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Cella di Mayer

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  • CITAZIONE (hacqua2o @ 27/10/2006, 10:29)
    CITAZIONE (kalos66 @ 27/10/2006, 09:48)
    CITAZIONE (hacqua2o @ 27/10/2006, 08:47)
    Volevo esaminare il brevetto allegato: http://www.waterfuelcell.org/WFCprojects/P...WO9207861A1.pdf,
    ma non riesco a fare il copia incolla per la traduzione, c'è qualcuno che sà come si possa fare.

    Ciao , copia e incolla non l'ho puoi fare perchè il documento è un'immagine scannerizzata . Dovresti usare un software specifico OCR tipo Fine Reader .

    Ciao

    Ciao Kaloss66

    Ti ringrazio del consiglio, purtroppo non ho uno scanner eccellente e gli ocr non vengono molto bene.

    Bisogna che trovo su internet il brevetto in formato non pdf.


    Ciao

    Ciao , con Fine Reader ( che trovi sul mulo <img src="> ) la scannerizzazione la esegui direttamente sul file pdf senza usare scanner.... e automaticamente ti dà il file testo .
    A proposito lo schema che indicavi del tedesco ... , capisco perchè non ti piace, onda sinusoidale in uscita , tensione non elevatissima , frequenza fissa <img src="> e problemi costruttivi del trasformatore d'uscita per qunto riguarda gli avvolgimenti .

    Ciao

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    • Ciao Kaloss

      Grazie per l’interessamento, non sapevo di questi programmi, comunque lo sto scaricando.

      La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
      La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
      In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
      non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
      Albert Einstein

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      • CITAZIONE (kalos66 @ 27/10/2006, 11:58)
        A proposito lo schema che indicavi del tedesco ... , capisco perchè non ti piace, onda sinusoidale in uscita , tensione non elevatissima , frequenza fissa <img src="> e problemi costruttivi del trasformatore d'uscita per qunto riguarda gli avvolgimenti .

        L'ho escluso dalla mia testa ne per la forma d'onda, poichè l'idrogeno si genera bene anche con la sinusoidale, ne per la costruzione del trasformatore, che come ho visto usa avvolgimenti di poche spire, ma primo perchè ha una frequenza fissa e secondo perchè sto lavorando con i pll tipo quello usato da meyer nel progetto che voglio esaminare più a fondo.

        Che a proposito di questo ho dato uno sguardo in lingua inglese, mi a colpito l 'esempio che fà il Meyer.

        Lui dice che la frequenza del primario del trasformatore può variare da 0 -10khz, e in una cella tipica di 3" di lunghezza con tubi da 0.5" e 0.75", la corrente nella cella è di circa 25mA, e quando il circuito è in risonanza la correte è minimo 1-2 mA.

        Sapevo che la frequenza dipendeva anche dal numero delle celle, ora se aumentassimo le celle a quanto si scenderebbe di frequenza'.

        Ciao


        La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
        La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
        In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
        non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
        Albert Einstein

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        • Ho trovato questa pagina, molto interessante, ci sono molte notizie e dati per la realizazione del trasformatore.
          Forse qualcuno già la conosce, ma molti no.
          http://www.waterfuelcell.org/WFCprojects/Warj/

          Ciao a tutti
          La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
          La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
          In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
          non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
          Albert Einstein

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          • Chi è che diceva: "la cella di Meyer non è una capacità"

            Comunque dopo tante prove ed esperimenti , sono riuscito a sintonizzare ed avere un aumento di tensione sulla cella.

            In poche parole ho fatto risuonare il secondario del trasformatore con la capacità della cella, per riprova ho aumentato una cella al reattore, per avere la massima tensione ho dovuto risintonizzarla variando la frequenza .
            Ciò dimostra che la cella si comporta come una capacità.

            Saluti
            La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
            La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
            In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
            non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
            Albert Einstein

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            • Ciao a tutti.

              X hacqua2o: hai provato ad alimentare la cella direttamente dal driver del trasformatore, eliminandolo dal circuito, per vedere se il fenomeno si ripropone?
              Ti chiedo questo perchè ho gia sperimentato la cosa, utilizzando un dip meter, con dei tubi di rame, sia saldati insieme ad una estremità, come da mia teoria, che isolati elettricamente, ed in entrambe i casi sono riuscito a trovare la frequenza di risonanza. Per alimentarle ho saldato i due capi di un filo alle estremità dei tubi, dallo stesso lato, e l' ho spiralato per creare il link per lo strumento, e pensavo anche io che la risonanza, specialmente nel caso dei due tubi isolati, fosse data dalla "bobina" che io avevo creato, ma per contro prova ho cambiato diverse volte il numero delle spire del link, e con mio stupore ho constatato che la frequenza non cambiava.
              Tutte le mie prove "esaudienti", sono state fatte in aria, in quanto in acqua si creavano fenomeni strani che attribuisco alla conduzione della stessa.
              Ieri ho comprato acqua demineralizzata e fondo turapori per legno, che ho usato per ricoprire internamente ed esternamente i tubi, per togliermi ogni dubbio, e in settimana mi arriva un generatore sinusoidale da 1 Hz a 120 MHz, che spero mi possa essere di aiuto.

