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L'idrogeno Di Cheope

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  • Bene cerchiamo di rispondere a qualche pallottola sparata dal Val-mitragliatrice.
    Erodoto narra di una cerimonia che si svolgeva annualmente dove i sacerdoti riempivano di terra il sarcofago della piramide di cheope. Ma lasciamo perdere la mitologia il condotto in basso serviva per l’ingresso del metano. Come avviene nei fondali ricchi di biomassa. La compressione del biogas avveniva utilizzando la forza dell’acqua del Nilo incanalata al di sotto della piramide. Lo dice anche Erodoto.
    Scusami per la brevità, sto preparando un nuovo schema del sistema teorizzato presto verrà postato.
    Saluti a presto.

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    • "Ma lasciamo perdere la mitologia il condotto in basso serviva per l’ingresso del metano. Come avviene nei fondali ricchi di biomassa. La compressione del biogas avveniva utilizzando la forza dell’acqua del Nilo incanalata al di sotto della piramide. Lo dice anche Erodoto."

      1) in che passo Erodoto parla di gas? Nella tua 'risposta' non ve ne è traccia.
      2) quindi il condotto di ingresso del metano alla pila era ANCHE il condotto di immissione dell'acqua? Altrimenti come immettevano prima il gas nella tubatura?
      3) non hai risposto, tanto per cambiare, ad una delle tante domande fondamentali: dove sono i resti dei condotti che a questo punto collegavano la pila al fiume? In pratica, dove sono i 'canali' della piramide?

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      • Lasciamo perdere per un momento gli Egiziani. Vorrei un tuo parere sull'invenzione del secolo. anzi del millennio.
        Saluti a preso.
        File allegati

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        • Sarebbe carina, se non fosse che lo ione idrogeno non esiste allo stato libero, e sommando due ioni idrogeno non ottieni un atomo di idrogeno. Amen.
          Se ho sbagliato ad interpretare il tuo schema, raccomando caldamente che, in modo preciso, tu ci dica come funzionano i passaggi per ottenere energia, passo passo.

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          • C'è qualcos'altro che no mi convince, ma ammetto fin da ora che è un pensiero di getto, quindi suscettibile di correzione.
            I batteri scindono il metano in collaborazione con l'anodo, creando ossigeno che si unisce al carbonio formando anidride carbonica, mentre l'idrogeno (NON ione idrogeno) viene attirato dalla membrana verso il catodo.
            Nel frattempo, contemporaneamente, ossigeno puro viene pompato nella sezione del catodo. Questi permette l'interazione di ossigeno e idrogeno formando acqua che viene gradualmente espulsa.
            In tutto questo...

            1) perché verrebbe espulso verso l'alto dell'ossigeno che a questo punto non dovrebbe esserci?
            2) tutto questo processo richiede non poca energia per iniettare metano e ossigeno da entrambi i lati e mantenere la pressione interna costante
            3) pertanto, a quanto ammonterebbe il reale ricavo energetico?

            Blade, se pallino glissa puoi rispondere tu? Ripeto, spero di avere capito bene

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            • "" il condotto in basso serviva per l’ingresso del metano... ""

              E dove sta scritto? Cita gli studi che lo confermano in base ai sopralluoghi.

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              • Per Valmax

                Caro Valmax, lo schema che c'è in quel disegno in bianco e nero penso di poterlo spiegare, la costruzione ipotizzata da pallino no.

                Quella è una cella bio-elettrolitica.
                Nella sezione dell'anodo è di norma contenuto acido acetico, acqua e batteri.
                I batteri metabolizzano il CH3COOH (penso sia un'ossidazione) liberando CO2 elettroni e sto benedetto H+ o H2.
                L'anodo è rivestito di un biofilm, praticamente il gruppo di batteri oltre a demolire la molecola di acido acetico permettono il passaggio degli elettroni nell'anodo.
                Gli elettroni vengono immessi in un comune circuito elettrico ed abbiamo elettricità; (stanno cercando di inserire un raddrizzatore e un alternatore in un posticino nei batteri per avere corrente alternata , naturalmente scherzo).
                L'idrogeno passato attraverso la membrana è disperso in un elettrolita; a questo punto vengono immessi gli elettroni, con l'aggiunta di energia esterna, abbiamo la fuoriuscita di H2 che può essere raccolto e usato come meglio si crede.

