Vedi Snap, la furia distruttrice è sempre stata insita nell'uomo. Specie quando è messo nelle condizioni di temere per la salute e il benessere suo e dei suoi cari. A ben guardare dietro tutte le guerre c'è spesso la paura dell'altro. E quella sta tornando eh!
Solo l'abbondanza energetica e tecnologica ha permesso al mondo occidentale un lungo periodo di pace. Che, purtroppo, molti, troppi pensano sia una specie di "pietra tombale" della storia che ci ha messo ormai al di sopra ed oltre il pericolo della violenza.
Gli episodi di Torino non nascono dal nulla, così come razzismi e localismi vari. Ma spesso sono anche scelte apparentemente "progressiste" quelle che poi causano i danni più gravi.
Nel caso dell'art. 18 non era mia intenzione criticarlo per antitesi ideologica. Non è "pericoloso" è solo patetico! Come i famosi cartelli ospedalieri appunto.
Lo so che parla di "giusta causa", ma il concetto credo sia proprio definire quale sia la causa "giusta". A mio parere se un'azienda è in crisi non è che può....DEVE licenziare! Altrimenti è impossibile qualsiasi riconversione (visto che presumere un maggior impegno di capitali da parte del "padrone" in un'azienda in crisi è una delle più tipiche e amaramente divertenti utopie sindacalistiche!) e si rischia la crisi di liquidità. Questo semplice fatto è alla base dell'uscita di scena dell'Italia negli anni 80 da vari settori strategici che necessitavano di rapide e agili azioni di adeguamento al mercato in tumultuosa trasformazione e non delle lente liturgie sindacatocratiche. Esempio su tutti l'elettronica. Ed è anche uno dei motivi per cui in Italia l'assunzione è diventata un passo talmente "pesante" che le aziende preferiscono pagare di più, ma assumere a tempo determinato.
Ma se parliamo di disoccupazione giovanile e precariato la colpa è sempre e solo dei pessimi, egoisti, incapaci, immaturi e pure un pò tonti imprenditori. Ovvio!
Comunque questa è una mia idea. E le aziende ormai sanno come difendersi da questo rudere della guerra fredda. Infatti, come dice giustamente la Camusso (ma forse senza comprenderne bene bene il perchè!) per le aziende non è una prirità, se ne fregano se viene tolto o meno.
Non è un problema per loro, perlomeno!
Non mi risulta che i lavoratori della Fincantieri di Genova si sentano tanto rassicurati dal sapere che è tuttora vigente. Sbaglio?
Il problema vero è quello che ho detto. La mancanza di un vero sistema di ammortizzatori sociali sulla disoccupazione che permetta a chi viene licenziato di potere reintegrarsi senza l'ansia di trovarsi sul lastrico da un giorno all'altro. E che tamponi gli effetti di una eventuale ondata di disoccupazione da crisi (dove l'art. 18 sarebbe utile quanto le preghiere del parroco! Basta crederci!)
Invece abbiamo un sistema che impone questo rischio agli "s****ti" che lavorano nelle aziende sotto i 50 dipendenti (perchè per loro NON esiste alcun ammortizzatore in pratica!) o delega la protezione dello status quo alle aziende più grandi. Con scarsi risultati comunque.
CApisco però che la difesa dell'art. 18 sia un pò ormai l'ultima ridotta nella Caporetto sindacale degli ultimi anni, quindi non vedo motivo di maramaldeggiare sulla povera Camusso & C. Tenetevelo stretto.
Io non sono del tutto convinto che questa azione di tardivo pentimento contabile degli stati europei possa salvarci dal baratro, e concordo con alvisal61 quando dice che l'esagerare nel comprimere può avere effetti recessivi.
Ma non sono così ingenuo da credere che qualsiasi misura che colpisca alcuni sia SEMPRE recessiva e se colpisce altri allora ci fa crescere!
Tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici del 25% è recessivo (perchè 4 milioni di persone potranno spendere il 25% in meno!). Bloccare le assunzioni e spostare (d'ufficio e senza tante tutele!!) personale dalle amministrazioni (e località!) dove c'è esubero a quelle dove c'è carenza non deprime proprio nulla!
Tagliare l'adeguamento delle pensioni all'inflazione è parzialmente depressivo, cambiare la norma che impone allo stato di versare il 24% dei contributi ai dipendenti statali (ma perchè poi?!?) e parificarli agli autonomi (20% a esclusivo carico del lavoratore) non deprime proprio nulla (se non l'umore dei dipendenti!) e sarebbe un risparmio da oltre 25 miliardi/anno.
Imporre contributi più elevati agli autonomi è depressivo. Gettare finalmente nel wc le pensioni di anzianità e allinearci a TUTTA l'Europa (a 16, 17, 27 non cambia nulla!) farà girare certamente le scatole a chi si vede allontanare il traguardo che pensava a portata di mano, ma NON deprime proprio nulla!
Anche dal punto di vista delle entrate ci sono azioni come le privatizzazioni e la vendita di patrimonio immobiliare statale che possono fruttare molto e dare effetti molto meno depressivi delle fantasticherie sulle tasse ai superricchi.