              A presto

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              • CITAZIONE (elettroalchemico @ 6/11/2006, 15:19)
                Ciao a tutti.

                X hacqua2o: hai provato ad alimentare la cella direttamente dal driver del trasformatore, eliminandolo dal circuito, per vedere se il fenomeno si ripropone?
                Ti chiedo questo perchè ho gia sperimentato la cosa, utilizzando un dip meter, con dei tubi di rame, sia saldati insieme ad una estremità, come da mia teoria, che isolati elettricamente, ed in entrambe i casi sono riuscito a trovare la frequenza di risonanza. Per alimentarle ho saldato i due capi di un filo alle estremità dei tubi, dallo stesso lato, e l' ho spiralato per creare il link per lo strumento, e pensavo anche io che la risonanza, specialmente nel caso dei due tubi isolati, fosse data dalla "bobina" che io avevo creato, ma per contro prova ho cambiato diverse volte il numero delle spire del link, e con mio stupore ho constatato che la frequenza non cambiava.
                Tutte le mie prove "esaudienti", sono state fatte in aria, in quanto in acqua si creavano fenomeni strani che attribuisco alla conduzione della stessa.
                Ieri ho comprato acqua demineralizzata e fondo turapori per legno, che ho usato per ricoprire internamente ed esternamente i tubi, per togliermi ogni dubbio, e in settimana mi arriva un generatore sinusoidale da 1 Hz a 120 MHz, che spero mi possa essere di aiuto.

                A presto

                Non riesco a capire la prova che hai fatto, per quanto riguarda la mia, ora ti spiego meglio.

                Ho iniziato i miei esperimenti come dici tu, ho inserito la cella al posto del primario del trasformatore, e con la cella sempre immersa in acqua, alimentando il driver con un treno di impulsi ad onda quadra, (E’ l’unico modo per fare questi tipi di esperimenti, lascia perdere generatori di segnali o altro) e c’è già una produzione di idrogeno che varia al variare della frequenza e della pausa del pulse train, però non ho mai trovato aumenti di tensione al variare della frequenza.

                Inserendo il trasformatore tra il driver e la cella, riesco a sintonizzare, ovvero variando la frequenza da un minimo ad un massimo ho un aumento e una diminuzione di ampiezza della tensione ai capi della cella ed un aumento della produzione di idrogeno.
                Se ad esempio sono sintonizzato al massimo della tensione e inserisco un'altra cella in parallelo, devo ritoccare la frequenza per riportare la tensione al massimo.
                Non so se questa è la frequenza di risonanza oppure un armonica, ma questo è ancora da sperimentare, l’importante per ora è che la cella funzioni come capacità.

                Ciao
                La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                Albert Einstein

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                • CITAZIONE (hacqua2o @ 6/11/2006, 17:30)
                  Non riesco a capire la prova che hai fatto, per quanto riguarda la mia, ora ti spiego meglio.

                  Ho iniziato i miei esperimenti come dici tu, ho inserito la cella al posto del primario del trasformatore, e con la cella sempre immersa in acqua, alimentando il driver con un treno di impulsi ad onda quadra, (E’ l’unico modo per fare questi tipi di esperimenti, lascia perdere generatori di segnali o altro) e c’è già una produzione di idrogeno che varia al variare della frequenza e della pausa del pulse train, però non ho mai trovato aumenti di tensione al variare della frequenza.

                  Inserendo il trasformatore tra il driver e la cella, riesco a sintonizzare, ovvero variando la frequenza da un minimo ad un massimo ho un aumento e una diminuzione di ampiezza della tensione ai capi della cella ed un aumento della produzione di idrogeno.
                  Se ad esempio sono sintonizzato al massimo della tensione e inserisco un'altra cella in parallelo, devo ritoccare la frequenza per riportare la tensione al massimo.
                  Non so se questa è la frequenza di risonanza oppure un armonica, ma questo è ancora da sperimentare, l’importante per ora è che la cella funzioni come capacità.

                  Ciao

                  Ciao , la prova che ha fatto è lavorare in cella isolata , cercando di produrre idrogeno esculsivamente con acmpi elettrici "variabili" . Potresti dirmi che tensioni hai rilevato ai capi della cella ?? Per quanto riguarda il comportamento anomalo della cella , credo sia dovuto all'acqua ( sia essa distillata , che da "rubinetto" ) , in aria la cella è una perfetta capacità , immersa in acqua la capacità diviene anomala , impossibile da misurare inquanto non riesce a risuonare con le tensioni di prova degli strumenti . Se riesco sabato provo a misurare la cella in acqua con un vecchio strumento a ponte a bilanciamento di frequenza .... dovrei ottenere 2 cose credo :
                  1) la misura della capacità
                  2) in corrispondenza della frequenza di risonanza ( lo strumento bilanciato ) dovrei ottenere una piccolissima produzione di idrogeno .

                  Ciao

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                  • CITAZIONE (kalos66 @ 7/11/2006, 11:02)
                    Ciao

                    Ciao , la prova che ha fatto è lavorare in cella isolata , cercando di produrre idrogeno esculsivamente con acmpi elettrici "variabili" . Potresti dirmi che tensioni hai rilevato ai capi della cella ?? [/QUOTE]Ciao

                    Sarebbe interessante la produzione di idrogeno con campi magnetici, ma non so se sia possibile, sarebbe rivoluzionario.

