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Cella di Mayer

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  • CITAZIONE (ElettroRik @ 17/3/2006, 15:33)
    ...1) La secondary coil e le resonant charging chokes sono disegnate AVVOLTE SULLO STESSO NUCLEO...La fisica teorica e PRATICA insegna che più segmenti di induttanza avvolti su uno stesso nucleo sono perfettamente SOMMABILI come una induttanza UNICA composta dal totale numero di spire. Provare per credere.
    2) Il mio commento alla scenografia del diodo raddrizzatore era legato al fatto CHE E' STATO DISEGNATO DENTRO il toroide, come se tale particolare si volesse mettere appositamente in evidenza. Invece è solo un diodo in serie. Punto...

    Ciao ElettroRik! Perdonami se con questo intervento posso minare le tue certezze, ma dallo schema che solamente ora ho visto di primo acchito non sono daccordo. Le resonant charging chokes sono disegnate avvolte sì sullo stesso nucleo ed anche avvolte nello stesso senso, ma collegate al contrario fra di loro considerando un unico flusso nel nucleo. Quindi non possono essere considerate l'equivalente di una sola bobina. Una ha addirittura un diodo in serie che a mio avviso è assimilabile alla tipologia switching "flyback" ben conosciuta, anche se...

    Salutoni
    Furio57 biggrin.gif

    Edited by Furio57 - 19/3/2006, 15:07
    L' ACQUA E' IL MIGLIOR COMBUSTIBILE, BASTA SAPERLA ACCENDERE. ( Capitano Claudio F. )
    LA DIFFERENZA TRA UN GENIO ED UNO STUPIDO E' CHE IL GENIO HA I PROPRI LIMITI...
    Ma se "L'UNIONE FA LA FORZA", allora perchè "CHI FA DA SE' FA PER TRE"?

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    • CITAZIONE (hacqua2o @ 19/3/2006, 15:06)
      ...ho mollato la discusione con elettrorik per non essere scortese e minare le sue basi...

      Ciao hacqua2o bentrovato! Non siamo qui per dare ragione a nessuno, ma semplicemente per discutere di tecnica in questo caso su questo circuito e possibilmente cercando di venirne a capo, nullaltro!. Il confronto se posato e pertinente, non fa altro che bene al forum.

      Salutoni
      Furio57 biggrin.gif
      L' ACQUA E' IL MIGLIOR COMBUSTIBILE, BASTA SAPERLA ACCENDERE. ( Capitano Claudio F. )
      LA DIFFERENZA TRA UN GENIO ED UNO STUPIDO E' CHE IL GENIO HA I PROPRI LIMITI...
      Ma se "L'UNIONE FA LA FORZA", allora perchè "CHI FA DA SE' FA PER TRE"?

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      • Ciao a tutti

        Inserisco le forme d'onda dell'Intensificatore di tensione simulato al computer con trasformatore spice programmato:

        1) Tensione sinuisoidale in ingresso di colore giallo
        2) tensione amplificata di colore verde
        3) tensione continua ai capi della cella in azzurro chiaro

        Edited by hacqua2o - 19/3/2006, 16:46

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        La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
        La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
        In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
        non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
        Albert Einstein

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        • Ciao

          Pensando di fare cosa gradita, posto un circuito simulato al computer.

          Si tratta di un circuito trovato su un sito tedesco e che gira su internet da anni, io l'ho elaborato rendendolo un po più semplice, ma come funzionamento è identico all'originale, dico questo perchè oltre a simularlo l'ho realizzato anche praticamente.
          Le caratteristiche di tale circuito, mancante solo del oscillatore, sono:

          1) Regolazione del numero di impulsi da 1 a 14
          2) Tempo di pausa regolabile linearmente da 500usec a 2000usec circa, dipende dal valore del trim usato.

          Nelle F.D.O. si vedono i 5 impulsi e le puse.