Sono però sempre più convinto che solo una uscita graduale e sostenibile dall'economia finanziaria verso una nuova economia possa davvero tutelare le fasce deboli.
Solo l'abbondanza energetica e tecnologica ha permesso al mondo occidentale un lungo periodo di pace. Che, purtroppo, molti, troppi pensano sia una specie di "pietra tombale" della storia che ci ha messo ormai al di sopra ed oltre il pericolo della violenza.
Gli episodi di Torino non nascono dal nulla, così come razzismi e localismi vari. Ma spesso sono anche scelte apparentemente "progressiste" quelle che poi causano i danni più gravi.
Nel caso dell'art. 18 non era mia intenzione criticarlo per antitesi ideologica. Non è "pericoloso" è solo patetico! Come i famosi cartelli ospedalieri appunto.
Lo so che parla di "giusta causa", ma il concetto credo sia proprio definire quale sia la causa "giusta". A mio parere se un'azienda è in crisi non è che può....DEVE licenziare! Altrimenti è impossibile qualsiasi riconversione (visto che presumere un maggior impegno di capitali da parte del "padrone" in un'azienda in crisi è una delle più tipiche e amaramente divertenti utopie sindacalistiche!) e si rischia la crisi di liquidità. Questo semplice fatto è alla base dell'uscita di scena dell'Italia negli anni 80 da vari settori strategici che necessitavano di rapide e agili azioni di adeguamento al mercato in tumultuosa trasformazione e non delle lente liturgie sindacatocratiche. Esempio su tutti l'elettronica. Ed è anche uno dei motivi per cui in Italia l'assunzione è diventata un passo talmente "pesante" che le aziende preferiscono pagare di più, ma assumere a tempo determinato.
Ma se parliamo di disoccupazione giovanile e precariato la colpa è sempre e solo dei pessimi, egoisti, incapaci, immaturi e pure un pò tonti imprenditori. Ovvio!
Comunque questa è una mia idea. E le aziende ormai sanno come difendersi da questo rudere della guerra fredda. Infatti, come dice giustamente la Camusso (ma forse senza comprenderne bene bene il perchè!) per le aziende non è una prirità, se ne fregano se viene tolto o meno.
Non è un problema per loro, perlomeno!
Non mi risulta che i lavoratori della Fincantieri di Genova si sentano tanto rassicurati dal sapere che è tuttora vigente. Sbaglio?
Il problema vero è quello che ho detto. La mancanza di un vero sistema di ammortizzatori sociali sulla disoccupazione che permetta a chi viene licenziato di potere reintegrarsi senza l'ansia di trovarsi sul lastrico da un giorno all'altro. E che tamponi gli effetti di una eventuale ondata di disoccupazione da crisi (dove l'art. 18 sarebbe utile quanto le preghiere del parroco! Basta crederci!)
Invece abbiamo un sistema che impone questo rischio agli "s****ti" che lavorano nelle aziende sotto i 50 dipendenti (perchè per loro NON esiste alcun ammortizzatore in pratica!) o delega la protezione dello status quo alle aziende più grandi. Con scarsi risultati comunque.
CApisco però che la difesa dell'art. 18 sia un pò ormai l'ultima ridotta nella Caporetto sindacale degli ultimi anni, quindi non vedo motivo di maramaldeggiare sulla povera Camusso & C. Tenetevelo stretto.
Io non sono del tutto convinto che questa azione di tardivo pentimento contabile degli stati europei possa salvarci dal baratro, e concordo con alvisal61 quando dice che l'esagerare nel comprimere può avere effetti recessivi.
Ma non sono così ingenuo da credere che qualsiasi misura che colpisca alcuni sia SEMPRE recessiva e se colpisce altri allora ci fa crescere!
Tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici del 25% è recessivo (perchè 4 milioni di persone potranno spendere il 25% in meno!). Bloccare le assunzioni e spostare (d'ufficio e senza tante tutele!!) personale dalle amministrazioni (e località!) dove c'è esubero a quelle dove c'è carenza non deprime proprio nulla!
Tagliare l'adeguamento delle pensioni all'inflazione è parzialmente depressivo, cambiare la norma che impone allo stato di versare il 24% dei contributi ai dipendenti statali (ma perchè poi?!?) e parificarli agli autonomi (20% a esclusivo carico del lavoratore) non deprime proprio nulla (se non l'umore dei dipendenti!) e sarebbe un risparmio da oltre 25 miliardi/anno.
Imporre contributi più elevati agli autonomi è depressivo. Gettare finalmente nel wc le pensioni di anzianità e allinearci a TUTTA l'Europa (a 16, 17, 27 non cambia nulla!) farà girare certamente le scatole a chi si vede allontanare il traguardo che pensava a portata di mano, ma NON deprime proprio nulla!
Anche dal punto di vista delle entrate ci sono azioni come le privatizzazioni e la vendita di patrimonio immobiliare statale che possono fruttare molto e dare effetti molto meno depressivi delle fantasticherie sulle tasse ai superricchi.
Sono però sempre più convinto che solo una uscita graduale e sostenibile dall'economia finanziaria verso una nuova economia possa davvero tutelare le fasce deboli.
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