                Se ti va di dare un'occhiata e mettermi un commento-opinione-insulto, io ho aperto un post nella sezione veicoli ad H2O Idrogeno con resa del 144% oppure idrogeno da enzimi

                Questa cosa l'ho trovata su internet e non l'ho inventata io, ma un gruppo di umpa lumpa della Penn State University. A mio parere è interessante e utile. Se guardi all'inizio c'è un bel disegno tutto colorato, molto più semplice dello schema con aria e cose varie.
                Saluti e fammi sapere
                :D;):D

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                • Ciao a tutti, discussione molto interessante e produttiva, complimenti.
                  Blade ha spiegato abbastanza bene il meccanismo, occorrono solo alcune precisazioni.
                  Si tratta proprio di una cella elettrolitica microbiologica, cioè l’elettrolita ( acido solforico, idrossido di sodio, etc,) viene sostituito dagli enzimi prodotti dai batteri che funzionano da catalizzatori della reazione chimica.
                  I due schemi rappresentano la doppia funzionalità della cella: nel primo, in alto, abbiamo la produzione di corrente elettrica (V) ed emissione di O2 e H2O, mentre nel secondo in basso la produzione di H2 utilizzando una certa quantità di energia elettrica.
                  Il funzionamento è uguale a quello della cella costruita dalla Penn State University, si differenzia per il prodotto usato, invece dell’acido acetico si usa metano, con notevoli vantaggi che approfondiremo successivamente.
                  Il funzionamento dei due schemi è identico nella parte sinistra alla membrana di scambio.
                  L’ossidazione del metano con l’acqua viene catalizzata dagli enzimi prodotti dai batteri.
                  CH4 + 2H2O = CO2 + 8H+ + 8e-
                  Come ben sapete tutte le reazioni chimiche giungono ad un punto di equilibrio che interrompono la reazione, ma in questo caso, la sottrazione di elettroni da parte dell’anodo e il passaggio degli ioni H+ attraverso la membrana porosa da una soluzione più concentrata ad una meno concentrata, garantiscono la continuità della reazione. La CO2 esce dal sistema nella parte superiore come gas.
                  Nella parte destra della cella il funzionamento avviene in due modi diversi secondo cosa vogliamo produrre: energia elettrica o idrogeno.
                  Nel primo caso, cioè produzione energia elettrica, dobbiamo alimentare la soluzione con O2 favorendo la seguente reazione 3O2 + 4H+ + 4e- = 2H2O + 2O2.
                  L’ossigeno che entra nella soluzione reagisce con gli ioni H+ utilizzando gli elettroni forniti dal catodo formando acqua e di nuovo ossigeno che usciranno nei condotti in alto.
                  Nel secondo caso invece dobbiamo utilizzare un po’ di energia per far avvenire la reazione H+ + H+ = H2 e produrre H2 gassoso che uscirà dal condotto in alto.
                  I due schemi possono far parte dello stesso impianto dotato di opportune valvole che permettono il funzionamento per produrre o energia elettrica o idrogeno.
                  La signora Maria che ha investito i suoi risparmi in questo impianto produrrà energia elettrica per la sua abitazione da immettere in rete quando dorme o va i vacanza, mentre girando un paio di chiavette e utilizzando un po’ dell’energia ceduta produrre idrogeno per la sua utilitaria. La bolletta che dovrà sempre tenere d’occhio sarà solo quella del gas metano.
                  Ho l’impressione che stiamo facendo un’ottimo lavoro, grazie a tutti.
                  Cordiali saluti.
                  Se ti senti dire spesso "tu vuoi sempre avere ragione", allora comincia a pensare di aver ragione d'avvero.