                    Comunque per quanto riguarda la tensione ai capi della cella, non posso risponderti, poichè il mio oscilloscopio è da buttar via, riesco a vedere solo l'impulso di eccitazione del primario e una parte della tensione del secondario.

                    Comunque per ora, come ripeto l'importante è che ci sia questa forma di risonanza, e questa capacità della cella che si pensava non esistesse.



                    La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                    La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                    In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                    non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                    Albert Einstein

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                    • CITAZIONE (hacqua2o @ 7/11/2006, 12:29)
                      Sarebbe interessante la produzione di idrogeno con campi magnetici, ma non so se sia possibile, sarebbe rivoluzionario.

                      Comunque per quanto riguarda la tensione ai capi della cella, non posso risponderti, poichè il mio oscilloscopio è da buttar via, riesco a vedere solo l'impulso di eccitazione del primario e una parte della tensione del secondario.

                      Comunque per ora, come ripeto l'importante è che ci sia questa forma di risonanza, e questa capacità della cella che si pensava non esistesse.

                      Ciao , anche con campi magnetici si può dissociare l'acqua , ma purtroppo occorrono campi di parecchie migliaia di tesla , ma si può sfruttare questa possibilità , per aumentare l'efficienza della cella Meyer ( coem ha fatto lui ) .
                      La capacità della cella esiste ... solo che ha una forma diciamo "esotica" per via del comportamento "strano" che evidenza ; non mi stranizza che possa variare con le variazioni dei gas disciolti nell'acqua . Per quanto ne sò il problema stà appunto a mantenere la cella in risonanza , chi replicato Meyer ha avuto questo problema , all'inizio una forte produzione di idrogeno e ossigeno ... successivamente il processo si bloccava per riprendere successivamente .

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                      • CITAZIONE
                        La capacità della cella esiste ... solo che ha una forma diciamo "esotica" per via del comportamento "strano" che evidenza ; non mi stranizza che possa variare con le variazioni dei gas disciolti nell'acqua . Per quanto ne sò il problema stà appunto a mantenere la cella in risonanza , chi replicato Meyer ha avuto questo problema , all'inizio una forte produzione di idrogeno e ossigeno ... successivamente il processo si bloccava per riprendere successivamente .

                        Sai per caso se in corrispondenza dell' arresto della produzione dei gas, si registrava un brusco aumento della corrente di assorbimento del circuito?

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                        • Ciao

                          Per far funzionare il reattore (generatore idrogeno) i 12 volt della batteria auto sono un pochino bassi, quindi volevo alzare questa tensione.
                          Per i pc portatili ci sono alimentatori da attaccare ai 12 volt della macchina e tirano fuori 24 volt dc 5A, pero io volevo un 36 volt, so che esistono, ma dove potrei trovarli? qualcuno sa dirmi dove?

                          Grazie

                          La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                          La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                          In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                          non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                          Albert Einstein

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                          • CITAZIONE (elettroalchemico @ 7/11/2006, 17:37)
                            CITAZIONE
                            La capacità della cella esiste ... solo che ha una forma diciamo "esotica" per via del comportamento "strano" che evidenza ; non mi stranizza che possa variare con le variazioni dei gas disciolti nell'acqua . Per quanto ne sò il problema stà appunto a mantenere la cella in risonanza , chi replicato Meyer ha avuto questo problema , all'inizio una forte produzione di idrogeno e ossigeno ... successivamente il processo si bloccava per riprendere successivamente .

                            Sai per caso se in corrispondenza dell' arresto della produzione dei gas, si registrava un brusco aumento della corrente di assorbimento del circuito?

                            Ciao , purtroppo non sono a conoscenza di questo particolare . <img src=">

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                            • Ciao Kalos66, e grazie per la risposta.
                              Oggi penso di dare una seconda mano di impregnante ai miei tubi, e a presto effettuerò qualche nuovo esperimento.

                              Ciao anche ad Hacqua2O, che chiedeva di qualche alimentatore per i 36V. Non so dove reperirli già assemblati, ma in compenso ti posso dire che esistono i cosidetti "Step Up DC/DC converter", che sono integrati con un numero irrisorio di piedini, e con pochi componenti di contorno, possono elevere le tensioni, e hanno un amperaggio discreto rispetto alle loro dimensioni. Quelli che ho individuato con una rapida ricerca su google, arrivano fino a 40V partendo dai 12V di input, l' unica pecca è che sono quasi tutti in SMD (onestamente non ho incluso la parola DIP nelle ricerche), ma non è una cosa di cui spaventarsi, in quanto disegnare il CS è un gioco da ragazzi, e con un saldatore da 15/20 W a punta fine ed una pinzetta a becchi sottili, puoi montarli senza grossi problemi. Basta puntare per primo uno dei pin agli angoli, tenendolo con la pinzetta, poi esercitando una leggera pressione con il manico della pinzetta, vai a saldare il diagonale opposto, aspetti qualche secondo, e sempre premendo rinfreschi nuovamente il primo pin saldato. Così facendo sei sicuro che il componente sia in battuta sul circuito. Adesso hai solo da aspettare che si raffreddi, e uno alla volta, lasciando intercorrere un po' di tempo, saldi gli altri pin. In questo modo non fai surriscaldare troppo il componente, rischiando di danneggiarlo. Se invece hai un soffiatore ad aria calda per SMD....... be.... se lo possiedi è inutile che ti spiego come usarlo <img src="> Oltre a questa accortezza da seguire, c'è da stare attenti alle cariche elettrostatiche, in quanto sono componenti molto delicati, perciò filo di rame intorno al polso collegato ad una resistenza da 10k, e poi verso il calorifero più vicino, in un punto dove sei sicuro ci sia contatto elettrico. Se riesci attacca un altro filo alla base della punta del saldatore, e sempre tramite una 10k, vai al calorifero.
                              Dato che tendono a surriscaldare alle massime correnti di lavoro, fai le piste in maniera che si allarghino il più possibile nelle immediate vicinanze dei pin, almeno funzionano da dissipatori.