          Edited by hacqua2o - 19/3/2006, 17:56

          Attached Image

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          La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
          La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
          In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
          non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
          Albert Einstein

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          • CITAZIONE (hacqua2o @ 19/3/2006, 16:43)
            Ciao a tutti

            Inserisco le forme d'onda dell'Intensificatore di tensione simulato al computer con trasformatore spice programmato:

            1) Tensione sinuisoidale in ingresso di colore giallo
            2) tensione amplificata di colore verde
            3) tensione continua ai capi della cella in azzurro chiaro

            Ciao , ottima immagine .... spero di poter eseguire i test anche io con Circuit Maker 2000 mi sembra molto più semplice da usare rispetto a Multisim 9 . Devo trovare la versione full ..... wink.gif
            Per quanto riguarda il il circuito generatore di impulsi ... io uso un generatore di segnali da laboratorio accoppiato con un circuito driver . Spero di cominciare le prove "reali" in questo fine settimana , tenuto conto che dovrei avvolgere il piccolo trasformatorino ad alta frequenza .
            Ciao

            Edited by kalos66 - 20/3/2006, 14:45

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            • CITAZIONE (kalos66 @ 20/3/2006, 14:41)
              CITAZIONE (hacqua2o @ 19/3/2006, 16:43)
              Ciao a tutti

              Inserisco le forme d'onda dell'Intensificatore di tensione simulato al computer con trasformatore spice programmato:

              1) Tensione sinuisoidale in ingresso di colore giallo
              2) tensione amplificata di colore verde
              3) tensione continua ai capi della cella in azzurro chiaro

              Ciao , ottima immagine .... spero di poter eseguire i test anche io con Circuit Maker 2000 mi sembra molto più semplice da usare rispetto a Multisim 9 . Devo trovare la versione full ..... wink.gif
              Per quanto riguarda il il circuito generatore di impulsi ... io uso un generatore di segnali da laboratorio accoppiato con un circuito driver . Spero di cominciare le prove "reali" in questo fine settimana , tenuto conto che dovrei avvolgere il piccolo trasformatorino ad alta frequenza .
              Ciao

              Ciao kaloss

              Si in effetti il circuitmaker2000 è molto semplice da usare, anche io ho provato altri simulatori, poi sono passato a circuitmaker student era completo ma non si potevano usare più di tanti componenti e quindi progetti complessi non potevo farli.

              Il circuitmaker2000 è completo e l'ho scaricato anche io da emule.

              A proposito del trasformatore che mi hai accennato, come intendi farlo? voglio dire quante spire primario e secondario userai, ti atterrai ai dati del Meyer oppure.......fammi sapere perchè anche io sono bloccato da questo trasformatore, pensa che ho tutto montato su circuito, in poche parole dalla basetta esce già il segnale di onda quadra a treni di impulsi pronto per essere mandato al trasformatore intensificatore, e qui mi sono bloccato non riesco a proseguire.

              Ma anche perchè vorrei arrivare più vicino possibile al brevetto del Meyer, altrimenti già avrei ottenuto la scissione dell'acqua a livelli sostenuti, ma non mi accontento.

              Salutoni

              Edited by hacqua2o - 20/3/2006, 15:39
              La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
              La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
              In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
              non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
              Albert Einstein

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              • CITAZIONE (Furio57 @ 19/3/2006, 15:16)
                CITAZIONE (hacqua2o @ 19/3/2006, 15:06)
                ...ho mollato la discusione con elettrorik per non essere scortese e minare le sue basi...

                Ciao hacqua2o bentrovato! Non siamo qui per dare ragione a nessuno, ma semplicemente per discutere di tecnica in questo caso su questo circuito e possibilmente cercando di venirne a capo, nullaltro!. Il confronto se posato e pertinente, non fa altro che bene al forum.

                Salutoni
                Furio57 biggrin.gif

                Ciao Furio57,

                hai proprio ragione, la TX5 è in controfase rispetto alla serie TX2-TX4, per cui l'induttanza risultante è una somma algebrica. Non dimentichiamo però che il flusso che le percorre è lo stesso, quindi non ci può essere sfasamento tra le induttanze stesse...
                Però è ragionevole il dubbio sulla posizione del diodo.. è come se volesse sbilanciare la TX5....

                Proverò a simulare questa 'strana' condizione, ma non sono convinto che sia così diverso dal metterlo in serie alla cella, prima dell'anodo.

