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  • Non mi risulta che la gravità del buco nero sia intermittente cioè con frequenza, anche se rotante su se stesso sono pochissimi Herz 2 o 3.
    Il K è 10^+9

    questo perchè K= 1/(4 x PiGreco x Permittività del vuoto)
    Permittività del vuoto = 8,8541878176 x 10 ^-12




    E' vero che un numero negativo elevato al quadrato... poi il risultato diventa positivo.
    Ma è anche vero che esponente negativo elevato al quadrato da come risultato un esponente NEGATIVO.

    esempio 2^-4 = 0,0625

    esempio 2^(-2)^2 = 2^(-2*2)=2^-4


    Nella scuola media mi ricordo di avere imparato che:
    nelle moltiplicazioni gli esponenti si sommano, mentre invece per fare esponenti di esponenti si deve moltiplicare fra di loro gli esponenti.

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    • boh,strange-genco..
      stiamo facendo un pò di casino..
      ora ti sto perdendo...non capisco bene di cosa stiamo parlando...

      ma forse stavo pensando al modulo dell'esponente...
      comunque...
      stamo parlando de che?

      cariche elettriche o gravità?

      beh...

      allora ricalcolamii la tua formula...

      se


      forza= K Q+2/D+2
      se K= circa 10-12(in che metrica?) perchè lo dividi?e anche dividendolo dà 10+11...
      '...
      e la distanza 10-10 (forse metri) da dove lo desumi?

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      • Stiamo parlando di forza elettrica che deve simulare o sostituire la gravità di un buco nero.
        K è la costante di coulomb

        La costante di coulomb non è la permittività del vuoto

        la permittività del vuoto = Mo
        Mo = 8,8541878176 x 10 ^-12

        K= 1/ Mo x 4 x PiGreco
        k=8,99x 10^+9


        Elettrone e positrone si attirano fra di loro con una forza in newton calcolabile con...
        Forza = K x Q1 x Q2 /distanza^2

        Forza = 8,99 x 10^9 x 1,6 x 10^-19 x 1,6 x 10^-19 /(1x10^-10)^2
        Forza =23 x 10^-29 /1 x 10^-20
        Forza = 23 x 10^-9 Newton


        1 volt = 1 joule/1 coulomb

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        • boh, i conti non tornano..
          ..allora K è 8 x 10 +11
          poi la distanza.. 10-10--da dove la tiri fuori?
          dovrebbe essere il cammino medio libero di elettrone e positrone..
          secondo me minimo è d 10-13 mt..
          il perchè l'ho postato già...(calcolo ampiezza d'onda della massa a riposo elettrone-positrone)

          quindi accettando i tuoi calcoli..ma rifatti un pò....
          abbiamo 23 x 10-1 newton...
          considerando che il cammino medio in realtà dovremmo diividerlo ulterormente per pigreco, siamo forse a 10 newton...
          ..
          urca... 10+20 ev?.....azz. 10+8 Tev..
          o no?qualcosa non torna

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          • 10^-10 metri è il diametro dell'atomo di idrogeno.
            L'atomo di idrgoeno non è esattamante una coppia virtuale che scompare dopo un tempo brevissimo, tuttavia:
            sia l'atomo di idrogeno che la coppia sono composte da 2 particelle, rispettivamente elettrone protone, elettrone e antielettrone.

            Il diametro del protone è di 2x10^16, non credo che nella coppia virtuale le 2 particelle sono ammassate una sopra l'altra, sarebbe troppo campato per aria, quindi devo pensare che il diametro della coppia corrisponda pressapoco al diametro dell'atomo di idrogeno che è ben conosciuto, con un pò di immaginazione è facile dedurre che il diametro della coppia corrisponde poi alla distanza tra le 2 particelle.
            Da nessuna parte è scritto qual'è la distanza tra elettrone è positrone perciò dobbiamo prendere per valido il diametro dell'atomo di idrogeno, secondo me molto attendibile come valore.
            Se anche fosse che c'è uan piccola differenza tra diametro dell'atomo di idrgoeno e diametro della coppia, questa differenza è inrilevante per i nostri scopi perchè un calcolo approssimativo va benissimo.


