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  • Vedi Snap, la furia distruttrice è sempre stata insita nell'uomo. Specie quando è messo nelle condizioni di temere per la salute e il benessere suo e dei suoi cari. A ben guardare dietro tutte le guerre c'è spesso la paura dell'altro. E quella sta tornando eh!
    Solo l'abbondanza energetica e tecnologica ha permesso al mondo occidentale un lungo periodo di pace. Che, purtroppo, molti, troppi pensano sia una specie di "pietra tombale" della storia che ci ha messo ormai al di sopra ed oltre il pericolo della violenza.
    Gli episodi di Torino non nascono dal nulla, così come razzismi e localismi vari. Ma spesso sono anche scelte apparentemente "progressiste" quelle che poi causano i danni più gravi.
    Nel caso dell'art. 18 non era mia intenzione criticarlo per antitesi ideologica. Non è "pericoloso" è solo patetico! Come i famosi cartelli ospedalieri appunto.
    Lo so che parla di "giusta causa", ma il concetto credo sia proprio definire quale sia la causa "giusta". A mio parere se un'azienda è in crisi non è che può....DEVE licenziare! Altrimenti è impossibile qualsiasi riconversione (visto che presumere un maggior impegno di capitali da parte del "padrone" in un'azienda in crisi è una delle più tipiche e amaramente divertenti utopie sindacalistiche!) e si rischia la crisi di liquidità. Questo semplice fatto è alla base dell'uscita di scena dell'Italia negli anni 80 da vari settori strategici che necessitavano di rapide e agili azioni di adeguamento al mercato in tumultuosa trasformazione e non delle lente liturgie sindacatocratiche. Esempio su tutti l'elettronica. Ed è anche uno dei motivi per cui in Italia l'assunzione è diventata un passo talmente "pesante" che le aziende preferiscono pagare di più, ma assumere a tempo determinato.
    Ma se parliamo di disoccupazione giovanile e precariato la colpa è sempre e solo dei pessimi, egoisti, incapaci, immaturi e pure un pò tonti imprenditori. Ovvio!
    Comunque questa è una mia idea. E le aziende ormai sanno come difendersi da questo rudere della guerra fredda. Infatti, come dice giustamente la Camusso (ma forse senza comprenderne bene bene il perchè!) per le aziende non è una prirità, se ne fregano se viene tolto o meno.
    Non è un problema per loro, perlomeno!
    Non mi risulta che i lavoratori della Fincantieri di Genova si sentano tanto rassicurati dal sapere che è tuttora vigente. Sbaglio?

    Il problema vero è quello che ho detto. La mancanza di un vero sistema di ammortizzatori sociali sulla disoccupazione che permetta a chi viene licenziato di potere reintegrarsi senza l'ansia di trovarsi sul lastrico da un giorno all'altro. E che tamponi gli effetti di una eventuale ondata di disoccupazione da crisi (dove l'art. 18 sarebbe utile quanto le preghiere del parroco! Basta crederci!)
    Invece abbiamo un sistema che impone questo rischio agli "s****ti" che lavorano nelle aziende sotto i 50 dipendenti (perchè per loro NON esiste alcun ammortizzatore in pratica!) o delega la protezione dello status quo alle aziende più grandi. Con scarsi risultati comunque.
    CApisco però che la difesa dell'art. 18 sia un pò ormai l'ultima ridotta nella Caporetto sindacale degli ultimi anni, quindi non vedo motivo di maramaldeggiare sulla povera Camusso & C. Tenetevelo stretto.

    Io non sono del tutto convinto che questa azione di tardivo pentimento contabile degli stati europei possa salvarci dal baratro, e concordo con alvisal61 quando dice che l'esagerare nel comprimere può avere effetti recessivi.
    Ma non sono così ingenuo da credere che qualsiasi misura che colpisca alcuni sia SEMPRE recessiva e se colpisce altri allora ci fa crescere!
    Tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici del 25% è recessivo (perchè 4 milioni di persone potranno spendere il 25% in meno!). Bloccare le assunzioni e spostare (d'ufficio e senza tante tutele!!) personale dalle amministrazioni (e località!) dove c'è esubero a quelle dove c'è carenza non deprime proprio nulla!
    Tagliare l'adeguamento delle pensioni all'inflazione è parzialmente depressivo, cambiare la norma che impone allo stato di versare il 24% dei contributi ai dipendenti statali (ma perchè poi?!?) e parificarli agli autonomi (20% a esclusivo carico del lavoratore) non deprime proprio nulla (se non l'umore dei dipendenti!) e sarebbe un risparmio da oltre 25 miliardi/anno.
    Imporre contributi più elevati agli autonomi è depressivo. Gettare finalmente nel wc le pensioni di anzianità e allinearci a TUTTA l'Europa (a 16, 17, 27 non cambia nulla!) farà girare certamente le scatole a chi si vede allontanare il traguardo che pensava a portata di mano, ma NON deprime proprio nulla!
    Anche dal punto di vista delle entrate ci sono azioni come le privatizzazioni e la vendita di patrimonio immobiliare statale che possono fruttare molto e dare effetti molto meno depressivi delle fantasticherie sulle tasse ai superricchi.

    Sono però sempre più convinto che solo una uscita graduale e sostenibile dall'economia finanziaria verso una nuova economia possa davvero tutelare le fasce deboli.
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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    • L'ho ascoltato, diciamo che ad un ascolto superficiale sono d'accordo. Ma riascoltandolo in poco meno.
      in sostanza il discorso si muove da una distinzione che non mi convince: quella tra bisogni "fondamentali" e "effimeri". Si tratta di un vecchio tema "comunista", illustre ed interessante. Contiene l'idea, molto illuminista - tra l'altro basta leggere delle posizioni di Robespierre e dei Giacobini per accertarsene -, che possiamo e dobbiamo sottoporre al vaglio della ragione (quindi razionalizzare) anche in nostri desideri. Separando quelli "buoni" (oggettivamente) da quelli "cattivi".
      Una idea simile (a me che sicuramente sono molto illuminista) spacca a metà il mio cervello. Una parte di me vuole essere d'accordo. Poi, però, interviene la parte libertaria e questa dice "chi sei tu per dire al tuo fratello che cosa deve desiderare?" (non sono religioso ma ho usato la parola "fratello" perchè dovremmo vedere gli altri con l'empatia dovuta a confratelli sulla terra). Se io fossi Dio potrei, ma non lo sono. Dunque posso rappresentare una proposta, ma dire che un desiderio (come vedremo tra poco, fondamentalmente di "distinzione"), sia insano mi sembra oltre il limite.
      Infatti ciò che si considera "effimero", talvolta, è solo un bene "posizionale". Cioè qualcosa che serve alla personalità per collocarsi nel mondo (ovvero nella struttura del mondo che lui percepisce). Contribuisce, quindi, a un bisogno assolutamente fondamentale: quello di avere un'identità. Senza la quale la vita non è possibile. La società è struttura. La struttura è legata a implicite scale di valore e rappresentazioni di ruoli sociali che svolgono la funzione di ordinare la cooperazione. Certo, con questo ha molto a che fare il potere. Anche forme sottili ed implicite (non sempre) di sopraffazione. Dunque qui c'è una grande partita da giocare verso forme più evolute di emancipazione e razionalizzazione (vedi come sono illuminista?). Ma attenzione a gettare con l'acqua sporca anche il bambino.