                              A presto.

                              Commenta


                              • CITAZIONE (elettroalchemico @ 8/11/2006, 16:15)
                                Ciao Kalos66, e grazie per la risposta.
                                Oggi penso di dare una seconda mano di impregnante ai miei tubi, e a presto effettuerò qualche nuovo esperimento.

                                Ciao anche ad Hacqua2O, che chiedeva di qualche alimentatore per i 36V. Non so dove reperirli già assemblati, ma in compenso ti posso dire che esistono i cosidetti "Step Up DC/DC converter", che sono integrati con un numero irrisorio di piedini, e con pochi componenti di contorno, possono elevere le tensioni, e hanno un amperaggio discreto rispetto alle loro dimensioni. Quelli che ho individuato con una rapida ricerca su google, arrivano fino a 40V partendo dai 12V di input, l' unica pecca è che sono quasi tutti in SMD (onestamente non ho incluso la parola DIP nelle ricerche), ma non è una cosa di cui spaventarsi, in quanto disegnare il CS è un gioco da ragazzi, e con un saldatore da 15/20 W a punta fine ed una pinzetta a becchi sottili, puoi montarli senza grossi problemi. Basta puntare per primo uno dei pin agli angoli, tenendolo con la pinzetta, poi esercitando una leggera pressione con il manico della pinzetta, vai a saldare il diagonale opposto, aspetti qualche secondo, e sempre premendo rinfreschi nuovamente il primo pin saldato. Così facendo sei sicuro che il componente sia in battuta sul circuito. Adesso hai solo da aspettare che si raffreddi, e uno alla volta, lasciando intercorrere un po' di tempo, saldi gli altri pin. In questo modo non fai surriscaldare troppo il componente, rischiando di danneggiarlo. Se invece hai un soffiatore ad aria calda per SMD....... be.... se lo possiedi è inutile che ti spiego come usarlo <img src="> Oltre a questa accortezza da seguire, c'è da stare attenti alle cariche elettrostatiche, in quanto sono componenti molto delicati, perciò filo di rame intorno al polso collegato ad una resistenza da 10k, e poi verso il calorifero più vicino, in un punto dove sei sicuro ci sia contatto elettrico. Se riesci attacca un altro filo alla base della punta del saldatore, e sempre tramite una 10k, vai al calorifero.
                                Dato che tendono a surriscaldare alle massime correnti di lavoro, fai le piste in maniera che si allarghino il più possibile nelle immediate vicinanze dei pin, almeno funzionano da dissipatori.

                                A presto.

                                Simpatico il ragazzo!!!! [<img src=">] In poche parole hai dato una lezione di saldatura degli smd, complimenti sei un tipo di penna facile, non sarai mica anche uno scrittore? ma a me non serviva una lezione [<img src=">], serviva di sapere dove trovare questi power adapter che da 12volt escono 36 volt [<img src=">] .
                                So degli step up che dici tu, ma ho bisogno oltre che della tensione anche della corrente che dovrebbe essere almeno sui 2-3 A, e quindi dovrei mettermi a sperimentare anche questi, se esistono in commercio, approfitto.

                                Gli adattatori da 12 volt a 24 volt 5A ci sono quanti ne vuoi e a prezzi anche bassi dell’ordine dei 20 Euro. Ma ci dovrebbero essere anche a 36 Volt ovviamente con corrente più modesta. Bisognerebbe sapere come è la circuitazione del 24Volt, e vedere se era possibile farli lavorare in serie.

                                Ciao
                                La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                Albert Einstein

                                Commenta


                                • Ciao a tutti (tutti….. i soliti 2-3 gli altri non si fanno mai sentire).

                                  Vi siete mai chiesti perché nessuno è riuscito a replicare la cella del Meyer?
                                  Forse qualcuno c’è riuscito, secondo me ha barato, non è il reattore del meyer, è un surrogato. Anche Xogen che commercializza un sistema di alta elettrolisi, e molti lo reputano il discendente del Meyer, lavora su principi diversi.

                                  Forse nessuno ci riesce perché tutti seguiamo la fisica normale, l’elettronica normale, sappiamo che per fare uno step up occorre un trasformatore con un ratio ascendente e nel caso del Meyer 1:3 e se non fosse così?

                                  Se fosse tutto diverso, penso che il meyer abbia usato per l’esempio con una sola cella il trasformatore con primario 200 spire e secondario 600 spire, ma che succede con più celle? E’ sempre idoneo o và ricalcolato?
                                  Tutte domande che mi passano per la mente ogni volta che faccio una prova con questa cella.