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                  • Ahh, ora sì che ci siamo. Grazie molte, Blade, ricordo quel post: quindi, bisogna essere certi che l'immissione di energia per la membrana sia abbastanza bassa da richiedere o l'uso di una batteria tradizionale a basso voltaggio a parte o di un secondo circuito per l'autoalimentazione, e restando con un output complessivo tale da rendere la batteria conveniente.
                    In tutto questo, però la resa è ancora scarsina nel tempo. Speriamo molto bene.

                    Pallino, pure tu però: di fatto hai piratato l'idea e la spacci come invenzione del secolo! Ma va' va' va'!
                    E comunque il tuo progetto fallisce alla base PERCHE' L'IDROGENO ESISTE GIA' IN FORMA DI H2, IN QUANTO TRATTASI DI MOLECOLA BIATOMICA. Ma ti entra in quella zucca??? Non crei ioni idrogeno da combinare in quel processo, quindi quello che dici non ha senso!
                    Leggi QUI http://it.wikipedia.org/wiki/Idrogenione

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                    • Resa

                      Valmax, tu che probabilmente sei più esperto di me quanta energia elettrica ottengo con una fuel cell ad O2 H2 con un Nm3 di H2? insomma con un m3 di H2 a 20° e 1bar..Poniamo una resa del 40% della fuel cell.
                      :D;):D

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                      • Purtroppo non possiedo una conoscenza sufficiente
                        I miei timori sulla cella elettrolitica di recente scoperta di cui ci hai parlato è che l'attività dei batteri sia troppo limitata sui lunghi periodi. Insomma, i poveretti fanno il loro lavoro e si riproducono fino a quando non riempiono completamente lo spazio che occupano, e non è che siano istruiti a fare pianin pianino (sempre che non siano stati geneticamente modificati, ma è un altro paio di maniche), e in tal caso la quantità di elettroni che vogliamo generare viene ridotta.
                        Ultima modifica di Valmax; 04-12-2008, 13:24.

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                        • Come cimici

                          Non penso che i batteri si moltiplichino a dismisura in quanto le condizioni ambientali mutano e una crescita continua non è supportata. Penso che il trucco sia fare il pieno ed il vuoto completo ogni volta, così da ottenere un "controllo" delle nascite
                          :D;):D

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                          • Giusto, mi ero fatto sfuggire questo aspetto.
                            Allora abbiamo un problema più rilevante: la batteria perde la sua capacità di rendere energia e metano ancora più in fretta. A questo punto ha più senso parlare di celle autoalimentate per creare metano. Usate in serie, possono essere riempite e svuotate a turno senza interrompere la catena di produzione...ma qui ci ritroviamo di fronte al problema dell'INQUINAMENTO. Ovvero, in poco tempo abbiamo a che fare con esausti biologici e chimici in grandi e crescenti quantità (fra cui i prodotti per pulire e sterilizzare la batteria e l'anidride carbonica, ouch)
                            Direi che, pur essendo l'idea di questi signori valida e degna di sviluppo, non è a tuttora applicabile al di fuori del campo sperimentale. Tu che dici?
                            Ultima modifica di Valmax; 04-12-2008, 15:04.

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                            • Giuasto

                              Lo penso anche io, anche se io il metano lo utilizzerei alla vecchia maniera, mentre al posto di esso andrei ad acido lattico o acido acetico, penso sia più conveniente.
                              Penso anche che oltre all'utilizzo sperimentale potrebbe essere utile in luoghi particolarmente isolati o per micro-cogenerazione.
                              Interessante sarebbe affiancarlo negli impianti a biogas, dato che producono acido acetico..ho un paio di idee da sviluppare, solo bisogna vedere (come sempre) se il gioco vale la candela.
                              :D;):D

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                              • Un aspetto che resta fondamentale di questa linea di produzione è il riciclaggio: se, diciamo, queste bio-batterie avessero una resa comoda a fronte di utilizzo di materiali economici, non varrebbero comunque la pena se finissero con il produrre rifiuti e/o fumi/gas non riutilizzabili. A quel punto, l'impatto ambientale sarebbe negativo.