            Poi la forza elettrica tira ambedue dalla stessa parte, (come faceva la gravità del buco nero nei discorsi precedenti), siccome in un dato istante ambedue le particelle virtuali sono consegutive con la forza che li tira ambedue, ma una particella è più vicina dell'altra e quella chè più vicina è tirata di più rispetto a quell'altra.
            F1 è la forza con cui è tirata la particella 1
            F2 è la forza con cui è tirata la particella 2
            differenza = F2-F1
            la differenza deve essere MAGGIORE di 23x10^9 Newton altrimenti le particelle virtuali non si separano e quindi poi scompaiono quando il loro tempo è finito.

            Nel cacolo deve comparire F2-F1 altimenti qualcosa non torna.

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            • beh,
              10-10 mt ,sembra ti riferisci forse al diametro della molecola di H2,
              con due elettroni, uno spin sù, uno giù.. come dire...accopiati nello stesso orbitale...
              boh, non credo c'azzecchi molto..con il lbero canmmino medo...

              ma mi sa che nelle forme qui ipotizzate...non lo troviamo in letteratura....
              forse dai diagrammi di Feynmann..............
              comunque allora il diametro del buco nero deve essere non superiore a 10-13 mt...ma inferore...

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              • A me interessa sapere la minima tensione elettrica che dovrei applicare per separare la coppia di particelle virtuali elettrone.positrone.

                Non mi interessa sapere quanto è il diametro di un buco nero.

                Comunque se non si può sapere, fa niente...

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                • urca...

                  dato che ho detto qualche inesattezza,nei post precedenti...
                  per far dimenticare che forse genco-stranger ha avuto un attimo ragione...
                  aho ho detto attimo o femtosecondo...nun t'allargà...


                  tornando seri e tuffandoci nell'autismo matematico..
                  in letteratura ,
                  la tensione per produrre spontaneamente dal vuoto coppe di elettroni-positroni è



                  .. .................. .. m2c3
                  Ec=------------------------------- = 1.3 10+16 V/cm
                  ........... ... e*h

                  espio così anche il fatto di avere aggiuto un pigreco di troppo nel calcolo del cammino medio..
                  la forza per dividere le due particele è di 1/10 newton

                  oppure di 10+18 ev/mt

                  da cui 1.3 10+16V /cm...

                  chiaro?

                  azz... ma perchè ho dovuto trovare questa semplificazione?


                  forse perchè tutto sommato ..il solo ad aver fegato a scrivere in questo post l'è il genco.strano...
                  azz. magari pure il rik c'ha ragione...
                  dopo il pineta me pare abbano ragione propio tutti

                  per trovare il rateo di potenza o eneriga per volume su tempo per una coppia

                  d+4n e+e-
                  ------------------
                  d+3xdt






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                  • e comunque..
                    10+16 V/cm...
                    CHE saranno mai per gencolino ..

                    quarche smjardata de trasformatori in serie.. e che c'è vò?

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                    • Sbagliato!

                      Capacità = (costante dielettrica del vuoto) x Superficie / (distanza tra le superfici)

                      raggio dell'elettrone o positrone = 1x10^-15 metri
                      costante dielettrica del vuoto = 8,85 x 10^-12
                      Superficie di un cerchio = raggio al quadrato x PiGreco
                      Capacità = 5,55 x 10^-31 Farad
                      Tensione = Carica elettrica / Capacità
                      Tensione = 1,6 x 10^-19 x 5,55 x 10^-31
                      Tensione = 0,28 x 10^12 volt
                      Tensione = 2,8 x 10^11 volt
                      Tensione = 280 GIGAvolt

                      Quindi se la tensione elettrica è MAGGIORE di 280 GIGAvolt le coppie di particelle virtuali si separano diventando reali.

                      Gli elettrodi sono sicuramente 2 e non ci deve essere la scarica disruptiva quindi niente corrente nel circuito e nessuna dissipazione di energia, la resistenza elettrica è infinità (circuito aperto).

                      Ovviamente i 2 elettrodi vanno tenuti a distanza sufficiente uno dall'altro.

                      Uno elettrodo lentamente evaporerà e l'altro riceverà elettroni o positroni dal vuoto.

                      280 GIGAvolt non sono neanche tanti, basterebbero 280 mila trasforamtori di tesla collegati in serie, un acceletaore di particelle, insomma.

