Originariamente inviato da Smilzo
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quando dico che il problema della mancanza di reddito degli espulsi dal lavoro non è appaltabile alle aziende... intendo proprio cosa stai scrivendo tu.
sta a tutti, cioè allo stato, trovare le forme di sostegno. intervenendo se non ci soldi, anche e soprattutto sul livello di retribuzione dei propri dipendenti. specie di alto livello, ovvio.
non è che uno nasce con lo stampino in fronte 'io farò il dirigente pubblico'. e' una scelta. e come tutte le scelte deve avere vantaggi e svantaggi.
uno degli svantaggi sta proprio nel rischio che in caso serva... lo stato può decidere di falcidiare gli stipendi. il pubblico impiego per decenni è stato tenuto 'intonso' dalle rivoluzioni del lavoro, di fatto garantendo a una pletora di cittadini, più o meno lavoratori, una sicurezza sociale totale a scapito di un'altra classe che invece si è vista demolire colpo su colpo un castello di carta di privilegi che qualcuno gli aveva descritto come 'diritti inalienabili'. ecco, infatti.
questo 'rischio' è amplissimamente bilanciato dalla particolarità del lavoro pubblico, che per sua natura è di fatto escluso da rischi di mercato o di sfruttamento. ed infatti in molti paesi, non solo stati uniti, ma anche inghilterra, canada, ecc. è normalmente accettato che in caso di crisi di liquidità statale il comparto del lavoro pubblico veda forti decurtazioni. sia di numeri che di livelli salariali.
in italia la 'cosca' della magistratura del lavoro ha di fatto finora non solo impedito questo, ma ha addirittura creato una sorta di 'comun sentire' che ritiene tutto ciò che è collegato al lavoro pubblico come di fatto intoccabile. anche ieri leggevo di personaggi politici che affermano che nella scuola ormai il 98per cento delle spese è relativo agli stipendi quindi di fatto non si può tagliare nulla.
ma veramente... è proprio il dato del 2 per cento residuo che non andrebbe tagliato, visto che si tratta di spese per aule, materiali, manutenzione.
capiamoci... se la cosa va bene per i dipendenti... tutti felici eh. il problema è che io sapevo bene, e lo dicevo anche, che in caso di crisi vera quelli che avrebbero pagato di più erano i dipendenti privati. e cosi sarà. contenti loro...contenti tutti.
quel che invece va capito è che non si può più sperare di far passare le azeinde come 'perfide' che prima assumono poi fan di tutto per licenziarti e deve intervenire il paladino con la toga a difendere i tuoi 'diritti'
quei diritti sono per lo più un'invenzione di una politica molto attenta a blandire chi votava anni fa scaricando i costi delle scelte demagogiche sulle generazioni future.
le aziende ormai si sono fate ampiamente furbe e se qualcuno spera di 'costringerle' quel qualcuno dovrebbe capire che gli unici che pagheranno il costo di queste ottimistiche 'costrizioni' di cartapesta saranno i giovani.
semplice. crudele, ma semplice.
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