Nella medicina italiana si sta affermando una "medicina difensiva" a livello capillare in cui il medico sta attentissimo a limitare i rischi per la propria situazione. Una volta il medico era una figura un po' sopra la media, sentita dalla gente come una difesa, seppur umanamente imperfetta, contro la strapotenza delle malattie. Oggi è sentito come un normale commerciante, pure molto caro, che offre servizi venduti come iper-efficaci che se non funzionano vuol dire che c'è stata "malasanità".
Lo si vede quotidianamente in ogni ospedale e fuori. Gli orientamenti della giurisprudenza inseguono questa visione e l'obbligo di risultato sta soppiantando in ogni settore il precedente obbligo di mezzi. In parole povere io non devo più provare di avere utilizzato ogni "mezzo" adeguato e utilizzabile per curare qualcosa che poi ha avuto esito negativo, ma se mi assumo la responsabilità di curarti, e il medico in teoria non può sottrarvisi, devo garantire il "risultato positivo". Un pò come faceva Gengis-Khan con i medici del tempo, insomma.
E' ovviamente una sciocchezza che proviene dalla mentalità americana e dalla erronea convinzione che ormai la tecnologia e la ricerca abbiano prodotto una soluzione sicura per qualsiasi problema e che se il risultato non è stato raggiunto evidentemente c'è stata "colpa". Ogni giorno c'è la notizia del giovane morto "inspiegabilmente" in ospedale dopo un intervento. I medici e la gente di una volta sanno e sapevano perfettamente che il rischio esiste. La gente odierna semplicemente lo rifiuta e preferisce credere che "ormai... con tutti computer che c'hanno... non c'è più nessun rischio". Beh, spiace dirlo così crudamente, ma son palle giornalistiche. Il rischio operatorio, allergico o anestesiologico esisterà sempre. Certo occorre l'indagine per stabilire che le cose siano state fatte come si deve (compatibilmente con i mezzi disponibili ed il buon senso), ma spacciare come "scandalo italiano" il fatto che moltissime indagini finiscono nel nulla senza risarcimenti per i parenti è un sintomo di questa atmosfera.
Il medico sarà sempre più o un passacarte a livello di base (il medico curante è ormai solo un filtro che indirizza verso chi può curare con meno rischio le patologie più importanti e un distributore di farmaci in gran parte palliativi per tutti gli altri) o un inarrivabile tecnico asettico che applica il "protocollo" come specificato per la malattia da un livello superiore se specialista.
La necessità di risparmiare non proviene da malanimo o incompetenza politica, ma come dicevo sopra è un semplice effetto collaterale della pretesa passata che fosse possibile continuare all'infinito a garantire a chiunque qualsiasi tipo di prestazione senza miseri calcoli economici. Addirittura in Italia nemmeno ai soli cittadini italiani! Eccheccapero... volgiamo negare una misera TAC con RMN e magari una bella serie di analisi biogenetiche al povero immigrato? No certo! Ma qualcuno queste scelte le paga eh.... sia chiaro! Il medico semplicemente si adatta.
Se negli USA la riforma sanitaria di Obama, che è lontana anni-luce dall'universalità della sanità europea e italiana in particolare, è molto osteggiata non è certo per sport o semplice ignoranza. Anzi, sanno fin troppo bene ogni aspetto economico della cosa.
La sanità di cui parla Snap era molto meno sofisticata dell'attuale. E se si entrava in ospedale era spesso più per l'accompagnamento all'exitus che non per vere speranze terapeutiche nell'anziano. Oggi si assiste a discutibili interventi terapeutici, spesso chirurgici, costosissimi in risorse e tempo su anziani in nome del principio che se c'è una minima possibilità che quell'intervento allunghi di 30 giorni la vita il medico che non la mette in atto commette un errore medico.
In più se la spesa sanitaria deve scendere, e scenderà, è ovvio che il medico o l'economo saranno costretti ad individuare zone da tagliare che non comportino grossi rischi per se stessi!
Eppure ancora oggi c'è chi difende a spada tratta le "peculiarità territoriali" che dovrebbero spiegare perchè una regione spende 10 volte in sanità per cittadino quanto spende un'altra.
Stiamo solo pagando le conseguenze delle nostre scelte passate.
Parlare su fatti dolorosi personali è sempre delicato. Ma nel caso di anziano con tumore incurabile l'ospedale in realtà è giusto che non c'entri più nulla. Semmai servirebbe una capillare offerta di hospice e assistenza domiciliare. Costa, ma meno del letto ospedaliero. Certo se manca e la palla viene scaricata sulla famiglia le cose non vanno, ma la soluzione non è ingolfare i letti ospedalieri (che sono destinati a calare ancora come numero, statene certi) con casi da cure palliative.
P.S. I test all'ingresso alle facoltà universitarie li trovo del tutto normali. Entri in Università se hai lle basi necessarie. Punto. La scemenza sessantottina della "cultura disponibile a tutti" è, appunto, solo una scemenza.
Ogni facoltà, comprese le scientifiche, offre la possibilità di seguire le lezioni come "uditore" ance via internet ora, se è la culttra che interessa.
Spesso invece l'idea è che se io prendo la laurea in lettere allora, ipso facto, ne discende per la comunità (lo stato) un teorico "dovere" a "utilizzare" le mie conoscenze fornendomi un reddito. Possibilmente a vita. Al di là di tutte le cortine fumogene politically correct è ovvio a chiunque che questa visione demenziale è stata la base per l'assalto alla diligenza e la dequalificazione susseguente a pletora di insegnanti scarsamente preparati in cui è incappata la scuola italiana primaria nel ventennio sciagurato 70-80. E difatti nonostante le cassandre sindacali e gli innegabili corposi tagli effettuati oggi si scopre che gli studenti italiani sono in recupero nei test rispetto alla media degli altri paesi.