      L'Agenda presentata è dunque (min 5.30):
      1- revisionare i bisogni dell'uomo;
      2- garantire la salvaguardia di ciò che abbiamo raggiunto (dei bisogni fondamentali, tra i quali la sanità e l'istruzione gratuita per tutti, la casa, il cibo);
      3- diffonderli ai 7 miliardi di abitanti
      4- fermare la crescita demografica

      Un programma sicuramente ambizioso (soprattutto nel punto 3) e certamente condivisibile (salvo il punto 1, o meglio: trattando con più modestia il punto 1).


      Dopo aver citato giustamente Jonas, Daly, Jackson, Sachs, Mercalli parla:
      - di rinnovabili sul piano della possibilità di autosufficienza individuale che garantirebbero anche se il gas si ferma improvvisamente (è evidente che non è così, ma lasciamo perdere);
      - della necessità di passare da un "mondo pesante" a uno "leggero", basato su internet etc... e quindi di non fare più grandi opere;
      - li puntare sul locale anzichè sul globale (quindi "merci locali e meno competitività");
      - di lavorare 4 ore al giorno impegnando il tempo liberato per la cultura e la convivialità (Seneca era d'accordo);

      Tutto molto bello. L'ideale della cultura è parte della mia identità. Tuttavia non tutti sono Seneca. Fornire come ideale di vita alternativo al consumo di beni posizionali (certo spesso parossisitico) la lettura dei libri e la visita ai musei (domenica ho portato i miei bambini ai musei vaticani e dunque io sono favorevole. MA PERSONALMENTE) è insopportabilmente elitista.

      Inoltre dire che la competizione (intendendo il commercio internazionale) deve fare il passo alla cooperazione è un bello slogan. MA ci porterà alla guerra. E' infatti quando si smette di commerciare che si combatte.

      In questo alato discorso (che una metà del mio cervello condivide) andrebbe inserito un fondo di realtà. Altrimenti di queste buone intenzioni lastricheremo la strada dell'inferno.


      Per una maggiore articolazione (anche se un poco datato e provvisorio) Dialogo sulla Decrescita, di alessandro visalli - - Saggistica - ilmiolibro.it (posterei il pdf, ma pesa troppo)

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      • Originariamente inviato da BrightingEyes Visualizza il messaggio
        @Smilzo. Il trucco sta tutto nella definizione di "sano e malato".
        50 anni fa chi arrivava agli 80 era per forza sanissimo. Gli altri si sfoltivano prima. Oggi la medicina riesce a mantenere bilanciate per molti anni situazioni che una volta sarebbero arrivate a termine molto prima.
        Non occorre che spieghi a me queste cose! Se uno non muore, ma sta in un letto di ospedale per 6 anni, vive 6 anni di più.
        Appunto per questo non mi sembra opportuno basare un sistema pensionistico e previdenziale sull'aspettativa di vita alla nascita.
        Come giustamente ricordavi, in una società individualista come la nostra la soluzione sarebbe il sistema a capitalizzazione; in pratica, il sistema adottato dai privati. Al momento, la gestione di cassa dell'INPS non consente tale passo. E' un problema che è sorto negli anni '80, quando per la prima volta qualche studio ha evidenziato che usciva più di quello che entrava, e nel futuro sarebbe peggiorato. Tutti i politici, da allora, hanno nascosto la polvere sotto il tappeto.

        Originariamente inviato da BrightingEyes Visualizza il messaggio
        Con tutto il rispetto per Grillo e i suoi fans non credo proprio che tutta la gestione dei farmaci sia solo trippa per multinazionali farmaceutiche. Andiamo OT però.
        Da tecnico, posso dirti che questo è il primo articolo "pubblico" che tratta queste cose al di fuori dei giornali specialistici. Non mi riferisco alla questione farmaci (ognuno piega la statistica dalla sua parte) ma alle scelte di fondo che occorre fare, il famoso "dove andare".

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        • Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
          L'Agenda presentata è dunque (min 5.30):
          1- revisionare i bisogni dell'uomo;
          2- garantire la salvaguardia di ciò che abbiamo raggiunto (dei bisogni fondamentali, tra i quali la sanità e l'istruzione gratuita per tutti, la casa, il cibo);
          3- diffonderli ai 7 miliardi di abitanti
          4- fermare la crescita demografica


          Dopo aver citato giustamente Jonas, Daly, Jackson, Sachs, Mercalli parla:
          - di rinnovabili sul piano della possibilità di autosufficienza individuale che garantirebbero anche se il gas si ferma improvvisamente (è evidente che non è così, ma lasciamo perdere);
          - della necessità di passare da un "mondo pesante" a uno "leggero", basato su internet etc... e quindi di non fare più grandi opere;
          - li puntare sul locale anzichè sul globale (quindi "merci locali e meno competitività");
          - di lavorare 4 ore al giorno impegnando il tempo liberato per la cultura e la convivialità (Seneca era d'accordo);

          ...
          Inoltre dire che la competizione (intendendo il commercio internazionale) deve fare il passo alla cooperazione è un bello slogan. MA ci porterà alla guerra. E' infatti quando si smette di commerciare che si combatte.
          Mi sembrano posizioni estremiste. Possibile che non ci sia una via di mezzo, un'educazione che porti le persone non alla pura competizione ed individualismo, ma ad una scelta consapevole delle conseguenze delle proprie scelte? In un mondo che conservi le possibilità attuali, aumentate dalle intuizioni della decrescita (beni durevoli, locali, risparmio energetico...).