                Hacqua, mi spiace che tu ti sia fermato per 'soggezione'... Non farti problemi a contestarmi, te l'ho detto, sono felice se qualcuno mi fa notare che sto prendendo una cantonata, basta che lo faccia in maniera educata e costruttiva, io non mi offendo di certo!

                A sto punto, la simulazione ve la devo... wink.gif

                Edited by ElettroRik - 20/3/2006, 15:53
                "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                • CITAZIONE (hacqua2o @ 20/3/2006, 15:32)
                  A proposito del trasformatore che mi hai accennato, come intendi farlo? voglio dire quante spire primario e secondario userai, ti atterrai ai dati del Meyer oppure.......fammi sapere perchè anche io sono bloccato da questo trasformatore, pensa che ho tutto montato su circuito, in poche parole dalla basetta esce già il segnale di onda quadra a treni di impulsi pronto per essere mandato al trasformatore intensificatore, e qui mi sono bloccato non riesco a proseguire.

                  Ma anche perchè vorrei arrivare più vicino possibile al brevetto del Meyer, altrimenti già avrei ottenuto la scissione dell'acqua a livelli sostenuti, ma non mi accontento.

                  Salutoni

                  Ciao , innanzi tutto voglio provare con un piccolo trasformatore in ferrite di tipo impulsivo ad alta frequenza , poi se non funziona passo al toroide , comunque attenendomi al rapporto spire di Meyer .
                  Hai già ottenuto la scissione ??? ( non capisco cosa vuoi dire )

                  Ciao

                  Commenta


                  • CITAZIONE (kalos66 @ 20/3/2006, 16:08)
                    Hai già ottenuto la scissione ??? ( non capisco cosa vuoi dire )

                    Ciao

                    Semplicemente che ho separato l'idrogeno dall'ossigeno, in poche parole ho generato idrogeno, e a livello abbastanza alto infatti mettendo un accedino acceso sopra la cella, la fiamma si inalza.
                    L'idrogeno generato con il sistema della risonanza è più soft nell'esplosione, mentre generandolo con la corrente continua ha un esplosione più secca.

                    Buon lavoro Kaloss66







                    CITAZIONE (ElettroRik @ 20/3/2006, 15:52)
                    Hacqua, mi spiace che tu ti sia fermato per 'soggezione'... Non farti problemi a contestarmi, te l'ho detto, sono felice se qualcuno mi fa notare che sto prendendo una cantonata, basta che lo faccia in maniera educata e costruttiva, io non mi offendo di certo!

                    Ciao Elettrorik

                    O.K.

                    A risentirci a presto

                    Edited by hacqua2o - 20/3/2006, 17:53
                    La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                    La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                    In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                    non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                    Albert Einstein

                    Commenta


                    • CITAZIONE (hacqua2o @ 20/3/2006, 17:43)
                      Semplicemente che ho separato l'idrogeno dall'ossigeno, in poche parole ho generato idrogeno, e a livello abbastanza alto infatti mettendo un accedino acceso sopra la cella, la fiamma si inalza.
                      L'idrogeno generato con il sistema della risonanza è più soft nell'esplosione, mentre generandolo con la corrente continua ha un esplosione più secca.

                      Complimenti !!! biggrin.gif biggrin.gif , hai fatto delle misure di flusso del gas ?? sarebbe interessante confrontare il rendimento rispetto all'elettrolisi classica a parità di assorbimento elettrico secondo la formula di Faraday . Hai qualche foto della cella ?? . Per quanto riguarda la fiamma che sia soft , potrebbe derivare dalla tipologia del gas ... probabilmente i gas generati sono a livello stechiometrico diverso se non addirittura si tratta di idrogeno ed ossigeno monoatomici ( non ricordo negli appunti di Meyer cosa diceva a tal proposito ) .

                      Ciao

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                      • CITAZIONE (kalos66 @ 21/3/2006, 09:38)
                        Complimenti !!! biggrin.gif biggrin.gif , hai fatto delle misure di flusso del gas ?? sarebbe interessante confrontare il rendimento rispetto all'elettrolisi classica a parità di assorbimento elettrico secondo la formula di Faraday . Hai qualche foto della cella ?? . Per quanto riguarda la fiamma che sia soft , potrebbe derivare dalla tipologia del gas ... probabilmente i gas generati sono a livello stechiometrico diverso se non addirittura si tratta di idrogeno ed ossigeno monoatomici ( non ricordo negli appunti di Meyer cosa diceva a tal proposito ) .