                      Edited by stranger - 10/6/2007, 12:15

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                      • sbagliato...
                        uffa..
                        10-15mt,o fermi,raggiio del protone,
                        magari l'elettrone è sui 10-18mt...forse.
                        ...
                        comunque strano.genco...
                        10-31 F corriisponde a 10-18mt....
                        errore fortunato dei calcoli?
                        beh, nella formula postata da me...
                        si ha la denstà d 'energia necessaria alla produzone di coppe virtuali..
                        probabile che come minmo occorra aumentare l' energia per separare le due particelle..forse basta un fattore di 2 pigreco?


                        se comunque si separano...
                        il circuito si chiude...

                        e se distanziiamo gli elettrodi,dobbamo mantenere la stessa densità ...
                        quindi si aumenta il voltaggo......uffa..,
                        e poi ..un elettrodo evapora perchè riceve il positrone.
                        e annichila lì con produzione di energia e sparizione d un elettrone...
                        e abbiamo sull'altro elettrodo..
                        un elettrone in più...


                        se il circuito è aperto..
                        elettrone e positrone si annichilano "normalmente tra loro...e basta...
                        vuol dire che non è successo nulla...


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                        • dimenticavo..
                          se il liibero cammino medio lo consideriamo di 10-18 mt...
                          allora ci occorre una forza superore a
                          10+9 newton...
                          azz... 10+29V/mt...circa
                          che corriisponde ai 10+11 V
                          calcolatii dal genco.strano...
                          azz..poi l buco nero deve avere un diametro di 10-18 mt...

                          mah...fortunate coincidenze?
                          beh, un piccolo accelleratore da 280 Gev..
                          che sarà mai?
                          c'è l'hanno quasi tutti ...

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                          • beh,
                            adesso dovrebbe essere più chiaro il perchè c'è un'asmmetria di fondo nel big bang...
                            lì ci sono le energie focalizzate in piccoli spazi necessari alla divisione materia-antimateria...

                            ma..ma..qualcosa non torna..
                            gli elettroni erano di più... se noi li troviamo...e li contiiamo..
                            o dii meno positron..relativo...

                            qualche asimmetria negli elettrodi di dio?

                            genco-olio.strano...che ne pensi?

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                            • beh,se salvatore legge qui...

                              ma un contatore enel,
                              a monte del varic ed altro, sia nell'alimentaziione plasma e resistenza..

                              magari con un controllo automatico de 10 girii...

                              cos'ha che non va?

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                              • ricerca importante sui plasmi

                                http://it.arxiv.org/PS_cache/physics/pdf/0703/0703047v1.pdf


                                si riesce ad accellerare elettron in plasma a + 200Mev n meno d un centimetro-...genc.olo
                                accelleratori da tavolo?

                                Commenta


                                • Ho letto è interessante.
                                  Cosa è ?
                                  Diffusione di fotoni in sostanze trasparenti ?
                                  No!
                                  E' diffusione di fotoni in un acceleratore di particelle da tavolo.

                                  Commenta


                                  • ,genco.olo.strano...
                                    a proposito di accelleratori...
                                    ritorno aii tuoi strange calcoli.


                                    allora se abbiamo trovato ,con alcune necessarie correzioni,

                                    che per creare e disaccopiare con probablità molto vicina ad 1...
                                    coppie virtual di elettroni-positroni...
                                    entrambi con calcoli diversi la stessa densità d'energia...
                                    allora ho trovato 10+29 V/mt...(circa)
                                    tu 10+11V ..un centinaio di Gev...
                                    che sono alla portata di un buon acceleratore qualsiasi...hai detto tu...


                                    ma dimentichi...
                                    10+11 V su 10-18 mt...
                                    danno 10+29V/mt ... te capì?

                                    acc.. queste densità d'energia incidentalmente le abbiamo avute nel bgbang--
                                    focalizzare 10+11 V ,o qualche centinao di Gev su 10-18 mt..
                                    è ancora robetta per un dio costruttore di universi..
                                    magari per un errore negl elettrod, questo spermentalsta potente, c' ha prodotti...
                                    noi ce dobbiamo accontentà dei circa 10 Tev di LHC..(funzionerà?)...
                                    e ancora..
                                    allora ..te capì perchè con 10+13 V/mt sono anche preoccupati per qualche probabiltà dii creare buchi neri?





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                                    • caro skeptik,
                                      o salvatore...
                                      vedo che incominci a capirci qualcosa ..d questo forum...