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          • L'ho ascoltrato anch'io nelle ormai frequenti insonnie notturne. Sono d'accordo con te che non è facile la definizione di superfluo e rifuggo istintivamente le commissioni che decidono cosa può essere superfluo, però, e qui l'educazione diventa importante, ci sono cose che sono immediatamente e probabilmente per quasi tutti evidentemente superflue. Il motoscafo a 5 ponti parcheggiato davanti alla Giudecca è decisamente stupido oltre che superfluo. Ci sono cose che a me non piacciono come la mostarda e altri invece ne vanno matti. L'uso libero della mostarda non provoca particolari danni, il motoscafo a 5 ponti decisamente si. La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. E' un principio che ci insegnavano da piccoli e che può servire, certo il percorso non è facile, ma l'illuminismo prevede che l'educazione e la conoscenza migliorino di molto le capacità individuali.
            Se non vuoi leggere, dipingere suonare puoi fare all'amore, coltivare il tuo orto, giocare a tombola, farti una canna, fare una passeggiata nei boschi, un giro in bicicletta. Mercalli ha portato un contributo mica ha le ricette, temo che la ricetta non sia ancora disponibile.
            La decrescita demografica è invece qualcosa di importante e il suo ottenimento passa ancora attraverso l'educazione e il miglioramento delle condizioni di vita. Passa anche attraverso lo sbugiardamento delle varie prescrizioni religiose che forse non capiscono o non vogliono capire a quali conseguenze porta il loro insensato progetto.
            Il crash cours postato da BE mi sembra comunque un ottimo strumento di analisi da cui molte cose conseguono in modo lineare. Capire la virtualità del nostro sistema può liberarci da tanti pregiudizi che bloccano le prospettive di rinnovamento.
            X BE: ogni tanto parti con le tue filippiche alla Sallusti o alla Feltri. L'art.18 prevede solo che non puoi licenziare chi ti sta antipatico, se manca il lavoro i licenziamenti arrivano tranquillamente, ma nel licenziare segui criteri di anzianità e non di simpatia o di posizioni politiche o sindacali fastidiose. E' una protezione contro l'insicurezza sul lavoro, contro il lavoro nero ecc. ecc. Se hai un "rompi" non puoi fare quello che ti pare minacciando licenziamenti ecc.
            :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
            (Albert Einstein):preoccupato:

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            • snap
              messa così, è ovvio, sono perfettamente d'accordo. la lista delle cose stupide (che non è opportuno proibire per legge, ma disincentivare si deve) è assai lunga.
              poi dopo adeguata discussione pubblica (e aver ascoltato tutte le voci), con prudenza e rispetto si può intervenire.



              per smilzo
              si,
              cercare una via di mezzo. o meglio una teoria di transizione credibile e sostenibile.
              molte delle cose dette nella teoria delle decrescita (che io ho letto con serietà, più o meno tutti i libri dei principali autori) sono singolarmente utili. L'insieme è una fuga. in un luogo della mente molto consolante.

              io non credo che le fughe siano utili. dunque lavorerei (con spirito radicale, ma modesto) sui meccanismi esistenti.
              - a incorporare nei beni e nei servizi i danni ambientali e sociali che molte cose e comportamenti provocano (un modo è una tassazione della CO2eq emessa);
              - a riequilibrare la funzione del debito (che è indispensabile ad una società dove la divisione del lavoro è ai livelli attuali e non potrebbe essere altrimenti) con quella della produzione;
              - a riequilibrare la divisione del lavoro internazionale (non a eliminarla, ritornando ad una impossibile e indesiderabile autarchia);

              questa è la via di mezzo per me.

              poi i poeti e i letterati (tra i quali pallante) potranno, con il linguaggio adatto, proporci strutture dei desideri e della personalità più modeste, solidali, empatiche. ciò che non bisogna fare è scambiare le proposte valoriali con schemi di costituzioni, da imporre con la forza della legge. retrocederemmo al livello di civiltà anteriore alle guerre di religione seicentesche.
              Ultima modifica di alvisal61; 13-12-2011, 11:01.

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              • Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                ...in sostanza il discorso si muove da una distinzione che non mi convince: quella tra bisogni "fondamentali" e "effimeri". Si tratta di un vecchio tema "comunista", illustre ed interessante. Contiene l'idea, molto illuminista - tra l'altro basta leggere delle posizioni di Robespierre e dei Giacobini per accertarsene -, che possiamo e dobbiamo sottoporre al vaglio della ragione (quindi razionalizzare) anche in nostri desideri. Separando quelli "buoni" (oggettivamente) da quelli "cattivi".
                Io non la trovo così "non convincente" la distinzione. Esistono indubbiamente dei bisogni fondamentali e altri meno. Spesso la distinzione è più su una base culturale propria di ogni epoca storica ed evolutiva che assoluta.
                In parole povere non è detto che i bisogni fondamentali siano gli stessi per un boscimane, un cittadino della Roma imperiale, un contadino medievale o un cittadino della Shangai attuale! Ma mettersi d'accordo sulla definizione dei reali bisogni fondamentali che vanno garantiti a tutti non è impresa immane!
                Questo non ha alcuna valenza etica. Non si tratta di dividere i desideri in buoni e cattivi, ma di decidere quali siano realmente Diritti e quali semplici possibilità aperte a tutti e non gravate da alcun giudizio morale, ma semplicemente "a pagamento"!
                Questo processo di decisione è fondamentale in qualsiasi organizzazione societaria e ha un costo che va capito ed accettato da tutti. Non "scaricato" sulle aziende e sulle generazioni future!

                Chiarito questo pilastro fondamentale si può anche discutere delle proposte di Mercalli. E qui concordo in toto con l'analisi di alvisal61.
                Il "progetto" lo trovo di una banalità disarmante.
                - Lo sviluppo delle rinnovabili non deve affatto mirare alll'autosufficienza individuale, ma allo sfruttamento "dolce" e rinnovabile del territorio nella dimensione delle comunità locali (la smart grid è poi questo!) e con l'obiettivo non certo del produrre cosa serve, ma di produrre anche in ampio surplus laddove possibile (e parlo di energia elettrica, alimenti, combustibili, ricchezza insomma!) per garantire lo scambio commerciale. Non serve pensare alle fattorie monofamigliari autosufficienti e protette da alte mura, ma a comunità tecnologicamente molto avanzate e produttive.
                - Il passaggio a un sistema che impegni 4 ore (ma anche 2) di lavoro è possibile, ma non può essere posto come "trovata" lanciata lì dal genio di turno! Occorre dire come cambia la struttura globale della società, perchè con quella attuale finanziaria questa proposta è una semplice utopia (a meno che l dimezzamento di impegno orario non sia accompagnato anche dal dimezzamento degli emolumenti al singolo! Se impiego due dipendenti che lavorano metà tempo e li pago ognuno la metà per me può andare pure benissimo. Ma attivare un part-time diffuso obbligatorio non so se sia davvero così rivoluzionario e appetito da tutti i dipendenti!). Come ho già detto è teoricamente possibile garantire la copertura di tutti i bisogni primari con un impegno di tempo lavorativo molto ridotto, ma serve un robusto supporto tecnologico e una riorganizzazione totale del sistema di valorizzazione del lavoro.
                - Puntiamo sul locale, certo. Ma anche qui non basta estrarre il concetto dal cappello presentandolo come mirabolante novità senza poi abbassarsi a spiegare COME si dovrebbe arrivare a questo. La gente non rinuncerà all'I-phone o alla sua imitazione cinese perchè qualcuno ha "predicato" che è cosa buona e bella! E se anche lo facesse questo creerebbe molti problemi occupazionali a cui va data risposta ora, senza i "vabbè vedremo"!
                Inoltre trovo anch'io insopportabile questa continua predica sull'elevazione degli interessi del volgo. Per quanti sforzi facciano Mercalli e soci non credo che un museo o il balletto classico a teatro attireranno mai un centesimo dell'interesse di una finale di champion league. La cosa può essere fastidiosa o solo motivo di soddisfazione elitistica, ma NON cambierà di certo perchè ci stiamo preoccupando del futuro finanziario!