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                                • La cella a combustibile , o pila a gas, fu ideata nel 1839 da William Grove, un curioso avvocato del Galles con l'hobby della chimica. Durante un esperimento di elettrolisi, procedimento attraverso il quale si può separare idrogeno e ossigeno dall’acqua, si accorse che, nel momento in cui le batterie che alimentavano le celle elettrolitiche venivano escluse, il processo riprendeva al contrario; cioè l’idrogeno e l’ossigeno si riunivano generando elettricità. La comunità scientifica pur interessata inizialmente preferì optare per la dinamo, scoperta poco tempo dopo da Werner Siemens.
                                  Passarono 120 anni prima che la NASA adottasse le "fuell cells" per il progetto Apollo e invogliasse il loro uso a livello industriale. Infatti, a partire dagli anni ’60, le pile a combustibile sono state utilizzate per tutte le missioni spaziali sia Apollo, sia Shuttle.

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                                  • L'Agastya Samhita è un manoscritto bramano conservato nella Biblioteca di Ujjain nel Madhya Pradesh, in India. Esso contiene le istruzioni per produrre energia elettrica. Il testo è stato redatto da un importante scriba (“Rishi” in indiano) di nome Agastya: da qui il nome del manoscritto.

                                    Ecco il testo : "Disponi un piatto, o una piastra, di rame ben pulito in un vaso di ceramica; coprilo con uno strato di solfato di rame e riempi tutto il resto con segatura bagnata. Distendi un foglio di zinco sulla segatura e coprilo con amalgama di mercurio. Se lascerai sporgere dal vaso una striscia di rame unita alla placca, tra la striscia e il foglio di zinco si produrrà uno stato di energia di nome Mitra-Varuna; questa sarà in grado dividere l'acqua in Pranavayu (Idrogeno) e Udanavayu

                                    (Ossigeno). Stai attento che la striscia di rame non tocchi il foglio di zinco, in questo caso l'effetto sparirebbe. Se disporrai una catena di questi vasi uno dopo l'altro, otterrai una grande energia."

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                                    • Secondo Alan Alford la Camera della Regina nella Grande Piramide di Giza, sarebbe stata il punto dove si doveva trovare la cella energetica idonea a produrre la separazione fra l’ossigeno e l’idrogeno; il sarcofago nella camera del Re il recipiente dove avveniva la combustone controllata dell’idrogeno; le cinque stanze sopra tale camera, ossia il Ded, il dispositivo di raffreddamento.

                                      "Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro”.George Orwell

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                                      • Ragazzi il livello della discussione sta colando a picco, provo a fare piccoli esempi.
                                        Non mi risulta che la cella elettrolitica sia una scoperta recente, ma di circa 200 anni.
                                        Se vogliamo parlare di crescita batterica allora prima andiamoci a studiare la "curva di accrescimento di una popolazione batterica" con le sue 4 fasi di crescita poi iniziamo la discussione.
                                        Purtroppo l'ignoranza genera la presunzione di voler riscrivere i manuali di chimica sostituendo lo ione H+ allo idronio H3O+, non sapendo che il risultato non cambia e che le formule che vengono usate si chiamano "formula bruta" proprio perche semplificativa e non corrispondente alla realtà.
                                        Forza ragazzi DOCUMENTIAMOCI.
                                        Cordiali saluti.
                                        "Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro”.George Orwell

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                                        • Ha dimenticavo le formule:
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                                          H3O+ + H3O+ + 2e- = H2 + 2H2O

                                          3O2 + 4H3O+ + 4e- = 6H2O + 2O2

                                          A presto!!!!

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                                          • replichiamo post per post di Pallino

                                            1) bella roba, hai di nuovo evidenziato l'ovvio, sulla storia della cella a combustibile. E sai perché gli preferirono un'altra tecnologia? Per ragioni di RESA, Pallino.