                        Ciao

                        Ciao

                        Ancora sono lontano per fare questi controlli e le foto al progetto, questo avverrà quando avrò uno step up più efficente, ed avrò raggiunto la quasi maxima produzione di gas.

                        Per ora sto lavorando con due tipi di celle sperimentali, un tipo è formata da 7 tubi di acciao inox diametro interno 22.12mm, di lunghezza 100mm, con i relativi tubi interni di 17.26mm e collegate tutte in parallelo.

                        L'alra è formata da 19 piastre 200x100mm distanziate da 2mm e tutte in parallelo.

                        Questa cella per ora non è chiusa ermeticamente è a cielo aperto.

                        In seguito vedro di fargli una foto per fartela vedere, magari in funzionamento, appena però avvrò rifatto lo step up.

                        Saluti
                        La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                        La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                        In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                        non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                        Albert Einstein

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                        • CITAZIONE (hacqua2o @ 21/3/2006, 11:29)
                          Ancora sono lontano per fare questi controlli e le foto al progetto, questo avverrà quando avrò uno step up più efficente, ed avrò raggiunto la quasi maxima produzione di gas.

                          Per ora sto lavorando con due tipi di celle sperimentali, un tipo è formata da 7 tubi di acciao inox diametro interno 22.12mm, di lunghezza 100mm, con i relativi tubi interni di 17.26mm e collegate tutte in parallelo.

                          L'alra è formata da 19 piastre 200x100mm distanziate da 2mm e tutte in parallelo.

                          Questa cella per ora non è chiusa ermeticamente è a cielo aperto.

                          In seguito vedro di fargli una foto per fartela vedere, magari in funzionamento, appena però avvrò rifatto lo step up.

                          Saluti

                          Ciao , io lascerei stare le piastre ... il funzionamento della cella Meyer è basato sull'effetto corona ed effetto pelle quindi massimo in superfici arrotondate . Per quanto riguarda i tubi hai provato a isolare elettricamente le superfici non interessate al processo ( la parte esterna del tubo grande , la parte interna del tubo piccolo ) wink.gif ... credo ci sia un miglioramento immediato perchè farebbero da zavorra .

                          Fammi sapere . Ciao

                          Commenta


                          • CITAZIONE (kalos66 @ 21/3/2006, 12:10)
                            Ciao , io lascerei stare le piastre ... il funzionamento della cella Meyer è basato sull'effetto corona ed effetto pelle quindi massimo in superfici arrotondate . Per quanto riguarda i tubi hai provato a isolare elettricamente le superfici non interessate al processo ( la parte esterna del tubo grande , la parte interna del tubo piccolo ) wink.gif ... credo ci sia un miglioramento immediato perchè farebbero da zavorra .

                            Fammi sapere . Ciao

                            Ma!!!, io ho fatto alcune prove con le piastre e con i tubi, e per me a vista sembra la stessa emissione di idrogeno.
                            Comunque anche il meyer in qualche parte a scritto che si potevano usare abedue le configurazioni.
                            Secondo me lui ha adottato i tubi perchè sono più pratici nell'assemblaggio.

                            Isolare i tubi per quanto riguarda l'emissione di gas, penso non serva a nulla,
                            potrebbe invece essere utile in qualche caso per evitare correnti superflue indesiderate che farebbero solo spregare corrente, e o proteggere dall'ossidamento materiali non di acciaio inox a contatto con l'acqua.

                            Ciao
                            La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                            La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                            In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                            non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                            Albert Einstein

                            Commenta


                            • CITAZIONE (hacqua2o @ 21/3/2006, 12:40)
                              Ma!!!, io ho fatto alcune prove con le piastre e con i tubi, e per me a vista sembra la stessa emissione di idrogeno.
                              Comunque anche il meyer in qualche parte a scritto che si potevano usare abedue le configurazioni.
                              Secondo me lui ha adottato i tubi perchè sono più pratici nell'assemblaggio.