                                  Voi che ne pensate, parliamone.

                                  A presto
                                  La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                  La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                  In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                  non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                  Albert Einstein

                                  Commenta


                                  • CITAZIONE (hacqua2o @ 9/11/2006, 15:31)
                                    Forse nessuno ci riesce perché tutti seguiamo la fisica normale, l’elettronica normale, sappiamo che per fare uno step up occorre un trasformatore con un ratio ascendente e nel caso del Meyer 1:3 e se non fosse così?

                                    Se fosse tutto diverso, penso che il meyer abbia usato per l’esempio con una sola cella il trasformatore con primario 200 spire e secondario 600 spire, ma che succede con più celle? E’ sempre idoneo o và ricalcolato?
                                    Tutte domande che mi passano per la mente ogni volta che faccio una prova con questa cella.

                                    Voi che ne pensate, parliamone.

                                    A presto

                                    Ciao , credo che con più celle và ricalcolata la frequenza di risonanza della cella risultante e conseguentemente bisogna ricalcolare il circuito di alimentazione per adattarlo al massima trasmissione di energia mantenendo la risonanza stessa. Però se tu guardi il circuito driver dell'elevatore c'è quella induttanza variabile che servirebbe ad accoppiare in maniera ottimale il circuito di alimentazione con la cella stessa ; da questa considerazione non credo sia necessario il ricalcolo ( io direi variazione fisica del circuito , in quanto non credo sia calcolabile con la normale fisica <img src="> ) , magari si può costruire qualcosa di ottimale per migliorare le performance in ogni caso ....

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                                    • CITAZIONE (kalos66 @ 9/11/2006, 15:40)
                                      Ciao , credo che con più celle và ricalcolata la frequenza di risonanza della cella risultante e conseguentemente bisogna ricalcolare il circuito di alimentazione per adattarlo al massima trasmissione di energia mantenendo la risonanza stessa. Però se tu guardi il circuito driver dell'elevatore c'è quella induttanza variabile che servirebbe ad accoppiare in maniera ottimale il circuito di alimentazione con la cella stessa ; da questa considerazione non credo sia necessario il ricalcolo ( io direi variazione fisica del circuito , in quanto non credo sia calcolabile con la normale fisica <img src="> ) , magari si può costruire qualcosa di ottimale per migliorare le performance in ogni caso ....

                                      Si indubbiamente il circuito di risonanza L-Cella và ricalcolato o ritarato per mezzo dell'induttore variabile come dici tu.

                                      Ma io intendevo il trasformatore, lo step-up vero e proprio, che deve essere con caratteristiche un po strane, deve assorbire poca corrente e il secondario secondo me deve interagire con la risonanza L-Cella.
                                      La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                      La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                      In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                      non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                      Albert Einstein

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                                      • CITAZIONE (hacqua2o @ 9/11/2006, 16:01)
                                        Si indubbiamente il circuito di risonanza L-Cella và ricalcolato o ritarato per mezzo dell'induttore variabile come dici tu.

                                        Ma io intendevo il trasformatore, lo step-up vero e proprio, che deve essere con caratteristiche un po strane, deve assorbire poca corrente e il secondario secondo me deve interagire con la risonanza L-Cella.

                                        Il trasformatore ha la duplice funzione sia di adattatore d'impedenza che di triplicare la tensione , infatti secondo me ( teoricamente ) si potrebbe utilizzare un trasformatore che adatti solamente l'impedenza .

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                                        • CITAZIONE (kalos66 @ 9/11/2006, 16:26)
                                          Il trasformatore ha la duplice funzione sia di adattatore d'impedenza che di triplicare la tensione , infatti secondo me ( teoricamente ) si potrebbe utilizzare un trasformatore che adatti solamente l'impedenza .

                                          Sono d'accordo con te per quanto riguarda le funzioni del trasformatore, ma non nella configurazione dettata da Meyer, con quel numero di spire al secondario non esce nulla di tensione.
                                          Sicuramente c'è qualcosa che non ha riportato nel brevetto.

                                          Comunque la prova con solo l'adattatore di impedenza l'ho già fatta, con una bobina bifilare di 100 giri, c'è stato un aumento di tesione e di produzione di idrogeno, ma non eccessiva.
                                          La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                          La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                          In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                          non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                          Albert Einstein

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                                          • CITAZIONE (hacqua2o @ 9/11/2006, 17:03)
                                            Sono d'accordo con te per quanto riguarda le funzioni del trasformatore, ma non nella configurazione dettata da Meyer, con quel numero di spire al secondario non esce nulla di tensione.
                                            Sicuramente c'è qualcosa che non ha riportato nel brevetto.

                                            Comunque la prova con solo l'adattatore di impedenza l'ho già fatta, con una bobina bifilare di 100 giri, c'è stato un aumento di tesione e di produzione di idrogeno, ma non eccessiva.