                                            2) Sul manoscritto indiano, nulla da ridire. E' noto che diverse civiltà, fra cui greci e romani, avessero fatto esperimenti nel campo dell'elettricità e del vapore, ma questi esperimenti o a)non sono mai andati oltre il livello di speculazione accademico/filosofica o b)non hanno trovato applicazioni che non fosse per il divertimento dei potenti. Si sarebbero dovuti aspettare solo Franklin e Volta prima di capire e sfruttare la natura dell'elettricità

                                            3) Alan Alford può sparare le cazzate che vuole, ma ne' lui ne' TU ancora non ci hai detto dove sono i canali di scolo per lo svuotamento/riempimento di questa presunta pila gigante, ne' dove sono finite le condutture per la trasmissione di energia.

                                            sul post n.4
                                            "Non mi risulta che la cella elettrolitica sia una scoperta recente, ma di circa 200 anni."
                                            Sicuramente non era quella a batteri, ma un onesto esempio di batteria chimica

                                            "Se vogliamo parlare di crescita batterica allora prima andiamoci a studiare la "curva di accrescimento di una popolazione batterica" con le sue 4 fasi di crescita poi iniziamo la discussione."
                                            Può anche andare in 3 o 20 fasi, ma il risultato è che in tempi abbastanza modesti, i batteri, confinati in uno spazio chiuso quale quello della 'tua' cella, muoiono, verranno sostituiti da altri finquando trovano la pappa e poi muoiono anche loro, lasciandoci con una pila piena di bioliquame che va svuotata, sterilizzata e riempita nuovamente. Non scappi da lì.

                                            "Purtroppo l'ignoranza genera la presunzione di voler riscrivere i manuali di chimica sostituendo lo ione H+ allo idronio H3O+, non sapendo che il risultato non cambia e che le formule che vengono usate si chiamano "formula bruta" proprio perche semplificativa e non corrispondente alla realtà."
                                            La realtà è che H+ è una denominazione di comodo. L'idrogeno esiste come H2. Se combini due atomi di H2 non hai niente, se cerchi di ottenere ioni liberi di idrogeno in una soluzione acquosa, questi restano liberi per ben poco a causa della loro reattività e NON formano H2.

                                            Tu che parli di ignoranza sei peggio del bue che da' del cornuto all'asino.
                                            Ultima modifica di Valmax; 04-12-2008, 22:58.

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                                            • Originariamente inviato da PALLINOF Visualizza il messaggio
                                              Ragazzi il livello della discussione sta colando a picco, provo a fare piccoli esempi.
                                              Non mi risulta che la cella elettrolitica sia una scoperta recente, ma di circa 200 anni.
                                              Se vogliamo parlare di crescita batterica allora prima andiamoci a studiare la "curva di accrescimento di una popolazione batterica" con le sue 4 fasi di crescita poi iniziamo la discussione.
                                              Purtroppo l'ignoranza genera la presunzione di voler riscrivere i manuali di chimica sostituendo lo ione H+ allo idronio H3O+, non sapendo che il risultato non cambia e che le formule che vengono usate si chiamano "formula bruta" proprio perche semplificativa e non corrispondente alla realtà.
                                              Forza ragazzi DOCUMENTIAMOCI.
                                              Cordiali saluti.
                                              "Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro”.George Orwell
                                              Circa la crescita batterica: man mano che la reazione procede l'ambiente diventa piu' acido.
                                              Per quantificare la resa del processo e' necessario verificare se il batterio e' o meno sensibile all'acidita', e se si', qual'e' la soglia oltre la quale si possono innescare fenomeni quali la diminuzione o il blocco dell'attivita' enzimatica e/o la morte della colonia batterica stessa.