                                      ora ,non so se leggii qui...
                                      ma ti racconterò un'aneddoto...

                                      che c'entra?

                                      beh, chi vuol capire,capirà..
                                      la storia (anche se ora non mi ricordo bene nomi e date) è rigorosamente vera... sfido a trovare gl errori...

                                      verso la fne del 1600,
                                      un italiano(forse napoletano)alchimista, va alla corte di un re tedesco...
                                      e detro compenso, promette di trasmutare piombo in oro...

                                      il re, forse di prussia,
                                      forse conscio delle sole che c'erano dietro a queste affermazioni..
                                      che fa?
                                      dà un pò di soldii all'alchmiista,
                                      ma lo mette sotto stretta vigilanza, e comunica che se entro una data precisa, non vedeva questa trasmutazione..
                                      avrebbe imprigionato per il resto della vita il furbo alchimista...

                                      all'avvicinrsi della data fatidica,vista l'iimpossibltà di fuggire,
                                      l'alchmista chiede un incotro con il re,
                                      e resce a convincerlo che non potendo trasmutare il piombo in oro,
                                      avrebbe però trovato il modo di produrre porcellana...
                                      dobbiamo dire che in europa non si riusciva assolutamente a produrre porcellana di qualità simile a quella cinese,
                                      infatti vi era un fiorente commercio d vasi ciinesi.
                                      riiuscito a convincere il re, in poco tempo,il nostro organizzò un vero laboratorio,
                                      iindividuò le miniere giuste di caolino, trovo sistemi per purificarlo,
                                      forni ad hoc, .sistemi di misura e procedimenti di laboratorio che poi furono alla base della chimica moderna...
                                      risultato..produsse le porcellane dii lipsiia..
                                      ed un fiorente commercio di esse, con un ottimo guadagno per le casse del re...
                                      a questo punto il re liberò l'alchmista,glii diede onori e soldi, gli trovò una brava moglie , e tuttii vissero felici e contentii..
                                      la morale?
                                      beh, non tutte le truffe vanno a fin di male...
                                      il buono può essere dappertutto...basta trovarlo...

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                                        Tiny spheres could control light
                                        14 June 2007

                                        Light can be guided and manipulated at the nanometre scale by passing it through collections of tiny metal spheres -- according to new calculations by scientists in the US. The effect involves the interaction of light with plasmons on the surfaces of the spheres and the researchers claim that it could be used to create sources of coherent and polarized light. Such sources could be important for making a variety of all-optical nanodevices including sensors, switches and information storage devices ( J. Phys. B: At. Mol. Opt. Phys. 40 S283).

                                        Plasmons are “quasiparticles” that describe the collective oscillations of electrons on the surfaces of metals. Plasmons interact with light and researchers are trying to exploit this property in “plasmonic” devices for processing and transmitting data.



                                        Now, Maxim Sukharev and Tamar Seideman of Northwestern University have used a computer simulation to study the interaction between light and the plasmons on the surfaces of tiny metal spheres. Using the example of a T-junction composed of silver nanospheres, the simulation revealed that the path taken by the light through the spheres could be altered by changing the polarization of the light. The researchers believe that this effect – which has yet to be confirmed experimentally -- could be used in an optical nanoswitch, or inverter.

                                        The calculations also suggested that incident light can be confined within “plasmonic crystals” made from periodic arrays of nanoparticles. Moreover, depending on the geometry of the crystal, the light could be focused and guided. In addition, the computer results suggested that the effect could be harnessed in nanoscale light sources with controllable coherence and polarization properties.

                                        The researchers believe that their modelling techniques could offer a practical way to predict the optical responses of plasmonic devices during the design process.

                                        About the author
                                        Belle Dumé is contributing editor at nanotechweb.org

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                                        • altro articolo interessante
                                          http://www.iop.org/EJ/abstract/0953-4075/40/11/S04

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                                          • articolo interessante per quanto riguarda i protoni d idrogeno...
                                            possono dventare superfuidii ?

                                            http://arxiv.org/PS_cache/cond-mat/pdf/0504/0504019v1.pdf


                                            sempre sullo stesso argomento...
                                            superfluidità nei proton...