                Discorso interessante per partire insomma, ma serve ben altro!
                “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                • bright,
                  non mi sono fatto capire e mi dispiace.
                  sono daccordo su tutto quello che hai scritto. praticamente fino all'ultima virgola.
                  il punto centrale nella distinzione dei "bisogni" (che messa come è, è dei "desideri") è il termine "oggettivamente".

                  Anche io valorizzo la classica "mossa" liberale (evocavo, appunto, le guerre di religione dalle quali -per fuggire alle quali- la mossa si è storicamente prodotta) di separare una sfera pubblica. soggetta ad esigenti requisiti decisionali (discutere pubblicamente, razionalmente, inclusivamente. poi decidere e applicare) ma imponibile con la forza della legge e della relativa coercizione. ed una sfera privata (richiamata anche da snap attraverso il criterio della libertà che finisce quando inizia quella dell'altra e l'esempio gustoso della mostrarda -con il formaggio-) che deve essere lasciata libera.

                  appunto su questa vanno benissimo le esortazioni morali e le suggestioni letterarie. ma si deve restare in questi confini (se vogliamo avere una società libera).

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                  • Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                    ...X BE: ogni tanto parti con le tue filippiche alla Sallusti o alla Feltri.
                    Asd&lol mi hai sgamato!
                    Ebbene si, ogni tanto mi lascio andare a pruriti anti-sindacali. In effetti li ritengo concausa di molti dei problemi attuali e nemmeno tanto per colpa loro quanto per quelli che li hanno lasciati "esondare" al di fuori delle legittime competenze (cosa che NON ha fatto Monti e che apprezzo).
                    Comunque ribadisco che il problema non sta nella presenza del famoso articolo, ma nella mancanza degli strumenti che secondo gli strenui difensori del tale articolo erano inutili, anzi dannosi (si temeva una facilitazione dei licenziamenti visto che "tanto c'è l'ammortizzatore")
                    Infatti la Fornero sta già pensando a modifiche corpose in questo senso. E ce le chiede anche l'Europa. Tanto caso non è, dammi retta (non serve esser fan di Feltri per capirlo! Nè io ambisco ad esserlo eh! )

                    Sulle misure per la decrescita demografica sono d'accordo. Ma cerchiamo tutti di capire che questo comporterebbe (comporterà!) anche gravi problemi per i sistemi previdenziali, anche per quelli meno naif di quello italiota.
                    Anche questo, per me, è un problema serio che la società finanziaria non potrà gestire granchè.

                    @alvisal61. Concordo sulle misure di buonsenso, ma solo per cercare di "tamponare" l'esistente lavorando a qualcosa di radicalmente diverso nel frattempo.
                    Mi sfuggono però alcune cose. Cosa intendi per "riequilbrio della divisione internazionale del lavoro"? E come pensi sarebbe fattibile in una situazione di valorizzazione del lavoro così radicalmente divisa come l'attuale?
                    Ultima modifica di BrightingEyes; 13-12-2011, 12:08.
                    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                    • nel dire "riequilibrio della divisione internazionale del lavoro" intendo evocare lo squilibrio fondamentale della bilancia commerciale che vede alcuni paesi (USA e una parte della UE, ma non la Germania) importare beni che non riescono/vogliono produrre in modo competitivo esportando essenzialmente servizi finanziari. Uno squilibrio che comporta l'accumulo della ricchezza verso l'alto della piramide sociale (meno lavoro alla base, e meno pagato, e più lavoro per i cd. "lavoratori della conoscenza", strapagati) e la necessità degli stati, e dei singoli, di indebitarsi per sostenere il tenore di vita e/o i servizi.

                      un problema difficilissimo e che non va tagliato con l'accetta.

                      in un sistema in cui tutto si tiene bisognerebbe sicuramente riequilibrare il tenore di vita (riducendolo e modificandolo) , ma anche ridefinire le parità monetarie (che inducono vantaggi competitivi non sostenibili) sia a sfavore della parte tedesca dell'euro (sottovalutata del 30%, nel senso che la germania si avvantaggia di una moneta comune che se fosse sola varrebbe il 30% in più per lei -e il 25% in meno per noi-. metti questi valori nei listini delle nostra industrie e in quelli delle loro e poi vedi chi prende i contratti ed assume) sia del renmibi (moneta cinese).

                      Una cosa simile:
                      - o la fai via trattati e consensualmente (strada lunga ed accidentata lungo la quale alcuni si avviano)
                      - o la fai attraverso separazioni e barriere (strada da alcuni consigliata, ma pericolosa).

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                      • Ah beh, sul vantaggio che l'euro dà ai tedeschi lo sanno in molti che hai ragione! Infatti è evidente che la signora dai fianchi opimi resiste solo per motivi elettorali, ma prima o poi anche loro si arrenderanno al fatto che difendere la zona euro è interesse comune. Certo, sapere che tocca al precisissimo Herr Bauer garantire i debiti fatti da altri non fa piacere agli Herr Bauer! Ma vedrai che si adatteranno!
                        Non senza però aver imposto prima un fortissimo controllo sulle "pazzie" dei governi interessati. Cosa già iniziata peraltro. Speriamo snza troppa depressione.
                        Invece la prospettiva di ribilanciare lo squilibrio lavoro-finanza continuo a vederti ottimista! Complimenti!
                        Io sono molto, molto più scettico. E' sicuramente più facile inventarci un'economia diversa, mi sa!
                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                        • Mi richiamo al monito 'meno tasse' - ha quindi aggiunto Monti - dicendo che in sede europea si è sottolineato che un modo per avere meno tasse su imprese e famiglie è anche quello di non considerare al di là di ogni ipotesi la tassazione sulle grandi operazioni finanziarie. Volevo segnalare - ha detto Monti - che ho notificato in sede europea che l'Italia è disposta a cambiare la propria posizione: l'Italia, e in particolare il passato governo, ha tenuto una posizione contraria all'ipotesi della tassazione sulle transazioni finanziarie, la Tobin tax. L'Italia - ha quindi annunciato Monti - è pronta a riconsiderare questa posizione e a unirsi a quelli che vorrebbero, sul piano almeno europeo, un'adeguata tassazione sulle transazioni finanziarie"

                          da La repubblica di oggi


                          PS. non è una risposta a te bright, solo una notizia non negativa

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                          • Pare che qualcuno cominci davvero ad accorgersi di QUALE ricchezza reale serve per riprendere la "crescita":