                              Isolare i tubi per quanto riguarda l'emissione di gas, penso non serva a nulla,
                              potrebbe invece essere utile in qualche caso per evitare correnti superflue indesiderate che farebbero solo spregare corrente, e o proteggere dall'ossidamento materiali non di acciaio inox a contatto con l'acqua.

                              Ciao

                              Ciao , non mi sembra che i tubi siano più pratici ( a mio avviso ) , la regolazione della distanza delle piastre può essere fatta a livello micrometrico . Per quanto riguarda il discorso dell'isolamento dei tubi è mutuato anche da un brevetto che usa la tecnologia Meyer per la scissione dell'acqua , tra l'altro è probabile che renda più stabile il "valore" della capacità del condensatore/cella e quindi più stabile la frequenza di risonanza del sistema ; con una capacità più stabile si potrebbe scegliere un "Q" più alto delle induttanze aumentando il rendimento.

                              A circuiti assemblati devo fare una prova con le piastre di acciaio e circuito risonante relativo smile.gif , potre anche tagliare le piastre per dare un valore simile a quella della cella con tubo .

                              Ciao

                              Edited by kalos66 - 21/3/2006, 13:54

                              Commenta


                              • CITAZIONE (kalos66 @ 21/3/2006, 13:53)
                                Ciao , non mi sembra che i tubi siano più pratici ( a mio avviso ) , la regolazione della distanza delle piastre può essere fatta a livello micrometrico . Per quanto riguarda il discorso dell'isolamento dei tubi è mutuato anche da un brevetto che usa la tecnologia Meyer per la scissione dell'acqua , tra l'altro è probabile che renda più stabile il "valore" della capacità del condensatore/cella e quindi più stabile la frequenza di risonanza del sistema ; con una capacità più stabile si potrebbe scegliere un "Q" più alto delle induttanze aumentando il rendimento.

                                A circuiti assemblati devo fare una prova con le piastre di acciaio e circuito risonante relativo smile.gif , potre anche tagliare le piastre per dare un valore simile a quella della cella con tubo .

                                Ciao

                                Non conosco tale brevetto, ho letto qualcosa di questo genere ma non l'ho preso mai in considerazione.
                                Per quanto riguarda le piastre io le ho tagliate considerando la superfice di una piastra come la superfice di due tubi da 40 cm del Meyer.

                                Salutoni e a presto
                                La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                Albert Einstein

                                Commenta


                                • CITAZIONE (hacqua2o @ 21/3/2006, 14:14)
                                  Non conosco tale brevetto, ho letto qualcosa di questo genere ma non l'ho preso mai in considerazione.
                                  Per quanto riguarda le piastre io le ho tagliate considerando la superfice di una piastra come la superfice di due tubi da 40 cm del Meyer.

                                  Salutoni e a presto

                                  Credo che sia fondamentale sapere che quantità di idrogeno/ossigeno si riesce a dissociare e in quanto tempo in funzione dell'assorbimento del circuito . Ho trovato un articolo ( non riesco a ritrovarlo ) dove si calcolava che per far funzionare con idrogeno ( senza ossigeno dissociato ma aria come comburente ) un motore da 2000 cc erano necessari circa 51,6 metri cubi di idrogeno a pressione atmosferica .
                                  Se riesco a trovarlo nel mio strapieno HD lo condivido con tutti .
                                  La prova di efficienza credo sia abbastanza facile da fare , con una bilancia di precisione o un contenitore graduato , a fronte del liquido mancante , del tempo di funzionamento e dell'assorbimento della cella ; da qui si può determinare l'efficienza del sistema rispetto all'elettrolisi classica e quindi il "COP" teorico se i gas prodotti vengono bruciati totalmente .

                                  Ciao

                                  Edited by kalos66 - 22/3/2006, 09:03

                                  Commenta


                                  • CITAZIONE (kalos66 @ 21/3/2006, 15:59)
                                    Credo che sia fondamentale sapere che quantità di idrogeno/ossigeno si riesce a dissociare e in quanto tempo in funzione dell'assorbimento del circuito .