Lo si vede quotidianamente in ogni ospedale e fuori. Gli orientamenti della giurisprudenza inseguono questa visione e l'obbligo di risultato sta soppiantando in ogni settore il precedente obbligo di mezzi. In parole povere io non devo più provare di avere utilizzato ogni "mezzo" adeguato e utilizzabile per curare qualcosa che poi ha avuto esito negativo, ma se mi assumo la responsabilità di curarti, e il medico in teoria non può sottrarvisi, devo garantire il "risultato positivo". Un pò come faceva Gengis-Khan con i medici del tempo, insomma.
E' ovviamente una sciocchezza che proviene dalla mentalità americana e dalla erronea convinzione che ormai la tecnologia e la ricerca abbiano prodotto una soluzione sicura per qualsiasi problema e che se il risultato non è stato raggiunto evidentemente c'è stata "colpa". Ogni giorno c'è la notizia del giovane morto "inspiegabilmente" in ospedale dopo un intervento. I medici e la gente di una volta sanno e sapevano perfettamente che il rischio esiste. La gente odierna semplicemente lo rifiuta e preferisce credere che "ormai... con tutti computer che c'hanno... non c'è più nessun rischio". Beh, spiace dirlo così crudamente, ma son palle giornalistiche. Il rischio operatorio, allergico o anestesiologico esisterà sempre. Certo occorre l'indagine per stabilire che le cose siano state fatte come si deve (compatibilmente con i mezzi disponibili ed il buon senso), ma spacciare come "scandalo italiano" il fatto che moltissime indagini finiscono nel nulla senza risarcimenti per i parenti è un sintomo di questa atmosfera.
Il medico sarà sempre più o un passacarte a livello di base (il medico curante è ormai solo un filtro che indirizza verso chi può curare con meno rischio le patologie più importanti e un distributore di farmaci in gran parte palliativi per tutti gli altri) o un inarrivabile tecnico asettico che applica il "protocollo" come specificato per la malattia da un livello superiore se specialista.
La necessità di risparmiare non proviene da malanimo o incompetenza politica, ma come dicevo sopra è un semplice effetto collaterale della pretesa passata che fosse possibile continuare all'infinito a garantire a chiunque qualsiasi tipo di prestazione senza miseri calcoli economici. Addirittura in Italia nemmeno ai soli cittadini italiani! Eccheccapero... volgiamo negare una misera TAC con RMN e magari una bella serie di analisi biogenetiche al povero immigrato? No certo! Ma qualcuno queste scelte le paga eh.... sia chiaro! Il medico semplicemente si adatta.
Se negli USA la riforma sanitaria di Obama, che è lontana anni-luce dall'universalità della sanità europea e italiana in particolare, è molto osteggiata non è certo per sport o semplice ignoranza. Anzi, sanno fin troppo bene ogni aspetto economico della cosa.
La sanità di cui parla Snap era molto meno sofisticata dell'attuale. E se si entrava in ospedale era spesso più per l'accompagnamento all'exitus che non per vere speranze terapeutiche nell'anziano. Oggi si assiste a discutibili interventi terapeutici, spesso chirurgici, costosissimi in risorse e tempo su anziani in nome del principio che se c'è una minima possibilità che quell'intervento allunghi di 30 giorni la vita il medico che non la mette in atto commette un errore medico.
In più se la spesa sanitaria deve scendere, e scenderà, è ovvio che il medico o l'economo saranno costretti ad individuare zone da tagliare che non comportino grossi rischi per se stessi!
Eppure ancora oggi c'è chi difende a spada tratta le "peculiarità territoriali" che dovrebbero spiegare perchè una regione spende 10 volte in sanità per cittadino quanto spende un'altra.
Stiamo solo pagando le conseguenze delle nostre scelte passate.
Parlare su fatti dolorosi personali è sempre delicato. Ma nel caso di anziano con tumore incurabile l'ospedale in realtà è giusto che non c'entri più nulla. Semmai servirebbe una capillare offerta di hospice e assistenza domiciliare. Costa, ma meno del letto ospedaliero. Certo se manca e la palla viene scaricata sulla famiglia le cose non vanno, ma la soluzione non è ingolfare i letti ospedalieri (che sono destinati a calare ancora come numero, statene certi) con casi da cure palliative.
P.S. I test all'ingresso alle facoltà universitarie li trovo del tutto normali. Entri in Università se hai lle basi necessarie. Punto. La scemenza sessantottina della "cultura disponibile a tutti" è, appunto, solo una scemenza.
Ogni facoltà, comprese le scientifiche, offre la possibilità di seguire le lezioni come "uditore" ance via internet ora, se è la culttra che interessa.
Spesso invece l'idea è che se io prendo la laurea in lettere allora, ipso facto, ne discende per la comunità (lo stato) un teorico "dovere" a "utilizzare" le mie conoscenze fornendomi un reddito. Possibilmente a vita. Al di là di tutte le cortine fumogene politically correct è ovvio a chiunque che questa visione demenziale è stata la base per l'assalto alla diligenza e la dequalificazione susseguente a pletora di insegnanti scarsamente preparati in cui è incappata la scuola italiana primaria nel ventennio sciagurato 70-80. E difatti nonostante le cassandre sindacali e gli innegabili corposi tagli effettuati oggi si scopre che gli studenti italiani sono in recupero nei test rispetto alla media degli altri paesi.
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