                                              Circa l'ignoranza: non basta dire di avere fatto quattro esami di chimica per pensare di essere in grado di insegnare agli altri. Se per questo, io ne ho fatti molti di piu', ma basta chimica 1 per capire che lo ione H+ non esiste libero.
                                              Te lo si ripete da qualche post, ma sei tu che non lo capisci.
                                              In tutte le reazioni troverai sempre indicata la formula H+, perche' l'H2O al netto della reazione si ritrovera' sia a sinistra (reagenti) sia a destra (prodotti) invariata, ma nel caso da te esemplificato H3O+ + H3O+ non da H2.
                                              Anche perche', data la estrema reattivita' della specie chimica, prima ancora di approcciare la membrana che dovrebbe oltrepassare, avrebbe reagito con uno dei gruppi chimici reattivi che compongono le pareti stesse della camera dedi re.

                                              Ora, puoi vaneggiare quanto puoi, puoi continuare a farlo, ma un po' di umilta' non ti farebbe male.

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                                              • Batteri

                                                Non penso proprio che i batteri ci lascino a causa dell'acidità,visto che si nutrono dell'acido; il livello di acidità dovrebbe rimanere abbastanza invariato, visto che ogni molecola di acido reagisce con un numero ben definito di molecole d'acqua ed i prodotti in seguito vengono sistematicamente espulsi. I batteri morti comunque non sono materiale inerte, penso che si decomporranno pure loro.
                                                Da qualche parte su wiki avevo trovato quali fossero i batteri che concorrevano alla reazione, devo ricontrollare.

                                                Dopo di che, i batteri forse non sono intelligenti, ma fino a prova contraria nemmeno stupidi:
                                                Comunicazione nei batteri

                                                Già nel 1970 i ricercatori della Harvard University Kenneth H.Nealson e John Woodland Hastings confermarono l'intuizione che i batteri comunichino per mezzo di sostanza chimiche, e nel caso specifico dei batteri marini luminescenti individuarono in un messaggero molecolare che si muove da una cellula batterica ad un'altra, il controllore dell'emissione della luce; è proprio il messaggero che induce l'attivazione dei geni che codificano per un enzima (luciferasi) e per le proteine coinvolte in questo fenomeno.[1] Il fatto sorprendente è che mentre in alcuni casi la comunicazione intercellulare non comporti mutamenti nella forma o nel comportamento delle cellule, in altri, invece, la diffusione di segnali chimici, induca a modificazioni sostanziali nella struttura e nella attività dei microrganismi. Ad esempio i Myxococcus xanthus, che vivono nel suolo, quando sono a corto di sostanze nutritive si riuniscono in strutture pluricellulari che consentono a migliaia di spore, ossia a cellule con maggiore resistenza alle condizioni estreme, di venir trasportate in un sito più idoneo. Le operazioni di aggregazione e di formazione di spore sono guidate da messaggeri chimici che vengono attivati solo se un numero alto di cellule, o comunque superiore ad una soglia, segnala problemi di sopravvivenza.
                                                Le cellule batteriche elaborano conversazioni anche con organismi superiori, come ad esempio i Rhizobium che promuovono lo sviluppo di alcune piante instaurando un rapporto di simbiosi con esse, comunicando permanentemente tra loro allo scopo di regolare tutte quelle fasi di un percorso che governa lo sviluppo di entrambi gli organismi.[1]
                                                Tratto da Wiki.

                                                Personalmente nei batteri non vedo grossi problemi, l'importante è mantenere per loro le condizioni ottimali
                                                :D;):D

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                                                • Il punto è proprio quello, Blade: una batteria che per sua necessità deve restare chiusa per evitare che venga contaminata da agenti esterni offre l'ambiente ideale ai batteri fino ad un certo punto. Inevitabilmente, il loro consumo del liquido di coltura modificherà gli equilibri organici dello stesso, fino a diventare inidoneo. Proprio come i pesci rossi, che possono benissimo vivere nella boccia, ma senza un ricambio continuo di acqua e aria moriranno anche se gli dai il cibo. PallinoP, studia pure biologia che male non ti fa!
                                                  Ultima modifica di Valmax; 04-12-2008, 20:35.