                                    fai terminare il tubo con il gas prodotto dentro una bottiglia rovesciata piena d'acqua con il collo immerso in una bacinella. Quando il gas ha buttato fuori l'acqua completamente sai che hai il volume della bottiglia a pressione atmosferica.
                                    Devi solo fare il conto del tempo impiegato.

                                    P.S. Ragà, la simulazione non riesco a farla. Cioè, la fà, ma dà valori impossibili... Se alimento il primario a 1 volt mi dà oscillazioni con picchi di 2kvolt, se alimento a 10volt sul secondario ho 35-40V wacko.gif

                                    Edited by ElettroRik - 21/3/2006, 16:21
                                    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                    • CITAZIONE (ElettroRik @ 21/3/2006, 16:18)
                                      CITAZIONE (kalos66 @ 21/3/2006, 15:59)
                                      Credo che sia fondamentale sapere che quantità di idrogeno/ossigeno si riesce a dissociare e in quanto tempo in funzione dell'assorbimento del circuito .

                                      fai terminare il tubo con il gas prodotto dentro una bottiglia rovesciata piena d'acqua con il collo immerso in una bacinella. Quando il gas ha buttato fuori l'acqua completamente sai che hai il volume della bottiglia a pressione atmosferica.
                                      Devi solo fare il conto del tempo impiegato.

                                      P.S. Ragà, la simulazione non riesco a farla. Cioè, la fà, ma dà valori impossibili... Se alimento il primario a 1 volt mi dà oscillazioni con picchi di 2kvolt, se alimento a 10volt sul secondario ho 35-40V wacko.gif

                                      Ottima idea ... 1 litro ad 1 atmosfera ... .
                                      Avevo problemi pure io con Multisim , ma non così , nel senso che dopo una certa soglia di tensione in uscita dal trasformatore il simulatore mi dava tensione infinita ai capi della cella e andava in errore ( OVERFLOW ) . Con CircuitMaker 2000 questo problema non c'è , anche se il programma è notevolmente ridotto ( 7Mb ) contro Multisim di 700Mb ( ovviamente ci sono migliaia di componenti caricati ) .


                                      Ciao

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                                      • CITAZIONE (hacqua2o @ 21/3/2006, 11:29)
                                        Ancora sono lontano per fare questi controlli e le foto al progetto, questo avverrà quando avrò uno step up più efficente, ed avrò raggiunto la quasi maxima produzione di gas.

                                        Per ora sto lavorando con due tipi di celle sperimentali, un tipo è formata da 7 tubi di acciao inox diametro interno 22.12mm, di lunghezza 100mm, con i relativi tubi interni di 17.26mm e collegate tutte in parallelo.

                                        L'alra è formata da 19 piastre 200x100mm distanziate da 2mm e tutte in parallelo.


                                        In seguito vedro di fargli una foto per fartela vedere, magari in funzionamento, appena però avvrò rifatto lo step up.

                                        Ciao , volevo chiederti che tensione di picco hai rilevato ai capi della cella, quando questa stava producendo il gas.

                                        Ciao

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                                        • CITAZIONE (kalos66 @ 22/3/2006, 10:15)
                                          Ciao , volevo chiederti che tensione di picco hai rilevato ai capi della cella, quando questa stava producendo il gas.

                                          Ciao

                                          Ciao ho acceso proprio ora il computer e voglio rispondere a questa domanda che mi hai fatto, anche sono un po stanco.

                                          Allora premetto che ho mandato alla cella la tensione che usciva dal secondario del trasformatore dopo aver messo in serie un diodo, senza la bobina, e la tensione misurata all'oscilloscopio era il classico segnale che ci fa vedere il meyer nei suoi brevetti, ovvero quegli impulsi unipolari aumentanti in ampiezza e di valore in tensione di circa 30 volt di picco.
                                          Con questa tensione e con la giusta frequenza c'era quella caratteristica emissione biancastra che intorbidisce l'acqua, devo ancora premettere che la corrente misurata sulla alimentazione di 12 volt era di circa 2 amper.
                                          La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                          La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                          In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                          non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                          Albert Einstein

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                                          • CITAZIONE (hacqua2o @ 22/3/2006, 18:58)
                                            CITAZIONE (kalos66 @ 22/3/2006, 10:15)
                                            Ciao , volevo chiederti che tensione di picco hai rilevato ai capi della cella, quando questa stava producendo il gas.