                                            http://wpop19.inwind.libero.it/cgi-bin/web...-60_1994155.pdf

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                                            • articolo interessante

                                              Dal buco alla stella nera
                                              Secondo una ricerca statunitense non si raggiungerebbe mai lo stadio limite di buco nero, ma la massa collasserebbe fino a generare "solo" piccole stelle nere.



                                              I buchi neri potrebbero non esistere. Almeno non come li immaginavano gli scienziati, cioè protetti da un impenetrabile evento limite. Un nuovo studio, alquanto controverso, potrebbe abbattere il limite e finalmente risolvere questo paradosso della fisica.




                                              Ad oggi si ritiene che l’evento limite segni un confine oltre il quale niente riesce a sfuggire alla gravità del buco nero. Secondo la teoria della relatività generale, infatti, anche la luce è intrappolata oltre l’orizzonte limite, cosicché nulla di ciò che vi cade dentro ne può uscire. L’informazione sembrerebbe, così, scomparire dall’universo. Tutto questo contraddice le equazioni della meccanica quantistica che prevedono sempre la possibilità di preservare informazione. Come risolvere questo dilemma?




                                              In passato i ricercatori hanno proposto la spiegazione per la quale l’informazione torna indietro molto lentamente. Potrebbe essere mascherata sottoforma di ipotetiche particelle chiamate “radiazione di Hawking”, le quali proverrebbero dal buco nero e andrebbero a mescolarsi con la schiuma quantistica sempre presente nello spazio.




                                              Altri ricercatori, invece, sostengono che non ha mai luogo l’evento limite che dissolve l’informazione. Tanmay Vachaspati e colleghi della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, hanno tentato di calcolare ciò che accade mentre si sta formando un buco nero. Basandosi su un approccio matematico atipico come l’equazione funzionale di Schroedinger, hanno analizzato una sfera di materia mentre collassa e immaginato cosa vedrebbe un osservatore molto lontano.




                                              Hanno scoperto che la gravità della massa che sta collassando comincia a distruggere il vuoto quantistico, generando quella che loro chiamano la “radiazione pre-Hawking”. Questa radiazione permetterebbe alla massa dell’oggetto di ridursi in modo sufficiente a non renderla mai così densa da generare un evento limite come un buco nero. “Non esistono eventi del genere – rivela Vachaspati a New Scientist – ma solo stelle che si dirigono verso un buco nero senza raggiungerlo mai”.




                                              Per Vachaspati queste stelle nere assomiglierebbero molto ai buchi neri. Dal punto di vista di un osservatore assai distante, la gravità distorce il moto apparente del tempo in modo tale da far rallentare la materia che vi cade dentro. Mentre si avvicina al limite, la materia si dissolve e la sua luce non sarebbe più rintracciabile perché nascosta sottoforma di lunghezze d’onda distese dalla gravità della stella nera.




                                              Ma, poiché la radiazione pre-Hawking impedisce la formazione di un buco nero, la materia non scompare mai del tutto. Dal momento che in questo modo nulla verrebbe tagliato fuori dall’universo, non sussisterebbe nemmeno più il paradosso dell’informazione.




                                              Altri fisici teorici, però, si oppongono fermamente a questa idea. “Non concordo per niente – sbotta il premio Nobel Gerard t’Hooft dell’Università olandese di Utrecht – perché questo processo non può in alcun caso generare una radiazione sufficiente a far scomparire un buco nero così rapidamente”. L’evento limite si formerebbe, secondo t’Hooft, molto prima che il buco possa evaporare.




                                              Anche Steve Giddings dell’Università della California è scettico. “Molte scoperte pressoché sicure confliggono con la loro visione – dice a New Scientist – Per quanto ne so io, finora non ci sono stati tentativi di capire come abbiano fatto a ottenere certi risultati. Se lo si facesse sarebbe un bel passo avanti per capire se è un risultato attendibile o meno”.




                                              E un modo per scoprirlo ci sarebbe. L’LHC, il supercollider in costruzione a Ginevra, dovrebbe essere capace di generare buchi neri microscopici o, se Vachaspati ha ragione, piccole stelle nere. Al contrario degli smisurati e quasi eterni buchi neri presenti nello spazio, però, questi piccoli oggetti si dissolverebbero molto rapidamente. La dispersione dell’energia interna alla radiazione, poi, potrebbe rivelare se si supera o meno l’evento limite.