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                                                  • Bene, insulti a parte, il livello si sta alzando, grazie.
                                                    A parte la disquisizione teorica su lo ione H+ o l’H3O che viene utilizzato per spiegare il funzionamento della cella elettrolitica, che in realtà funziona, facciamo un po’ di chiarezza sulla dinamica della reazione chimica che ci interessa.
                                                    Ogni reazione chimica è caratterizzata dalla reversibilità, cioè può procedere da destra verso sinistra o da sinistra verso destra, i reagenti divengono prodotti e viceversa.
                                                    Nella cella elettrolitica utilizzando gli elettrodi allontaniamo i prodotti della reazione obbligandola a funzionare prevalentemente da destra verso sinistra. La membrana permeabile ottimizza il processo.
                                                    La cella elettrolitica ideata nel 1839 da William Grove funzionava utilizzando come elettrolita l’acido solforico (ambiente acido), successivamente venne usato l’idrossido di sodio (ambiente basico) fino ad arrivare ad elettroliti solidi e sintetici per aumentare l’efficienza e il risparmio di energia elettrica necessaria. Un altro campo di ricerche si sta orientando verso l’utilizzo di elettroliti enzimatici che catalizzano la reazione di prodotti organici con l’acqua rendendo possibile la sua scissione molecolare.
                                                    Finora i dati resi noti, che blade ha trovato. confermano la maggiore efficienza della seconda soluzione.
                                                    Però, come giustamente avete evidenziato, ci troviamo di fronte a una colonia batterica con un sua particolare dinamica di sviluppo, che va gestita per ottenere il massimo rendimento con il minimo di costi.
                                                    Per ottenere il massimo rendimento da una fermentazione microbiologica è necessario mantenere il più possibile la colonia batterica nella fase esponenziale di crescita che dipende principalmente dalla temperatura, pressione, nutrimento, accumulo di metabolici.
                                                    Sono d’accordo con voi che periodicamente la colonia batterica dovrà essere rinnovata per mantenere una buona efficienza del processo, ma l’intervallo potrà essere più o meno lungo a seconda delle caratteristiche tecniche dell’impianto che deve garantire le condizioni sopra esposte.
                                                    Ma c’è anche un’altra soluzione, la più rivoluzionaria, che renderà la cella elettrolitica microbiologica alla portata della signora Maria.
                                                    Perché utilizzare all’interno della cella dei microrganismi vivi quando a noi interessano solo alcuni particolari enzimi????????????????????????????????
                                                    A voi la palla.
                                                    Un saluto a tutti
                                                    "Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro”.George Orwell

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                                                    • "A parte la disquisizione teorica su lo ione H+ o l’H3O che viene utilizzato per spiegare il funzionamento della cella elettrolitica, che in realtà funziona,"
                                                      A parte un corno, principe degli ignoranti: non funziona e basta, e tu vivi in uno stato onirico, ormai.

                                                      "Ogni reazione chimica è caratterizzata dalla reversibilità, cioè può procedere da destra verso sinistra o da sinistra verso destra, i reagenti divengono prodotti e viceversa."
                                                      Falso anche questo. Fra quanto dirai di avere inventato il moto perpetuo? Ma tu lo hai MAI aperto, un libro? se no, guarda QUI http://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_chimica#La_reversibilit.C3.A0_delle_reazi oni

                                                      "Perché utilizzare all’interno della cella dei microrganismi vivi quando a noi interessano solo alcuni particolari enzimi????????????????????????????????"
                                                      Adesso mi fai lo schizofrenico, PallinoP? Prima ci propini fino alla nausea l'idea che i batteri, anzi, i fantastici archeobatteri, siano l'ingrediente fondamentale, poi passi agli enzimi? Deciditi, no?
                                                      Comunque, dicci perché improvvisamente sono gli enzimi che ti piacciano, poi studia QUI http://it.wikipedia.org/wiki/Enzima e poi dicci come possono gli enzimi essere più efficienti dei batteri, che, ripeto, hai proposto TU PER PRIMO

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                                                      • "Gli scienziati della Virginia Tech hanno utilizzato una combinazione di 13 enzimi che non si ritrovano insieme in natura, in grado di convertire polisaccaridi e l'acqua in idrogeno. La loro scoperta nasce dalla diretta osservazione della natura. I polisaccaridi come la cellulosa e l'amido sono normalmente usati nei processi vegetali dalle piante per conservare energia. Il contatto diretto con gli enzimi consente di produrre energia, biossido di carbonio e idrogeno. Il processo ha il vantaggio di poter avvenire in condizioni ambientali normali di temperatura e pressione. Un aspetto che facilita l'impiego della scoperta scientifica in ambito tecnologico e commerciale."