                                            Ciao , le tensioni da raggiungere sono molto elevate .... , il fatto che sei arrivato in quelche forma di risonanza dell'acqua evidenziata dalla sua scissione è già un risultato . Per conto mio stò provando soluzioni diverse da Meyer , nella particolare stò cercando di raggiungere la scissione dell'acqua su una cella singola analizzando la variazione quantitativa al variare della frequenza usata . Credo che la frequenza sia caratteristica tipica della cella usata , infatti la cella l'assimilerei ad un risuonatore , successivamente raccogliendo tutti i dati cercherò di ottimizzare il processo elevando di molto la tensione ai capi della cella ; immagino che la tensione ottimale sia leggermente minore a quella di "perforazione" dielettrica dell'acqua distillata , infatti Meyer e qualcuno stà sperimentando l'isolamento dei cilindri attivi della cella con isolanti vari , la dissociazione avviene per ionizzazione attraverso campi elettrici e l'acqua della cella è il dielettrico del condensatore .
                                            Questo è ovviamente la mia opinione .... , in questo campo purtroppo si può solamente sperimentare e fare qualche elucubrazione , tutto è da esplorare , le variabili in gioco sono innumerevoli ; per esempio sono dell'idea che la forma e la grandezza della cella sia responsabile della o delle frequenze di funzionamento caratteristiche del circuito elettrico ( driver + cella ) e l'acqua abbia delle frequenze migliori o tipiche per la sua dissociazione , quindi se le due frequenze non sono vicine o quanto meno armoniche , l'apparato fgunzionerà male . A tal proposito stavo pensando di costruire una cella Meyer con un solo elemento ( tubi concentrici ) ma a superficie variabile , magari facendo scorrere l'elemento interno in fuori ( basterebbe saldare una barra filettata nel tubo interno ) .

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                                            • CITAZIONE (kalos66 @ 10/11/2006, 09:45)
                                              Ciao , le tensioni da raggiungere sono molto elevate .... , il fatto che sei arrivato in quelche forma di risonanza dell'acqua evidenziata dalla sua scissione è già un risultato . Per conto mio stò provando soluzioni diverse da Meyer , nella particolare stò cercando di raggiungere la scissione dell'acqua su una cella singola analizzando la variazione quantitativa al variare della frequenza usata . Credo che la frequenza sia caratteristica tipica della cella usata , infatti la cella l'assimilerei ad un risuonatore , successivamente raccogliendo tutti i dati cercherò di ottimizzare il processo elevando di molto la tensione ai capi della cella ; immagino che la tensione ottimale sia leggermente minore a quella di "perforazione" dielettrica dell'acqua distillata , infatti Meyer e qualcuno stà sperimentando l'isolamento dei cilindri attivi della cella con isolanti vari , la dissociazione avviene per ionizzazione attraverso campi elettrici e l'acqua della cella è il dielettrico del condensatore .
                                              Questo è ovviamente la mia opinione .... , in questo campo purtroppo si può solamente sperimentare e fare qualche elucubrazione , tutto è da esplorare , le variabili in gioco sono innumerevoli ; per esempio sono dell'idea che la forma e la grandezza della cella sia responsabile della o delle frequenze di funzionamento caratteristiche del circuito elettrico ( driver + cella ) e l'acqua abbia delle frequenze migliori o tipiche per la sua dissociazione , quindi se le due frequenze non sono vicine o quanto meno armoniche , l'apparato fgunzionerà male . A tal proposito stavo pensando di costruire una cella Meyer con un solo elemento ( tubi concentrici ) ma a superficie variabile , magari facendo scorrere l'elemento interno in fuori ( basterebbe saldare una barra filettata nel tubo interno ) .

                                              In poche parole sei ripartito dall’inizio, vuoi risalire piano piano e farti delle basi, fai bene, bisogna iniziare sempre dal principio.
                                              Comunque il sistema che vuoi fare tu con i tubi concentrici variabili, mi sembra, non ci vorrei giurare, ma è su di un brevetto del Meyer.
                                              Comunque è sempre bene riprovare.

                                              Io sto invece sempre a sperimentare il wfc del Meyer, ormai è diventata una fissazione.

                                              Ero quasi vicino alla soluzione, ora ti spiego cosa mi è successo.

                                              Mentre facevo le prove con il prototipo del reattore per elettrolisi, con una tensione di alimentazione di 12 volt e una corrente generale di circa 2A, ai capi della cella misuravo circa 18 volt di onda quadra a treni di impulsi., con oscilloscopio.
                                              Ad un tratto questa tensione si è portata a circa 30- 40 volt e con picchi elevatissimi, ma con il mio oscilloscopio tali picchi si vedevano molto sbiaditi e non si riusciva a leggere a che valore arrivavano, ma erano molto ampi.
                                              Oltre a questa tensione, la corrente di alimentazione dell’aggeggio si è portata a circa 250mA, ma il tutto era instabile, andava e veniva, ho provato a fare dei controlli, delle regolazioni, per stabilizzare l’evento insolito, anche perché c’è stato anche un aumento considerevole di emissione di idrogeno.
                                              Purtroppo la gioia è terminata subito, dopo pochi minuti, l’evento che si era manifestato è svanito come era venuto, ho riprovato ma niente da fare, non si è manifestato più.

                                              Penso comunque che prima o poi si manifesterà di nuovo e allora………….