                            Se la Grecia paga il debito con l'energia solare | QualEnergia.it
                            “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                            • Oppure nel nostro piccolo paese CGIL - Efficienza energetica: CGIL, raggiunto accordo strategico per crescita del Paese .Per ora può andare bene(anche benissimo) ma se non cambiamo il "modello" economico ciò servira solo a ritardare il collasso.Alvi...ha mica avuto tempo di leggere tutti e due i libri ( sopratutto il secondo)sono molto interessato al suo parere.
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                              • E molto sommessamente e un pò immodestamente vorrei far notare due cose che avevo segnalato come probabili anni fà:

                                1) Lo sviluppo del FV è TROPPO veloce e tumultuoso. Quando tutti si lamentavano degli incentivi troppo bassi, e gli scettici se la ridevano gingillandosi con l'apporto del FV stimabile nello 0,00xy% dicevo che in un mercato del genere (potenzialmente sono migliaia e migliaia di miliardi di € a livello mondiale! Come nell'ultimo bellissimo libro di Schatzing, Limits, le nuove "sette sorelle" potrebbero essere produttrici di FV!) era lecito aspettarsi una feroce lotta al ribasso dei prezzi. E sarebbe stato prudente studiare una forma di incentivazione molto più agile e legata ai prezzi reali! Scoraggiando i mega-impianti per premiare gli impianti a livello di piccola impresa agricola!
                                Nel 2012 la produzione da FV italiana raggiungerà probabilmente il 5,5% () del totale, con una potenza installata di circa 17 GW! Il limite dei 23 GW per il sottosegretario all'energia sarà raggiunto MOLTO prima del 2016!!!
                                In Germania in estate la produzione da FV ha raggiunto in alcuni week-end UN TERZO della produzione totale!!!

                                2) Ovviamente tutto questo rischia di destabilizzare la rete, antiquata, pachidermica e basata sui megaimpianti gas/carbone e sui gruppi turbogas di pronto intervento per garantire la stabilità. Questi gruppi, costosi e famelici di fonte fossile importata a carissimo prezzo... rischiano (udite, udite!) di DIVENTARE INUTILI (http://www.energeticambiente.it/dial...#post119279345) Maddai?!?! MA come?? Le "possenti belve" termiche di cui la rete non avrebbe mai potuto fare a meno secondo alcuni?!?
                                Come era ampiamente prevedibile e negato da molti, la risposta NON POTRA' certo essere la pretesa ridicola di "chiudere" la produzione da FV perchè "disturba"!! Oltretutto in una situazione economica internazionale che vede l'intero fatturato prodotto all'estero dalla moda made in Italy coprire solo META' (35 miliardi contro 60) del costo di importazione delle fonti necessarie a far funzionare "indisturbate" le turbogas!!

                                Le "cattive" notizie per la rete NON sono finite! E' ovvio e ben risaputo da tutti che questo boom di FV è dovuto esclusivamente ai generosi incentivi. Ma OCCHIO!! Le aziende stanno già facendo i calcoli su quale costo di vendita renderà il FV economicamente vantaggioso per l'investitore anche SENZA incentivo!!! La famosa grid-parity che nelle regioni del Sud è molto, molto vicina.
                                Se contiamo che il mercato del FV ha prodotto e sta producendo un crollo che si può solo definire "epico" del costo del silicio (Solar Glut Worsens as Supply Surge Cuts Prices 93%: Commodities - BusinessWeek) di un incredibile 93% in 4 anni e che la produzione attuale è circa il 20% SUPERIORE alla domanda (drogata dagli incentivi!!) appare abbastanza facile prevedere che potremmo accorgerci nel 2014-2015 che gli incentivi sono diventati SUPERFLUI!!!
                                E teniamo presente che questo crollo del costo del silicio interessa esclusivamente i tradizionali pannelli al silicio cirstallino! Le aziende per ora non hanno nemmeno ancora cominciato a "scendere nell'arena a gonfiarsi di botte concorrenziali" per quanto riguarda i pannelli a film sottile!! Chi riuscirà a produrre a un costo che renda CONVENIENTE ECONOMICAMENTE l'investimento in FV.... avrà aperto un mercato di milairdi di €!!
                                A quel punto l'idea di "tamponare" la prevedibile corsa all'impianto assume connotati quasi patetici! Che facciamo? Tassiamo i pannelli per permettere alle povere turbogas di vivere ed ai loro proprietari di guadagnare?!? Potrebbe persino diventare conveniente per molti rendere il proprio impianto casalingo "off-grid"!!
                                Ora tutti si stanno rendendo conto che quello che dicevamo 3-4-5 anni fa sarà la parola d'ordine del futuro: Solo la SMART-GRID e i sistemi di ACCUMULO possono evitare uno sbilanciamento pericoloso delle reti ed un crollo di un intero settore industriale!
                                La produzione elettrica potrebbe diventare una produzione diffusa, in grado di dare reddito a milioni di persone, ben prima di quanto ipotizzato!

                                Non solo!!!
                                La moltiplicazione del FV renderà probabilmente possibile se non necessario utilizzare ai fini dell'accumulo anche (se pur non solo) la produzione di idrogeno per via idrolitica. Con relativo e parallelo CROLLO del costo dell'idrogeno e quindi del metanolo (che già ora si propone come forma di accumulo che consente anche di riciclare parte della CO2!).
                                Potremmo quindi scoprire un giacimento di carburante pulito e rinnovabile (e quindi anche infinito!) sotto i nostri piedi. L'Europa del Sud e l'Africa sahariana sono i candidati più credibili a questo scopo. E fra questi territori quelli più pronti, più vicini al centro Europa, più sicuri e più dotati di infrastrutture... sono proprio le nostre regioni meridionali, Puglia in testa!
                                Senza contare che un elettrodotto in CC stile quello ipotizzato per il progetto Desertec potrebbe essere realizzato in metà tempo, con un terzo dei costi e un quinto dei rischi proprio dal Sud Italia al centro Europa!
                                “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                • Caro BE tutto giusto, l'unica cosa che ritengo sbagliata è il discorso sull'amorfo che se non verrà riformulato con tensioni più basse andrà fuori mercato prima di diventare maturo. Già oggi il costo del pannello è sotto al 50% dell'installazione e l'amorfo richiede un cablaggio 10 volte superiore. Anche se i prezzi scendessero rapidamente rischia di uscire dal mercato prima di aver raggiunto la maturità. Il target price di fine 2012 è intorno a 0.30€ per il cristallino e quindi l'impianto sarà a 1 - 1.1 € Wp. Con il kWh a 0.2 e una produzione di 1200 Wh/Wp/anno siamo a 5 anni. La parity grid già raggiunta anche a Milano.
                                  :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                  (Albert Einstein):preoccupato:

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                                  • Bene Snap. Ottime notizie. Non sapevo dei problemi dell'amorfo, ma forse il calo dirompente del costo del cristallino è alla base di tante esitazioni nel mercato del film sottile che non mi spiegavo!

