Originariamente inviato da primus71
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Temo (e ho ragione dammi retta!) infatti che SE davvero le fabbriche nazionali di qualsiasi cosa continuano con questo trend, la visione che alcuni hanno (non so tu, ma molti la hanno eccome!) di un mercato saggio e da non disturbare che "falcia" ciò che non è conveniente per premiare cosa è conveniente sia un pericoloso azzardo! Specie in un mercato globale dove il capitale di investimento ha miriadi di scelte aperte!
E' l'idea utopica che basterà fornire energia a basso costo e tutti vorranno aprire una fabbrica di saponette aromatizzate al barbera nelle Langhe! E' puerile!
Il furbone che ha scritto l'articolo mi sembra un cavallo da tiro col paraocchi laterale che mira al fango sulla strada e muore di fame perchè non vede l'erba attorno!
MA come si può dire "se il petrolio aumenterà chissene... andremo a nuke"! Ma il petrolio LETTERALMENTE è la base su cui si fonda l'alimentazione, l'occupazione e il commercio!
Se il trend di tramonto dell'occupazione industriale proseguirà... ci troveremo (io e te!) con decine di migliaia di "parassiti sociali" da occupare in qualche modo! Cosa mi importa di pagare il kWh 0,20 invece di 0,25€ se poi mi trovo a dover lasciare a terra più della metà del mio reddito perchè serve "dare risposte concrete ed urgenti"?!?
Tu dici, per me giustamente, che non conviene avere un unico fornitore.
Verissimo! Tu ne parli per favorire il nuke, ma questo sappiamo benissimo che è NEI FATTI già favorito! Se domani il peak oil dovesse sbucare da terra facendo "buh!" sappiamo benissimo che il no-nuke perderebbe molti fans!
Purtroppo il nuke NON è nè sarà mai l'unica e definitiva risposta! E certo la strepitosa notizia che potremmo avere corrente elettrica a un prezzo simile all'attuale NON modificherebbe di una virgola i problemi dati dalla mancanza di petrolio! (O credi davvero che vedremo cargo e TIR a "biofuel"!??)
La crisi sarebbe devastante, con gravissimi rischi di guerra per il controllo delle fonti!
LA risposta seria è nel favorire "altri fornitori". TUTTI! Anche quelli che ORA possono apparire meno convenienti.
Primo perchè la convenienza è un argomento da chiarire bene!
L'ho già ripetuto e molti lo segnalano da tempo, ma non c'è alcuna convenienza a livello di cittadinanza nell'accettare una forma di produzione meno cara economicamente alla produzione ma molto, molto costosa in termini di ambiente e salute per la cittadinanza! (e non sto parlando di nucleare sia chiaro!!!)
E' ovvio e banale che si tratta di due tipi di convenienza! C'è la convenienza del produtore, che mira a produrre al minor costo possibile per offrire un prodotto competitivo e la convenienza della società!
Ti posso garantire che, se mi si dà carta bianca, utilizzando amianto sono in grado di sbaragliare ogni concorrenza nel mercato dell'isolamento! E troverei anche investitori!
L'articolo, nella sua stupidità, ha perlomeno il pregio di far riflettere su un fatto. Se davvero questo oil peak ci sarà, assodato che le infantili "rassicurazioni" dell'autore sono utili come un ghiacciolo alla menta al Polo, è CONVENIENTE cominciare da ora, subito, senza indugio, a setacciare TUTTE le vie alternative. Investendo, quindi anche sovvenzionando, TUTTE le alternative possibili.
L'unico appunto da fare alle sovvenzioni è quello che occorre fare di base a tutte le sovvenzioni! E cioè l'obbligo per la sovvenzione di essere una cosa temporanea, necessaria allo sviluppo e sopportabile e non una forma di "distribuzione keinesiana" della ricchezza prodotta dagli altri!!!
Questo discorso fa piazza pulita di botto di tutte le solite solfe che si leggono sulle FER "troppo care", "non mature tecnologicamente" e sopratutto sul discorso "quando saranno competitive ci penseremo".
Perchè da sole, diventerebbero competitive solo nel momento in cui la crisi dovuta all'esplosione de prezzi le farà diventare tali (lo dice l'autore eh, non io!)
Ma a quel punto ci troveremmo in una condizione di "acqua alla gola" devastante. Con disoccupazione diffusa, beni a prezzo carissimo (le produzioni industriali ormai sono tutte lontano e solo il trasporto a basso costo le rende accessibili a noi), impossibilità ad investire. Ci si volgerebbe velocemente al carbone e punto. Tornando indietro di decenni. E senza comunque prospettive di crescita industriale, visto che l'industria resterebbe ben lontana.
La morale è una sola.
Ben lungi dal lanciare un segnale di "ce la caveremmo comunque" l'articolo indica proprio come i paesi più avanzati tecnologicamente abbiano il dovere e tutto l'interesse di provare a rendere la produzione energetica e di carburante slegata dalla disponibilità di fonti fossili nel più breve tempo possibile e nella maniera più estesa possibile.
Se poi questa produzione permette di "deviare" verso un'attività produttiva anche una parte delle masse orfane del sistema industriale TANTO MA TANTO MEGLIO! Perchè l'alternativa è una società in cui pochissimi superspecializzati lottano al coltello per guadagnare un reddito subito confiscato per mantenere in uno stato appena sopra l'indigenza una massa sterminata (e in aumento per l'inevitabile immigrazione) di "parassiti sociali".
Originariamente inviato da tersite3
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Comunque anche ci bloccassimo domani a 10 il vero problema è che TUTTI quei 10 mirano al livello di vita occidentale.Quindi la domanda di petrolio sarebbe destinata a salire in ogni caso.
Mi sembra verosimile, parlando di scenari strategici futuri, che la scelta di mantenerci dipendenti in alta percentuale da risorse che diventeranno sempre più necessarie anche per chi guarda gli schermi di un sottomarino nucleare attraverso occhi a mandorla non sia una assoluta prova di lungimiranza!
Delle due l'una.
O ci comportiamo come in realtà, sotto sotto, pensiamo sia "naturale" e cioè diciamo a quelli "vabbè, avete vissuto per secoli nellec apanne ora volete sta latta di petrolio? Eh no! Questa serve a me che devo andare in auto al lavoro!". Soluzione dignitosa, adottata per millenni, ma che presuppone un certo "pelo" e poca attenzione ai danni collaterali!
O proviamo che non siamo i "padroni del mondo" per mera casualità e proviamo CON L'ESEMPIO che un modo di sviluppo diverso è possibile!
Insomma una ulteriore "discontinuità sociale" che indichi la nuova strada, La Rivoluzione insomma.
Quella vera però. Perchè di vere Rivoluzioni in passato ce ne sono state molte, l'ultima è quella informatica, ma non hanno nulla a che fare con le dispute ideologiche.
La Rivoluzione Verde potrebbe essere proprio questo.
Un nuovo obiettivo di sviluppo che non va più nella direzione di "occupare le masse usando l'energia di riserva per produrre più beni possibile al minor costo possibile", ma "occupare le masse usando la tecnologia per produrre più energia DI FLUSSO possibile".
Magari preparandosi nel contempo al peggio!
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