                                              Ciao

                                              La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                              La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                              In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                              non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                              Albert Einstein

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                                              • CITAZIONE (hacqua2o @ 10/11/2006, 16:04)
                                                Oltre a questa tensione, la corrente di alimentazione dell’aggeggio si è portata a circa 250mA, ma il tutto era instabile, andava e veniva, ho provato a fare dei controlli, delle regolazioni, per stabilizzare l’evento insolito, anche perché c’è stato anche un aumento considerevole di emissione di idrogeno.
                                                Purtroppo la gioia è terminata subito, dopo pochi minuti, l’evento che si era manifestato è svanito come era venuto, ho riprovato ma niente da fare, non si è manifestato più.

                                                Penso comunque che prima o poi si manifesterà di nuovo e allora………….

                                                Ciao

                                                Ciao , il sistema era entrato in risonanza <img src="> , per effetto di qualche armonica o fondamentale distribuita nel circuito ; quindi si conferma che Meyer ha ragione . Sotto altri versi io ho verificato le stesse cose ma con elettrolisi classica in acqua leggermente conduttiva ( sistema Xogen ) , con l'alimentazione impulsiva variabile .

                                                Ciao

                                                Commenta


                                                • CITAZIONE (kalos66 @ 11/11/2006, 10:05)
                                                  [Ciao , il sistema era entrato in risonanza <img src=">


                                                  Per te è semplice, dici “il sistema è entrato in risonanza” e non avendo visto quello che ho visto io, la finisci qui.
                                                  Io invece mi sto torturando, perché non riesco a riprodurre quell’effetto.
                                                  Perché si è manifestato? Sono sicuro al cento per cento che non ho preso un abbaglio, sono sicuro che quello era l’effetto risonanza di cui parlava il Meyer, in qualche parte ho letto che quando si manifestava questo tipo di effetto tutto il circuito era stabile.
                                                  Non so più cosa fare, forse è meglio che per un po’ smetta di sperimentare, magari in seguito riprendendo con più calma si risolverò questo enigma.

                                                  Ciao

                                                  La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                  La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                  In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                  non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                  Albert Einstein

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                                                  • ciao hacqua,
                                                    ciao a tutti, finalmente riesco a scrivervi, purtroppo in questo periodo sono veramente preso di brutto, vi basti pensare che sto chiudendo due mie aziende x aprirne una nuova (..grazie Romano... :angry: )

                                                    per riprodurre quello che ti è successo, dovresti ESATTAMENTE rifare l'esperimento con le stesse grandezze:
                                                    la stessa quantità di acqua, la stessa temperatura, lo stesso tipo, la stessa forma d'onda e la stessa frequenza per lo stesso tempo.......
                                                    Sarebbe interessante sapere tutte queste info, ma quella che mi inncuriosisce di piu è il tipo di alimentazione che hai usato :
                                                    hai realizzato il circuitino ad IGBT e generatore di forme 'onda? o qualche strano circuito?
                                                    Non penso che sei riuscito ad avvolgere le famose 600 spire..............


                                                    fammi sapere, per ora le mie sperimentazioni sono state abbandonate ma presto ricomincio, sperando che babbo natale mi porti quell'alimentatore "fantastico" che qualche amico sta realizzando............

                                                    ciao ciao
                                                    Nel nuovo millennio l'uomo tornando alla natura distruggerà quei mostri e l'energia dell'atomo pulito costruirà ancora infinite meraviglie e le ferite dell'umanità, come le guerre non saranno che purtroppo molto tristi incidenti dì percorso. (Omero Speri -VR- Pioniere della FF )

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                                                    • CITAZIONE (hacqua2o @ 13/11/2006, 19:55)
                                                      Per te è semplice, dici “il sistema è entrato in risonanza” e non avendo visto quello che ho visto io, la finisci qui.
                                                      Io invece mi sto torturando, perché non riesco a riprodurre quell’effetto.
                                                      Perché si è manifestato? Sono sicuro al cento per cento che non ho preso un abbaglio, sono sicuro che quello era l’effetto risonanza di cui parlava il Meyer, in qualche parte ho letto che quando si manifestava questo tipo di effetto tutto il circuito era stabile.
                                                      Non so più cosa fare, forse è meglio che per un po’ smetta di sperimentare, magari in seguito riprendendo con più calma si risolverò questo enigma.

                                                      Ciao

                                                      Ciao , non te la prendere , ma in realtà il circuito è entrato semplicemente in risonanza , che significa che il circuito era altamente instabile . Meyer parlava di instabilità "stabile" <img src="> scusa il gioco di parole cioè manteneva la risonanza auto variando alcuni parametri . Se vai a vedere un paio di circuiti del suo brevetto si nota che una parte del segnale presente ai capi della cella viene riportato in ingresso al trasformatore e al circuito di regolazione , inoltre si nota che gli avvolgimenti delle induttanze dell'elevatore sono avvolte sul trasformatore adattatore d'impedenza . Purtroppo clonare una cosa simile non è facile se non si hanno misure , componenti e foto dell'oggetto ma si può arrivare a questo facendo "retro tecnologia" , cercando di produrre l'effetto e cercarne la causa un pò come i gamberi . Questo è quello che faccio io .
                                                      Non vedere la cosa come una sfida o ossessione ma come un bel rompicapo passatempo .
                                                      Ciao

                                                      Commenta


                                                      • CITAZIONE (kalos66 @ 14/11/2006, 09:50)
                                                        Ciao , non te la prendere , ma in realtà il circuito è entrato semplicemente in risonanza , che significa che il circuito era altamente instabile . Meyer parlava di instabilità "stabile"

                                                        Instabile ma non perché il circuito deve essere instabile, ho parlato di questo per dire che il Meyer aveva accennato di questo evento di abbassamento della corrente che si manifestava alla risonanza e poi si manteneva stabile.
                                                        Comunque la reazione positiva della quale parli la uso anche io tramite il pll .
                                                        Penso che l’instabilità sia dipesa dalla non perfetta risonanza, oppure dalla tensione che ancora è a livelli bassi.