                                    Se le cifre al 2013 saranno davvero quelle che tu indichi per me stiamo per assistere a una rivoluzione paragonabile solo alla rivoluzione industriale.
                                    Tra l'altro anche l'ipotesi che facemmo perlomeno 3 anni fa, cioè che prima o poi anche la Cina avrebbe adottato la politica degli incentivi sul FV leggo che si è realizzata con l'obiettivo di 20 GW installati per il 2020 (Fotovoltaico: la Cina propone un grande piano di incentivi). Alla faccia dei cinesi che "pensano solo a copiare e certo con tutto il carbone che hanno non sprecheranno soldi col FV" (Forse ricorderai...)

                                    Pure il Sole24Ore s'è accorto della cosa vedo (E' scoppiata la bolla del sole, ora si punta sulla grid parity - dynamo). Pone in verità l'accento sugli aspetti negativi per la filiera produttiva, ma si sapeva da anni che questi sarebbero comparsi nel momento del rallentamento dei sussidi, ma anch'esso indica l'anno della svolta nel 2013, specie per i paesi assolati. Come nel mercato informatico alla fine emergeranno poche realtà in grado di produrre a costi minimi e si accaparreranno un mercato globale.

                                    Ora speriamo che i nostri governanti, nella loro indefessa opera di ricerca di qualche margine di "crescita" riescano a comprendere le enormi potenzialità che l'Italia ha in questo campo!
                                    Beh! Clini mi pare partire con un piede meno sbagliato del solito, dai! (http://elenacomelli.nova100.ilsole24...erritorio.html)

                                    E non solo! Ora la gestione dell'accumulo esce dalla fase di "romantica poesia per econaif" ed entra nella più seria pagina degli scontri per accaparrarsi l'affare! (http://elenacomelli.nova100.ilsole24...-batterie.html).

                                    Ma Battaglia lo hanno informato o fan tutto di testa loro?
                                    Ultima modifica di BrightingEyes; 28-12-2011, 01:40.
                                    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                    • Siccome a me piace molto il film sottile (specie se su supporto flessibile)"devo" intervenire per dire che a mio parere l attuale calo dei prezzi del fotovoltaico è dovuto per la gran parte a due motivi:1° il maggiore produttore mondiale(Cina) mantiene i prezzi "artificiosamente" bassi per due motivi siccome e uno degli "articoli" che al momento "vanno" e sono stragegici per il futuro sostiene in tutti i modi le SUE aziende, 2° in alcuni (i piu grossi ) mercati ce maggiore offerta della domanda.Non mi risulta ci siano stati dei "progressi" tecologici tali da far scendere in modo cosi repentino i prezzi.Mi sembra un po esagerato dire che l amorfo richiede un maggior costo di installazzione ( parlo di impianti "domestici")con i microinverter saremo alla pari (+/-)come cablaggi e sui supporti (qui mi ripeto) esistono gia moduli flessibili con il 12% di rendimento (CIGS).Per quanto riguarda l articolo postato da B.E. sui costi del silicio (siccome non capisco molto l inglese mi scuso in anticipo se ho capito fischi per fiaschi-come mio solito) ho un "appunto" da fare: la tecnologia citata(REC- "a letto fluido") che riduce del 90% il consumo energetico per produrre il silicio cio sara anche vero ( a me risulta esagerato) ma comunque credo riguardi solo il grado di purezza adatto per produrre il poli cristallino che e (naturalmente questo e solo il costo energetico di alcune delle fasi di trasformazione dalla materia prima!!!) di 70 kWh/kg contro i 500 kWh/kg del mono cristallino per produrre il quale a me risulta valido solo il sistema Siemens.E nel 2012 i soli 4 (BIG FOUR) del settore prevedono di produrre + di 260.000 tonnellate contro le +/- 100.000 del 2010 ( compreso il mega impianto in Mongolia del quale credo pero di aver gia letto di una sua "imminente"costruzione gia nel 2009).Analisi merceologica del silicio: presente ed orientamenti futuri di un elemento energetico strategico.
                                      ..

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                                      • Diezedi. Tu fai un'analisi sicuramente molto giusta dal punto di vista tecnico. E sarebbe anche corretta dal punto di vista economico in una fase "normale" di mercato.
                                        Temo però che il FV non sia affatto in una fase normale! La domanda si è molto ridotta (per la contrazione degli incentivi, spesso molto brusca per rientrare da situazioni troppo vantaggiose precedenti!) e in Europa e soprattutto in USA i fallimenti si stanno moltiplicando.
                                        Non si tratta tanto di nuove tecnologie che abbassano i costi, si tratta del fatto che è iniziata la temuta (dalle aziende!) fase dello scoppio della bolla fotovoltaica!
                                        Molte aziende vendono ormai letteralmente sotto costo, per svuotare i magazzini pienissimi e cercare un "galleggiamento" con costi minimi fino al momento in cui i mercati primari (e l'Italia è uno di questi!) non raggiungeranno l'agognata grid-parity. Anche questa data si sta sempre più avvicinando nelle previsioni. Dal 2020 si è passati al galoppo al 2015, ma ora tutti danno per scontato che in molte regioni avanzate colpite dalla crisi (e noi ci stiamo alla grande nel'identikit!) già nel 2013 possa aprirsi la shangri-la del mercat che tira SENZA incentivi!
                                        La Cina regge la botta e tiene i prezzi bassi perchè da una parte si è deciso a livello centrale di puntare molto sulle rinnovabili, ma soprattutto perchè sanno che siamo alla resa dei conti internazionale e quelli che riusciranno a sopravvivere al 2012 (anno che si preannuncia davvero "horribilis" sotto molti aspetti!) e a fornire prodotti ai costi da parity grid si troveranno aperto un mercato globale in crescita esponenziale.

                                        L'uso degli incentivi si sapeva che avrebbe provocato distorsioni del genere. Certo in qualche caso, come i nostri priimi CE, si sarebbe dovuto procedere con maggior gradualità e cautela.
                                        D'altronde era anche l'unico modo per costringere le aziende, altrimenti prudentissime, a rischiare per accaparrarsi fette della torta.
                                        Ora che la macchina è stata messa in moto e che l'unica salvezza del settore stà nella famigerata grid parity penso che la lobby ambientalista potrà contare su una pressione fortissima da parte dell'industria perchè i governi adottino le misure necessarie a garantirla.
                                        E probabilmente assisteremo anche a fortissime controffensive da parte di chi ha ora in mano il core business energetico e sperava forse di conservarne il controllo con un graduale cambiamento verso una produzione rinnovabile, pulita, verde, ma sempre sotto la tutela dei grandi gruppi.
                                        La guerra è appena cominciata!
                                        Una eventuale grid parity invece spariglierebbe tutte le carte, poichè paradossalmente forse, la produzione distribuita è impossibile da raggiungere in regime di monopolio o oligopolio energetico! Un impianto di medie dimensioni può essere un investimento tranquillo per una piccola azienda agricola (che non ha problemi di costo del terreno, costo del lavoro per sorveglianza e manutenzione, ecc.) e del tutto in perdita per un'azienda energetica.
                                        Come si diceva anni fa, avevano ragione gli scettici che dicevano "siete degli illusi" a chi sognava le megacentrali fotovoltaiche! Quelle non le vedremo mai!
                                        E' probabile però che questa vittoria scettica si riveli una vittoria di Pirro a conti fatti se poi la produzione della megacentralona FV sarà garantita da 100 impianti diffusi!