                                            Ciao

                                            Ciao ho acceso proprio ora il computer e voglio rispondere a questa domanda che mi hai fatto, anche sono un po stanco.

                                            Allora premetto che ho mandato alla cella la tensione che usciva dal secondario del trasformatore dopo aver messo in serie un diodo, senza la bobina, e la tensione misurata all'oscilloscopio era il classico segnale che ci fa vedere il meyer nei suoi brevetti, ovvero quegli impulsi unipolari aumentanti in ampiezza e di valore in tensione di circa 30 volt di picco.
                                            Con questa tensione e con la giusta frequenza c'era quella caratteristica emissione biancastra che intorbidisce l'acqua, devo ancora premettere che la corrente misurata sulla alimentazione di 12 volt era di circa 2 amper.

                                            Ciao, ho capito ma la tensione massima quant'era , capisco che aumentava a "scalini" di 30V ma la tensione ai capi della cella/condensatore dovrebbe essere dell'ordine dei KV . L'acqua che diventa biancastra è dovuto alla presenza di microbolle di gas , se metti un magnete permanente dovresti notare uno strano fenomeno wink.gif .
                                            Ciao

                                            Commenta


                                            • Per quanto riguarda gli induttori, date un'occhiata qui. Potrebbe esservi utile, no?
                                              Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur. Niels Steensen

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                                              • CITAZIONE (lukemon79 @ 23/3/2006, 08:13)
                                                Per quanto riguarda gli induttori, date un'occhiata qui. Potrebbe esservi utile, no?

                                                Grazie . Già visto . Per quanto riguarda l'avvolgimento del toroide , qualcuno ha risolto cosi ?? biggrin.gif
                                                Tagliandolo e incollandolo successivamente .


                                                Attached Image

                                                Attached Image

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                                                • CITAZIONE (kalos66 @ 23/3/2006, 08:09)
                                                  Ciao, ho capito ma la tensione massima quant'era , capisco che aumentava a "scalini" di 30V ma la tensione ai capi della cella/condensatore dovrebbe essere dell'ordine dei KV . L'acqua che diventa biancastra è dovuto alla presenza di microbolle di gas , se metti un magnete permanente dovresti notare uno strano fenomeno wink.gif .
                                                  Ciao

                                                  Ciao

                                                  Forse mi sono espresso male, ma la tensione hai capi della cella vista all'oscilloscopio era maxima 30 voltpp, forse c'erano dei picchi invisibili al mio oscilloscopio.
                                                  La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                  La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                  In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                  non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                  Albert Einstein

                                                  Commenta


                                                  • CITAZIONE (hacqua2o @ 23/3/2006, 11:07)
                                                    CITAZIONE (kalos66 @ 23/3/2006, 08:09)
                                                    Ciao, ho capito ma la tensione massima quant'era , capisco che aumentava a "scalini" di 30V ma la tensione ai capi della cella/condensatore dovrebbe essere dell'ordine dei KV . L'acqua che diventa biancastra è dovuto alla presenza di microbolle di gas , se metti un magnete permanente dovresti notare uno strano fenomeno wink.gif .
                                                    Ciao

                                                    Ciao

                                                    Forse mi sono espresso male, ma la tensione hai capi della cella vista all'oscilloscopio era maxima 30 voltpp, forse c'erano dei picchi invisibili al mio oscilloscopio.

                                                    Ciao , a 30V si manifestava il fenomeno .... mi sembra strano visto che è probabile che nella cella ci dovrebbero essere qualche migliaio di volt ( confutato nel brevetto di Meyer dall'utilizzo di resine epossidiche ad alto isolamento per le bobine ) .
                                                    Ciao

                                                    Commenta


                                                    • CITAZIONE (kalos66 @ 23/3/2006, 10:02)
                                                      CITAZIONE (lukemon79 @ 23/3/2006, 08:13)
                                                      Per quanto riguarda gli induttori, date un'occhiata qui. Potrebbe esservi utile, no?