                                              In alternativa, secondo Vachaspati, due stelle nere che collidono potrebbero rivelarsi perché non emetterebbero soltanto onde gravitazionali (come i buchi neri che collidono) ma anche raggi gamma. Vachaspati ritiene, inoltre, che le stelle nere siano alla base delle esplosioni di raggi gamma viste dagli astronomi.


                                              19 giugno 2007In collaborazione con New Scientist
                                              ...

                                              Commenta


                                              • beh, anche remond è ruscito ad accendere una lampadina con le RF emesse dalla celletta a ff.





                                                ABBIAMO fatto appena in tempo ad abituarci al wirless, a eliminare cioè buona parte dei fili di mouse, computer e di molti altri strumenti più o meno indispensabili che ingombrano le nostre case moderne, che già compare la nuova frontiera della tecnologia: la WiTricity. La descrive su Science Marin Soljacic, che alla guida di un gruppo di studiosi del Mit (Department of Physics, Department of Electrical Engineering and Computer Science, e Institute for Soldier Nanotechnologies) ha dimostrato in via sperimentale la possibilità di alimentare una lampadina da 60 W con una sorgente elettrica a più di due metri di distanza, senza il bisogno di una qualsiasi connessione fisica tra i due oggetti. Da qui il passo verso il caricamento a distanza di telefonini, computer portatili, lettori mp3, aspirapolveri e via discendendo nella scala delle nostre priorità teoricamente dovrebbe essere breve.

                                                Una rivoluzione nella nostra vita di tutti i giorni, che potrebbe migliorare non poco. Basta ascoltare Soljacic mentre racconta l’episodio che l’ha portato a ottenere questi risultati: «Probabilmente era la sesta volta quel mese che venivo svegliato dal mio cellulare che suonava per comunicarmi che avevo dimenticato di ricaricarlo. Ho pensato a quanto sarebbe stato meraviglioso se avesse provveduto a ricaricarsi autonomamente». Era necessario trasmettere l’elettricità senza il bisogno di fili: per questo Soljacic ha cominciato a pensare a quale fenomeno fisico lo avrebbe aiutato a rendere questo desiderio una realtà.
                                                I mezzi per trasmettere l’elettricità senza fili esistono e sono conosciuti da secoli. La radiazione elettromagnetica per esempio ha queste caratteristiche e le onde radio sono infatti utilizzate per trasmettere informazioni. Ma in questo caso la diffusione avviene in tutte le direzioni, mentre noi vorremmo evitare dispersioni di energia e direzionare quest’ultima verso un oggetto specifico.
                                                Il laser avrebbe questa possibilità, ma non ammette ostacoli sul suo percorso, ed è inoltre complicato alimentare in questo modo uno strumento in movimento.

                                                La via sperimentata da Soljacic è un’altra, e si basa sulla risonanza. Due oggetti che hanno la stessa frequenza di risonanza tendono a scambiarsi energia in mo0do efficiente, e interagiscono debolmente con altri oggetti con risonanze diverse. Per visualizzare il concetto basta pensare a una bambina che si dondola su un’altalena. Una volta resasi indipendente dalla forza motrice dei propri genitori, potrà trasferire energia all’altalena (e quindi dondolarsi da sola) muovendo le gambe alla frequenza naturale dell’altalena. Ancora meglio, possiamo immaginare il fenomeno con le frequenze acustiche. Se una cantante emettesse un acuto sufficientemente potente in una sala piena di bicchieri di cristallo contenenti diverse quantità di vino, potrebbe addirittura far esploderne uno, senza minimamente intaccare gli altri, proprio perché le frequenze di risonanza sono diverse. Si parla di regime di operazione”fortemente accoppiato”: se ci si assicura di operare in quel regime, il trasferimento di energia può essere estremamente efficiente.

                                                Come abbiamo visto le risonanze possono essere di tipo meccanico, acustico, ecc. Soljacic e i suoi collaboratori si sono concentrati sulla risonanza magnetica. La maggior parte dei materiali di uso comune interagisce molto debolmente con i campi magnetici, per cui le interferenze sono limitate. «Per considerazioni sulla salute è inoltre molto importante il fatto che i campi magnetici interagiscono tanto debolmente con gli organismi biologici», aggiunge Andre Kurs, che ha partecipato alla ricerca.