                                        P.S. Se poi vogliamo divertirci con le analisi previsionali, ocorre anche dire che la pretesa di qualcuno di poter "frenare" la nascita di nuovi impianti impendendone l'allaccio ad una rete al collasso non credo che si concluderà nel trionfo del "buon vecchio gruppo carbone/gas" che costoro sognano!
                                        In economia, come in medicina del resto, non è tanto importante l'analisi del momento temporale discreto (l'anno, il mese, il giorno) quanto la consapevolezza della tendenza.
                                        In un sistema dove i vettori dei costi delle centrali tradizionali tendono tutti al rialzo (salirà il costo delle importazioni, del lavoro, del risarcimento danni ambientali e di salute, delle imposte sulle emissioni...) mentre quelli della produzione rinnovabile distribuita sono già in deciso calo, dove i vantaggi finanziari della riduzione di esportazione di valuta per pagare le fonti si stanno facendo sempre più evidenti, dove l'emorragia di occupazione (vera!) continuerà a peggiorare, dove le potenzialità di sviluppo tecnologico (pensiamo solo alle potenzialità nel campo dell'accumulo!) sono ancora enormi mentre la maturità delle tecnologie tradizionali è ormai al capolinea, dove per la prima volta nella storia industriale ad essere avvantaggiate sono le regioni meno avanzate...
                                        In un sistema del genere io non credo proprio che ci sia molto spazio per tornare sui nostri passi!
                                        Anche se tenteranno di convincerci, non ne dubito!
                                        Ultima modifica di BrightingEyes; 29-12-2011, 00:27.
                                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                        • Purtroppo io invece concordo con cio che dicono questi :-- L'organizzazione sudafricana "Occupy Cop17" denuncia: «Le stesse persone responsabili della crisi finanziaria globale sono pronte a prendere il controllo della nostra atmosfera, terra, foreste, montagne e corsi d'acqua. Vogliono istituire carbon markets che renderanno miliardi di dollari ad un'elite di pochi, mentre la terra e le risorse dei molti. Dobbiamo organizzaci per proteggere il pianeta e salvaguardare coloro che dipendono dalla difesa dei nostri ecosistemi».
                                          ..

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                                          • Un altro "gruppo" di movimenti va verso Rio+20 con queste idee : Dai primi interventi nella giornata di apertura, appaiono rilevanti divergenze. I movimenti latino americani sembrano posizionarsi sul rifiuto totale dell’”Economia Verde” come strategia per ridisegnare una politica di sviluppo sostenibile a livello globale, leggendola principalmente come una viarianmte delle politiche neoliberiste, imposte dai settori dominanti delle economie occidentali. La riflessione ed il confronto si sposta sul terreno culturale-ideologico, di ridefinizione dell’idea di benessere, di beni comuni che siani ridotti a merce, del buen vivir . Arrivano nel forum sociale i temi cari ai movimenti “Occupy” e “Indignados”. La loro critica alla politica e ai partiti è radicale; non si salvano completamente neppure le scelte dei sindacati: sembra prefigurarsi una nuova geografia politica.
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                                            • Come suggeriva BrightingEyes...
                                              In un sistema del genere io non credo proprio che ci sia molto spazio per tornare sui nostri passi!
                                              Anche se tenteranno di convincerci
                                              Quel che scrivi, diezedi, non ne è che la conferma.

                                              A quelle affermazioni generaliste che hai riportato, potremmo benissimo ribattere punto per punto, ma a che scopo? Non serve ribattere a parole, quando ci sono i fatti a dimostrarci, giorno dopo giorno, che la direzione presa è quella che ci ha brillantemente illustrato BrightingEyes.

                                              L'animale ferito (le multinazionali del petrolio che non vogliono convertirsi verso le fonti energetiche rinnovabili) muove i suoi ultimi colpi di coda, che certamente possono ancora fare male, ma il suo destino è segnato, se non trova la forza di salire sulla nuova sponda delle rinnovabili.

                                              Non ci vedo comunque nulla di male se, in qualità di finanziatrice di microprogetti, la multinazionale troverà occasioni di business nel fotovoltaico e nelle altre fonti energetiche pulite e rinnovabili. Questo è ben diverso dalla finanza speculativa, che è il bersaglio dei movimenti come "Occupy" e "Indignados".

                                              ••••••••••••

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                                              • Basta un po di vernice e tutto SEMBRA nuovo.
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                                                • "Potrebbe" essere un buon segno.MA ANCHE NO!!! Arrivano i Caschi Verdi dell'ONU per le crisi ambientali - Mondo- GreenStyle
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                                                  • Chi decide (tecno...+gli altri)mi sa che comincia un pooooooooooochino a preoccuparsi di non poter piu decidere del ENERGIA.E siccome vedono mooolto lontano(ma spero guardino in un altra direzione) stanno facendo le loro mosse.
                                                    ..

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                                                    • Report stasera sta facendo un'analisi e una cronaca molto interessanti sulle possibili alternative al modello economico nel quale viviamo.
                                                      :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                                      (Albert Einstein):preoccupato:

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                                                      • anche nei santuari del potere finanziario e industriale comincia ad affacciarsi il dubbio se sia veramente così rigido e inossidabile il 'sentiero' per la futura economia.

