa che probabilmente la reazione si sviluppa a temperatura ambiente in una giornata un po' calda...

                                                    Commenta


                                                    • Originariamente inviato da zorto Visualizza il messaggio
                                                      non c'e' nulla che vieti che la camera di reazione sia appoggiata sulla base inferiore del cipollotto, e quindi, se la resistenza e' posizionata all'esterno, sia in contatto termico con la camera di reazione. Insomma, tra la resistenza e la camera di reazione non ci puo' essere acqua corrente. Altrimenti significa che probabilmente la reazione si sviluppa a temperatura ambiente in una giornata un po' calda...
                                                      Mhh...
                                                      si effettivamente nulla lo vieta... ma non ne sono sicuro...
                                                      Fasce riscaldanti e resistenze piatte - Infra Rodon
                                                      queste sono il tipo di resistenza usata... a fascia e considerando che il bulbo interno dovrebbe essere cilindrico a ragion di logica... avrebbero solo una linea di contatto... non è il massimo per lo scambio termico...
                                                      Secondo me il bulbo è in mezzo circondato dall' acqua... al piu c'è un altro riscaldatore... comunque focardi dice che aumentando la portata dell' acqua e spengendo la resistenza si spegne la reazione...
                                                      Quindi deduco che l' acqua ruoli un gioco fondamentale nell' asportare calore al bulbo di reazione...

                                                      Mah... io provo cosi... e vediamo che temperature riesco a raggiungere nel bulbo...

                                                      Ciao!

                                                      Commenta


                                                      • Heatron B2E2A59-B1 Band Heater 2" Dia x 2" 275W | eBay

                                                        qualcosa del genere da 2"... 275W... molto simile..

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                                                        • Ad avvalorare la mia tesi, gli svedesi dicono:
                                                          "
                                                          Un tubo di rame circonda il reattore d'acciaio. L'acqua si riscalda mentre scorre tra l'acciaio e il rame. Durante il funzionamento, il reatore è inoltre avvolto da un isolamento e da una schermatura di piombo di circa due centimetri (0,8 pollici) di spessore.
                                                          "

                                                          Inoltre, a proposito del catalizzatore, sono sicuro che esso non sia presente mischiato alla polvere, ma sotto forma di o rivestimento o filamenti, spugna, retina etc... altrimenti avrebbero trovato tracce nella polvere analizzata... (sempre che la polvere non sia un Fake architettato ad arte).
                                                          Ciao...

                                                          Commenta


                                                          • alexej89, mi sa che ti stai fasciando la testa, per i primi esperimenti puoi usare solo un piccolo tubo inox con il tubetto per caricare l'idrogeno, senza bisogno dell'acqua di raffreddamento, poi per riscaldarlo ci sono diversi metodi, tipo inserire una candeletta x motore diesel, oppure esternamente con delle fascette inox ci strigi hai lati del tubo una o più resistenze esempio quelle piatte per saldatore a stagno. oppure isoli il tubo con tessuto refrattario e ci avvolgi sopra il filo di costantana, magari recuperato da una vecchia stufetta elettrica, giusto per non andare a buttare soldi.
                                                            Se poi, e dico poi, la storia funziona, allora varrà la pena spende qualche lira in più per costruire qual cosa di concreto e funzionale(il tuo scaldabagno atomico).
                                                            Inoltre, a proposito del catalizzatore, sono sicuro che esso non sia presente mischiato alla polvere, ma sotto forma di o rivestimento o filamenti, spugna, retina etc... altrimenti avrebbero trovato tracce nella polvere analizzata..
                                                            Veramente non siamo sicuri neanche di cosa intenda L'ing Rossi per catalizzatori...Magari e qualcosa che si trova in un altra dimensione spazio temporale, e comunque ho parecchi dubbi sulle polveri fatte analizzare agli svedesi.
                                                            Ciao
                                                            __________________________________________________ ___________________________________________
                                                            Stirling

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                                                            • Sui catalizzatori, io ne sono sicuro, lo ha affermato Focardi e di lui mi fido molto... almeno a sentimento.

                                                              Secondo me sono da ricercare tra quelli già coinvolti nel processo dell' idrogeno monoatomico.

                                                              Vorrei tentare di utilizzare tungsteno, in quanto per ora mi sembra uno dei migliori candidati catalizzatori.

                                                              Per l' esattezza mi voglio concentrare su polvere di Ni e W insieme, poi su Ni e Carburo di tungsteno WC.

                                                              Inoltre se riesco a trovare, vorrei provare a costruire il nucleo in acciaio legato al Tungsteno ma non saprei proprio dove recuperarlo (potrebbe fungere lui stesso da catalizzatore).

                                                              Per il clone, dal punto di vista ingegneristico a parte la colonna evaporativa, mi sembra davvero ben fatto..., per questo, mi vorrei orientare su questa configurazione.

                                                              Inoltre se devo spendere poco per una cosa non ottima e poco di piu per una ottima preferisco la seconda opzione.

                                                              Inoltre, secondo me, questa configurazione, consente una migliore gestione dei parametri in gioco, sopratutto di quelli termici.

                                                              Infatti con questa configurazione, è possibile modulare l' energia trasmessa al nucleo, soltanto modulando la portata d' acqua... e lasciando la resistenza a palla per tutto il tempo...

                                                              Per i costi, sono tre tubi di rame per l' esterno, il nucleo in acciaio inox (sto pensando ad un tubo filettato internamente con filetti gas, e tappi in inox), il rubinetto per l' idrogeno.

                                                              Il riscaldatore a fascia ceramico, permette di raggiungere temperature dei 700K senza problemi.

                                                              Per il filo ho una bella bobina di NiCr, che potrei utilizzare....

                                                              Comunque, il fatto che non viene usato un lavaggio del nucleo, mi fa risparmiare tantissimo sulla pompa a vuoto, che attualmente non possiedo (di solito utilizzo un gruppo compressore frigo).

                                                              Sono seriamente intenzionato a sperimentare un po, perchè questa volta sono molto fiducioso.

                                                              Credo molto nella teoria dell' idrogeno monoatomico coinvolto nella reazione.

                                                              Ciao a tutti.

                                                              Gradirei conoscere quali sono gli sviluppi attuali dei reattori sperimentali creati da membri di questo Forum, se vi và, si potrebbe pensare a creare un blog, dove inserire soltanto gli aspetti sperimentali di questa tecnologia.

                                                              P.S. mi ha scritto oggi una mail l' ing. Rossi!!!

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