                                                Il collegamento tra sorgente di energia e strumento da caricare avviene tramite due spirali di rame che risuonano alla stessa frequenza (forte interazione), e così l’energia viene trasmessa da quello che invia a quello che riceve senza che ci siano grandi dispersioni nell’ambiente (con cui le interazioni sono deboli).
                                                «Il vantaggio fondamentale nell’uso di un campo non radiativi risiede nel fatto che la maggior parte dell’energia che non viene raccolta dall’unità ricevente resta trattenuta nelle vicinanze dell’unità trasmettente, invece di essere irradiata nell’ambiente e persa», spiega Robert Moffatt, membro del gruppo di studio.
                                                In tutto questo ragionamento c’è un ma, ed è costituito dalla distanza. Lo spazio tra i due oggetti dipende dalle dimensioni del ricevente: un computer portatile si può caricare nello spazio più o meno di una stanza, in qualsiasi posizione sia messo, qualsiasi siano gli oggetti che si trovano in mezzo. In pratica, un computer potrebbe funzionare in una stanza senza il bisogno di una batteria. Questo vuol dire che nel tempo potremmo liberarci dalle pile, pesanti e costose come sono.

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                                                • beh,sembra propio che possa esistere un modello diverso da hawking d evaporazone di buco nero


                                                  http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/0706/0706.1203v1.pdf

                                                  http://arxiv.org/PS_cache/hep-ph/pdf/0404/0404227v2.pdf

                                                  http://arxiv.org/PS_cache/astro-ph/pdf/0608/0608168v1.pdf
                                                  http://arxiv.org/PS_cache/astro-ph/pdf/0511/0511373v3.pdf

                                                  molto iinteressante...


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                                                  • vortici e buchi neri
                                                    http://arxiv.org/PS_cache/gr-qc/pdf/0312/0312069v2.pdf

                                                    e ancora
                                                    http://arxiv.org/PS_cache/cond-mat/pdf/0404/0404480v1.pdf

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                                                    • vorticii e bohm effect

                                                      http://arxiv.org/PS_cache/hep-th/pdf/9309/9309109v1.pdf

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                                                        http://arxiv.org/PS_cache/hep-ph/pdf/9405/9405285v1.pdf

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                                                          http://arxiv.org/PS_cache/hep-th/pdf/0602/0602130v1.pdf
                                                          vachaspati è uno dei teorcii verii preferiti

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                                                            i calcoli per l'energia necessaria al disaccoppiamento dii elettrone-positrone...

                                                            Calcoli semiclassici con densità di probabilità tendente a uno.

                                                            dai calcoli corretti del genco

                                                            la forza elettrica di attrazione tra elettrone- positrone è:

                                                            raggio dell'elettrone o positrone = 1x10^-18 metri
                                                            costante dielettrica del vuoto = 8,85 x 10^-12
                                                            Superficie di un cerchio = raggio al quadrato x PiGreco
                                                            Capacità = 5,55 x 10^-31 Farad
                                                            Tensione = Carica elettrica / Capacità
                                                            Tensione = 1,6 x 10^-19 x 5,55 x 10^-31
                                                            Tensione = 0,28 x 10^12 volt
                                                            Tensione = 2,8 x 10^11 volt
                                                            Tensione = 280 GIGAvolt su 10-18mt


                                                            se con gli stessi dati calcoliamo la forza dii attrazione di casimir otteniamo:

                                                            circa 10+9 newton...
                                                            considerando che a 10-18 mt il fattore di moltiplcazione e correzione è molto vicino ad 1...quindi trascurabile...
                                                            incidentalmente abbiamo una corrispondenza tra forza forte e forza di casimir..

                                                            se calcoliamo l'energia necessaria alla produzione di coppie

                                                            .. .................. .. m2c3
                                                            Ec=------------------------------- = 1.3 10+16 V/cm
                                                            ........... ... e*h

                                                            ottenamo 10+18 V/mt...circa
                                                            per il disaccoppiamento dobbiamo aumentare l'intensità d'energia...
                                                            per produrre allmeno circa 1.1 Mev d'energia reale...



                                                            se calcoliamo con E= hv

                                                            otteniamo un'energia di circa 10+29 V/mt


                                                            siamo qundi a 10+10 newton ...circa
                                                            tutto quadra....
                                                            oppure semplici coincidenze?

                                                            Edited by superabazon - 22/6/2007, 11:33

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