                                                      Grazie . Già visto . Per quanto riguarda l'avvolgimento del toroide , qualcuno ha risolto cosi ?? biggrin.gif
                                                      Tagliandolo e incollandolo successivamente .

                                                      Ciao

                                                      Bello questo trasformatore!!!!.
                                                      L'hai già provato sotto tensione? come và?sicuramente senza carico è ok, ma con il carico la tensione va sotto terra, non è così? fammi sapere.
                                                      La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                      La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                      In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                      non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                      Albert Einstein

                                                      Commenta


                                                      • QUOTE (lukemon79 @ 23/3/2006, 08:13)
                                                        Per quanto riguarda gli induttori, date un'occhiata qui. Potrebbe esservi utile, no?



                                                        grazie lukemon, ma qualche post più in alto ho utilizzato quel procedimento per il calcolo dell'induttore, ma a mio avviso ha qualcosa che non va!

                                                        ragazzi la bobinatrice va avanti..!! biggrin.gif

                                                        a presto!
                                                        Nel nuovo millennio l'uomo tornando alla natura distruggerà quei mostri e l'energia dell'atomo pulito costruirà ancora infinite meraviglie e le ferite dell'umanità, come le guerre non saranno che purtroppo molto tristi incidenti dì percorso. (Omero Speri -VR- Pioniere della FF )

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                                                        • CITAZIONE (kalos66 @ 23/3/2006, 10:02)
                                                          Per quanto riguarda l'avvolgimento del toroide , qualcuno ha risolto cosi ?? biggrin.gif
                                                          Tagliandolo e incollandolo successivamente .

                                                          Se il taglio è MOLTO preciso e liscio, in modo da poter ri-accoppiare bene le due metà, perderai poco.
                                                          Casomai si può 'lappare' su una superficie perfettamente piana su cui si è fissata carta vetro finissima.

                                                          P.S. Non incollarlo. Una volta avvolte le mezze bobine, appoggiale vicine e gira del nastro stretto-stretto sull'intero diametro del toroide in verso perpendicolare al taglio.
                                                          Eviterai che il sottile strato di colla funga da traferro. wink.gif
                                                          "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                                          • CITAZIONE (hacqua2o @ 23/3/2006, 11:58)
                                                            Bello questo trasformatore!!!!.
                                                            L'hai già provato sotto tensione? come và?sicuramente senza carico è ok, ma con il carico la tensione va sotto terra, non è così? fammi sapere.

                                                            Un saluto a tutti .... non è una mia soluzione , ma di un francese . Proverò a fare una cosa simile questo fine settimana . Secondo me con un taglio eseguito con lama finissima si riesce a fare un lavoro apprezzabile .

                                                            Ciao

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                                                            • CITAZIONE (kalos66 @ 23/3/2006, 13:04)
                                                              ]
                                                              Un saluto a tutti .... non è una mia soluzione , ma di un francese . Proverò a fare una cosa simile questo fine settimana . Secondo me con un taglio eseguito con lama finissima si riesce a fare un lavoro apprezzabile .

                                                              Ciao

                                                              Ciao

                                                              Non credo serva a qualcosa perdere tempo a tagliare un toroide, o si segue alla lettera il progetto del Meyer, come fanno in tutto il mondo, oppure si riprogetta il tutto, lasciando perdere il Meyer.

                                                              Quelli che ci sono riusciti hanno fatto a modo loro, perchè il Meyer non era di certo uno sproveduto, ha messo uno schema e dei dati per un funzionamento teorico del circuito e quindi se uno volesse replicarlo con quei dati penso si vada poco lontano, in effetti tutto il mondo sta impazzendo per realizzare un prototipo funzionante, c'è qualcuno che c'è riuscito che ha ottenuto la stessa intensità di idrogeno con pochissima energia e chi ha barato producendo molto idrogeno con tanta corrente e poi va a dire in giro che il sistema non funziona.

                                                              Quindi io penso che si deve iniziare a riprogettare lo stadio step up, prima teoricamente e poi praticamente.
                                                              La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
                                                              La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè.
                                                              In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica:
                                                              non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perchè!"
                                                              Albert Einstein

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