Originariamente inviato da PALLINOF
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Quando dicevo del FV 60 volte più produttivo non lo facevo in base a considerazioni personali, del tutto fuori luogo visto che il mio campo di lavoro professionale è del tutto diverso, ma a considerazioni che altri, più competenti, hanno tratto.
In particolare questo studio (http://www.aspoitalia.it/images/stories/desimon/desimonfvbiomasse.pdf) mi pare abbastanza esaustivo e completo e arriva a ipotizzare un fattore di resa energetica da 40 a oltre 60 volte per il FV rispetto alla biomassa.
Questo, a mio modo di vedere, non significa affatto "abbasso le biomasse viva il FV". Le considerazioni da fare sono come sempre molto più articolate e ogni situazione è diversa.
Per tornare al discorso agricoltura naturale/industriale io da sempre sostengo che è illusorio e sbagliato limitarsi a sperare in un "rinsavimento" generalizzato. Chi trae il proprio sostentamento dalla coltivazione della terra sa perfettamente che un ritorno a una agricoltura naturale che rinunzi a fertilizzanti chimici e cose del genere è utopica. Semplicemente la perdita economica rispetto a chi usa metodi industriali è troppo elevata. La coltivazione naturale ha un proprio mercato, abbastanza di nicchia, con costi proporzionalmente più elevati che molta gente accetta abbastanza nella speranza che a costo maggiore corrisponda maggiroe qualità, ma oltre un certo limite percentuale (molto basso) è ovvio che non c'è partita!
L'idea di riuscire a obbligare tutti gli agricoltori a tornare al letame è ancora più utopica.
Che fare allora? A mio modo di vedere si potrebbe sfruttare la sinergia fra la produzione energetica classica FER e la produzione energetica agricola. In Germania i più attivi nell'installazione di impianti FV sono gli agricoltori. Si potrebbe associare la produzione energetica agricola da FER (agrienergia) alle produzioni naturali, ad esempio riconoscendo tariffe speciali di ritiro del kWh elettrico prodotto alle imprese agricole certificate naturali al 100%. In questo modo la produzione naturale potrebbe diventare competitiva con la produzione industriale e la richiesta del mercato potrebbe fare il resto.
E' un'potesi certo. Probabilmente realizzabile solo quando i costi del FV saranno scesi molto rispetto agli attuali. Ma comunque è un'ipotesi parziale, limitata alle tipologie di produzione e consumo del mondo occidentale e anche qui solo parzialmente. A mio parere la grande maggioranza della produzione agricola cerealicola (la base del nostro mangiare insomma) non può che provenire ancora per decenni dall'agricoltura industriale. A me sembra improbabile riuscire a dimostrare che da un ettaro di terreno coltivato con metodi naturali si ottenga più grano che con metodi industriali. Ed è questo il problema di base a cui dare risposta perchè sperimentare il metodo naturale può andare bene sul piccolo, ma a livello di consumi mondiali una crisi di produzione di pochi punti percentuali potrebbe avere effetti gravissimi. E la prova l'abbiamo ora con l'aumento del prezzo degli alimentari per effetto del petrolio e delle coltivazioni per biocarburanti.
Occhio a fare gli apprendisti stregoni alimentari!
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