                                                        Il dilemma della crescita sostenibile - Il Sole 24 ORE me pare che si continui a dibattere, sterilmente, se sia meglio 'decrescere' a tutto spiano (e occhio che le politiche contenitive e di pressione fiscale crescente sono la forma più reale di 'decrescita' anche se meno felice di quanto speravano in tanti) o tentare impossibili riesumazioni della tanto cara, ai sindacati, politica keynesiana della 'crescita tramite debito pubblico'.
                                                        A mio parere non hanno speranza nè l'una nè l'altra.
                                                        L'Italia è stata per anni un paese che accumula ricchezza trasformando in prodotti materie prime importate. Ma questa realtà è in inesorabile declino e non sono certo le manifestazioni oceaniche di piazza a cambiare la realtà!
                                                        L'obiettivo primario, per tutti, dovrebbe essere quello di MANTENERE in salute l'attuale settore produttivo (che resta comunque il secondo d'Europa!), ma ficcandosi bene in testa che NON SI PUO' pensare di utilizzarlo come mucca da mungere all'infinito come si è fatto per decenni! E che se c'è da abbassare il carico fiscale e contributivo che grava sul lavoro si DEVE FARLO!
                                                        Se le aziende, sane e con prospettive, licenziano per motivi economici o di ristrutturazione DEVONO POTERLO FARE! Senza ridicoli orpelli normativi ideologici che servono solo a placare le ansie di qualcuno (senza reale efficacia perdipiù in quanto se poi l'azienda va in sofferenza licenzia lo stesso e non c'è "amico giudice" che tenga!).
                                                        Questo non agevolerà l'occupazione. Ovvio. Banale. Elementare.
                                                        Dovrebbe però essere ormai chiaro che è anche OVVIO rispondere con un bel "echissenfrega" da parte delle aziende! E non una specie di bestemmia anticostituzionale come molti pensano!
                                                        Infatti il problema della mancanza di reddito (che è il vero problema alla fine!!) NON può essere appaltato al mondo imprenditoriale come se fosse un "obbligo" sancito dalle tavole della legge di Mosè! Un'azienda che produce ricchezza è un pilastro strategico della ricchezza nazionale anche se lo fa impiegando magari un terzo dei lavoratori che impiegava 5 anni prima!!
                                                        Ormai le aziende sono alla lotta per la sopravvivenza, occorre rendersene TUTTI conto! Se le aziende tedesche producono e vendono molto meglio di quelle italiane NON PUO' essere accettabile che la cosa sia adebitata sempre e solo alla "mancanza di innovazione" e alla "scarsa imprenditorialità" o altre panzane illusorie che servono solo a convincere qualcuno che se l'azienda italiana spende il 240% in più di contributi previdenziali (24% contro 9,55%) e l'energia il doppio questo non ha influenza alcuna sul prezzo dei prodotti e quindi sulla competitività!
                                                        Il problema del fornire un reddito a chi perde il lavoro, o non ha speranza di trovarlo, sarà la madre di tutti i problemi in futuro. E non può più essere "appaltato" a un qualcuno di nebuloso indicato ogni volta con l'imprenditore, lo straricco, l'evasore... per poi trovarlo semplicemente addossato sulle spalle di nostro figlio o nipote!!
                                                        Siamo alla fase che qualcuno ha definito "the end of the cuccagn". Prendiamone atto.
                                                        Non si può più drenare ricchezza dal debito pubblico o dalle imprese!
                                                        L'inserimento dei nuovi ammortizzatori sociali generalizzati e uguali per tutti (o quasi) è un primo passo nella giusta direzione. Ma è solo il primo! E chi spera di "frenare" per difendere vecchi, comodi, privilegi spacciandoli per diritti acquisiti se ne accorgerà presto.
                                                        Ormai, come nelle aziende decotte, lo stato ha preso atto che la quota necessaria alla sopravvivenza dell'apparato non può più essere garantita dalla sola produzione di ricchezza. Anche se questa viene tassata ormai al 60% e oltre!
                                                        Siamo cioè nella fase in cui si ricorre alle riserve di ricchezza accumulata (l'assalto ai patrimoni con IMU e patrimoniali varie altro non è che questo!). Ma qualsiasi amministratore di azienda sa perfettamente che se per pagare gli stipendi non basta la ricchezza prodotta e occorre mettere mano al capitale aziendale... la cosa non funziona a lungo!
                                                        Come se ne esce?
                                                        In 2 modi.
                                                        1) Alla greca. Tensioni corporative e "lotta" dei cittadini impediscono di arrivare al bilancio in pareggio. I mercati osservano, traggono le conclusioni e all'asta dei BTP dicono "no grazie". Le conseguenze sarebbero pesanti per tutti e pesantissime proprio per quelli che cercano di difendere i diritti "acquisiti".
                                                        2) producendo ricchezza. questa la ottieni se trasformi, se hai materie prime o se produci energia. pensare di far crescere la nazione e dare lavoro ai giovani riuscendo a far pagare l'80 per cento di tasse a tutti, ma proprio tutti, è semplicemente risibile.

                                                        da qui secondo me si dovrebbe partire per capire 'cosa fare'.
                                                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                                        • BE, secondo me confondi due problemi: risorse limite e distribuzione del redditto. Sono correlati.

                                                          Hanno due soluzioni distinte: nel primo trovi dei modelli econometrici ed analizzi gli scenari e le leve, studi i risultati e cerchi soluzioni.

                                                          Per il reddito, la soluzione è la redistribuzione. Ragionare se è giusto che un amministratore di Alitalia che ha contribuito al fallimento riceva milioni di euro di premio di buonuscita. Magari mettere un limite ai compensi di amministratori e dirigenti, pubblici e privati. Tra le 3 e le 5 volte lo stipendio medio della struttura che dirigono, è considerato un buon inizio, e poi partecipazione all'utile.
                                                          Inoltre deve esserci trasparenza su stipendi e diritti, in modo da poter decidere dove vivere e a chi dare i propri soldi.

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                                                          • Dato che parlare è facile, ma bisogna poi fare delle scelte, io ho pensato di provare nella mia azienda a fare questo esperimento. Si tratta di una piccola azienda che fattura circa 15 M€ e aveva circa 15 dipendenti. Ho licenziato tutti e ho fatto rientrare come soci, con una quota in percentuale sul capitale versato (per capirci con 10 k€ sono entrati in possesso del 10% dell'azienda) e con il ruolo di amministratori. Il consiglio di amministrazione è ora composto da tutti i soci che hanno diritto di voto "una testa un voto". Hanno diritto a definire il compenso amministratori gli indirizzi e le strategie della società. Un paio di dipendenti non hanno accettato e si sono dimessi gli altri hanno aderito. Già prima,nella gestione tradizionale, ogni settimana il venerdì dalle 17 c'era la riunione di tutti i collaboratori per discutere i problemi e organizzare l'attività. Il compenso di tutti gli amministratori era già uguale e adesso tutti gli ex collaboratori hanno lo stesso compenso. Non ho mai verificato gli orari di lavoro e tutti sono responsabili del proprio comportamento, chi vuole può organizzarsi in base alle esigenze dei cantieri e sue personali. Non ci sono straordinari e molte volte si lavora il sabato o la domenica, ma si fa vacanza il mercoledì o il giovedì. Apparentemente è folle rispetto ai modelli attuali e i componenti non sono omogenei dal punto di vista ideologico. La società non utilizza fidi bancari e l'utile è in crescita. Abbiamo appena ricevuto da Intersolar la nomination per il fotovoltaico e il clima in azienda, anche se preoccupato, è fiducioso. Stiamo aprendo una filiale in Europa e quando c'è un problema, secondo la nostra filosofia, basta risolverlo.
                                                            :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                                            (Albert Einstein):preoccupato:

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                                                            • Se fossi in polica darei incentivi alle imprese che seguono un percorso analogo a quello di Snapdozier. Farei questo tipo di scelta, invece che contributi alle banche.

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