                                                        Ciao


                                                        CITAZIONE (brunovr @ 13/11/2006, 20:43)
                                                        per riprodurre quello che ti è successo, dovresti ESATTAMENTE rifare l'esperimento con le stesse grandezze:
                                                        la stessa quantità di acqua, la stessa temperatura, lo stesso tipo, la stessa forma d'onda e la stessa frequenza per lo stesso tempo.......
                                                        Sarebbe interessante sapere tutte queste info, ma quella che mi inncuriosisce di piu è il tipo di alimentazione che hai usato :
                                                        hai realizzato il circuitino ad IGBT e generatore di forme 'onda? o qualche strano circuito?
                                                        Non penso che sei riuscito ad avvolgere le famose 600 spire..............


                                                        fammi sapere, per ora le mie sperimentazioni sono state abbandonate ma presto ricomincio, sperando che babbo natale mi porti quell'alimentatore "fantastico" che qualche amico sta realizzando............

                                                        ciao ciao

                                                        Ciao Brunovr

                                                        Sembra facile, ma non lo è. Ho rifatto le stesse prove ma niente da fare, non innesca, esce solo la tensione di controllo amplificata e con corrente di 2 A.

                                                        Niente trasformatore di 600 spire, non lo prendo più in considerazione, è un dato secondo me idoneo solo per una cella, per più celle occorre ricalcolarlo
                                                        Per quanto riguarda l’alimentazione, diciamo che ho seguito lo schema del tx1 riportato sul brevetto W09207861A1, opportunamente modificato in configurazione super darlington, ma si può tentare anche con la configurazione originale, cercando di dare dei valori ai componenti, la frequenza è controllata tramite un pll. L’uscita è una sequenza di impulsi al 50% da un minimo di cinque ad un massimo di 9, regolabili in frequenza e intervallati da una pausa regolabile linearmente, con tempi ancora da sperimentare. Il tutto deve essere un onda quadra “unipolare”, questo è un dato importante, con i circuiti realizzati a ponte si ha una forma d’onda bipolare.

                                                        Per ora è tutto ciao


                                                        La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                        La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                        In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                        non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                        Albert Einstein

                                                        Commenta


                                                        • Scusate !

                                                          Ma perchè non cotattiamo direttamente Meyer per evitare di perdre tanto tempo e denaro ?

                                                          Secondo voi è possibile ottenere un qualsiasi gas combustibile dall'Acqua ?

                                                          Se la risposta è SI, allora ci siamo !!

                                                          Se la risposta è FORSE, allora è meglio non perdere tempo !!

                                                          Se la risposta è NO, allora c'è qualche cosa di noscosto !!

                                                          Cosa ne pensate ?

                                                          Grazie per la vostra pazienza.
                                                          Star

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                                                          • A quanto ne so io il poveretto è morto già da diversi anni in circostanze misteriose... Infatti: ecco la notizia:

                                                            "...In the Dejanews posts I saw from alt.conspiracy, mention was made that Stan had died of some kind of mysterious food poisoning..."

                                                            La notizia è del '98. Basta mettere "stanley meyer death" su google e hai i risultati.
                                                            Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                                                            • CITAZIONE (star_nets @ 22/11/2006, 23:13)
                                                              Secondo voi è possibile ottenere un qualsiasi gas combustibile dall'Acqua ?

                                                              Se la risposta è SI, allora ci siamo !!

                                                              Se la risposta è FORSE, allora è meglio non perdere tempo !!

                                                              Se la risposta è NO, allora c'è qualche cosa di noscosto !!

                                                              Cosa ne pensate ?

                                                              Grazie per la vostra pazienza.
                                                              Star

                                                              Da come parli si capisce che sei proprio digiuno di tutto questo, e non immagini la potenza che è nascosta nel innocua acqua.

                                                              Ho fatto degli esperimenti sia con la fusione fredda, che con la generazione di elettrolisi a corrente continua e ad onda quadra a diverse frequenze e ti posso dire che ora quando vedo l'acqua, non la vedo più come una massa umida che ti bagna, ma come una fonte di energia ad altissima potenza, molte ma molte volte più elevata della potenza della benzina.
                                                              Questo per dirti che dall'acqua è possibile ricavare il gas combustibile del quale parlavi tu.
                                                              Il problema è di trovare un sistema che ci permetta di ottenere la dissociazione dall'acqua in idrogeno e ossigeno con pochissima spreco di energia, il Meyer c'era riuscito, e noi si sta tentando di replicare il suo progetto.

                                                              Ciao
                                                              La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                              La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                              In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                              non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                              Albert Einstein

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