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                                                        • Bene? Peggio!

                                                          1) Non solo stai platealmente copiando quanto già pubblicato e sperimentato per appropriartene come idea tua 'del secolo'

                                                          2) Non solo vi inserisci delle reazioni di inesistenti ioni idrogeno che non si ricombinano come tu sogni

                                                          ma arrivi anche a dimenticarti che quegli enzimi non vengono usati 'puri', ma sono il frutto del lavoro di una coltura batterica, come indicato nello stesso articolo (con tanto di illustrazione) postato da Blade!
                                                          Guarda, Pinco: manco i bambini....
                                                          Ultima modifica di Valmax; 05-12-2008, 10:57.

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                                                            Mmmm..Io non so se la signora Maria ha nella dispensa un sintetizzatore e tutti gli apparati per sintetizzare enzimi, non so nemmeno se, in mezzo alle orecchie, ha tutte le conoscenze che servono a fare un lavoro di questo tipo.
                                                            Io so che non ce le ho, posso arrivare a costruire una cella e a metterci dentro i batteri, andando per tentativi dovrei trovare quali sono; da qualche parte avevo letto i nomi e sono abbastanza comuni..
                                                            Per quanto riguarda i prodotti di scarto, penso siano biodegradabili in un comune compost..
                                                            Avrei solo una domanda, sarebbe possibile creare una linea di produzione di questo tipo:
                                                            -Fermentazione di biomasse per creare alcoli;
                                                            -Distillazione delle sostanze per ottenere etanolo puro, quello a 95°
                                                            -Utilizzo del resto per impianto a biogas con materiale già attivato, visto che dopo la distillazione non ci saranno all'interno batteri per la decomposizione.
                                                            -Compost.

                                                            Purtroppo non posso ricavare acido acetico, visto che si forma dagli alcoli, ma posso ricavare biogas?

                                                            Un impianto di questo tipo sarebbe fattibile in quasi tutte le case, non si producono materiali di scarto e posso far andare trigenerazione, gas dei fornelli e macchina; e se ricopro il tetto di concentratori solari con un ciclo Rankine (non so se in questo caso si può dire che è un ciclo Rank) distillo.
                                                            :D;):D

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                                                            • Originariamente inviato da blade Visualizza il messaggio
                                                              Non penso proprio che i batteri ci lascino a causa dell'acidità,visto che si nutrono dell'acido; il livello di acidità dovrebbe rimanere abbastanza invariato, visto che ogni molecola di acido reagisce con un numero ben definito di molecole d'acqua ed i prodotti in seguito vengono sistematicamente espulsi. I batteri morti comunque non sono materiale inerte, penso che si decomporranno pure loro.
                                                              Da qualche parte su wiki avevo trovato quali fossero i batteri che concorrevano alla reazione, devo ricontrollare.
                                                              Non si tratta di stupidita' o meno dei batteri, ma di gradi di acidita'. L'acido acetico e' un acido debole (vedasi Kpa), e la reazione di dissociazione crea invece ioni H3O+, che in quanto ad acidita' sono ben piu' reattivi.
                                                              Tanto per fare un esempio, anche i batteri responsabili della fermentazioni alcolica, o della malolattica, sono a loro volta sensibili ai prodotti del loro stesso metabolismo. Una volta che la concentrazione di alcool ha raggiunto un certo valore, la reazioni cessa o per raggiunto equilibrio metabolico o per morte della colonia batterica.

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