Non credo che manchino informazioni autorevoli diffuse dalle TV di Stato, ora che sono in pensione mi basta accendere a qualunque ora e trovo qualcosa che si sta trasmettendo o che sta per essere trasmesso. Il problema è che non tutti hanno voglia di seguire i programmi informativi, magari tornando dal lavoro, quando c'è voglia di trascorrere del tempo con la famiglia, o di occuparsi dei propri hobbies, o altro. Non mi sento di biasimarli.
Credo che BrightingEyes abbia centrato chiaramente il problema: l'informazione corretta c'è, ma c'è anche molto altro e non tutti hanno la voglia e la competenza per poter discriminare tra le varie fonti, spesso anche contrastanti.
Ho detto più volte che è opportuno risalire alle fonti delle informazioni, perché le voci riportate possono essere stravolte nel significato, anche solo facendo citazioni veritiere, ma parziali. Figurarsi poi se sono direttamente le informazioni a non essere vere, ma soltanto verosimili, tanto da ingannare lo sprovveduto lettore.
Anche la buonafede del giornalista/conduttore è da tenere in considerazione, proprio ieri ho sentito una conduttrice che stava trattando un argomento (non in tema con questa discussione) e intervistava due medici con opposti punti di vista. Era chiaro da quale parte stesse la conduttrice, perché ha lasciato parlare tranquillamente uno dei due medici e l'altro lo interrompeva continuamente per chiedere precisazioni, o per dire la sua su quanto aveva appena iniziato a dire il medico. Mi sono incavolato da bestia, non perché fossi a favore di quel secondo medico, ma perché non si è assolutamente riusciti a capire che cosa avesse voluto dire! Certi giornalisti andrebbero esortati a rileggersi la Costituzione, in relazione al diritto di parola, che ha originato il loro diritto alla libertà di stampa e non viceversa.
Credo che BrightingEyes abbia centrato chiaramente il problema: l'informazione corretta c'è, ma c'è anche molto altro e non tutti hanno la voglia e la competenza per poter discriminare tra le varie fonti, spesso anche contrastanti.
Ho detto più volte che è opportuno risalire alle fonti delle informazioni, perché le voci riportate possono essere stravolte nel significato, anche solo facendo citazioni veritiere, ma parziali. Figurarsi poi se sono direttamente le informazioni a non essere vere, ma soltanto verosimili, tanto da ingannare lo sprovveduto lettore.
Anche la buonafede del giornalista/conduttore è da tenere in considerazione, proprio ieri ho sentito una conduttrice che stava trattando un argomento (non in tema con questa discussione) e intervistava due medici con opposti punti di vista. Era chiaro da quale parte stesse la conduttrice, perché ha lasciato parlare tranquillamente uno dei due medici e l'altro lo interrompeva continuamente per chiedere precisazioni, o per dire la sua su quanto aveva appena iniziato a dire il medico. Mi sono incavolato da bestia, non perché fossi a favore di quel secondo medico, ma perché non si è assolutamente riusciti a capire che cosa avesse voluto dire! Certi giornalisti andrebbero esortati a rileggersi la Costituzione, in relazione al diritto di parola, che ha originato il loro diritto alla libertà di stampa e non viceversa.
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