Originariamente inviato da rampa
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dall'esperienza che mi sono fatto a suo tempo con un calorimetro molto simile a quello di Rossi posso fare alcune considerazioni:
1) il flusso è funzione diretta del diametro delle condutture e, ovviamente, della superficie di scambio.
2) l'ottimale è tenere il deltat più alto possibile, meglio se oltre i 50°C per ridurre l'errore delle sonde (le termocoppie possono avere anche +- 1°C di tolleranza, ma già 0,1°C portano all'incertezza di grandi quantità di energia)
3) T2 (uscita) non dovrebbe mai superare i 70-75°C per non rischiare formazioni di vapore
4) Se le pompe non sono peristaltiche (o si usa un rubinetto) okkio ai flussimetri, che possono risultare molto poco precisi per ragioni di temperatura dell'acqua e di attriti dei raccordi, ecc... Conviene quindi sempre verificarne la taratura raccogliendo lo scarico in un recipiente di volume noto per un tempo noto.
5) Flussi troppo grandi in tubazioni troppo piccole portano problemi di pressione e vorticosità indesiderate che vanno assolutamente evitate.
Insomma, tutto il calorimetro va dimensionato per il regime di potenza media che si decide di scegliere.
P.S. Una cosa non mi quadra: 1L/s (o anche 0,8) mi pare un flusso eccessivo per un 'coso' di quelle dimensioni, sia per il diametro dei raccordi, sia per la poca superficie di scambio che ha in quei 20 litri.
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